L’auto è in crisi ma la concessionaria fa i saldi

previsioni contrastanti sul settore immobiliare siano in primo piano, così come le decisioni delle varie concessionarie.

► Le evoluzioni del mercato dell’auto

Concessionarie si fa per dire, ovviamente! Ci riferiamo al fatto che molte compagnie automobilistiche, come sempre all’inizio dell’anno, stanno offrendo sconti e promozioni su chi desidera mettere in garage un’auto nuova entro il 31 gennaio. Il Sole 24 Ore ha riepilogato gli sconti. Proviamo ad indicarne qualcuno al fine di vedere su che tecnologie e che su che proposte è proiettato il mercato automobilistico.

Audi promuove la campagna “Italia. Land of quattro”, vale a dire l’acquisto di Suv compatti in versione Business, da acquistare con la sottoscrizione di un finanziamento con TAEG del 5,41% e un risparmio/vantaggio per il consumatore del 37% circa.

Fiat, invece, propone sconti praticamente su tutti i modelli in circolazione e per chi paga a rate c’è anche qualche sconto, ma è molto interessante soprattutto l’offerta di un premio di 400 euro per tutti coloro che optano per un veicolo in pronta consegna. Le offerte sono per la Panda e per la Punto nelle varie versioni. 

La svolta cinese della FIAT

Previsioni contrastanti sul settore immobiliare

 Il 2012, dal punto di vista immobiliare, sarà ricordato come un anno molto deprimente. Il mercato ha attraversato e non è ancora venuto fuori da un momento difficile, in cui alla diminuzione del prezzo degli immobili, non è corrisposto un aumento del numero delle compravendite. Anzi, gli acquisti degli immobili sono addirittura diminuiti.

Le previsioni sul 2013 sono state molto complesse e spesso hanno aperto la porta alla speranza, molto più spesso hanno fatto presagire la continuazione della corsa sul piano inclinato. Nonostante le differenze che ci possono essere da paese a paese, le agenzie di rating hanno provato a fare una valutazione generale del comparto immobiliare e non sono arrivate ad una conclusione univoca.

i prezzi degli immobili sono ciclici ma si possono calcolare. Non resta che scoprire le previsioni di Fitch e compararle con quanto riferito da Standard&Poor’s.

Fitch non è rassicurante perché fa partire le sue considerazioni dalla valutazione dell’indice di affordability che misura la capacità di accendere un mutuo sulla base dei salari medi e dei prezzi medi dei finanziamenti. L’indice in questione sembra essere destinato a crollare nel 2015 con un ribasso del 13% rispetto al valore attuale.

Standard&Poor’s, sul versante opposto,  valutando la riduzione dell’1,6% del prezzo degli immobili, prevede un’inversione di tendenza nel 2014 con prezzi di nuovo in aumento, la risalita del PIL e la diminuzione del numero dei disoccupati.

Le detrazioni IRPEF degli interessi del mutuo

 Quando si accende un mutuo entrano in gioco diverse identità dell’acquirente e del venditore. Un aspetto fin troppo trascurato nei primi momenti, nei primi passi che conducono al rogito, è quello fiscale. La legge, infatti, stabilisce che chi accende un mutuo e paga gli interessi sul prestito ottenuto dalla banca, ottiene uno sconto sull’acquisto dell’immobile.

Le detrazioni sull’IRPEF riguardano tutti i mutui stipulati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di un immobile che poi sarà indicato dall’acquirente come abitazione principale. A tal proposito ricordiamo una recente sentenza della Corte di Cassazione che ha spiegato che non basta la bolletta dell’elettricità per dimostrare la residenza, ma entro 18 mesi dall’acquisto, bisogna trasferirsi realmente nel nuovo immobile.

Tornando alle detrazioni, spettano all’intestatario del mutuo, anche se l’immobile è l’abitazione principale di un suo famigliare. Si può scaricare fino al 19% di 4000 euro. Annualmente la banca invia ai mutuatari un riepilogo dei costi del mutuo. Sulla quota di interessi corrisposta, che nel caso superi la soglia definita sono considerati soltanto nella misura di 4000 euro, si calcola il 19%.

Che impatto hanno le spese medie Istat

Nel caso di acquisto di immobili diversi dalla prima casa, o nel caso di mutui accesi per pagare le spese di costruzione o ristrutturazione dell’abitazione principale, cambia il monte massimo di spesa su cui calcolare la detrazione al 19% che sarà di 2.065,83 euro nel primo caso e 2.582,28 euro nel secondo caso.

Tutto quello che c’è da sapere sull’acquisto della prima casa

 I passaggi che portano l’aspirante mutuatario dalla scelta della casa al rogito in banca, sono solitamente riassumibili in quattro momenti: la verifica dell’immobile, la proposta d’acquisto, il compromesso o preliminare di compravendita e infine l’atto di compravendita o rogito.

► Per risparmiare molti scelgono la surroga

La verifica dell’immobile è un’operazione fondamentale, soprattutto se si considera l’entità della spesa che si sta per compiere. Per questo è importante verificare che la casa che interessa l’acquirente sia dotata dei documenti d’identità essenziali che descrivono l’immobile: il certificato di abitabilità ad esempio, la domanda di condono e la concessione della sanatoria se necessario, l’assenza di gravami sull’immobile (ad esempio un’altra ipoteca), la regolarità della posizione del venditore rispetto alle spese condominiali.

Tutti i passaggi della pratica di un mutuo

Se tutto è come lo avete sempre immaginato, allora il secondo passo è quello della proposta d’acquisto dell’acquirente al venditore. In genere questo momento è suggellato dal versamento di una caparra pari al 5 o al 10 per cento del valore dell’immobile.

Agenzia: scade il mandato, si paga lo stesso

 

Il compromesso, che è il passo immediatamente successivo, consiste i una scrittura privata con tutte le condizioni legate alla compravendita. E’ il momento in cui si verifica ad esempio l’identità dei venditori e degli acquirenti, nonché lo stato dell’immobile.

Se tutto è in ordine la banca, firmata la liberatoria, convoca gli interessati per il rogito, atto in cui avviene il trasferimento di una proprietà tra due soggetti, il venditore e l’acquirente, con l’iscrizione dell’ipoteca e il pagamento della somma dovuta.

Per risparmiare molti scelgono la surroga

dov’è più semplice ottenere un mutuo. Nella ricerca della soluzione più vantaggiosa, ci s’imbatte spesso nella proposta di una surroga. Di cosa si tratta?

La surroga è conosciuta anche come portabilità del mutuo ed è una pratica introdotta dalla Legge Bersani numero 40 del 2007. Questa normativa consente ai mutuatari di trasferire il proprio mutuo da una banca all’altra in modo semplic e senza sostenere alcun costo.

Il trasferimento, spesso, è dettato dal cattivo rapporto instaurato con l’istituto di credito, ma anche dalla volontà di approfittare di un’offerta più vantaggiosa disponibile sul mercato. Va da sé che per usufruire della surroga a costo zero è necessario accendere un mutuo per surroga nella nuova banca, un mutuo che ha un importo identico al debito residuo del mutuatario.

L’unica possibilità a tasso fisso è surrogare con BNL

I vantaggi della surroga sono nell’abbassamento del costo del debito contratto per l’acquisto della casa, nell’alleggerimento delle rate, nella possibilità di cambiare tipo di tasso e nella possibilità di ottenere un nuovo contratto a condizioni più vantaggiose.

Interessante, a livello di costi, il fatto che tutte le spese iniziali sono a carico della nuova banca, ad essa spettano le spese si perizia, d’istruttoria e i costi notarili legati alla surroga.

Tutti i passaggi della pratica di un mutuo

più affidabilità da parte dei mediatori, fino alla negazione dell’obbligatorietà della polizza assicurativa collegata al mutuo. Sono coinvolti i professionisti del settore e anche i comuni cittadini.

Ci sono però delle pratiche, delle consuetudini, che restano immutate, di anno in anno. Ad esempio, è possibile definire un iter classico della pratica di mutuo. Un consumatore che voglia credere un finanziamento di una certa entità alla banca, dovrà in primo luogo scegliere la banca e verificare con gli operatori la fattibilità della richiesta.

Il secondo passo è la firma della domanda di mutuo, l’avvio dell’istruttoria vera e propria, che comporta la presentazione di una serie di documenti utili alla banca per valutare il merito creditizio degli aspiranti mutuatari. Una volta ottenuta l’approvazione della capacità di rimborso, si stabilisce la data del rogito, visto che la banca ha rilasciato la delibera definitiva.

L’iter di richiesta del mutuo si conclude per l’appunto con l’atto di mutuo, con il famoso rogito e con l’iscrizione ipotecaria. La banca, infatti, dopo l’atto, ha a disposizione qualche settimana per consolidare l’ipoteca, usata come garanzia per l’erogazione dell’importo del mutuo.

Scopri con noi dov’è più semplice ottenere un mutuo.

Più affidabilità da parte dei mediatori

 E’ stata introdotta un’importante novità nella normativa che regola l’esercizio dell’attività di mediatore o agente creditizio. Il documento ha introdotto delle migliorie per le figure professionali che in qualche modo hanno a che fare con il comparto creditizio.

Le assicurazioni sono più care in Italia

Una riforma che punta a certificare agenti e mediatori che in questo modo diventano un punto di riferimento affidabile per i cittadini che sono alla ricerca di un mutuo o di un’assicurazione convenienti. Il testo che ha rinnovato le professioni del mediatore e dell’agente è il decreto legislativo del 19 settembre dello scorso anno.

Il primo cambiamento che salta agli occhi è sicuramente l’eliminazione dei vecchi elenchi dei mediatori, gli “albi” che erano custoditi dalla Banca d’Italia. In sostituzione di questi elenchi è stato introdotto un Organismo degli agenti e dei mediatori che adesso deve redigere nuovi elenchi e fare in modo di gestire al meglio le nuove iscrizioni.

Lo sconto in agenzia allevia il caro assicurazioni

Al di là dell’onorabilità del professionista e della sua professionalità nello svolgere i lavori d’intermediazione, sarà importante avere una garanzia riguardo la preparazione sulla materia creditizia. Ecco allora che è stato previsto un esame specifico per tutti coloro che vogliono intraprendere la carriera di mediatori o di agenti. La nuova normativa richiede tra l’altro la sottoscrizione di una polizza assicurativa di responsabilità a copertura degli eventuali danni provocati dal mediatore o dall’agente.

Su Pomigliano il giudice dà ragione alla Fiat

 È stato respinto dal Tribunale di Roma il ricorso della Fiom contro il licenziamento dei 19 operai dell’impianto di Pomigliano. Ancora non c’è il provvedimento esecutivo e il giudice Elena Boghetich ha sentenziato che è

necessario attendere il provvedimento finale, che rappresenta l’esito di una sequenza di fasi a valenza interna. La valutazione del pregiudizio richiede che il momento perfezionativo dell’atto sia compiuto.

Due anni di CIG per la Fiat di Melfi

L’accordo tra la Fiat e i sindacati sulle procedure della messa in mobilità dei 19 lavoratori, secondo la legge 223 del 1991, non c’è stato e la Fiat deve decidere cosa fare entro 120 giorni. Senza un accordo tra le parti il riferimento è la legge 223 del 1991 che individua i lavoratori da licenziare. I sindacati hanno però affermato che in questo modo si penalizzerebbero i dipendenti con minore anzianità aziendale che non avrebbero l’indennità di mobilità e nemmeno altri ammortizzatori sociali. I lavoratori da licenziare sarebbero quindi i neoassunti che hanno la tessera Fiom.

Fiat riassorbirà tutti i dipendenti in quattro anni

La Fiom si riferisce alla sentenza del 21 giugno del Tribunale di Roma che ha rilevato una discriminazione a carico dei dipendenti iscritti alla Fiom. Il Tribunale di Roma disposto l’obbligo di avere l’8,75% di assunzione future tra gli iscritti al sindacato delle tute blu della Cgil. Il 9 ottobre la Corte di appello di Roma disposto per la Fiat l’assunzione entro 180 giorni di 126 iscritti alla Fiom oltre a 19 lavoratori che dovevano essere individuati sempre dalla Fiom.

Impegni Fiat per l’Italia

A fine ottobre la Fiat ha iniziato le procedure di licenziamento collettivo per 19 lavoratori a causa delle difficoltà economiche e dopo circa un mese ha assunto i 19 dipendenti Fiom. La sentenza del Tribunale di Roma dice che deve essere mantenuta una determinata percentuale di iscritti alla Fiom nell’ambito dell’organico complessivo.

Per Confindustria i programmi dei partiti sull’economia reale sono insoddisfacenti

 Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi in una intervista al Tg1 ha parlato dei programmi dei partiti politici per le prossime elezioni e ha criticato la mancanza di riferimenti chiari all’economia reale. Gli ultimi dati della banca d’Italia e del Centro Studi di Confindustria parlano di un calo del Pil dell’1%, oltre la previsione dello 0,2%  fatta in precedenza.

Programma per aumentare export dei prodotti italiani

La preoccupazione del presidente di Confindustria è quindi per l’economia reale. Giorgio Squinzi ha affermato:

Siamo decisamente preoccupati perché dai programmi dei partiti riscontriamo insufficiente attenzione ai problemi dell’economia reale, che in questo momento è il vero problema del paese.

Il 2013 potrebbe essere difficile per l’economia italiana, con la politica concentrata molto sulla finanza e poco sull’economia reale.

Confindustria sta realizzando un documento in cui saranno inseriti gli obiettivi economici che la prossima legislatura dovrebbe realizzare per migliorare la situazione dell’Italia.

 

Nuova manovra per superare la crisi

Gli obiettivi che sono stati individuati nel documento, così come presentati da Giorgio Squinzi, sono: il primo la crescita superiore al 2% all’anno; il secondo è rimettere il manifatturiero al centro dell’attenzione del Paese portandone l’incidenza sul Pil ad oltre il 20% dal 16,7% di oggi -la situazione del settore della manifattura in Italia ha avuto un drammatico calo del 25% rispetto al 2007-  e il terzo è il raggiungimento del rapporto tra debito-Pil nell’ordine del 100 per cento.

Il titolo del documento è Priorità: crescita e occupazione e già fa capire come l’aumento del carico fiscale non è per Confindustria la soluzione.

Il fisco contro l’evasione spudorata

 Il redditometro è diventato uno strumento molto importante per la lotta all’evasione fiscale, per la misurazione del reddito degli italiani, per l’efficacia della campagna elettorale. Secondo l’Erario il redditometro colpisce al cuore gli evasori più spudorati e oltre che controllare massivamente le dichiarazioni fiscali fornite, contribuisce alla pianificazione delle indagini mirate.

Quel che sta a cuore all’amministrazione tributaria è scovare le persone che a fronte della dichiarazione di un reddito esiguo, possono “vantare” spese non conformi, senza tra l’altro perdere le agevolazioni e gli sconti previsti dallo Stato sociale. Tra i furbetti non ci sono gli anziani perché per gli anziani non c’è redditometro che tenga.

Lo ha chiarito una circolare dell’Agenzia delle Entrate ribadendo i punti chiave del Redditometro. Per prima cosa scandaglierà le spese effettivamente sostenute: quelle certe legate a utenze, mutui, assicurazioni e prodotti simili. In secondo luogo si occuperà delle spese relative al mantenimento dei beni quali auto, moto, barche e via dicendo e poi prenderà in esame le spese di tutti i giorni, per esempio quelle per la spesa, per un’uscita in pizzeria con gli amici, per qualche capo d’abbigliamento.

Per le spese correnti non è necessario conservare gli scontrini, mentre è fondamentale mantenere la documentazione per le spese importanti e per le donazioni ricevute da altri, ad esempio un regalo in denaro.