I benefici ai dipendenti nei quadri Ias e Ifrs

 L’azienda che assume un lavoratore, deve sostenere necessariamente dei costi. Quelli sostenuti per i propri dipendenti, in genere, sono tutti inseriti nel quadro Ias 19 dove l’impresa, sulla base dell’attività lavorativa svolta dal lavoratore, deve individuarne l’obbligazione.

Il principio contabile internazionale spiega tutti i benefici che spettano ai dipendenti e distingue in modo netto i costi sostenuti dall’impresa e la contabilizzazione che occorre fare.

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Per alcuni costi, però, non basta calcolare il beneficio che un lavoratore ottiene per il proprio lavoro ma bisogna anche tenere conto di una quota di quelli che maturerà in tutta l’attività lavorativa da svolgere in futuro. In genere, sulla base del beneficio, il quadro Ias 19 chiede anche l’attualizzazione dell’importo alla data di riferimento del bilancio, visto che l’interesse è collegato all’attualizzazione.

La normativa prevede che siano individuate ben 4 tipologie di benefici per i dipendenti e per ognuno di questi ci sono delle regole di contabilizzazione da rispettare. Nel dettaglio si parla dei benefici a breve termine per i dipendenti, dei benefici successivi al rapporto di lavoro, dei benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro e degli atri benefici a lungo termine.

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Partiamo dal primo insieme e scopriamo che i benefici a breve termine sono quelli la cui liquidazione, deve essere fatta entro i 12 mesi dal termine dell’attività lavorativa svolta e rientrano nell’insieme i salari e gli stipendi, gli oneri sociali, le indennità ferie e malattia, le auto aziendali e i prodotti gratuiti.

Detrazione per figli a carico anche per un solo genitore

 Una coppia con figli che decida di separarsi dovrà giungere ad un accordo anche in relazione allo sconto fiscale per i figli a carico, un ulteriore punto su cui i genitori dovranno impegnarsi. Il Fisco ha provato ad andare incontro a tutti coloro per cui la separazione è traumatica e non c’è accordo su nulla.

► In aumento le detrazioni per i figli a carico

Il fisco dice che per gli ex coniugi che non trovano un accordo, è ipotizzabile che la detrazione per i figli a carico sia fruibile per intero da un solo genitore.

Anche per marito e moglie che si separano, quindi, è possibile far valere la regola generale per la quale la detrazione che spetta al contribuente per i figli fiscalmente a carico, può essere assegnata al 100 per cento ad uno solo dei coniugi, nel caso in cui l’altro non abbia diritto agli sconti, per esempio per limiti di reddito.

Tutte le novità fiscali del 2013

Ma non finisce così, nel senso che in caso di separazione e divorzio, gli ex coniugi devono raggiungere un accordo sul versamento, il che vuol dire che il coniuge che ottiene la detrazione integrale per i figli a carico, deve poi devolverne un certo quantitativo anche al coniuge. In genere se l’affido è congiunto, al restituzione della somma deve essere del 50 per cento.

A spiegare i dettagli della normativa ci ha pensato la risoluzione 143/E dell’Agenzia delle Entrate.

Per depositi e conti correnti arriva una minipatrimoniale

 Il 2012 è praticamente stato archiviato come un anno che ha “ucciso” i risparmi e nel 2013 non ci sarà certo da sperare che la situazione migliori. Non si tratta di questioni “formali” ma di beghe economiche visto che è stata introdotta una specie di patrimoniale su tutti i conti correnti.

► Come risparmiare sul conto corrente

Senza indugiare sul fatto che l’UE chiede più trasparenza sui conti passiamo direttamente a calcolare i soldi che dovranno essere sborsati in più quest’anno, visto che qualcosa, dal primo gennaio, è cambiato. In primo luogo c’è una nuova versione dell’imposta di bollo che è applicata sia sui conti correnti bancari, sia sugli altri prodotti finanziari.

Fino a dicembre, l’aliquota dell’imposta di bollo era dello 0,10 per cento sul valore del prodotto, quindi sul conto deposito, sui titoli o sulle polizze assicurative. Adesso la percentuale per il prelievo è salita allo 0,15 per cento. La soglia minima resta comunque di 34,20 euro mentre non si può contare più sulla soglia massima che prima era fissata a 1200 euro.

► Nessuna imposta di bollo per giacenze sotto i 5 mila euro

L’imposta di bollo si calcola sulla somma di tutti i prodotti intestati ad un solo cliente presso la stessa banca o nella medesima compagnia assicurativa. Non pagano l’imposta di bollo tutti i conti correnti che hanno una giacenza media annuale di 5000 euro e nemmeno i conti base per i pensionati.

Al contrario, se il conto appartiene ad una società si dovrà pagare una quota fissa di 100 euro senza esenzioni di sorta.

 

L’UE chiede più trasparenza sui conti

 Il monito arriva direttamente dall’Europa che chiede di fare chiarezza sui conti correnti, di rispettare la normativa sulla trasparenza. Le banche, insomma, sono state invitate ad essere più chiare con i consumatori, aspettando che entrino in vigore i pagamenti unici comunitari.

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Quello che l’UE contesta alle banche dell’Europa è l’assenza della normativa sull’autoregolamentazione che stenta a decollare. A fare le spese di questi ritardi sono sicuramente i consumatori, i titolari di conti correnti bancari e non solo, anche i proprietari di prodotti finanziari, insomma tutti coloro che non possono ricevere un servizio del tutto trasparente.

► Perché i fondi di investimento comune sono sicuri: la trasparenza

Secondo una breve ricognizione effettuata in Europa, ci sarebbero circa 30 milioni di consumatori che attualmente sono esclusi dai servizi bancari di base, e gli altri, che hanno già un conto per depositare i risparmi, non risultano informati sui costi e sulle procedure per passare tutto da una banca all’altra.

Ormai non c’è più scampo: tutti i prodotti bancari saranno monitorati. Il 2013 sarà un anno cruciale da questo punto di vista, sarà usato per verificare che la situazione arrivi ad un livello di normalità adeguato.

Senza il codice di autoregolamentazione e senza la trasparenza richiesta dall’UE, non ci potrà essere l’avvio senza intoppi della SEPA, cioè dell’area unica per i pagamenti comunitari, in vigore a partire dal 2014.

100 animatori per Pixieanimazione

Fondata da Andrea Fedi e Lorenza Boldura la Pixieanimazione è una delle società di maggior rilievo nell’ambito dell’animazione turistica. Forte dell’esperienza nel campo dei suoi fondatori, la società offre servizi di animazione turistica di alto livello, sia per adulti che per bambini.

Il suo campo di attività è concentrato in Puglia, Calabria, Emilia Romagna, Trentino, Marche e Toscana. Per le strutture turistiche di queste regioni la Pixieanimazione, che si occupa direttamente della selezione del personale, sta cercando 100 animatori, anche senza esperienza.

Le figure di cui Pixieanimazione ha bisogno per la prossima estate sono:

Capoanimazione
Coreografi
Dj
Tecnico audio-luci
Scenografi
Costumiste
Responsabili Mini Club
Responsabili Diurno
Animatori di contatto
Torneisti
Istruttore di balli latino americani
Mini club
Baby club
Junior club
Istruttori Fitness
Istruttori di zumba
Sportivi
Istruttori di tennis
Hostess
Animatori con brevetto di salvataggio

I requisiti richiesti ai candidati sono età compresa tra i 18 e i 35 anni. Si offre contratto a progetto con remunerazione in base alle capacità, comprensivo di vitto, alloggio, contributi e rimborso delle spese di viaggio.

Per candidarsi alle selezioni di Pixieanimazione è necessario inviare il proprio curriculum vitae con foto all’indirizzo e-mail: [email protected].

 

Italia Lavoro cerca personale

Italia Lavoro SpA, come dice il nome stesso, è una società per azioni partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, del quale promuove e gestisce le politiche del lavoro, dell’occupazione e dell’inclusione sociale.

Impegnata in una lunga serie di progetti nazionali e locali con particolare riguardo alle aree territoriali depresse ed ai soggetti svantaggiati del mercato del lavoro, la società sta cercando nuovo personale che sarà inserito nell’organico delle diverse sedi presenti sul territorio italiano con contratti a tempo determinato della durata di dieci mesi.

Le posizioni attualmente aperte sono:

Operatori Interventi Addetti (32 posti) per le sedi di Catanzaro, Napoli, Bari, Palermo. Requisito minimo per la candidatura è la laurea o un equivalente titolo di studio.

Operatori Interventi Professional (6 posti) per le sedi di Catanzaro, Napoli, Bari, Roma, Palermo. Oltre alla laurea (o titolo equivalente) è richiesta un’esperienza nel settore di almeno 4 anni.

– Progettazione (2 posti) per la sede di Torino. Unico requisito richiesto è la comprovata esperienza nel campo.

Per chi fosse interessato ad una delle posizioni aperte da Italia Lavoro SpA, la candidatura va inviata telematicamente attraverso la pagina Lavora con noi  del sito della società. Le candidature devono prevenire entro il 18 o il 21 gennaio in base alla posizione prescelta.

Le assicurazioni sono più care in Italia

l’Ivass al posto dell’Isvap non è l’unica novità in tema di assicurazioni visto che una recente ricerca nel settore, portata avanti dal portale CercAssicurazioni.it, ha confermato che nel nostro paese ci sono le polizze più alte d’Europa.

In realtà i dati di riferimento sono quelli dell’Ocse  che mette in rapporto gli stipendi netti in Europa con il costo delle assicurazioni. Si capisce allora che non c’è sempre un equilibrio tra quello che si guadagna e quello che si paga per la tenuta di un veicolo o per mettere in sicurezza la propria vita.

► Ocse: crescita ancora debole ma si vedono i primi segni di svolta

L’Ocse sottolinea molto bene che nel nostro paese si guadagna meno che nel resto dell’Europa, siamo al 23esimo posto su 34 nazioni, ma si paga anche tantissimo per le assicurazioni nel senso che incidono moltissimo sul bilancio famigliare.

Si può venire fuori da questa situazione? Probabilmente sì, ma soltanto a patto di fare vigorose riforme economiche e finanziarie. Gli italiani, nel frattempo, si sono abituati a risparmiare sulle spese fisse annue. I dati dell’Ocse spiegano che il costo medio di una polizza RC Auto nel nostro paese è di circa 481 euro che è più del doppio di quello che si paga in Francia o in Spagna. Visti gli stipendi la polizza incide del 3 per cento sul reddito del cittadino italiano e dell’1 per cento sul reddito dei cittadini francesi e spagnoli.

L’Ivass al posto dell’Isvap

 Il settore delle assicurazioni va tenuto sotto stretto controllo e questo vuol dire che ci deve anche un organo di vigilanza sui prodotti delle agenzie. Nel nostro caso, cioè nel contesto italiano, si può dire che la vigilanza sia passata di mano: dall’Isvap all’Ivass.

► Il rimborso dell’assicurazione del mutuo

Il passaggio di consegne non comporta grandi modifiche per quel che riguarda il consumatore a parte alcuni riferimenti particolari. Ad aiutare tutti nell’orientamento ci ha pensato Altroconsumo, spiegando ai consumatori che vogliono sporgere reclamo di far riferimento al nuovo sito internet www.ivass.it.

L’indirizzo fisico dell’istituto di vigilanza, invece, non cambia, visto che resta comunque sotto il cappello della Banca d’Italia e non cambia nemmeno il numero del contact center per il consumatore.

Bankitalia sanziona Bpm e Amici

I consumatori italiani che invece sono all’estero e sono coinvolti in un sinistro, per conoscere il nome della compagni assicurativa che li rappresenta in Italia devono far riferimento alla Concessionaria servizi assicurativi pubblici, vale a dire la Consap.

Questa è la referente anche nei sinistri in cui è coinvolto il proprietario di un veicolo immatricolato in Svizzera.

Le assicurazioni sono tornate sulla cresta dell’onda anche in seguito alla pubblicazione del decreto sviluppo bis, o decreto legislativo 179 del 18 ottobre 2012, convertito in legge che definisce un contratto base standard, abolisce il tacito rinnovo ed estende la collaborazione tra gli intermediari assicurativi.

Nuova compilazione fatture 2013

 Con la legge di stabilità (legge n. 218/2012) sono entrate in vigore, con decorrenza dall’1 gennaio appena passato, delle modifiche alle regole di compilazione delle fatture di vendita. Il legislatore, infatti, ha recepito il contenuto della direttiva 2006/112/UE in materia di fatturazione e ha adeguato gli standard italiani a quelli europei.

► La fattura dice se l’acquisto è privato o per la ditta

In base alle norme elencate in precedenza le fatture che saranno emesse a partire dall’1 gennaio, dovranno poter essere identificate in maniera univoca. Questo vuol dire, in prima istanza, che si dovranno prendere degli accorgimenti precisi per la numerazione delle stesse. Le possibili soluzioni sono due:

1. Continuare la numerazione progressiva dall’ultima fattura dell’anno precedente (quindi, se l’ultima del 2012 era la numero 127, la prima del 2013 sarà la 128);

2. Azzerare la numerazione ripartendo da 1, ma affiancando sempre al numero della fattura l’anno di riferimento (1/2013 oppure 2013/1).

► Fattura semplificata: sempre il codice del cliente

Queste nuove indicazioni hanno suscitato delle incertezze da parte di aziende e professionisti possessori di partita Iva,c che, prontamente accolti dall’Agenzia delle Entrate, hanno dato vita alla risoluzione n.1/E, secondo la quale:

– la data di emissione è un elemento assolutamente obbligatorio;

– l’identificazione univoca delle fatture è certificata sia da una numerazione progressiva potenzialmente illimitata, sia da altri elementi.

► Più tempo per la fattura IVA

Quindi, anche il solo riferimento del numero progressivo della fattura rimane un elemento identificativo inequivocabile. Si consiglia, quindi, di continuare la numerazione delle fatture con l’azzeramento del numero e di iniziare, invece, la numerazione progressiva solo a partire dal 2014, quando i sistemi di recepimento di tali documenti saranno stati aggiornati.

Novità pensioni forze dell’ordine

 Nel decreto legge Salva Italia è stata prevista l’adozione di un regolamento di armonizzazione dei requisiti minimi di accesso al pensionamento per il personale delle forze dell’ordine. Questa particolare categoria, infatti, finora ha calcolato i requisiti su una base diversa rispetto alle altre.

► Elenco coefficienti di calcolo delle pensioni

Continuerà ad essere così, ma i requisiti minimi saranno adeguati, come tutti gli altri, alla speranza di vita. L’Inps ha fatto sapere che, dal momento che il regolamento non è ancora stato emanato, si continuerà ad applicare i requisiti pensionistici vigenti, che saranno soggetti all’adeguamento della speranza di vita a decorrere dal 1° gennaio 2013 (saranno validi fino al 31 dicembre 2015). A partire da questa data, inoltre, se il pensionamento avviene a prescindere dall’età, l’adeguamento deve essere applicato anche al requisito contributivo.

► Cambiamenti pensioni di invalidità: è polemica

La pensioni di vecchiaia per il personale appartenente a Forze armate, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia, Vigili del fuoco sarà ottenuta al raggiungimento dell’età anagrafica massima prescritta dai singoli ordinamenti, variabile in funzione della qualifica o grado, e al requisito contributivo previsto per la generalità dei lavoratori.

► 6 milioni di pensionati non godranno della rivalutazione delle pensioni

Se, al raggiungimento dell’età pensionabile prevista, non si è raggiunto il requisito contributivo, si dovrà lavorare per ulteriori tre mesi. I parametri per la pensione di anzianità, ad oggi, sono:

– 40 anni e 3 mesi di contributi, indipendentemente dall’età;
– anzianità contributiva non inferiore a 35 anni e con un’età di almeno 57 e anni e 3 mesi;
– massima anzianità contributiva corrispondente all’aliquota dell’80% con età anagrafica di almeno 53 anni e 3 mesi (solo se raggiunta prima dell 31 dicembre 2011).