Ocse e fisco, prese di mira Google e Apple

 E’ il quotidiano Le Figaro a riportare la notizia secondo la quale molto presto, già dal 14-15 febbraio quando a Mosca si riunirà il g20 Finanze, l’Ocse -Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico- presenterà le sue prime proposte per cercare di arginare il fenomeno dell’evasione fiscale.

Il dito dell’Ocse è puntato soprattutto contro i grandi colossi americani  (Google, Apple, Amazon, Starbucks) che hanno la possibilità di sfruttare lacune e mezzi legali per aggirare il fisco, soprattutto operando quella che viene chiamata l’ottimizzazione fiscale, attraverso la quale riescono ad eludere quasi completamente il fisco.

Google e i paradisi fiscali

Ciò su cui, inoltre, si punterà l’attenzione dell’Ocse sono i cosiddetti paradisi fiscali, ossia quei paesi che hanno delle condizioni fiscali particolarmente agevolate. Il piano dell’Ocse, secondo le prime notizie riportate, si baserà su due principi cardine: il primo è il divieto dell’utilizzo di quelle che vengono chiamate scatole vuote, cioè le società che non hanno nessuna attività reale ma che sono utilizzate solo per il trasferimento dei fondi, e il secondo, è quello di imporre un divieto alle società ibride (società che hanno diversi domicili).

Pronto il piano d’azione dell’Unione europea contro l’evasione

Si tratta di una grande rivoluzione, un progetto particolarmente ambizioso anche per l’Ocse, soprattutto perché queste pratiche sono legali nella maggior parte dei paesi.

Funzionamento redditometro

Il Redditometro dovrebbe essere attivo a partire dal mese di Marzo. E’ dunque opportuno ribadire il suo funzionamento: consumi e tenori di vita saranno confrontati in base alle fonti di reddito dichiarate senza fare riferimento a controlli patrimoniali e bancari incrociati. Per arrivare allo scopo sono state censite 100 voci di spesa, successivamente suddivise in due gruppi che verranno elettronicamente esaminati e sommati per ogni contribuente. Il primo deriva da spese fatte in Italia, dagli immobili, alle auto, ai movimenti di capitali, alle utenze, ai mutui, alla sanità privata alle ristrutturazioni. Il secondo è quello rilasciato dallo stesso contribuente: a partire dalla dichiarazione dei redditi dove avranno un peso sensibile le “deduzioni”, dai mutui alle assicurazioni alle ristrutturazioni.

Redditometro franchigia al 20%

Per quanto riguarda invece i consumi correnti, come alimenti, abbigliamento o sport saranno utilizzati i dati dell’Istat: saranno, in ogni caso, pensati e presi in base al luogo e al tipo di famiglia presa in esame e attribuiti “figurativamente”. Inoltre verranno calcolati e tenuti in considerazione anche gli incrementi patrimoniali dell’anno e il risparmio dell’anno.

Tolleranza 20%

Il Redditometro contemplerà un margine di tolleranza del 20% tra reddito dichiarato e spese accertate oltre il quale il fisco chiederà al contribuente le spiegazioni del caso. C’è tuttavia da considerare un’ulteriore franchigia: qualora il discostamento del 20% dovesse essere inferiore ai 12mila euro l’anno, il controllo non verrà effettuato. L’extra bonus di mille euro funge, quindi, a correggere gli errori dovuti all’applicazione delle medie Istat.

Nuovi aiuti per la Grecia

Secondo quanto comunicato dal Fondo monetario internazionale, il gap dei conti controllabile in Grecia potrebbe costringere Atene ad aver bisogno di un nuovo aiuto dai partner dell’Ue. Il Fmi, a conclusione dell’ultima verifica dei progressi attuati dalla Grecia nell’ottica del programma di aiuti, è pertanto deciso sul fatto che nuovi finanziamenti agevolati, o una remissione del debito a titolo definitivo, potrebbero rendersi urgenti per far diventare sostenibile il peso del debito pubblico.

NUOVE MISURE GRECIA

Appurato che le recenti misure atte a diminuire il portamento del debito ellenico non sono riuscite a sanare completamente la sua sostenibilità, per il Fondo se si dovessero materializzare i rischi al ribasso sul programma di assistenza alla Grecia un nuovo taglio del debito implicherebbe circa 6 miliardi di euro all’anno di trasferimenti fiscali tra il 2013 e il 2020.

 Nuova tranche di aiuti per la Grecia

Ciò potrebbe includere tassi d’interesse vicini allo zero per quel che riguarda i prestiti bilaterali e quelli ricevuti da parte del Fondo salva Stati temporaneo

Il programma di buypack avviato, dunque, non sembra essere sufficiente per far tornare l’economia greca sui giusti binari, dunque. Così il Fondo si mette nuovamente a disposizione, non prima di aver però reso note le cifre destinate dall’ottobre scorso ad Atene.

Bundesbank corregge stime crescita

 La Bundesbank ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo della Germania.

Il paese, la cui economia è una delle più solide del vecchio continente, secondo la Banca Centrale e l’Ufficio Federale di Statistica che aveva diramato le prospettive, avrebbe risentito nel 2013 della congiuntura economica sfavorevole in cui versano tutti gli altri paesi, in particolare quelli della zona sud del Mediterraneo.

Con la crisi generale rallenta anche la Germania

Oggi, invece, la Banca Centrale Tedesca ha diramato il suo rapporto mensile nel quale si legge chiaramente che l’economia della Germania ha delle prospettive molto più rosse di quanto precedentemente stimato e che, anche se la situazione difficile, potrà essere risolta in brevissimo tempo.

Dalla precedente stima, si legge nel documento, la situazione è cambiata e soprattutto è migliorato l’export, grazie, in modo particolare agli ordini che arrivano dai paesi in via di sviluppo che hanno fatto tirare un respiro di sollievo alla produzione industriale. A dare ancora maggiore fiducia è la ripresa di mercati strategici per l’export come Usa e Cina.

Record di occupati in Germania

Inoltre, la Germania può anche contare su un mercato del lavoro stabile, che, nonostante la crisi e le aziende che hanno richiesto aiuto al Governo, la situazione è stabile e in grado di migliorare nel breve termine.

Grilli nessuna manovra correttiva per l’Italia

 Il ministro dell’economia Grilli è intervenuto davanti alla commissione Affari economici e Finanziari del Parlamento europeo per chiarire le tante voci che in questi ultimi giorni si sono rincorse sulla possibilità o meno di mettere in campo una nuova manovra correttiva per il risanamento strutturale del nostro paese.Il Ministro è stato molto chiaro: prima ha confermato che sarà raggiunto il pareggio di bilancio e poi, pur ammettendo che la crescita dell’Italia non è ancora soddisfacente, ha confermato che non ci sarà bisogno di nessuna manovra correttiva, in quanto il paese sarà in grado di uscire dalla recessione già a partire dall’aprile di quest’anno.

Secondo Tremonti necessaria un’altra manovra

L’uscita dalla crisi prevista da Grilli anticipa le stime fatte dalla Banca d’Italia, secondo la quale le condizioni economiche dell’Italia sarebbero migliorate a partire dalla fine del 2013, quando il PIL del paese farà un balzo raggiungendo il 3%, percentuale destinata a diventare del 5% entro il 2015.

Imposte al debutto, consumatori preoccupati

Il ministro dell’Economia, inoltre, aggiunge:

Abbiamo dovuto ricorrere più di quanto non volessimo ad imposizioni fiscali, la pressione media fiscale deve calare, ma per fare questo occorre fare una revisione specifica della spesa pubblica, con scelte dure per snellire il settore pubblico.

Il BTp a 15 anni piace molto agli inglesi

BTp di lungo periodo se le condizioni migliorano.

L’ultima asta di titoli italiani a 15 anni ha attirato ben 11 miliardi di euro di domanda, coinvolgendo nell’operazione ben 250 investitori. La maggior parte della quota di titoli di stato è finita nelle mani di asset manager e fondi d’investimento che hanno accumulato il 35% delle emissioni.

Le banche, invece, si sono aggiudicate il 26% dell’ammontare complessivo dell’emissione. Poi c’è da distribuire un 30% di titoli agli investitori che si dice abbiano un orizzonte di lungo periodo, quindi fondi pensione, assicurazioni, banche centrali e istituzioni governative. Infine c’è un 8 per cento da menzionare sottoscritto da hedge fund.

Il rendimento dei BTp sotto la soglia del 4,3%

I BTp a 15 anni scadono il primo settembre 2028 e promettono un rendimento annuo del 4,75%. In tutto, spiega il ministero dell’Economia, sono stati collocati 6 miliardi di euro. A livello geografico, la maggior parte dei titoli è stata sottoscritta da investitori residenti in Gran Bretagna dove sono finiti il 29% dei titoli di stato. Il resto è andato in Germania, in Francia, nei Paesi scandinavi e nel Benelux.

Wall Street chiusa per il M.L.K. Day

 Le Borse europee procedono in rialzo, ma l’incremento degli scambi è irrisorio e gli indici si avvicinano molto alla parità. Molto dipende anche dal fatto che Wall Street è chiusa per il Martin Luther Kink Day e il mercato, adesso è concentrato piuttosto sulle risposte che devono arrivare dal versante asiatico.

Il piano di stimolo dell’economia giapponese

Gli investitori, infatti, si aspettano di conoscere a breve le intenzioni della Bank of Japan che deve scegliere se continuare con le misure di allentamento monetario, oppure trovare altre soluzioni per far ripartire l’economia del paese.

BoJ e governo discutono della crescita

Per quanto riguarda l’Europa ed in particolare l’Italia, il Ftse Mib è sui 17600 punti e tra le azioni che fanno segnare le migliori performance si confermano alcune blue chips, quali Tod’s e il Banco Popolare. In calo, sul versante opposto, i titoli Autogrill, Finmeccanica e Mediaset.

Gli analisti si sono concentrati soprattutto sul tonfo di Mediaset. Il titolo del Biscione ha fatto sali e scendi tutta la settimana ed ora è diventato il peggior titolo del Ftse Mib, cedendo praticamente un 3 per cento che ha portato il valore delle azioni fino a quota 1,95 euro. L’altalena è sotto osservazione della Consob che conferma un importante ruolo della Deutsche Bank che, adesso, considera le azioni Mediaset come hold.

La Germania riparte dall’oro

 La Germania ha deciso di riportare nei suoi forzieri l’oro che attualmente conserva all’estero, perciò, fino al 2020, ci saranno circa 700 tonnellate di lingotti d’oro pronte a tornare tra le mani della Bundesbank. A spiegarlo è la stessa banca tedesca in una nota.

I paesi emergenti spingono le quotazioni auree

Attualmente, nei forzieri tedeschi, ci sono circa il 31 per cento delle risorse aurifere totali della Germania. In meno di dieci anni questa percentuale dovrebbe salire fino al 50 per cento. La questione è importante anche in relazione al fatto che la Germania è il secondo paese al mondo nella classifica dei paesi che hanno accumulato più oro negli anni.

Al primo posto ci sono gli Stati Uniti. Poi c’è la Germania che conta su 3396 tonnellate di oro che in termini di euro sono 133 miliardi. La stima è stata fatta dai giudici contabili tedeschi. Il rimpatrio dei lingotti, comunque, nasconde anche una strategia politica e finanziaria.

Abn Amro sulle quotazioni auree

Basta pensare che l’11 per cento del totale dei lingotti tedeschi, è detenuto in Francia, si parla di circa 374 tonnellate. Non sarà invece toccato il patrimonio tedesco aurifero nelle mani della Bank of England, pari al 13% del totale. Scenderà infine lo stoccato depositato a New York dove si passerà dal 45 al 37 per cento. La Bundesbank spiega tutto come un sistema di difesa dalla crisi.

L’evasione è il grande neo dell’Italia

 L’Italia fa ben sperare nella ripresa dell’economia. Il recente diverbio tra la la BCE e Bankitalia ha rinfrescato il dibattito su mutui, prestiti e sofferenze di ogni tipo, ma la verità è che il problema più grande è soltanto ben mascherato. A dirlo è la BBC che accusa l’Italia di lottare poco o male contro l’evasione fiscale.

Per gli anziani non c’è redditometro che tenga

Secondo i giornalisti inglesi, quindi, il redditometro dimostra che l’Italia è un paese di evasori che adesso sembrano avere le ore contate. Dal Regno Unito, quindi, arriva il plauso per l’iniziativa dell’Erario e per le autorità tributarie e politiche del Belpaese fin troppo accusate di aver usato strumenti di polizia per stanare gli evasori.

Parametri, spese e spia del Redditometro

Nonostante con il Redditometro ci sia finalmente la possibilità di mettere in relazione le spese sostenute con i guadagni incassati, l’Italia della BBC resta un paese in cui l’evasione fiscale si perpetua come una male cronico da generazioni. Le autorità sono consapevoli di perdere redditi per 120 miliardi di euro e se non si dispone di strumenti adatti, non ci sarà mai una vera soluzione.

Adesso il Redditometro c’è ma il periodo scelto per il lancio è un po’ sfortunato visto che in Italia la campagna elettorale sta entrando nel vivo e lo strumento fiscale in questione, come le imposte, è un’arma a doppio taglio.

Redditometro franchigia al 20%

 Il nuovo redditometro entrerà in vigore a Marzo e l’Agenzia delle Entrate sta specificando come funziona. Le informazioni fornite sembrano maggiormente rassicuranti.

Non ci saranno accertamenti per le differenze tra il reddito dichiarato e quello ricostruito fino al 20%. Si potrà dimostrare la congruità delle spese senza conservare ogni scontrino. La multa per chi verrà scoperto come evasore sarà del 30% sulla parte eccedente.

Niente Redditometro per i pensionati

L’obiettivo del fisco con il nuovo redditometro è quello di recuperare più dei 13 miliardi di euro di evasione fiscale che sono stati accertati l’anno scorso. Il nuovo strumento considera i redditi dal 2009 e ogni anno saranno effettuati circa 40 mila controlli. Secondo alcuni dati, le persone dove il rapporto tra spese fatte e reddito percepito è incoerente sarebbero circa 4,3 milioni. Stanarli tutti è molto difficile e in Italia l’evasione fiscale è di circa l’8% del Pil.

Modifiche Redditometro

Il modo in cui funziona il nuovo redditometro è molto semplice. Si farà un confronto tra le spese e lo stile di vita e le fonti di reddito. Le incongruenze saranno approfondite in base all’entità che presentano, mentre non ci saranno controlli patrimoniali e bancari incrociati perché non necessari. Il nuoco redditometro considera 100 nuove voci di spesa che sono state divise in due gruppi.

Il primo considera lespese fatte in Italia. Il secondo è quello che comunica il contribuente. Per le spese correnti saranno considerati i dati dell’Istat.