L’IVA al 22% incide sulle spese di casa

 Nella legge di Stabilità è stato definito l’aumento dell’IVA dal 21 al 22 per cento a partire dal primo luglio del 2013. Questo provvedimento, che difficilmente sarà messo in cantina dal prossimo governo, mina alla base i consumi degli italiani.

Qualcuno ha parlato di consumi evidenziando che in questa situazione i nostro connazionali spenderanno meno per la spesa, per lo svago, per i beni di lusso. In realtà con un provvedimento come questo aumentano di molto anche le spese per la casa, eccezion fatta per i casi in cui si applicano comunque le aliquote ridotte al 10 e al 4 per cento.

Per tutti gli altri le tariffe saranno ritoccate all’insù. Basta pensare che tutti gli interventi di sistemazione di una casa che coinvolgano i professionisti, saranno sottoposti all’aumento dell’IVA. Per esempio la prestazione di geometri, architetti o ingegneri durante la ristrutturazione, ma anche i compensi corrisposti per l’ottenimento della certificazione energetica.

L’IVA al 22 per cento, che sarà inserita nella parcella di questi professionisti, riguarda anche l’acquisto di oggetti d’arredamento, mobili ed elettrodomestici. C’è invece un po’ di confusione riguardo i lavori veri e propri perché paradossalmente farseli da soli costa di più, visto che all’acquisto dei materiali è applicata l’IVA al 22 per cento mentre le ristrutturazioni rientrano nel campo dell’IVA agevolata al 10 per cento.

Particolarità delle imprese famigliari

 Le imprese famigliari sono un particolare tipo di imprese per le quali esistono delle leggi speciali. Un imprenditore che tra i collaboratori abbia soltanto o per la maggior parte famigliari, è sicuramente diverso al titolare di un’azienda standard.

L’impresa famigliare è quella in cui i collaboratori scelti dal titolare sono famigliari veri, nel senso che vale l’esistenza della famiglia mentre non è considerata rilevante la convivenza di fatto.

Il fisco invita tutti coloro che vogliono costituire un’impresa famigliare a valutare i tempi per farlo visto che l’efficacia temporale di alcune scelte può essere diluita nel tempo, anche se si parla di effetti tributari. Proviamo a fare un esempio.

Ci sono le imprese famigliari che non sono ancora state attivate e quelle che esistono già ma sono composte soltanto dal titolare.

Nel primo caso l’enunciazione dell’impresa famigliare ha effetto immediato, il che vuol dire che se la stipula avviene nel 2012, il reddito del 2012 è già diviso tra titolare e collaboratori. Se invece si tratta del secondo tipo d’impresa, l’ingresso nella stessa di un famigliare, è sottoposto a regole diverse.

In pratica, l’ingresso di un famigliare nell’impresa durante il 2012, ha un effetto sull’attribuzione del reddito soltanto dal 2013 in poi, quindi avrà un effetto tributario soltanto con l’UNICO 2012.

Iw Bank: è la migliore surroga anche a tasso variabile

 Nessuna spesa d’istruttoria e la perizia e l’assicurazione sono gratuite. Come si fa a non approfittare di questi vantaggi? Se lo chiedono tutti gli aspiranti mutuatari che sono alla ricerca della migliore surroga a tasso variabile. Iw Bank è la risposta esatta, almeno secondo MutuiOnline.

Il portale in questione ha recensito le migliori proposte del momento, poi abbiamo fissato l’attenzione sulla migliore proposta di mutuo a tasso fisso, di mutuo a tasso variabile o sulla proposta di migliore surroga a tasso fisso.

E’ quindi arrivato il momento di esplicitare le caratteristiche della migliore surroga a tasso variabile, che è sempre a cura di Iw Bank. In questo caso l’indice di riferimento per la definizione del tasso è l’Euribor a 3 mesi/365 cui si deve aggiungere lo spread dell’istituto di credito pari al 3 per cento. 

La durata prevista per il rimborso del finanziamento oscilla tra i 10 e i 30 anni con scadenze quinquennali. L’importo finanziabile è pari all’80 per cento del valore dell’immobile, definito durante la perizia tecnica a carico della banca. Si va da un importo minimo di 80 mila euro ad un importo massimo pari a 500 mila euro.

L’erogazione del finanziamento avviene in modo contestuale all’atto notarile ed è legata all’apertura di un conto corrente con il conseguente accredito dello stipendio sul conto stesso.

 

 

La surroga a tasso fisso di Iw Bank

 Se non avete intenzione di sottoscrivere un mutuo ma nel vostro mirino c’è una surroga, sia a tasso fisso, sia a tasso variabile, la migliore scelta è quella di Iw Bank. A recensire i due prodotti ci ha pensato proprio MutuiOnline. Del portale in questione abbiamo visto una panoramica dei migliori mutui e poi abbiamo zoomato sulle migliori proposte a tasso fisso – WeBank – e su quelle a tasso variabile, Deutsche Bank.

Tra i vantaggi e le promozioni della surroga a tasso fisso di Iw Bank ci sono l’assenza di spese d’istruttoria e la gratuità della perizia e dell’assicurazione. Si tratta di un prodotto riservato ai privati residenti in Italia da almeno 3 anni che non hanno subito protesti, procedure fallimentari o pignoramenti.

Il tasso proposto per la surroga è un fisso calcolato come somma tra l’EURIRS di periodo e uno spread che è del 3 per cento. Il finanziamento può poi essere rimborsato in 10, 15, 20, 25 o 30 anni. In generale l’importo minimo finanziabile è di 80 mila euro e si può arrivare fino ad un massimo di 500 mila.

E’ molto importante il fatto che i costi siano contenuti, grazie all’assenza di spese d’istruttoria, di perizia, grazie all’assenza delle spese periodiche e dell’imposta che nel caso di surroga non è dovuta. Per conoscere i dettagli del prodotto si può visionare la scheda del mutuo disposta da MutuiOnline.

Il miglior mutuo a tasso fisso è di WeBank

 MutuiOnline, come tutti i giorni, stila una classifica dei migliori mutui in circolazione dividendo i mutui a tasso variabile da quelli a tasso fisso e distinguendo tra mutui e surroghe. Abbiamo già visto le migliori proposte valide oggi, ed abbiamo analizzato il miglior mutuo a tasso variabile che è quello di Deutsche Bank.

Adesso prendiamo in esame il miglior mutuo a tasso fisso che è quello di WeBank. Tra i vantaggi e le promozioni di questo prodotto rientra l’assenza di spese e penali e l’assicurazione sulla casa regalata dall’istituto di credito, quindi gratuita.

Il mutuo a tasso fisso di WeBank è riservato alle persone che risiedono in Italia da almeno tre anni ed hanno al massimo 60 anni. Al momento dell’estinzione del mutuo, i richiedenti non devono aver superato i 75 anni d’età.

Questo tipo di mutuo prevede che l’importo minimo finanziabile dia di 50 mila euro fino ad un milione di euro o comunque non più dell’80 per cento del minore tra importo di acquisto e valore di perizia.

Il mutuo a tasso fisso di Webank può essere rimborsato in un periodo che oscilla tra 10 e 30 anni. Il tasso è fisso per tutta la durata del finanziamento e si calcola sommando l’IRS di periodo ad uno spread che varia in base alla durata del piano d’ammortamento, all’importo erogato e alla percentuale richiesta.

Il miglior mutuo variabile è di Deutsche Bank

 Deutsche Bank sembra essere passata inosservata agli occhi inquirenti degli aspiranti mutuatari che sono sempre alla ricerca di un finanziamento che si adatti alle loro esigenze e sia erogato da una banca “affidabile”. Il mutuo a tasso variabile dell’istituto di credito tedesco è il migliore del giorno secondo MutuiOnline ed ha un tasso fermo al 3,03%, ma aggiungendo i vari costi, si arriva ad un TAEG del 3,21 per cento.

La rata mensile calcolata è dunque di 556,30 euro. Le condizioni finora espresse sono riservate ai clienti di MutuiOnline, a coloro che risiedono da almeno tre anni in Italia e non hanno superato i 75 anni alla scadenza del mutuo.

Il finanziamento in questione può essere richiesto per l’acquisto della prima o della seconda casa, oppure per ristrutturare un immobile che ha bisogno di qualche ritocco. Il tasso variabile è indicizzato con il parametro Euribor a 3 mesi 360, cui occorre aggiungere uno spread del 2,85 per cento.

A far lievitare il tasso d’interesse fino alla definizione del TAEG, oltre agli interessi, contribuiscono anche le spese d’istruttoria, 500 euro, le spese di perizia, 390 euro, l’imposta sostitutiva che è pari allo 0,25 per cento dell’importo del mutuo erogato in caso di acquisto della prima casa ed è uguale al 2 per cento in caso di acquisto della seconda casa.

Non ci sono spese periodiche e le assicurazioni obbligatorie sono corrisposte dalla banca in forma gratuita.

Il brand cede il passo al private label

 Il 2012 è stato, per l’Italia ma non solo, l’anno della grande crisi. E se non ci sono più soldi disponibili per i soliti acquisti, si prova a non rinunciare alla qualità, cercando delle alternative ai prodotti di marca. Soprattutto in questi ultimi mesi dell’anno si è evidenziato un nuovo trend nella spesa degli italiani, che abbandonano i grandi marchi in favore dei prodotti private label, ossia quei prodotti che vengono immessi nel mercato con il marchio del distributore.

E’ quanto emerge da uno studio dell’Associazione Distribuzione Moderna, che mostra come la quota di mercato dei private label sia cresciuta del 17% in questo ultimo anno, anche se con delle grandi differenze territoriali. Infatti, i prodotti private label – Coop Italia, Esselunga, Pam – al nord della penisola hanno raggiunto il 35,7% delle vendite totali, mentre al sud si è avuta una crescita molto meno accentuata, lontana dagli standard europei (40% in Gran Bretagna, 34% in Francia).

Il brand, quindi, rimane un lusso che in pochi possono continuare a permettersi. Ciò che conta nelle scelte di acquisto, è il prezzo del prodotto, situazione che mette in pericolo soprattutto la sopravvivenza di quei marchi, garanzia del Made in Italy, che sempre più spesso sono offuscati dalle offerte e dagli sconti che solo le grandi catene di distribuzione possono permettersi di fare.

Il Natale nero degli americani

 Il Natale è passato e gli Stati Uniti sperano che il periodo post vacanze sia meglio di quello appena trascorso, in modo particolare i commercianti che hanno passato il loro peggior Natale dal 2008, anno in cui gli Stati Uniti erano in recessione.

Dal 28 ottobre al 24 dicembre, secondo i dati di MasterCard Advisors SpendingPulse, le vendite sono aumentate solo dello 0,7%, a fronte di un +2% registrato lo scorso anno. La stima è in linea con le  altre che parlavano già nei mesi precedenti di una crescita debole, in un periodo in cui i rivenditori riescono a guadagnare circa la metà dei loro profitti annuali.

Le peggiori performance si sono avute nella zona dell’Atlantico, duramente colpita dall’uragano Sandy, ma gli americani tutti hanno frenato gli acquisti a causa delle preoccupazioni sul fatto che a Washington c’è ancora una grande incertezza sul raggiungimento di un accordo per evitare gli aumenti delle tasse e i tagli alla spesa. E’ Brian Sozzi, capo analista dei titoli azionari di NBG Productions ha dare il quadro della situazione:

Chi vuole il debito sulla carta di credito nel mese di gennaio, quando ci saranno il 2 per cento di controlli e un anno di aliquote fiscali più elevate sui redditi?

Toyota pagherà 1,1 miliardi di dollari, ma non si ferma la sua corsa sul mercato automobilistico

 Si è conclusa la class action contro la casa automobilistica giapponese che ha accettato di pagare più di un miliardo di dollari per risarcire gli automobilisti americani.

La somma che la Toyota sborserà per rimborsare tutti coloro che hanno acquistato delle auto difettose – auto che improvvisamente acceleravano perché il pedale rimaneva incastrato nel tappetino per un difetto di progettazione – servirà sia per installare dei nuovi sistemi di sicurezza sulle auto e per rimborsare i 16 milioni di americani che hanno partecipato alla causa collettiva.

Il tribunale federale di Santa Ana, in California, ha deciso di chiedere alla casa automobilistica la cifra più alta mai richiesta in simili circostanze, ma questo non ferma la corsa della Toyota sul mercato, che si appresta a tornare la prima casa automobilistica al mondo e punta su vendite record nel 2013.

Per il prossimo anno la Toyota ha infatti stimato una crescita delle vendite del 2%, per un totale di 9,91 milioni di veicoli, dopo un 2012 che si è concluso con un +22% (9,7 milioni di automobili immatricolate). Un risultato che permette alla casa nipponica di ottenere il titolo di campione di vendite, superando agevolmente General Motors e Volkswagen, soprattutto grazie all’aumento della domanda negli Stati Uniti e in Asia.

Usa, allarme per il debito e per il Fiscal Cliff

 Vacanze più brevi del previsto per il Presidente americano Barack Obama. Il Tesoro degli Stati Uniti ha previsto che il tetto del debito sarà raggiunto non durante il corso del prossimo anno come previsto nel 2011, ma si arriverà a quota 16.400 miliardi di dollari già entro il 31 dicembre.

Questo vuol dire che, a meno di 5 giorni dal Fiscal Cliff, per Obama si presenta una nuova sfida, forse anche più importante, cioè quella di evitare il default del paese.

Il Ministro del Tesoro Timothy Geithner ha spiegato che si adotteranno delle misure straordinarie per riuscire a posticipare il default. E’ necessario trovare 200 miliardi di dollari, in modo che la cifra massima prevista per il debito non venga raggiunta.

Non è ancora stato chiarito di che tipo di manovre si tratta né di quanto tempo queste misure resteranno in vigore, quel che è certo è che i giorni a disposizione sono davvero pochi e dopo l’ennesimo fallimento delle trattative tra democratici e repubblicani, con la bocciatura del piano di emergenza dello speaker della camera Bohener, allontana sempre di più le speranze di arrivare ad un accordo.

Il presidente Obama, già da queste ore, è al lavoro per cercare una soluzione, ma il popolo americano sta perdendo la fiducia: secondo gli ultimi sondaggi, la percentuale degli americani che crede ancora che si troverà l’accordo è scesa di 7 punti percentuali.