Spread sotto i 290 punti, lo Stato risparmierà 50 miliardi

Mario Monti ha scritto su Twitter: “Finalmente”. Lo Spread è sotto la quota da lui desiderata. “Merito” di un anno in cui gli italiani hanno tirato la cinghia come non mai per far quadrare i conti.

“Merito”, in altri termini, di ben tre manovre da 82 miliardi avviate in 18 mesi. “Merito” dell’innalzamento della pressione fiscale dal 42,5 al 44,7% in un anno.

Missione compiuta, dunque.

Lo Spread, oggi, non fa più paura. Le distanze dal Bund e dal Btp sono state infatti dimezzate.

Pensare che lo Spread si attestava intorno ai 575 punti all’epoca del Governo Berlusconi (il ‘Cavaliere’ lo considera ad oggi un imbroglio). Ieri, dopo la chiusura di Piazza Affari, ha raggiunto finalmente la tanto agognata quota 283.

Per lo Stato è ossigeno puro. Il risultato consentirà ai contabili di far risparmiare ben 50 miliardi in tre anni all’Italia.

Non male, soprattutto se si considera che siamo alla vigilia delle elezioni.

Ora, però, c’è da portare a termine la sfida a tutti gli effetti. Il calo dello Spread, il dimezzamento del ‘differenziale’ con Btp e Bund, il calo dei tassi, dovranno essere elementi di cui tutte le famiglie e le imprese italiane dovranno giovare.

Oggi che lo spread viaggia 200 punti più giù rispetto al 2011 i conti dello Stato possono essere risanati. Non più interessi del 3,25% come a fine 2011, per inserire sul mercato i Bot Semestrali, dunque.

L’aria, forse, è cambiata. Una settimana fa, infatti, i Bot semestrali sono stati piazzati in grandi quantità (ben 8,5 miliardi) senza la minima difficoltà.

Fmi: “Accordo su Fiscal Cliff insufficiente”

Qualcuno ha cantato vittoria troppo presto. Le Borse hanno festeggiato con un’ottima chiusura dopo l’accordo raggiunto sul Fiscal Cliff tra Repubblicani e Democratici negli Usa, ma il Fondo Monetario Internazionale ha rovinato la festa a tutti: l’intesa non basta a ripianare i conti.

L’America, dunque, sembrava aver evitato il precipizio fiscale e la tempesta economica, raggiungendo alla Camera dei Rappresentanti l’accordo per scongiurare la crisi. L’Istituto diretto da Christine Lagarde, però, è lapidario. L’intesa non garantirà a lungo termine la salute dei conti pubblici d’America.

Per il Fondo Monetario Internazionale, dunque, c’è ancora molta strada da percorrere se si vogliono riportare in vita le finanze pubbliche statunitensi. La ripresa stenterà a decollare e “Non va danneggiata”, come sottolinea il portavoce dell’Istituto Gerry Rice.

Certo è che il Fiscal Cliff servirà a riportarsi sulla strada giusta, inquadrando nel breve periodo le condizioni del debito e quelle del deficit.

Le strategie da adottare sono ancora tante, anche perché il rischio è quello di un crollo del rating, il cui rischio è ancora alto. A sottolinearlo è un portavoce dell’Agenzia di Rating Moody’s.

Tutto da rifare? No, ma molto da rivedere e tanto da aggiungere.

Dollaro americano: come si muove

 Se le borse europee sono volate sull’onda del fiscal cliff, figuriamoci quello che è accaduto a Wall Street, protagonista indiscusso, anche soltanto per una questione di territorialità, delle incertezze finanziarie legate all’accordo sul bilancio americano.

La situazione dell’America, adesso cambierà e c’è chi pensa già che i rischi per l’economica, così come i tagli alla spesa, sono stati soltanto rimandati. Nel frattempo, però possiamo considerare quel che sta accadendo anche sul versante valutario, dove il dollaro potrebbe essere mosso anche da altri elementi.

Sulle quotazioni del dollaro influiscono tre elementi: i dati sull’occupazione, quelli sui sussidi di disoccupazione e la pubblicazione delle minute del FOMC.

L’America si appresta a conoscere i dati relativi alle persone che nell’ultimo mese di riferimento hanno trovato un impiego, senza considerare le nuove occupazioni del settore agrario o governativo. L’indice sintetico che esprime questo dato è il Non-Farm Payrolls ADP (Automatic Data Processing).

Per quanto riguarda i sussidi di disoccupazione, sembra che ci sarà un incremento delle richieste ma la lettura sarà sempre al di sotto delle previsioni e questo potrebbe avere effetti rialzisti sul dollaro.

Infine le minute FOMC che parlano delle misure che intende mettere in campo la FED e gli effetti che queste possono realmente avere sull’economia USA.

Cosa condiziona la valutazione dell’Euro

 L’avvio dell’anno valutario è stato condito da una serie di pubblicazioni molto importanti, nonché dal movimento concitato degli indici di borsa che si sono entusiasmati sulla scia del raggiungimento dell’accordo sul fiscal cliff.

Abbiamo già preso in considerazione ciò che probabilmente inciderà sulle valutazioni della sterlina, legata in questo avvio di anno, soprattutto al mercato immobiliare e al settore delle costruzioni.

Cosa ben diversa è quello che accade all’euro. La moneta unica del Vecchio Continente, infatti, è segnata soprattutto dai dati che riguardano il mondo del lavoro e dalle decisioni della Banca Centrale Europea in relazione alle scorte di valuta domestica.

Andiamo con ordine analizzando questi due market mover di giornata. Il primo è appunto il mondo del lavoro, perché oggi saranno pubblicati i dati riferiti alla Spagna e alla Germania, ad un paese considerato tra gli anelli deboli dell’UE e uno considerato il motore dell’euro.

Il problema è che i ruoli potrebbero essere invertiti visto che si aspetta una diminuzione del numero dei disoccupati in Spagna con un passaggio da 74,3 mila unità fino a 50,3 mila unità ed un contestuale aumento del numero degli inoccupati in Germania con il passaggio della platea dei senza lavoro tedeschi da 5 mila ad 11 mila unità.

L’ultimo dato da tenere in considerazione è quello legato alla Banca Centrale Europea che dovrebbe pubblicare i dati relativi agli euro in circolazione e nei depositi bancari. Se il valore sarà superiore alle attese ci potrebbe essere un movimento rialzista dell’euro.

Cosa influisce sulla sterlina

 Il mercato ForEX è uno dei più interessanti a livello d’investimenti ma va tenuto sotto stretta osservazione per via del fatto che i cambiamenti dei rapporti tra le valute e le oscillazioni delle quotazioni delle singole monete, sono molto sensili alla politica e alla società.

L’avvio del 2013 è stato caratterizzato da numerose pubblicazioni, soprattutto legate agli indici della produzione industriale. Il PMI americano per esempio, ha contribuito con il fiscal cliff, a far volare Wall Street. Prima di considerare il mercato del dollaro, diamo uno sguardo ai dati che possono influire oggi sull’andamento della sterlina.

La sterlina, che nel mercato ForEX è identificata con l’acronimo GBP sarà influenzata dalla pubblicazione dell’House Price Index che misura il cambiamento dei prezzi degli immobili messi in vendita sul mercato. In genere un aumento dei prezzi fa da stimolo al settore immobiliare e ne certifica in qualche modo la buona salute. Se il valore diffuso nella giornata di oggi sarà superiore alle attese ci potrebbe essere un apprezzamento della sterlina.

Il secondo dato che potrebbe influire su questa moneta è l’indice PMI costruzioni che registra l’andamento del settore delle costruzioni nel Regno Unito. Gli analisti si aspettano un miglioramento dell’indice nonostante la Gran Bretagna resti nel recinto della “contrazione”.

Il terzo elemento da tenere in considerazione oggi è il report trimestrale della Bank of England che fotografa le condizioni economiche del Regno Unito e le condizioni di accesso al credito per le imprese.

Tassi Italia-UE, c’è troppa differenza

 Le associazioni di consumatori iniziano l’anno con una serie di accuse che da un lato evidenziano la penalizzazione a livello europeo dei cittadini italiani, e dall’altro mettono in guardia tutti rispetto al comportamento delle banche.

Sono trascorsi ben 12 mesi, dal novembre del 2011 all’ottobre del 2012, un arco di tempo sufficiente per avere un quadro preciso di quel che è successo ai tassi d’interesse applicati dalle banche su mutui e prestiti. L’aumento degli spread ha consentito agli istituti di credito, specie in Italia, di acquistare liquidità a tassi agevolati dalla BCE, senza un reale “guadagno” per i cittadini che al contrario si sono visti applicare differenziali troppo alti.

L’incremento dello spread ha praticamente raddoppiato la differenza tra i tassi medi applicati nel nostro paese e quelli medi che sono in vigore nel resto dei paesi dell’area Euro.

Il dato di cui stiamo parlando è stato rendicontato dall’Adusbef e da Federconsumatori che hanno illustrato in termini quantitativi la penalizzazione degli italiani rispetto agli omologhi cittadini dell’Unione Europea, almeno sul versante mutui e prestiti.

In pratica il differenziale, nel novembre del 2011, tra Italia e UE era di 67 punti per i mutui e di 84 punti per i prestiti. Nel giro di un anno si è passati ad uno spread di 139 punti per i mutui e di 188 punti per i prestiti. Cosa vuol dire praticamente?

Che un mutuatario italiano che chieda un prestito di 100.000 euro da rimborsare in 30 anni pagherà rate di 72 euro più pesanti rispetto ad  un altro cittadino europeo e per un prestito di 30.000 euro da rimborsare in 10 anni, invece, pagherà 5 euro di più al mese.

Accordo sul fiscal cliff: volano le borse

 Le borse europee gioiscono dell’accordo raggiunto sul fiscal cliff. L’accordo siglato tra l’amministrazione Obama e il Congresso mette al sicuro l’America dall’ipotesi recessione. Le borse ringraziano e si entusiasmano. In Europa è la prima seduta dell’anno e tutti chiudono in rialzo.

La migliore delle piazze è quella di Milano che vede crescere in modo interessante, di circa 3 punti percentuali, l’indice Ftse Mib e assiste contemporaneamente alla discesa dello spread fino a 287 punti, la cosiddetta soglia Monti. Lo stesso ex premier, dal suo Twitter, gioisce per il traguardo raggiunto, segnando un altro punto a favore dell’Esecutivo tecnico.

A guardare meglio quel che succede alla borsa di Milano di scopre che ad un +3,81% dell’indice Ftse Mib, corrisponde un +3,68% dell’indice All-share e tutto dipende in gran parte dalla performance dei titoli bancari. A brillare è soprattutto il titolo della Banca Popolare dell’Emilia Romagna che fa registrare un bel salto del 5,74 per cento. Ma vanno bene anche Ubibanca, con il +5,20%, Intesa Sanpaolo con il +5,46% e Unicredit con il +3,89%.

E se le borse europee esultano, non è da meno Wall Street che in apertura registra un balzo in avanti del Nasdaq che recupera 2,46 punti percentuali e del Dow Jones stesso che fa segnare un +1,88%. A contribuire a questi rialzi non c’è soltanto l’accordo sul fiscal cliff ma anche l’indice manifatturiero che a dicembre è arrivato fino a quota 50,7 punti.

Nel 2013 si potrà investire tranquillamente sulle commodities

 Il 2012 si è finalmente concluso, portando via con sé le paure e le incertezze legate alla crisi economica che ha investito tutte le economie dei paesi sviluppati. Molti analisti sono concordi nel dire che questo nuovo anno si aprirà con un clima diverso che dovrebbe riportare i mercati alla normalità anche nel caso delle commodities, uno dei settori di investimento maggiormente colpiti in questo recente passato.

Il prezzo del petrolio continuerà a crescere nel corso dell’anno, soprattutto grazie all’aumento della produzione statunitense, che porterà il Brent in aumento del 4% e l’olio combustibile del 2% rispetto allo scorso anno.

La crescita dell’economia cinese, che quest’anno dovrebbe far registrare una crescita del Pil di almeno l’8%, si ripercuoterà sui prezzi dei metalli: in discesa quelli di ferro e acciai, in salita, invece, le quotazioni di rame, l’alluminio, il piombo, lo zinco, lo stagno e il nickel.

L’agricoltura rimane sempre un settore ad alto rischio, non solo per le congiunture economiche, ma soprattutto per quelle naturali. Tendenzialmente, comunque, per l’anno a venire, è previsto un lieve incremento dei cereali USA e del legname di conifere, mentre variazioni negative sono attese per la a lana e il cotone e, soprattutto, per la gomma.

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Il Conto Barclays Business Professional non prevede il pagamento di costi per le scritture contabili, né per le operazioni allo sportello o in filiale. Dove stanno i vantaggi? Nella possibilità di farsi rete con i propri collaboratori, anche sotto il profilo finanziario.

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Gli strumenti di pagamento elencati, dal bancomat, alla carta di credito, fino all’home banking e al carnet di assegni, non sono rilasciati automaticamente, ma vengono attribuiti al cliente sulla base della valutazione della banca.

Nel canone, che è di 10 euro al mese, sono incluse le operazioni in filiale e quelle online illimitate e  le spese d’invio dell’estratto conto.

Conto Essential Web

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Il canone mensile da corrispondere per il conto Essential Web è di 1 euro al mese e garantisce l’operatività via internet e l’invio delle comunicazioni online in forma gratuita. In alternativa, al costo di 77 centesimi, il cliente può chiedere di avere le comunicazioni via posta.

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Nel costo del canone è compresa anche una carta di debito, il pagoBancomat Cirrus – Maestro. I prelievi, è molto importante tenerlo a mente, sono gratuiti presso tutti i bancomat Barclays in Italia e fino a 50 prelievi annui fatti presso gli ATM di altri istituti di credito, o all’estero, non si pagano commissioni aggiuntive.

Per i prelievi oltre il numero consentito, fatti all’estero, si pagheranno poi due euro; l’imposta di bollo rispetta la normativa vigente mentre non sono incluse nel pacchetto le carte di credito.