Diminuiti incassi Stato su giochi e scommesse

 C’è crisi anche nel settore dei giochi e in quello delle scommesse. Parliamo di una delle principali “droghe” degli italiani, che frutta ogni anno molti soldi al Monopolio di Stato, e che pare però una tendenza meno in auge rispetto alle precedenti stagioni.

Gli ultimi dati parlano di una diminuzione degli incassi nel 2012.

DATI

Gratta e Vinci: l’incasso è di 35 milioni di euro.

Superenalotto: l’incasso è di 16 milioni di euro.

Jackpot: nel complesso i giocatori hanno portato a casa 151,8 milioni di euro. In questo contesto lo Stato ha guadagnato 9,1 milioni senza neanche fare i conti con le probabilità di indovinare i numeri vincenti.

Win for Life: l’incasso per lo Stato è di 1,8 milioni.

Vecchie formule di gioco + Viva l’Italia, Grattacieli e Cassaforte: da queste rendite lo Stato ha incassato più di 600 mila euro, cifra alla quale debbono aggiungersi i 300 mila euro dei premi promozionali da un milione:

Si vince tutto: lo Stato ha incassato 600 mila euro.

In conclusione c’è da sottolineare che in ogni caso l’Erario porta comunque a casa un montepremi sicuramente più ricco di quello portato a casa dai giocatori. Ma il gettito per il 2012 è sicuramente minore rispetto a quello del 2011. Cosa succederà nel 2013? Tutto lascia presagire che vi sarà un ulteriore calo in questo settore così fiorente.

Novità processo Salva-Ilva

 Il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha accettato la richiesta della Procura provocando una questione di legittimità costituzionale della legge 231 ‘Salva Ilva’ e trasmettendo gli atti alla Consulta.

Anche il Tribunale di Taranto, in qualità di giudice dell’appello, la settimana passata aveva sollevato dubbi di costituzionalità della legge 231 rimettendo gli atti alla Consulta e stoppando il giudizio, così da aspettare la decisione in merito presa dalla Corte costituzionale.

Svolta

Qualora la magistratura dovesse decidere di dissequestrare i prodotti finiti e semilavorati attualmente locati sulle banchine del porto, i soldi guadagnati dalla vendita della merce saranno destinati ad adempiere alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale, a saldare gli stipendi e a tutto ciò che sarà necessario per la sopravvivenza dell’azienda.

A controllare le operazioni potrebbe esserci il Garante dell’Aia.

Così l’Ilva ha dichiarato che l’unica svolta positiva potrebbe giungere solo se i giudici torneranno sui propri passi.

Ferrante

Il messaggio ha come primo destinatario il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco, destinato a decidere sull’istanza di dissequestro dei prodotti avanzata dall’azienda. Una posizione, quella dell’azienda, che non è di certo una novità, così come non c’é stata alcuna news positiva dall’incontro che il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, ha tenuto con i vertici sindacali di categoria di Fim, Fiom e Uilm.

Ferrante ha proseguito, definendo “drammatica” la situazione, ripetendo che l’azienda farà il possibile per saldare gli stipendi di febbraio (si tratta di 70 milioni di euro per tutti gli stabilimenti Ilva in Italia) e che l’azienda è sana, robusta e ha sempre ottemperato ai suoi impegni.

Ma nel contempo, Ferrante ha messo l’accento sull’esigenza di sbloccare la merce sequestrata, senza la quale il non può esserci futuro per l’Ilva.

200 milioni di disoccupati

 Dopo uno stop durato per ben due anni, la disoccupazione mondiale è tornata ad incrementare le sue cifra, ingrossando le fila di coloro che sono senza lavoro. La chisuura del 2012 è a dir poco disastrosa. Tutto ciò è stato riferito dall’Ilo all’interno del Rapporto sulle Tendenze globali dell’occupazione. In esso è stato previsto un ulteriore aumento, che perdurerà anche nel 2013.

Grilli auspica riduzione tasse

Il numero di disoccupati è in salita di 4,2 milioni (numero che è stato revisionato al ribasso, visto il dato di 200 milioni relativo al 2011). Con ciò si supera la cifra di 197 milioni e si porta il tasso di disoccupazione a quota 5,9%.

GIOVANI

Dati Ilo su occupazione mondiale

Aumenta il numero dei giovani rimasti senza lavoro nel mondo, i quali ad oggi sono quasi 74 milioni.

Il rapporto mette in luce un tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra i 15 e 24 anni uguale al 12,6%. Suscita un particolare timore per l’Ilo, il fatto che sono sempre di più coloro i quali hanno a che fare sulla propria pelle con una disoccupazione di lunga durata. Nelle economie avanzate, quasi il 35% è rimasto escluso dal mercato del lavoro per almeno 6 mesi.

Sono dunque in aumento gli scoraggiati che abbandonano la ricerca. La questione tiene banco anche dal punto di vista psicologico e la situazione continua ad aggravarsi.

Jeroen Dijsselbloem nuovo Presidente Eurogruppo

 Il nuovo presidente dell’Eurogruppo è l’olandese Jeroen Dijsselbloem. La decisione è stata presa dai ministri dell’economia dell’area dell’Euro.

PROGRAMMA

Possiamo riassumere l’agenda di Jeroen Dijsselbloem in questi tre punti. Ognuno di essi è stato approfondito a dovere durante la riunione con la quale è stato eletto alla guida dei ministri dell’Economia dell’Eurozona. Noteremo che il nuovo reggente ha già le idee chiare. Eccoli i punti salienti del suo programma per la crescita dell’Ue.

– Completare l’unione bancaria;

– Insistere nella strategia di consolidamento dei conti,

Grilli auspica riduzione tasse

– Favorire l’occupazione.

A margine della riunione, inoltre, Dijsselbloem ha dichiarato: “Credo che l’austerity e conti in pareggio siano fondamentali per il futuro, poiché rappresentano la possibilità di fare più investimenti nonché una possibilità di crescita. Ma la strada per ottenere conti in ordine è in salita”.

PROBLEMI EUROZONA

Quella di oggi è la prima riunione del 2013 a Bruxelles. Il tempo da perdere è veramente poco, però, poiché l’agenda si presenta già molto fitta. Oltre alla nomina del nuovo presidente, l’Eurogruppo dovrà soffermarsi sulla questione Grecia e pensare ai problemi che arrivano dalle parti di Cipro, Paese all’interno del quale il governo è ormai a corto di denaro liquido.

Non occorre inoltre dimenticare che andrà definito il meccanismo di ricapitalizzazione delle banche, mediante il Fondo Salva Stati permanente, il cosiddetto Esm.

 

Aumento conto corrente

 Attivata la commissione per saldare il mutuo. È una spesa che si deve alla banca per pagare la rata mensile del finanziamento immobiliare, la quale in precedenza non c’era, mentre da adesso viene richiesta quasi in tutti gli istitui. La cifra in media si aggira intorno all’euro e mezzo, ma può raggiungere fino a 2,75 euro.

► Redditometro franchigia al 20%

Si tratta di una delle novità di fine 2012, che i risparmiatori possono scoprire sull’estratto conto di riepilogo di dicembre.

CATTIVE NOTIZIE

Ma ci sono anche altre brutte notizie, in confronto all’anno precedente.

In primo luogo c’è da parlare del peso della neonata commissione d’istruttoria veloce sugli sconfini, che può raggiungere quota 50 euro al mese (se andate in rosso oltre i 500 euro per più di una settimana).

Grilli auspica riduzione tasse

Occorre poi menzionare l’aumento di quasi tutte le spese bancarie nell’anno in cui la crisi è diventata profonda: si va dal canone della carta di credito al pagamento delle bollette.

AUMENTO

In due anni le commissioni bancarie hanno subito un incremento, giungendo a incidere sull’estratto conto di dicembre per 217,20 euro nel mese, rispetto ai 159,29 euro di fine 2010: parliamo dunque di un considerevole +36%.

Grilli auspica riduzione tasse

Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha indicato la via per la riduzione delle tasse all’Europarlamento, considerandola una vera e propria necessità.

L’auspicio del Ministro dell’Economia del nostro Paese è questo.

Oltretutto, Grilli ha aggiunto che è fondamentale revisionare la spesa pubblica. Un tale obiettivo deve essere perseguito dal Governo italiano che verrà.

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Le indicazioni di Grilli sono giunte durante un’audizione tenuta dallo stesso a Bruxelles, dinanzi alla Commissione economica dell’Ue.

Grilli si è poi soffermato sulla leva fiscale utilizzata dall’esecutivo tecnico presieduto da Mario Monti. Secondo Grilli tale leva è stata usata più del dovuto. Le misure di Austerity, però, erano inevitabili al fine di risanare la credibilità dell’Italia.

Con ciò Grilli non ha inteso dire che l’Italia non sa che il settore pubblico deve essere ridimensionato per un calo delle tasse.

In definitiva, la guardia resta molto alta, dalle parti di Palazzo Chigi così come dalle parti di Bruxelles.

Sono giorni di transizione, in vista delle prossime elezioni e i tecnici stanno trovando tutte le soluzioni possibili per avviare nuove riforme e rendere più digeribili le vecchie e le nuove imposte sul conto dei contribuenti.

Modalità di utilizzo, scadenze e sanzioni per i voucher lavoro occasionale

 La riforma del lavoro ha portato degli importanti cambiamenti per quanto riguarda l’utilizzo dei buoni lavoro voucher, lo strumento di pagamento utilizzato per retribuire i lavoratori occasionale con collaborazione di tipo accessorio, che, per essere validi, dovranno essere orari, numerati progressivamente e datati e utilizzati al massimo entra 30 giorni dall’acquisto.

Tutto ha inizio con la riforma del lavoro accessorio arrivata con la legge n. 92 del 2012. Secondo la nuova normativa, a partire dal 18 luglio 2012 in poi, salvo alcuni casi specifici, il lavoro occasionale di tipo accessorio potrà essere utilizzato per tutti i tutti i settori produttivi, sempre che però sia rispettato il limite quantitativo previsto dalla riforma, di 5.000 euro di compenso sulla totalità dei committenti nel corso di un anno solare.

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Per chiarire ulteriormente la questione il Ministero del lavoro ha rilasciato una circolare, la n. 4 del 2013, con la quale si stabiliscono i limiti e le sanzioni per l’utilizzo dei voucher per il pagamento di questa tipologia di prestazioni.

Limiti e sanzioni per prestazioni che eccedono i 5.00 0 euro

Nel caso in cui, infatti, il datore di lavoro utilizzi voucher per una somma complessiva superiore al limite prefissato dei 5.000 euro (che si riducono a 2.000 se il committente è imprenditore commerciale e professionista), il lavoro svolto non potrà più essere considerato come accessorio ma sarà trasformato in rapporto di natura subordinata a tempo indeterminato, con l’applicazione delle relative sanzioni civili e amministrative per il datore di lavoro che non ha rispettato il limite.

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Scadenza e sanzioni previste per l’utilizzo dei buoni voucher oltre il 30° giorno

Ulteriore novità per le scadenze dei voucher: oltre a dover essere orari, datati e numerati, i buoni lavoro dovranno essere utilizzati entro e non oltre il 30° giorno dal loro acquisto, termine oltre il quale scatta il lavoro nero, con le relative sanzioni, perché, come recita la circolare

la prestazione stessa sarà da ritenersi quale prestazione di fatto, non censita preventivamente e pertanto da considerarsi “in nero”.

Le sanzioni, in questo caso, partono da 1.500 euro per arrivare fino a 2.000 euro.

Sono due le interpretazioni possibili al limite di utilizzo dei buoni lavoro fissato al 30° giorno dalla data di acquisto. La prima considera i tempi di comunicazione per le imprese che devono dare preventivamente notifica dell’intenzione di utilizzare i voucher per il lavoro accessorio: la durata di trenta giorni permette una maggiore flessibilità nell’utilizzo del voucher, che sia in formato cartaceo o in quello telematico.

La seconda interpretazione, invece, è più restrittiva e

renderebbe assai difficile e oltremodo oneroso per il committente formalizzare preventivamente le singole giornate e le quantità di voucher da attribuire ad ogni lavoratore, in particolare in alcuni settori ove la effettuazione e la quantificazione della prestazione è condizionata da fattori esterni, anche di carattere climatico, di difficile prevedibilità.

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Limiti e sanzioni previste per durata della prestazione

La circolare n. 4/2013 prevede inoltre che il datore di lavoro può incorrere in sanzioni anche nel caso in cui la durata della prestazione resa dal dipendente occasionale sia eccedente il limite orario prefissato dai voucher. In questo caso, gli ispettori del ministero dovranno accertarsi dell’effettiva corrispondenza tra la quantità di ore lavorate dal dipendente e i buoni lavoro utilizzati per il pagamento.

 

 

L’illecito nella cessione dei beni donati

 Una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 449 del 10 gennaio, è intervenuta sulla cessione a terzi dei terreni stabilendo che può essere considerata elusiva la cessione a terzi di un terreno che è stato ceduto poco prima da un famigliare ad un altro famigliare. L’illecito si può provare portando indizia e presunzioni che dimostrino la simulazione del contratto.

Siccome la materia in termini di cessioni e compravendite di terreni è molto complessa e siccome anche l’Erario affronta adesso la materia con maggiore dettaglio, dopo l’inglobamento dell’Agenzia del Territorio, entriamo nel merito del fatto che ha portato al pronunciamento.

Un accertamento IRPEF è stato inviato dall’ente tributario ad un cittadino, che si era trovato coinvolto in un circuito di donazioni e compravendite sospette. In pratica un terreno era stato ceduto a terzi, dopo che lo stesso terreno era stato oggetto di una donazione di un contribuente ai propri figli.

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La donazione del terreno era avvenuta il 29 dicembre del 1999, poi il terreno era stato venduto il 12 maggio del 2000. Siccome non c’era stata la restituzione della caparra al promissario venditore-donante, e poiché gli attori dell’operazione erano imparentati, il Fisco ha presunto che ci fosse stata un interposizione fittizia, finalizzata all’evasione fiscale.

Il ricorso del contribuente è stato rigettato dalla Commissione tributaria provinciale.

173 milioni di euro dalle liti fiscali pendenti

Dati OCSE su occupazione

 A fianc0 dei dati Ilo sull’occupazione mondiale, sono stati pubblicati anche quelli elaborati dall’OCSE. Secondo l’Organizzazione il tasso di occupazione nel terzo trimestre del 2012 è rimasto stabile al  65% della popolazione attiva, con un lieve miglioramento di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A conferma di quanto detto dall’Ilo, anche per l’OCSE i problemi maggiori si riscontrano nella zona del vecchio continente, dove, anche se il tasso di occupazione è rimasto stabile rispetto al periodo precedente, è stato evidenziato un peggioramento pari a 0,4 punti percentuali rispetto al 2011. L’Italia è uno dei paesi in cui la situazione è peggiore: il 2012 ha fatto registrare il 56,8% di occupati, performance peggiore più bassa degli ultimi cinque anni (57% nel 2011, 56,9% nel 2010, 57,5% nel 2009 e 58,8% nel 2008).

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La situazione occupazionale, invece, sembra avere avuto un trend positivo per Stati Uniti e Giappone, con un tasso di occupazione rimasto stabile al 67,1% negli Usa e con un +0,3% di occupati in Giappone.

L’OCSE ha anche evidenziato come in tutto il mondo ci sia una forte disparità nell’occupazione tra uomini e donne: il tasso di occupazione per i primi si attesta, a livello globale, al 73,1%, mentre per le seconde si ferma al 57,1%.

173 milioni di euro dalle liti fiscali pendenti

 La storia delle liti fiscali pendenti non è certo una novità visto che tutto, almeno a livello normativo, è iniziato nel 2011. Nell’articolo numero 39 del Decreto Legge numero 98 del 2011, è stato stabilito che tutte le controversie fiscali che non superavano il valore di 20 mila euro, potessero essere chiuse con il pagamento di una somma percentuale inferiore alla “multa” stabilita.

Una specie di “condono” che in effetti ha avuto una ricaduta pratica molto importante, riportando nelle casse dello stato ben 173 milioni di euro.

Banca Mondiale chiede riforme e certezze

L’attività di liquidazione delle domande di definizione delle liti fiscali minori pendenti, comprendeva il pagamento di una percentuale diversa della somma dovuta, in base allo stato del giudizio e in base alla pretesa in contestazione. L’impegno profuso dall’Agenzia delle Entrate è stato enorme poiché sotto l’esame dell’Erario ci sono finite ben 130 mila domande.

In seguito al primo controllo sono risultate regolari soltanto 119 mila istanze di cui 4500 pendenti in corte di Cassazione, 77.000 pendenti in Commissione tributaria provinciale, 33.000 pendenti in Commissione tributaria regionale e 4.500 pendenti in Commissione tributaria centrale.

Gli accordi fiscali con la Svizzera

A livello geografico l’Erario ha riportato che la Regione con il più alto numero di contenziosi aperti da esaminare è stata la Sicilia, seguita dalla Campania, dal Lazio e dalla Lombardia. Per le 11 mila domande scartate è stata inviata la motivazione dello scarto ai richiedenti.