Il mutuo può essere nullo

 Un contratto di mutuo può essere considerato nullo nel momento in cui il finanziamento erogato dalla banca è superiore all’80 per cento del valore dell’immobile. Il senso di questa disposizione è contenuto in una sentenza del Tribunale di Venezia ma affonda le radici in un malcostume finanziario.

Tetto al tasso con Bipiemme

Negli anni, le banche, sono state molto permissive con gli aspiranti mutuatari, concedendo loro mutui in grado di coprire per intero le spese d’acquisto di un immobile. Soltanto a fronte di una difficoltà generalizzata nei rimborsi, ci si è resi conto che occorrevano i piedi piombo.

Rogita a tasso misto con Deutsche Bank

Così, per maggiore tutela delle banche creditrici e dei mutuatari stessi, è stato definito che l’importo del mutuo non doveva mai superare l’80 per cento del valore dell’immobile e poteva andare più in là soltanto a patto di fornire ulteriori garanzie. Il pronunciamento del Tribunale di Venezia arriva a definire nullo il mutuo che finanzia più dell’80 per cento del valore dell’immobile.

Il fatto da cui scaturisce la sentenza è quello di un mutuatario che ha acquistato un immobile importante, stimato 13 milioni di euro, chiedendo un mutuo di 7,5 milioni di euro che rappresentavano il 58% del totale. Il mutuatario, insolvente, ha richiesto l’intervento dei periti che hanno ritoccato le stime sull’immobile considerandolo del valore di 9,2 milioni di euro. A quel punto il mutuo concesso, di 7,5 milioni, era pari all’82% del valore dell’immobile e quindi se ne poteva stabilire la nullità.

Incidenza del Pil sul calcolo delle pensioni

 Il Prodotto Interno Lordo indica la quantità di ricchezza che un paese è riuscito a produrre. In Italia, nel corso dell’ultimo anno e anche dei cinque precedenti, il PIL ha avuto un costante andamento discendente e questo suo valore incide anche sul calcolo degli assegni pensionistici erogati dall’Inps.

Pensioni di anzianità, le novità dal 2013

A farne le spese saranno soprattutto i lavoratori che decidono di andare in pensione durante il 2013, in quanto si troveranno ad aver versato meno contributi, e questo li farà rientrare nel sistema misto: quello per cui la pensione viene calcolata in parte con il metodo retributivo e in parte con quello contributivo. Ed è proprio in questa seconda metodologia di calcolo che si farà sentire di più l’incidenza del PIL.

In sostanza, chi andrà in pensione nel 2013 e nel 2014, si vedrà corrispondere dall’Ente di Previdenza Sociale un assegno più basso di almeno il 3% rispetto a quello che avrebbero percepito se il PIL italiano non si fosse abbassato.

Elenco coefficienti di calcolo per le pensioni

Questo calcolo è stato fatto dalla Uil, secondo i quali i pensionati più svantaggiati saranno quelli del sistema misto che avevano meno di 18 anni di contributi versati bel 1995 (coloro che già li avavevano versati avranno la pensione solo in base al sistema retributivo). Secondo la UIL per questi lavoratori la perdita stimata è del 6,17 per cento nel 2013 e al 5,8 per cento nel 2014.

Obblighi formativi e sanzioni per chi assume apprendisti

 Con l’apprendistato i giovani che vogliono imparare un mestiere hanno la possibilità di farlo senza smettere la loro formazione. Ma lo possono fare solo nel momento in cui i datori di lavoro danno loro questa possibilità, assumendosi il compito di formare il giovane al lavoro secondo le regole previste dai relativi contratti.

Le tipologie del nuovo apprendistato

Ma cosa succede se il datore di lavoro non rispetta gli obblighi di formazione del giovane apprendista?

Il ministero del Lavoro ha diramato in questi giorni una circolare (circolare 5/2013) con la quale si spiegano i provvedimenti per i datori di lavoro che non rispettano i contratti di apprendistato. Primo discrimine quello sulla responsabilità del datore di lavoro: la circolare chiarisce che non sempre la mancata formazione comporta una sanzione a suo carico (solitamente comminata con un pagamento maggiorato della contribuzione).

► Sgravi per gli apprendisti

Questo avverrà solo nel caso in cui la formazione del giovane apprendista non possa essere in alcun modo recuperata -in questi casi il datore di lavoro dovrà restituire la differenza tra i contributi agevolati dovuti per l’apprendistato e le aliquote normali dovute per l’ordinario rapporto subordinato con una maggiorazione pari al 100%- altrimenti al datore reo, in base a quanto scritto nel documento, viene preliminarmente inviato un invito formale direttamente dagli ispettori del lavoro per invitarlo a far recuperare il credito formativo dell’apprendista nel periodo di apprendistato rimanente.

► Nuove regole per apprendistato e contratti a termine

Inoltre la circolare definisce i limiti al numero di apprendisti che possono essere assunti da ogni azienda. Nel caso di azienda senza dipendenti specializzati il numero massimo di lavoratori che possono essere assunti con un contratto di apprendistato è 3, con la possibilità, comunque, di assumere apprendisti per il lavoro in affitto,ma solo se per questi lavoratori è previsto un contratto di somministrazione a tempo indeterminato.

Le tipologie del nuovo appendistato

 Con la riforma del lavoro entrata in vigore all’inizio dell’anno si è puntato molto sull’apprendistato, che è stato presentato come il modo migliore per i giovani per entrare a far parte del mondo del lavoro pur continuando la loro formazione.

Sgravi per gli apprendisti

Questo nuovo contratto viene applicato secondo le disposizioni contenute nei Contratti collettivi nazionali di lavoro  di ciascuna Regione, e può avere una durata che va dai sei mesi ai tre anni. In questo periodo di tempo il datore di lavoro è tenuto a garantire ciò che i contratti prevedono per la qualifica assegnata al giovane lavoratore.

Nuove regole per apprendistato e contratti a termine

Esistono tre tipologie di contratto di apprendistato:

1. apprendistato qualifica e per il diploma professionale: solo per apprendisti con età compresa tra i 15 e i 25 anni attraverso il quale viene rilasciata una qualifica o diploma professionale;

2. apprendistato  professionalizzante o contratto di mestiere: per giovani con età compresa tra 18 e 29 anni. Prevede l’assunzione del lavoratore e il rilascio, al termine del periodo di formazione di una qualifica professionale;

3. apprendistato di alta formazione e ricerca: applicabile per giovani di età compresa tra 18 e 29 anni. Prevede assunzione del lavoratore e conseguimento di diploma di scuola superiore, titolo universitario o dottorato di ricerca.

 

Rischio povertà Italia

 Molte, moltissime famiglie non ce la fanno ad arrivare a fine mese.

Povertà relativa e povertà assoluta

In percentuale si tratta dell’11,1%. Un dato che ormai si protrae da anni. In termini assoluti ciò vuol dire che ci sono oltre 8 milioni e 173 mila italiani che faticano e che si trovano in una condizione di povertà relativa. In altri termini vivono in due con mille euro al mese. Inoltre ci sono quelli che stanno ancora peggio e campano nella condizione che l’Istat definisce di povertà assoluta. Per costoro il reddito mensile è di 785 euro al mese, e si tratta del 5,2% delle famiglie, ovvero 3 milioni e 400 mila italiani. Anche in questo l’oscillazione numerica e percentuale è piccola negli ultimi anni.

Nel complesso circa 12 milioni di persone non ce la fanno.

Il dato medio rilevato dall’Istat, tuttavia, non fornisce il senso di questo disagio se non viene suddiviso per aree geografiche e per tipologia di persone. Lungo l’Italia la situazione è, dunque, assai diversificata e i poveri, in Italia, sono nell’area del Meridione. Prendendo in considerazione l’ultimo anno censito, ovvero il 2011, la sola povertà relativa (quella meno problematica) era relativa 4 famiglie su 100 al Nord, a 6 famiglie su 100 al Centro e quasi a 24 famiglie su 100 al Sud.

Centro e Nord

Il Centro, soprattutto nelle realtà di provincia è messo bene. In questa zona l’incidenza della povertà, sia assoluta che relativa è soltanto di natura fisiologica. Quella che c’è, inoltre, concerne le periferie delle grandi aree urbane, in primis Roma.

Per il Nord si può tranquillamente fare lo stesso discorso, tenendo gli stessi valori: i poveri si trovano solo ai margini della società.

 

Lavorare da Zara

 Zara è il marchio leader di un grande gruppo che si occupa della distribuzione e della commercializzazione di abbigliamento su tutto il territorio europeo di cui fanno parte anche Bershka, Massimo Dutti, Oysho, Pull&Bear, Stradivarius, Zara Home e Uterque.

Per le sue sedi italiane, in particolare per quelle che si trovano in Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna, Piemonte e Veneto, Zara è alla ricerca di diverse figure professionali che saranno inserite con contratti di lavoro o di stage. Di seguito il dettaglio delle posizioni aperte.

Addetti/e alla vendita per le sedi di Bari, Cuneo, Nola (Napoli), Sassari e Palermo. Offerta ricolta anche a candidati alla prima esperienza che saranno inseriti attraverso degli stage formativi finalizzati all’assunzione che prevedono rimborso spese + ticket.

Coordinatori / Merchandiser per i punti vendita della regione Puglia. Richiesta residenza nella regione e esperienza pregressa nella mansione di almeno due anni.

Responsabili per il Triveneto. Requisito indispensabile per la candidatura il possesso di esperienza in ruolo analogo di almeno 3 anni.

Inditex, inoltre, è alla ricerca dei seguenti profili professionali per gli store degli altri brand:

Coordinatori Merchandiser per le sedi di Bergamo, Catania, Puglia;
Addetti alla vendita per Verona, Perugia, Lecce, Mestre, Bologna, Reggio Emilia, Torino;
Store manager per Roma, Padova, Antegnate, Firenze, Brescia, Milano, Perugia, Trieste, Sardegna, Bari, Sicilia, Cremona, Ferrara.

Per la candidatura è sufficiente registrare il proprio curriculum vitae alla pagina offerte del sito del gruppo.

Revisione stime Pil 2013

 La Banca d’Italia ha stimato nell’ultimo bollettino un calo del Prodotto interno lordo pari 2,1% nel 2012 e di conseguenza ha anche operato una revisione al ribasso delle stime previste per l’anno in cors.

Pil

Il Pil, come riporta a ragion veduta il Bollettino, diminuirà dell’1% alla fine dell’anno in corso e non dello 0,2%, come valutato precedentemente, a causa del peggioramento del contesto internazionale e del perdurare della debolezza dell’attività nei mesi più recenti.

Crescita nel secondo semestre

Nel documento che si configura come una sinossi del bollettino, gli esperti chiariscono che il panorama è tuttavia una prima proiezione di un ritorno alla crescita nella seconda metà del 2013, sia pure su ritmi blandi e con ampi margini di miglioramento, ma anche con ampi margini di incertezza.

Il rilassamento finanziario e dunque la graduale ripresa degli investimenti, oltre al parziale miglioramento del clima di fiducia, dovrebbero agevolare la ripartenza economica. In un siffatto quadro Bankitalia ha annunciato che la dinamica del prodotto rimarrebbe comunque negativa nella media del 2013 e tornerebbe leggermente positiva nel 2014.

2014

Per l’anno prossimo la previsione è positiva soltanto per lo 0,7%.

Assunzioni Yamamay

Leader nel settore dell’abbigliamento intimo, Yamamay appartiene al gruppo Inticom S.p.A., grande azienda con sede a gallarate.

Il marchio Yamamay è famoso in Italia per il suo ottimo rapporto tra la qualità e il prezzo dei prodotti commercializzati che nel corso del tempo si è differenziato in abbigliamento intimo donna e uomo, pigiami, calze, maglieria, underwear, costumi da bagno, lingerie e bikini.

In questo periodo l’azienda è alla ricerca di diversi profili professionali da inserire nei punti vendita situati in Lombardia, Lazio e Campania. Di seguito l’elenco delle posizioni aperte e le relative sedi di lavoro.

Addetti al punto vendita per le sedi di Roma, Napoli, Salerno, Caserta, Avellino e Benevento. Si offre contratto a tempo determinato con lavoro a rotazione su turni.

Addetto/a reception per la sede di Gallarate. richiesta conoscenza dell’inglese e del pacchetto Office.

Fashion designer per la sede di Gallarate. Si richiede età compresa tra i 20 e i 35 anni e buona capacità di utilizzo di Adobe (Illustrator), InDesign, Model Form, con esperienza pregressa nel ruolo di almeno 2 anni.

Modellista Jaked per la sede di gallarate. E’ richiesta conoscenza di CAD, InDesign, Illustrator, Model Form, Sistemi Cad Gerber e Sviluppo Modelli.

Impiegato/a commerciale estero per la sede di Gallarate. Per questo ruolo è necessario avere almeno due anni di esperienza in analoga mansione, capacità di utilizzo dei principali sistemi informatici e di SAP ed Excel.

Personale categorie protette per le sede di Gallarate.

Per la candidatura ad una delle posizioni aperte presso Yamamay è necessario registrare il proprio curriculum vitae alla pagina Offerte del sito dell’azienda.

Bankitalia su debolezza economica

La debolezza economica sarà ancora una spina del fianco per l’Italia durante buona parte del 2013.

Per queste ragioni, la Banca d’Italia è costretta a rivalutare in maniera concreta le stime relative all’andamento economico italiano.

Nel Bollettino Economico pubblicato stamani, infatti, si legge che gli analisti di via Nazionale hanno diminuitto le previsioni sul prodotto interno lordo (Pil) per l’intero anno in corso; una risalita nella seconda metà dell’anno dovrebbe portare a un complessivo +0,7% di Pil nel 2014.

Ignazio Visco su debolezza economica

La debolezza è stata oggetto degli ultimi interventi tenuti dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in particolare di quello tenuto durante una lectio magistralis all’Università di Firenze.

Si evince che il numero uno di via Nazionale ha detto nuovamente che il 2013 si configurerà come un anno ancora complicato, caratterizzato da una ripresa lenta e difficile, che si verificherà nel secondo semestre e nel quale soltanto un disegno organico di riforma potrà presentare guadagni di competitività.

Sempre mediante le riforme l’Italia potrà far si che si verifichi un’ulteriore riduzione dello spread. Pur chiarendo che l’equilibrio dei conti è la precondizione per il successo, Visco ha ribadito che le critiche secondo le quali la cosiddetta regola del debito implicherebbe un orientamento permanentemente restrittivo alla politica di bilancio sono destituite da ogni fondamento.

Visco è stato contestato da parte di alcuni studenti, che hanno espresso con vigore il loro dissenso nei confronti della presenza e delle dichiarazioni del numero uno di Bankitalia in Ateneo.

La polizia ha sgomberato l’Aula Magna dopo che gli studenti avevano bloccato il discorso di Visco con i loro slogan (“fuori i banchieri dall’Università”).

Nuova manovra per superare la crisi

Il ripristino delle normali operazioni di routine per quanto concerne i mercati rappresenta senza alcun dubbio il primo passo fondamentale da compiere se si vuole superare la crisi. La buona notizia è che l’Italia, in linea di massima, è apparentemente distanziata dalla cosiddetta fase acuta. La crisi, come ha evidenziato Ignazio Visco, può essere superata. Quando? Resta certo che il 2013 sarà ancora un anno molto difficile in termini di finanze dei contribuenti, i quali dovranno ancora soffrire molto dal punto di vista del pagamento delle imposte.

Occupazione

Sul fronte dell’occupazione, oltretutto, sarà molto difficile che le cose subiranno un miglioramento. Il motivo? In un primo momento, naturalmente, il ritorno della fiducia dei mercati ha bisogno di mesi e mesi prima di che  l’economia reale ne tragga nuovamente il giusto giovamente. Bisogna in altri termini un percorrere bel po’ di cammino che il mercato del credito che si trova ancora nella stretta del “grande freddo”, momento storico dell’economia così ribattezzato dai protagonisti principali, si sblocchi definitivamente.

Manca la Domanda

La questione è che c’è una grossa mancanza di un elemento di base, la domanda. Elemento in grado di far si che i motori dell’economia possano essere riaccesi al 100% e tornino ad essere funzionanti. Stiamo discutendo su quella che viene definita la domanda. In mancanza di alcuna domanda, nello specifico, in mancanza di una ripresa dei consumi, crollati da tempo a minimi storici, le imprese non possono riavviare i macchinari e avviare di conseguenza gli investimenti

Lavoro

Di conseguenza,  in assenza di tale fondamentale proiezione, l’occupazione non può certo giovarsi di un aumento considerevole. Tutt’altro, è appurato che quest’anno l’occupazione scenderà di un punto, mentre il tasso di disoccupazione salirà nel 2014 in prossimità di un picco che non si vedeva da anni, il 12%.