Ministro Passera su accordo Alitalia-Air France

Il Ministro Passera è intervenuto sulla questione Alitalia. Da qualche giorno è scaduto il lockup sulle azioni della compagnia di bandiera. Ora, coloro che le detengono – chi le ha acquistate per salvare la compagnia dalla svendita – dovrà deciderne cosa farne.

► Scopri perché si parla tanto di Alitalia e AirFrance

A questi capitani coraggiosi il Ministro Passera, però, consiglia di aspettare prima di procede alla vendita delle azioni ad Air France, come da qualche tempo si sta vociferando. Air France detiene già il 25% delle quote azionarie della compagnia italiana e l’Italia non deve cedere ora.

► Air France pensa ad Alitalia

Gli azionisti italiani comprarono le azioni nel 2008 proprio per evitare che la compagnia potesse cadere in mano totalmente straniere, ed ora non si deve derogare a questo impegno, anche perché in questo periodo il managment della compagnia di bandiera sta rimettendo un po’ di ordine alle finanze della società che, in caso di esito positivo, porterebbe alla possibilità di uno scambio più favorevole.

► Air France smentisce la trattativa

Ma no, ma quale vendita. Questa può essere una grande occasione per l’Italia: diventare il primo azionista o comunque un azionista di peso delpiù importante carrier europeo. E’ la naturale evoluzione di un accordo che, anche a causa della crisi, oggi non ha molte altre possibilità di sbocco. Del resto è il modo migliore per mettere a frutto l’intesa che stringemmo nel 2008 con Air France-Klm.

 

Emirates Airlines cerca assistenti di volo

Cabin Crew Open Day  per Emirates Airlines. Come già successo negli anni passati, la prestigiosa compagnia aerea è alla ricerca di personale da impiegare come assistente di volo.

Compagnia internazionale degli Emirati Arabi, la Emirates è un colosso mondiale del trasporto aereo, con una flotta di 152 velivoli, più altri 200 nuovi aerei già ordinati e oltre 40.000 persone. Il suo valore è di circa 68 miliardi di dollari americani. Emirates Airlines collega coni suoi aeromobili 108 destinazioni in 65 Paesi del mondo.

Costantemente alla ricerca di persone giovani e motivate da inserire nel suo organico, la Emirates ha organizzato, per il mese di febbraio, i Cabin Crew Open Day, durante i quali i responsabili del personale della compagnia selezioneranno i prossimi assistenti di volo ai quali affidare i propri passeggeri. Le date sono:

Torino, 9 febbraio 2013 ore 9.00;
Bari, 14 febbraio 2013 ore 9.00;
Verona, 24 febbraio 2013 ore 9.00.

Per poter partecipare alle selezioni è necessario aver compiuto almeno 21 anni, avere una buona forma fisica e un’ottima conoscenza dell’inglese, parlato e scritto. Per candidarsi è necessario effettuare la registrazione alla pagina web dedicata alle Carriere della compagnia

 

 

Tempi di attesa per la pensione

 Saranno pochi i lavoratori che riusciranno ad andare in pensione i questi primi mesi del 2013. Con l’entrata in vigore, all’inizio dell’anno, delle nuove regole portate dalla riforma Fornero e dai nuovi criteri sull’aspettativa di vita, fino ad aprile saranno solo i lavoratori autonomi che hanno raggiunto i requisiti per la pensione nel 2011 e hanno usufruito dei 18 mesi di finestra mobile.

► Nuovi coefficienti di calcolo dei trattamenti contributivi

Per i restanti lavoratori in attesa di pensione ci sarà ancora da aspettare. Anche i lavoratori che hanno raggiunto l’età dei 66 anni – che avrebbero potuto andare in pensione con le regole della riforma Sacconi che prevedeva i 65 anni più uno di finestra mobile – grazie all’entrata in vigore dei coefficienti basati sull’aspettativa di vita dovranno lavorare per altri tre mesi.

► Elenco coefficienti di calcolo delle pensioni

Una sospiro di sollievo per l’Inps, che per questi mesi di inizio 2013, dovrà emettere davvero pochi nuovi assegni pensionistici. L’incognita, per l’Istituto di Previdenza, sono le norme che tra poco verranno comunicate dal Ministro del Welfare per gli esodati. (Al momento gli esodati che rientrano nella norme di salvaguardia sono solo 55.000).

Tutti gli altri dovranno aspettare. Le lavoratrici dipendenti dovranno raggiungere i 62 anni e tre mesi e, per l’inizio del 2013, quindi il numero delle pensioni rimarrà uguale a quello dello scorso anno. Stesso discorso per chi si vuole avvalere del prepensionamento: la riforma ha portato da 41 a 42 e 5 mesi gli anni di anzianità contributiva necessari per chi vuole andare in pensione senza il raggiungimento del requisito di età.

Anche i prestiti sono in calo come i mutui

 I prestiti, come i mutui, sono in calo, per effetto della crisi e per effetto, anche, dei tassi applicati dalle finanziarie e dagli istituti di credito che vogliono sfruttare al massimo, per il loro capitale, l’agevolazione sullo spread ottenuta dalla Banca Centrale Europea.

► Tutta l’anomalia degli spread

I consumi, quindi, non sono affatto in un momento di ripresa, anzi. Secondo Bankitalia, che ha redatto l’ultimo rapporto con riferimento ai dati di novembre, i prestiti alle famiglie sono calati dello 0,3 per cento. I prestiti alle società non finanziarie sono diminuiti del 3,4 per cento.

► Liquidità in prestito con le offerte di prestiti

La nuova contrazione per i prestiti al settore privato, a novembre 2012, è stata molto consistente ma la tendenza su base annua è un po’ più ottimistica nel senso che il calo dei prestiti in un anno è stato “soltanto” dell’1,5 per cento. Nel dettaglio, poi, si scopre che i prestiti alle famiglie sono diminuiti dello 0,3% e quelli alle società non finanziarie hanno subito una riduzione del 3,4 per cento.

► Un prestito personale conveniente con BBVA

Per la raccolta delle banche, l’abbiamo accennato, si parla di accelerazione e infatti a novembre del 2012 il tasso di crescita dei depositi è cresciuto fino al 6,6 per cento, partendo dal 4,7 dell’ottobre 2012. I tassi d’interesse sui finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni è salito a quota 4,05 per cento. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo, invece, sono in calo fino al 9,49%, mentre partivano dal 9,65%.

Per il dollaro oggi c’è appuntamento con Bernanke

 Il mercato valutario, ogni giorno, è mosso sa una serie di elementi, di pubblicazioni, dichiarazioni o eventi che prendono il nome di market mover. Quelli che in un giorno sono più interessanti da monitorare, riguardano specificatamente dollaro ed euro.

Un po’ di calma sul mercato valutario

Partiamo dalla moneta americana per scoprire che il market mover di oggi è un discorso del presidente Ben Bernanke, atteso in serata. Parlerà all’Università del Michigan e parlerà sicuramente della politica monetaria della Fed che vuole colpire alla radice la crisi finanziaria.

L’economia americana in toto sta per affrontare un periodo molto difficile e quindi ci saranno da monitorare in modo privilegiato ed attento, le mosse delle varie banche centrali che hanno un impatto decisivo sui mercati.

► Fed indecisa sul riacquisto dei bond. I mercati reagiscono male

Per quanto riguarda l’euro, invece, saranno determinanti per l’andamento della nostra moneta unica, la pubblicazione dell’indice dei prezzi all’ingrosso della Germania e l’andamento della produzione industriale in Italia e nell’Eurozona.

Il primo indicatore misura la variazione dei prezzi per i fornitori all’ingrosso e può anticipare in quale modo l’andamento dei prezzi al consumo. Per il momento si prevede un indice positivo, al di sopra delle aspettative degli analisti.

Per quanto riguarda la produzione industriale, italiana ed europea, siamo in un momento di recessione ma secondo gli analisti s’intravede un miglioramento all’orizzonte.

Nella crescita del paese ci crede soltanto il 16% degli italiani

 Nella crescita e nella ripresa del paese, purtroppo, ci credono pochissimi italiani, forse perché dalla metà dell’anno scorso la situazione è peggiorata parecchio e quindi l’84 per cento degli intervistati dalla Confesercenti-Swg ha dichiarato che il 2013 non porterà alcuna evoluzione positiva.

► Sondaggio Confesercenti sulla crisi

L’anno appena iniziato, quindi, non ha in serbo buone notizie per gli italiani. La salute dell’economia italiana non è delle migliori e se si va più a fondo si scopre che il 36% degli intervistati ritiene la salute dell’economia italiana inadeguata, il 51%, invece, la ritiene pessima. Soltanto pochi la considerano discreta, si tratta del 13% degli italiani, o buona nel 2 per cento dei casi.

► La crisi economica europea nel 2013

Nella svolta ci credono soltanto 16 italiani su 100 e i più ottimisti sono sicuramente i giovani che non hanno compiuto ancora 24 anni o chi vive nelle Isole. I pessimisti, invece, com’è facile intuire, rappresentano la maggior parte degli italiani e sono aumentati passando dal 30 al 44 per cento.

Se poi ci si sposta nello Stivale si scopre che il 45,6% degli abitanti del Nord Ovest sono pessimisti e nello stesso spicchio d’Italia, non credono nel 2013 il 49 per cento degli abitanti tra i 35 e i 44 anni.

Tutta l’anomalia degli spread

 Lo spread che differenzia i BTp italiani dai Bund tedeschi è sceso molto da un anno a questa parte così come il tasso applicato dalla Banca Centrale ai prestiti erogati per gli istituti di credito nazionali. Non si capisce allora perché l’andamento dei tassi dei mutui per i consumatori abbia segnato un trend completamente opposto.

► I buoni consigli per gli aspiranti mutuatari

Maggiore è la riduzione del tasso al quale le banche ottengono un prestito, minore è la riduzione dei TAEG applicati ai mutui. Il paradosso di cui stiamo parlando, è evidente soprattutto dall’inizio dell’anno, da quanto lo spread è sceso al di sotto dei 300 punti.

Fino all’anno scorso il tasso medio dei mutui per le famiglie era al 3,55 per cento, come somma dell’Euribor e dello spread applicato dalla banca. Adesso, invece l’Euribor è ai minimi storici ma le banche non hanno ridotto lo spread e così il tasso medio è sceso soltanto al 3,14 per cento con uno sconto complessivo medio dello 0,41%.

► Banche in crescita dopo Basilea III

Il paradosso è legato a tre motivi principali: prima di tutto il costo della raccolta che per le banche continua ad essere molto elevato, poi ci si è messa la normativa bancaria più restrittiva applicata dagli istituti nazionali e infine la lentezza della giustizia italiana che, per esempio in seguito ad un pignoramento, impiega ancora troppo tempo per il recupero delle somme.

Teheran sarà la prossima bolla finanziaria

 La borsa di Teheran è la prossima piazza finanziaria che, secondo gli analisti, sarà interessata da una bolla. Quando scoppierà? Probabilmente entro il 2013, anche se le avvisaglie della crisi sono percepite da tempo.

Calo di fine anno per le borse europee

Sono circa 6 anni, neanche poco, che si parla del Teheran Stock Exchange, il Tse, il mercato azionario iraniano sul quale soltanto pochissimi coraggiosi hanno investito e che invece si è rivelato una fonte inesauribile di rendimenti.

In realtà, quando si parla del mercato finanziario di Teheran, sembra di essere sempre davanti ad un paradosso, visto che l’Iran è sempre sotto lo scacco delle sanzioni internazionali. Il paradosso sta nel fatto che all’aumento delle sanzioni, l’indice benchmark del Teheran Stock Exchange sale in alto.

Tanti altri dettagli risultano così trascurabili. Per esempio la borsa sembra non tener conto del fatto che l’indice inflazionistico ha superato il 20%, che la disoccupazione è a livelli elevatissimi e che le esportazioni petrolifere da cui Teheran ricava il 90 per cento del PIL, sono state praticamente dimezzate. A questo inconveniente si aggiunge poi il crollo della valuta nazionale.

Una situazione simile, in una delle borse del Vecchio Continente, ne avrebbe procurato il crollo. Ci si aspetta quindi un passo falso di Teheran da un giorno all’altro.

Il ribasso dei prezzi delle case continua

 I prezzi delle case continuano a scendere ma si tratta soprattutto dei costi delle costruzioni già esistenti. Al contrario, le case nuove, continuano ad apprezzarsi. Sono questi due trend il simbolo di un mercato che procede a due velocità ed è stato descritto dall’Istat.

► Idealista: sarà l’anno dell’affitto

Facendo un parallelo ristretto tra il 2012 e il 2011, si scopre che i costi delle case sono diminuiti del 3,2 per cento ed è già il terzo calo trimestrale consecutivo. È anche il calo più consistente visto che nei trimestri precedente la flessione era stata dello 0,2% tra gennaio e marzo e del 2,1% tra aprile e giugno.

A descrivere la situazione degli acquisti immobiliari delle famiglie, siano fatti per scopo abitativo o soltanto per investire nel mattone, ci ha pensato l’Istat. È tramite l’istituto nazionale di statistica che si è capita l’accelerazione nel deprezzamento delle case esistenti, tendenzialmente dell’1,7% a marzo dell’anno scorso, del 4,1% tre mesi dopo e del 5,4% a settembre.

► 2013: prezzi degli immobili in ripresa

Per quanto riguarda le case in costruzione è stato registrato il trend inverso per cui le case messe in vendita dalle imprese continuano ad acquisire valore. Sono aumentati dell’1,9 per cento a settembre 2012, del 2,8% a luglio e del 3,5% a marzo.

 

I buoni consigli per gli aspiranti mutuatari

 A gennaio si riparte con i tassi più bassi? Forse, ma gli aspiranti mutuatari devono comunque accettare qualche consiglio se vogliono trovare l’offerta migliore tra le tante a disposizione.

► Scopri il miglior mutuo per l’acquisto di una casa

Il Sole 24 Ore per aiutare gli aspiranti mutuatari, parte dai dati della Centrale rischi finanziari, il Crif, che cumula circa 78 milioni di posizioni ed ha bene impresso l’andamento del 2012 riguardo mutui e prestiti. L’anno appena concluso è stato assolutamente “disastroso” e per confermare la sensazione, basta analizzare i dati del mese di febbraio 2012, quando, rispetto al febbraio 2011, si è registrato un calo delle richieste del 48 per cento.

Il crollo della domanda si lega alle difficoltà economiche connesse alla crisi che hanno indotto le famiglie a pensare “un po’ più avanti” all’acquisto della casa. Il Crif sottolinea anche che le richieste di mutuo sono state più contenute mentre il tempo del piano d’ammortamento si è assestato tra i 25 e i 30 anni.

 I tassi di usura sono stati aggiornati

Per acciuffare l’occasione, adesso, si tratta d’interpretare il momento giusto in cui avviare un rapporto con la banca. Gli esperti spiegano che occorre capire quando la riduzione dello spread influirà sul costo dei prestiti e dei mutui. Sicuramente è necessario che all’abbassamento dello spread si unica il recupero della credibilità dell’Italia. In più bisogna attendere che sui mercati crolli il costo di raccolta per le banche, solo a quel punto i mutui saranno meno cari per i consumatori finali.

Insomma, prima della metà del 2013 è meglio temporeggiare.