Lo Stato batte cassa con le lotterie

 Lo Stato italiano si avvia verso il nuovo anno con tantissime novità per i contribuenti. Basta pensare a tutte le norme inserite nella Legge di Stabilità. Una delle cose più strabilianti è la rinuncia all’IMU che a tutti gli effetti, dall’anno prossimo, diventa una tassa municipale.

Lo Stato dà inoltre la possibilità ai Comuni e alle Regioni di aumentare l’aliquota addizionale. I Comuni lo potranno fare dal 2013 e ha scelto di ritoccare all’insù le “tariffe”, un’amministrazione su tre, mentre le Regioni potranno farlo dal 2014. Le addizionali peseranno sulle buste paga dei cittadini che saranno d’altro canto “tenuti buoni” dall’incremento dei bonus famiglia.

Le imprese, invece e così arriviamo al cuore del nostro discorso, si troveranno a far fronte ad un incremento del prelievo fiscale sulle video lotterie. La tassazione sulle somme giocate, il cosiddetto Preu (prelievo erariale unico) passa dal 4,5 al 5 per cento.

Limitazioni anche per quel che riguarda la pubblicità de giochi. Secondo le disposizione contenute nel decreto Balduzzi, il volume dell’advertising sarà più contenuto. Salta infatti la proroga contenuta nel maxiemendamento alla legge di stabilità.

Per quanto riguarda le video slot la tassa sale al 6 per cento per tutte le vincite superiori ai 500 euro. Da gennaio, infine, sarà indetta una gara per l’apertura di mille nuove sale da poker anche se quello online, dice il governo, potrebbe essere presto abolito.

Cipro a rischio default

Ci sono nuovamente brutte notizie per Cipro. Il suo rating è stato declassato dal punteggio B al punteggio CCC+ dall’agenzia di Rating Standard & Poor’s. Per l’agenzia, inoltre, il rischio che il debito cipriota implichi l’azzeramento e il default del Paese è nettamente progredito.

A cosa si deve il declassamento del rating di Cipro? A seguito dell’ultimo downgrade (in data 17 ottobre 2012) si è verificato un deterioramento. La pressione finanziaria e l’incertezza ora si fanno sentire maggiormente su Nicosia e dintorni.

Appaiono inoltre sempre più limitate le opzioni di finanziamento del Governo. I Partner d’area dell’Eurozona non fanno che esitare. La crisi bancaria, d’altronde, è nell’aria da tempo e i costi sono altissimi. Ecco perché Standard & Poor’s parlano di rischio default. Un rischio che cresce di giorno in giorno e che va tenuto in considerazione.

Nel giugno di quest’anno Cipro ha chiesto assistenza alla Troika. Ma le trattative sono state lente e passive. La negoziazione ha fatto registrare timidamente alcuni progressi soltanto nelle ultime settimane. In ballo c’è la negoziazione dei termini di un memorandum of undertanding che stenta però a decollare.

Secondo S % P, l’esitazione dei partner d’area e il mancato decollo delle trattative con la Troika sono dovuti al fatto che non vi è ancora una soluzione al modo in cui aiutare Cipro e il suo sistema bancario. Il downgrade, se le pressioni e l’incertezza dovessero protrarsi sarà dunque necessario.

L’IMU diventa municipale

 Dopo la reintroduzione dell’imposta sugli immobili, per i cittadini c’è stata molta confusione, legata soprattutto al fatto che si voleva interpretare l’IMU come una versione rivisitata e corretta dell’ICI. In effetti qualcosa in comune, queste due imposte, ce l’hanno ma l’IMU cambierà pelle ancora nel 2013.

Se vi siete avvalsi dell’aiuto di un Caf per il calcolo dell’IMU e per la compilazione dell’F24 necessario al pagamento dell’imposta, avete notato l’inserimento di due codici distinti per far sì che una parte dei soldi fosse versata allo Stato e l’altra rimanesse nelle casse del Comune. Ma come? L’IMU non è un’imposta municipale?

La risposta è affermativa se si guarda al 2013, anno in cui l’IMU diventerà municipale di nome e di fatto. Il secondo anno di vita dell’IMU, dunque, sarà caratterizzato dalla trasformazione dell’imposta. Gioiscono i sindaci che si vedranno recapitare per intero nel portafoglio comunale il gettito legate alle abitazioni.

Lo Stato non resterà a bocca asciutta ma conserverà il gettito sui capannoni e sugli opifici.

Ne guadagnano tanto i cittadini anche in termini di semplificazione degli adempimenti, visto che sul prossimo F24 si dovrà inserire un solo codice tributo e le aliquote di partenza saranno ancora le stesse: lo 0,4 per cento sulla prima casa e lo 0,76 per cento sulle altre case.

Pressione fiscale e debito fiscale: cosa cambia?

 In Italia esiste un Fondo dove si accumula denaro da usare per ridurre la pressione fiscale sui contribuenti. Questo fondo è alimentato di volta in volta da una serie di manovre. Secondo le premesse alla Legge di Stabilità, il fondo in questione doveva nutrirsi dei risparmi di spesa per interessi sui titoli pubblici.

Poi si disse che il fondo doveva essere alimentato dal recupero dei contributi non precedentemente versati. L’ultima notizia legata all’approvazione della Legge di Stabilità, dice che i soldi del fondo daranno attinti dalle risorse che derivano dall’evasione fiscale e dalla riduzione delle spese fiscali.

Collaborando con il fisco nella lotta all’evasione, dunque, si ottiene sul lungo periodo uno sconto sulle tasse con il conseguente allentamento della pressione fiscale. Per questo dal 2013 il Documento di economia e finanza conterrà la valutazione delle entrate che derivano dal contrasto dell’evasione fiscale.

I soldi di questa attività che andranno a finire nel fondo saranno al netto delle spese utili a mantenere l’equilibrio di bilancio o a ridurre il rapporto tra debito e PIL.

Per alleggerire, inoltre, le attività dell’Erario ci sarà un azzeramento dei vecchi debiti con il fisco e si potrà ottenere l’annullamento delle cartelle “pazze” in modo più semplice: entro 90 giorni dalla notifica il contribuente deve presentare una dichiarazione in cui prova che gli atti emessi dal creditore sono invalidi e se l’amministrazione non risponde in 220 giorni le cartelle sono annullate di diritto.

IVA, IRPEF E Tobin Tax: cosa cambia per l’Italia

 È stata firmata la legge di stabilità che regala agli italiani un bel pacchetto di aumenti, attivi già dal primo mese del 2013 con un alleggerimento delle buste paga dovuto agli incrementi degli addizionali locali. Ma qual è nel dettaglio la novità in materia di IVA, di IRPEF e tassa sulle rendite finanziarie?

Le prime due aliquote IRPEF, quelle associate ai redditi più bassi, non saranno tagliate come precedentemente promesso. Il fatto è che non ci sono i fondi per sostenere questo tipo d’intervento. Il Parlamento, in più, ha disposto l’aumento dell’IVA di un punto percentuale a partire dal primo luglio 2013.

Il Parlamento aveva intenzione di finanziare gli sconti IRPEF ma l’aumento dell’IVA non sarà sufficiente in tal senso e quindi sono stati approvati soltanto i bonus per le famiglie numerose. Cosa vuol dire? Che a partire dal primo gennaio 2013 per i figli ac carico, siano essi la prole naturale, i figli adottati, affiliati o affidati, ci saranno sconti di 950 euro, dagli 800 previsti l’anno scorso.

Sconti che salgono fino a 1350 euro in caso di portatori di handicap. Per quanto riguarda le regioni, non potranno rimodulare gli addizionali con sconti e detrazioni per il 2013, ma le manovre locali dovranno essere rinviate al 2014.

Per quanto riguarda la Tobin tax si apprende che sarà applicata un’aliquota dello 0,1 per cento per le operazioni sui mercati regolamentati e un’aliquota dello 0,2 per cento per le operazioni sui mercati Otc.

Il PIL nel 2013: ancora un anno non florido

 Le previsioni sull’incremento del PIL nel 2013, adesso, sono molto più caute che alla fine dell’estate quando gli analisti, spinti dall’entusiasmo dei mercati, avevano parlato di ripresa già a partire dal prossimo anno. Oggi è stato spostato il limite temporale dell’inversione di tendenza e poi si è passati a parlare di stallo piuttosto che di crescita.

Questo vuol dire che la ripresa tanto agognata non ci sarà nel 2013 ma occorrerà attendere il 2014 per tornare a sorridere. Speculazione? Non proprio. La base dati su cui sono costruite queste intuizioni, è quella del rapporto AFO 2012 2014, lo stesso che ha preso in esame il perdurare della sofferenza delle banche.

Secondo l’ABI, il 2012 si concluderà con una contrazione del PIL pari al 2,1 per cento e nel 2013, l’anno prossimo, si avrà ancora una flessione dello 0,6 confermata dai dati del primo semestre cui ne seguirà un altro in lieve rialzo.

Il saldo sarà maggiormente benaugurante nel 2014, quando si porterà a casa un risultato interessante: il +0,8% del PIL, una crescita lieve ma comunque di crescita di parla.

Molto più pessimistico dell’ABI, il CER che prevede una flessione dell’attività produttiva italiane anche nel 2013, pari all’1 per cento con una leggerissima ripresa nel 2014 che non supererà lo 0,6 per cento.

Banche in recessione anche nel 2013

Il 2013 non sarà foriero di novità per gli istituti bancari. La cattiva qualità del credito, nonché il rapporto tra le sofferenze e gli impieghi, poteranno le banche a vivere senza pausa un nuovo periodo di recessione.

Lo sottolinea il rapporto previsione ABI/AFO, presentato a Roma nelle scorse ore. Fino al 2014 il rapporto tra impieghi e sofferenze si attesterà su un 7,3% che non fa ben sperare. Un valore più alto di questo, che è paradossalmente negativo in termini economici, va trovato scavando negli archivi del 1998.

L’ABI, presentando il suo financial outlook descrive la situazione spiegando che gli impieghi a residenti saranno prede di una stagnazione. Soltanto tra due anni si raggiungeranno dei tassi simili a quelli di crescita del Prodotto Interno Lordo, che in ogni caso non supereranno mai il 3%. L’aumento del rischio credito, per l’ABI, sarà un consistente stop alla crescita dei prestiti.

Raccolta

Soltanto la raccolta sarà in crescita. Si tratta dell’unica nota positiva comunicata dall’ABI nell’Outlook finanziario. Aumenterà del 2,9% rispetto allo scorso anno. Un aumento su base annua che nel 2013 raggiungerà il 3%. In previsione, dunque, possiamo aspettarci una diminuzione dello squilibrio tra impieghi e raccolta. Diminuzione di 5,5 punti in percentuale.

Cala la crescita del Pil, e calerà dello 0,6% anche nel prossimo anno. La ripresa economica, con il Prodotto Interno Lordo che crescerà dello 0,8%, dunque, arriverà soltanto nel 2014.

Il settore bancario è debole anche dal punto di vista della redditività. La sua salvaguardia è vincolata ad una politca di controllo più attenta, abbinata ad una forte riduzione dei costi.

Cosa cambia per l’Italia a livello di tassazione

 Gli italiani, ascoltando le relazioni sulla legge di stabilità, non avrebbero assolutamente voluto apprendere i cambiamenti relativi alle tasse locali. Dopo una serie di premesse, il sacrificio chiesto agli italiani, per il 2013, passa anche dal pagamento dei super addizionali.

Il 2012 chiude all’insegna dei rincari. Per i Comuni è arrivato il momento di battere cassa e non soltanto attraverso l’IMU ma anche attraverso l’estensione degli addizionali che si applicano al reddito e finiscono per ridurre la ricchezza a disposizione delle famiglie.

Con la legge di stabilità, quindi, l’aumento delle detrazioni per i figli a carico, potrebbe essere polverizzato dall’aumento del prelievo fiscale.

Gli effetti delle decisioni dei primi cittadini saranno immediatamente palpabili nelle buste paga di gennaio che dovranno recepire gli aumenti delle addizionali. Secondo una relazione fatta sui database del dipartimento delle Finanze, si scopre tra l’altro che quasi un comune su tre ha aumento l’addizionale IRPEF per i suoi cittadini.

I comuni in cui sono stati decisi gli aumenti sono 2482, di questi, 211 applicano l’addizionale per la prima volta. In 2278 comuni il passaggio da un anno all’altro non determinerà aumenti e in soli 31 comuni con l’arrivo del nuovo anno ci saranno degli sconti.

Se poi vogliamo guardare soltanto ai capoluoghi di provincia, scopriamo che nel 51,5% dei casi c’è un aumento del prelievo fiscale tramite gli addizionali.

Il prezzo dell’oro è ai minimi da agosto

 Stanno avendo conferme le previsioni degli analisti che hanno sconfessato una ventata di aumenti generalizzati per l’oro. Il metallo giallo, sebbene non abbia perso lo status di bene rifugio, è molto più insensibile agli acquisti delle banche centrali e subisce molto di più le vendite sul mercato.

L’oro, da dieci anni a questa parte, ha visto aumentare in modo incredibile le quotazioni per poi perdere terreno in modo altrettanto veloce. Il rally sembra adesso in una fase di stallo e i rialzi previsti all’inizio dell’anno potrebbero non essere confermati nei consuntivi di fine anno.

I rialzi dei prezzi alla fine del 2012, sono stati complessivamente del 5 per cento. Per il dodicesimo anno consecutivo si archivia un’annata in positivo ma i rialzi sono i più bassi dal 2008 a questa parte e, soprattutto, sono inferiori a quelli della maggior parte delle materie prime.

Il prezzo dell’oro, in seguito all’intensificarsi delle vendite, è arrivato a 1661 dollari l’oncia, dopo aver toccato un picco negativo al 1636,23 dollari. Questo movimento è dovuto ad un maxi ordine di vendita al Comex che ha instaurato una reazione a catena.

Il prezzo dell’oro è rimasto poi insensibili all’annuncio della banca centrale brasiliana che in tre mesi ha raddoppiato le sue riserve auree portandole a 2,16 milioni di once.

La sofferenza delle banche in aumento

 Ci siamo abituati in questi mesi ad additare le banche come maggiori responsabili dell’attuale crisi economica. All’origine della crisi americana c’era lo scandalo Lehman Brothers, in Europa, la crisi del debito si lega alla sussistenza del settore creditizio.

Non sono le paranoie di un vecchio analista, ma i risultati di un’analisi confermata anche dall’ultimo Rapporto di previsione Afo 2012-2014 pubblicato dal’ABI dove si prende atto di una crisi strutturale del sistema bancario che non sarà risolta nel breve periodo.

Le banche italiane, partiamo da quelle che sono più vicine a noi, dovranno esporsi ancora di più. Questa esposizione comporta che le banche, come spiega l’Abi, aumentino la quota di crediti inesigibili, radice della sofferenza degli istituti di credito.

Attualmente i crediti inesigibili rappresentano il 6,05% degli impieghi delle banche ma in due anni questa quota percentuale potrebbe salire fino al 7,3 per cento. L’aggravarsi della situazione è da imputare al peggioramento della condizione economica.

La conseguenza immediata si vedrà poi sui prestiti alle famiglie. Chi investe in opzioni binarie farà bene a cercare nel mercato e nelle relazioni delle banche segnali di conferma o di diniego della situazione prevista dall’ABI.

Il settore bancario dovrebbe ancora restare in un recinto di sofferenza nonostante l’allentamento della pressione sui mercati abbia risolto molti problemi di liquidità.