Fermo nel limbo il Fondo di solidarietà

Ogni anno, dal 2010, il governo ha definito un Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa che è gestito dalla Consap ed ha come obiettivo quello di aiutare le famiglie in difficoltà a superare lo scoglio della rata del piano d’ammortamento.

Le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo

 In pratica è disposto un certo capitale cui le banche possono attingere per consentire ai loro clienti di sospendere il piano di rimborso fino ad un tempo massimo di 18 mesi. Per l’accesso a questa “agevolazione” è necessario possedere dei requisiti ed è necessario che sia stato emanato il consueto regolamento.

Il dilemma del pagare l’affitto piuttosto che la rata di un mutuo

Di quest’ultimo, al momento, si sono perse le tracce e non si sa niente rispetto al 2013. Le istruttorie, dice la Consap, sono ferme al 17 luglio del 2012 e dall’anno scorso non è stata più accettata alcuna pratica.

Il nuovo regolamento è necessario perchè con la Riforma della mercato del lavoro sono cambiate anche le regole d’accesso al Fondo di solidarietà: occorre aver acceso un mutuo ipotecario che non supera i 250 mila euro e non si deve avere un reddito ISEE complessivo che superi i 30 mila euro annui.

 Fine del decreto di rinegoziazione dei mutui 2011

In più, la riforma Fornero, ha abolito una serie di cause che garantivano l’accesso al Fondo, quali ad esempio l’aver sostenuto delle spese mediche, l’aver ricevuto l’assistenza domicialiare, l’aver sostenuto delle spese per la ristrutturazione o l’adeguamento funzionale della casa.

Cosa succede adesso ai mutui e prestiti MPS

 Con le dimissioni di Mussari e lo spiattellamento sui giornali dell’affare Monte dei Paschi di Siena, ci si è chiesto, a questo punto, cosa ne sarà dei mutui e dei prestiti che i consumatori hanno acceso con l’istituto di credito finito nell’occhio del ciclone.

 Quanti soldi in fumo per il Monte dei Paschi

Sicuramente la situazione, ora che lo scandalo è stato spiegato, è molto più chiara, ma i trucchi e i sotterfuggi risalgono al 2009 e in questo momento il sistema bancario del Belpaese è sotto l’osservazione dei tecnici internazionali.

Mussari è stato accusato di aver creato un buco nel bilancio della banca di ben 220 milioni di euro, mettendo in crisi l’istituto di credito senese in primis, ma anche tutto il sistema finanziario italiano.

 MPS zavorrata dalla questione derivati

Mussari, in pratica ha prima gestito la ristrutturazione del credito del Monte dei Paschi in modo poco trasparente tramite il conto derivato Alexandria e poi ha ostacolato le verifiche approfondite, una volta giunto a capo dell’ABI.
Lo Stato ha teso la mano al Monte dei Paschi tramite l’erogazione dei famosi Monti-bond ma questo non è sufficiente a rassicurare il Fondo Monetario Internazionale che sta per sottoporre gli istituti di credito nostrani ad un vero test antistress che tiene conto anche del sistema di vigilanza nazionale.

 Gli emendamenti al ddl stabilità in dieci punti

Per i consumatori si prevede una nuova stretta creditizia, dovuta al fatto che ci saranno sempre meno soldi che le banche potranno mettere a disposizione per mutui e prestiti.

Il dilemma del pagare l’affitto piuttosto che la rata di un mutuo

 Saper scegliere tra mutuo e prestito per le spese di casa è molto importante, così come conoscere le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo messe a disposizione dalle banche e dal governo stesso.

Ma la vita è imprevedibile e variegata e spesso la scelta da compiere è tra il pagamento del mutuo e il pagamento dell’affitto. Ci sono tuttavia degli elementi che possono aiutarci nella decisione.

Sicuramente, nel momento in cui si ha una certa stabilità lavorativa e per lavoro si è costretti a cambiare città con la prospettiva di restare a lungo nella meta desiderata, allora è naturale procedere con l’acquisto della casa. Il motivo del trasloco quindi, può essere un approfondimento interessante.

Ci sono casi in cui, ad esempio, lo spostamento da una città all’altra è temporaneo, magari legato alla frequenza di un particolare corso di studi. In quel caso affittare casa può essere molto più vantaggioso che acquistarla.

C’è almeno un altro caso in cui l’affitto è una soluzione migliore dell’acquisto della casa, cioè quando si è molto giovani e non si posseggono i risparmi necessari per coprire quel 20% di spese che la banca, con i mutui all’80% non vuole finanziare.

In questo caso, l’affitto è l’unica soluzione possibile ma comporta alcuni vantaggi: la possibilità di restare in centro città, evitando di acquistare case peggiori e in luoghi poco collegati.

Saper scegliere tra mutuo e prestito per le spese di casa

 Ogni volta che siamo di fronte alla decisione di spendere qualcosa per la nostra casa, di proprietà o ideale, il primo riferimento, a livello creditizio, è sempre il mutuo. Le banche, infatti, associano l’accensione del mutuo all’acquisto di un immobile o alla sua ristrutturazione.

► Le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo

Siccome siamo in un periodo di crisi e i prezzi delle case sono aumentati molto, è capitato a tanti consumatori di non avere i requisiti richiesti dagli istituti di credito per l’accesso al finanziamento.

Ancora polemiche sui prezzi delle case

Sono perciò proliferati i prestiti casa, dei prestiti finalizzati alle operazioni più comuni legate all’immobile: ristrutturazione, manutenzione o arredamento. Adesso è il caso di capire la convenienza dell’uno o dell’altro prodotto, sulla base dei casi specifici.

Il primo consiglio che danno gli esperti, allora, è quello di capire l’entità della spesa e di conseguenza il capitale che s’intende chiedere “in prestito”. In genere il mutuo offre le condizioni più vantaggiose ed è indicato soprattutto nei casi di ristrutturazione, quando cioè, in programma, c’è da mettere che si spenderanno più di 60 mila euro.

Sotto questa cifra e per spese più contenute, finalizzate al rinnovo dell’arredamento o alla manutenzione dell’immobile, può essere più comodo richiedere un prestito. Questa soluzione, in genere, prevede piani di rimborso più brevi, magari tassi meno vantaggiosi di quelli del mutuo, ma non si rischia di chiedere importi maggiori di quelli necessari.

IBL Banca pensa all’arredamento

 

Le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo

 La perdita del posto di lavoro, la modifica delle condizioni economiche e lavorative, in un periodo di crisi, è uno degli scenari possibili. Ecco perché occorre sempre conoscere come barcamenarsi nel rapporto con i creditori.

Immaginate di aver acceso un mutuo qualche anno fa e di essere adesso nelle condizioni di non riuscire a rimborsare completamente le rate. Il consiglio che danno gli esperti è di non abbattersi subito ma imparare a capire le opportunità che si hanno di fronte.

Richiesta mutui in calo del 42%

Se per esempio c’è una prospettiva di miglioramento all’orizzonte, potrebbe essere vantaggioso chiedere soltanto di posticipare il pagamento delle rate, aggiungendo all’importo previsto dal piano di rimborso, gli interessi di mora.

Avere un consulente di riferimento nella banca, per esplicitare le proprie esigenze, aiuta nell’evitare l’iscrizione nel famoso registro dei cattivi pagatori. Una segnalazione al Crif, infatti, sbarra al debitore tutte le porte del credito.

Dov’è più semplice ottenere un mutuo

Si potrebbe essere però nella condizione di non avere prospettive migliori nel cassetto e allora l’alternativa è contenuta nella moratoria, una disposizione di carattere nazionale che consente alle famiglie di sospendere il finanziamento, rinegoziando, se possibile, le condizioni del mutuo. In questo caso si può ottenere la sospensione, senza segnalazione al Crif, per un periodo che non deve superare i 18 mesi lungo tutto l’arco del piano d’ammortamento.

Per il Fmi l’Italia può tornare a crescere

 La speranza che l’Italia possa tornare a crescere e ad essere un paese competitivo, al pari dei suoi colleghi europei, è ben riposta, e lo conferma anche l’autorevole voce del Fondo Monetario Internazionale.

L’Italia può crescere, anche di tanto. Secondo lo studio condotto dal FMI, infatti, il prodotto interno lordo del paese può arrivare a toccare 5,7% sul medio periodo e 10,5% sul lungo percorso. Ma, per riuscirci, è necessario che siano messe in atto delle riforme strutturali e del mercato del lavoro.

Tagliate le stime di crescita per l’Italia

E’ inoltre di fondamentale importanza che venga riformato anche il fisco, in modo da poter alleggerire la pressione sulle imprese con la riduzione delle imposte dirette e con l’aumento di quelle indirette, se si vuole arrivare a raggiungere un tasso di crescita ancora più alto, stimato dell’8,6% dopo 5 anni e al 21,9% nel lungo periodo.

Le riforme, quelle finora attuate e quelle che verranno in futuro, devono essere atte a contrastare i tre fattori di debolezza economica del nostro paeseconcorrenza limitata, rigidità del mercato del lavoro e inefficienza dei servizi pubblici.

Fmi rivede stime di crescita del pil globale

Quindi, si dovrà dare il via a nuove liberalizzazioni, all’abbassamento dei costi per le imprese del settore energetico e provvedimenti mirati per eliminare la precarietà del lavoro.

Gli evasori vogliono bloccare il Redditometro

 Attilio Befera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, non ha dubbi: esiste un ‘partito degli evasori‘ che sta facendo in modo che il Redditometro non vada in porto.

Il fisco contro l’evasione spudorata

In effetti le polemiche su questo strumento di cui si sta dotando l’Agenzia -in grado di stanare incongruenze tra i redditi dichiarati e le spese sostenute– sta sollevando un vespaio e, secondo quanto detto dal presidente a Firenze durante un convegno organizzato dalla Cna, se l’Agenzia tenta di fare un passo avanti vengono posti dei dubbi che stanno, di fatto, scatenando paura e preoccupazione in quei contribuenti che pagano regolarmente quanto dovuto.

Funzionamento del Redditometro

Ma, sottolinea, si tratta di dubbi e paure che non hanno ragione di esistere: il Redditometro non mette in discussione quanto fa ogni singolo cittadino, ma il suo compito è solamente quello di rilevare delle anomalie. Per questo motivo i contribuenti onesti non hanno nulla da temere.

Redditometro: chiarimenti 

Altra rassicurazione arriva dai numeri dati da Befera. Il redditometro non è uno strumento di controllo, non saranno passati al vaglio tutti i profili dei contribuenti, ma solo di quelli in cui è stato rilevato il problema, che, su un totale di quaranta milioni di contribuenti, i controlli saranno per trentacinque-quarantamila.

Draghi al WEF: il 2012 anno dell’euro

 Mario Draghi al WEF non solo si è scagliato contro il governo Monti, ma nel suo intervento a Davos ha anche parlato di quanto la Banca da lui governata abbia fatto per aiutare i paesi dell’Eurozona a uscire dalla drammatica situazione economica in cui ci troviamo.

Monti e Bersani: è polemica al WEF sugli esodati

Per il presidente della BCE, infatti, il 29012 è stato un anno in cui la moneta unica ha fatto da protagonista e di come abbia riguadagnato terreno, anche grazie agli interventi mirati fatti dal suo istituto. Ma non è finita, la crisi è ancora presente, ma già a partire dalla seconda metà dell’anno sarà possibile vedere i primi segni di miglioramento.

Mario Monti al WEF spiega i motivi della sua candidatura

Ora, però, dopo il tanto lavoro fatto dalla Banca Centrale Europea per evitare problemi drammatici, come i tagli ai tassi e le iniezioni di liquidità per gli istituti bancari in difficoltà, la palla passa in mano ai singoli paesi, perché proseguano la strada del consolidamento fiscale e delle riforme strutturali.

World Economic Forum Outlook 2013

Mario Draghi ha colto l’occasione anche per definire la sua opinione per quanto riguarda la supervisione bancaria: i paesi coinvolti non devono agire come singoli, ma in sinergia con tutti gli altri e con il supervisore centrale che sarà, appunto, la Banca Centrale Europea.

Fiom non firma accordo Fiat Melfi

 Fiat e tutti i sindacati, eccezion fatta per la Fiom, hanno stipulato un accordo a Melfi al fine di procedere con la ristrutturazione dell’impianto. Da Torino hanno confermato investimenti di un miliardo destinati alla produzione dei 2 nuovi modelli a partire dal 2014, nonché per la produzione della Grande Punto. In questo lasso di tempo ci sarà un periodo di cassa integrazione straordinaria a turno tra gli operai.

La soddisfazione dei Sindacati

I Sindacati (Rsa di Stabilimento e le segreterie regionali di Fim, Uilm, Fismic, Ugl, Acqf)  considerano importante l’intesa appena trovata, poiché contempla la costanza produttiva della Grande Punto, stabilisce la ristrutturazione con nuovi investimenti per lo stabilimento e fa si che i lavoratori legati all’azienda siano ancora in organico malgrado la crisi del settore automobilistico.

Da ultimo, l’intesa secondo i Sindacati fornisce le prospettive per realizzare nuovi modelli potenzialmente pronti per il mercato mondiale, creando nuove prospettive per la Lucania.

L’impegno di Fiat

Da par suo Fiat, nella persona del presidente John Elkann, ha dichiarato nuovamente che  il Lingotto gradisce condizioni per poter operare nel migliore dei modi in Italia e nel resto del mondo. Elkann si è inoltre soffermato sui rapporti con i governi del nostro Paese, considerandoli degli interlocutori dai quali Fiat non ha ricevuto alcun aiuto negli ultimi dieci anni. Elkann ritiene comunque il dialogo tra azienda ed esecutivi costruttivo, ma non crede di avere bisogno di aiuti, ragion per cui non li chiede neanche.

Draghi al WEF si scaglia contro il governo Monti

 Al World Economic Forum di Davos si sono riuniti tutti i più grandi economisti ed esperti di finanza mondiali, tra i quali c’era anche Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea. Oltre a parlare dell’euro e dell’anno appena trascorso in Europa, il presidente della BCE ne ha approfittato per dire la sua anche riguardo alla situazione italiana.

Mario Monti al WEF: polemica con Bersani sugli esodati

Una stoccata ben direzionata è arrivata direttamente a Mario Monti e alle sue scelte. Secondo Draghi l’economia italiana necessita di una riduzione sostanziosa della pressione fiscale che ora, soprattutto dopo le manovre fatte nel corso dello scorso anno dal governo tecnico, grava in modo pesante su imprese e famiglie. Solo in questo modo sarà possibile uscire fuori dalla crisi e far crescere l’economia.

Mario Monti al WEF spiega i motivi della sua candidatura

Draghi ha parlato riferendo anche della situazione degli indicatori economici: l’Italia ha riconquistato fiducia, grazie anche a quanto fatto fino ad ora, ma è arrivato il momento di fare le riforme per il sostegno e il rilancio dell’economia reale, cosa che ancora non è stata fatta.

Secondo Mario Draghi, quindi:

I paesi devono proseguire sia il consolidamento fiscale sia le riforme strutturali, che aumentano competitività e creano posti di lavoro e crescita. Se i governi dei paesi dell’area euro riusciranno a perseverare su risanamento dei conti pubblici e riforme strutturali dell’economia, le politiche della Bce favorevoli alla crescita finiranno per trasmettersi all’economia reale.

In sostanza il presidente si è schierato contro Monti e, dato che ora il premier uscente ha deciso di salire in politica, anche contro la sua lista.