I conti dell’IMU

 L’imposta sulla proprietà degli immobili è stata una delle imposte maggiormente criticate dai contribuenti che avevano beneficiato dell’abolizione dell’ICI voluta da Berlusconi e che si sono trovate a pagare l’imposta sulla casa con il governo Monti.

Il termine ultimo per il saldo dell’IMU è scaduto all’inizio della settimana e il malcontento è palpabile visto che la reintroduzione dell’imposta, nella maggior parte dei casi, ha impoverito il bilancio delle famiglie che si sono ritrovate a fare i conti con un portafoglio molto più leggero.

Se la tredicesima, come dicono gli analisti, è stata usata in gran parte per il pagamento dell’IMU, vuol dire che gli italiani avranno meno soldi a disposizione da spendere nei regali di Natale.

Il tema è stato approfondito molto sia dalla finanza che dai CAF. A livello finanziario ci si è concentrati sulle oscillazioni dello spread in seguito all’annuncio di Monti che ha deciso di lasciare le redini del governo subito dopo l’approvazione della legge di stabilità. Sembra che l’aumento dello spread della settimana scorsa abbia vanificato gli sforzi fatti per pagare l’IMU.

Per quanto riguarda i CAF, questi hanno fatto notare che un comune su 3 ha deciso di aumentare l’imposta sulla prima casa e questo vuol dire che a fare le spese della reintroduzione dell’IMU ci sono soprattutto i possessori delle seconde case. I tassi più “maggiorati” sono stati introdotti dalle città del centro Italia.

Unico 2013: qualche novità dalla bozza

 L’Agenzia delle Entrate sta pubblicando in bozza tutti i modelli di dichiarazione dei redditi per consentire ai contribuenti che gestiscono autonomamente la propria contabilità, nonché agli intermediari abilitati, di capire le novità in materia di normativa fiscale e tributaria.

Abbiamo già visto le bozze del modello 730, del modello 770 ordinario e semplificato, del modello IRAP e del modello Unico per gli enti non commerciali. Adesso parliamo dell’Unico per le società di persone e per le società di capitali.

Le maggiori novità riguardano un quadro particolare della dichiarazione, l’RU. Anche se il primo elemento da prendere in considerazione è che ci sarà un parte riservata per indicare le situazioni in cui si disapplica la disciplina delle società di comodo o quella in cui la società è in perdita sistemica.

Unico 2013 SP. I contribuenti che presentano questa dichiarazione e la svincolano dall’IVA, possono inserire nel quadro RX, nella sezione III tutti i dati relativi all’imposta dovuta o a credito e l’eventuale IVA di cui si chiede il rimborso.

Per la detrazione delle spese sostenute e finalizzate al recupero del patrimonio edilizio occorre usare il quadro RP e si possono notare subito maggiori sconti, si è passati al 50 per cento dal 36% dello sconto dell’anno scorso.

Ue chiede all’Italia di estinguere il debito

Il bilancio a breve termine per l’Italia non è negativo. A dirlo è il Parlamento Europeo. Il problema, però, riguarda la lunga tratta. Sul lungo tragitto, infatti, i rischi di stress di bilancio vengono condizionati alla totale applicazione del consolidamento (“ambizioso”) che è in corso.

La Commissione Ue rilascia il suo rapporto annuale riguardante la sostenibilità dei conti. Secondo Bruxelles la situazione attuale italiana non è delle migliori, ma il problema più grande non è quello immediato ma quello che riguarderà il debito. In altri termini, secondo Bruxelles, sulla base delle attuali politiche il debito italiano potrebbe scendere solo durante (oppure) oltre il medio termine.

Il problema è che la sostenibilità dei conti pubblici (come è sottolineato nel rapporto) è condizionata dalla totale implementazione del consolidamento fiscale in corso. Un consolidamento che appare ambizioso. Inoltre è condizionata dalla volontà di mantenere il surplus primario oltre (di molto) il 2014.

Per la cronaca, ad ottobre 2012 il debito italiano ha sfondato il tetto dei 2.000 miliardi.

Appare inoltre impegnativo raggiungere l’avanzo primario entro due anni. Gli odierni standard internazionali e gli odierni standard storici del nostro Paese fanno si che ci voglia una fortissima determinazione al fine di evitare crolli di natura fiscale.

Secondo gli esperti dell’Unione Europea tale determinazione è necessaria per far si che gli obiettivi vengano raggiunti. Per il momento, comunque, da Bruxelles apprezzano la risolutezza con la quale l’Italia sta procedendo per la riduzione del debito pubblico.

 

Tutte le dichiarazioni aiutano il giudice

 Se alcuni testimoni sono ascoltati dal giudice in ambienti diversi da quelli del tribunale in merito ad un caso specifico, nell’ambito di un processo le loro dichiarazioni possono diventare probatorie.

E’ questo un po’ il senso della sentenza numero 21813 de 5 dicembre scorso con cui la Cassazione è tornata sull’argomento dell’usabilità o nella non utilizzabilità delle dichiarazioni rese da terzi in sede extraprocessuale.

Nel corso degli anni questo tema è stato oggetto di numerose sentenze: dal 2003 ad oggi se ne contano ben cinque in tutto. Ogni dichiarazione ha avuto come obiettivo quello quello di spiegare che tutte le dichiarazioni possono essere portate in giudizio dall’Amministrazione tributaria: sia quelle che ha reso il contribuente interpellato direttamente, sia quello addotte da soggetti terzi.

Tutte le dichiarazioni hanno valore indiziario ma prese da sole non servono a nulla. E’ poi necessario accompagnarle ad una prova certa, ma se questa arriva, le dichiarazioni rese da terzi possono aiutare il giudice a dirimere la questione.

Ecco la pronuncia in esame, così come è riportata da FiscoOggi:

Nel processo tributario le dichiarazioni del terzo, acquisite dalla G.d.f. e trasfuse nel processo verbale di constatazione, a sua volta recepito dall’avviso di accertamento, hanno valore indiziario, concorrendo a formare il convincimento del giudice. Il tutto, se riveste i caratteri all’articolo 2729 cod. civ., dà luogo a presunzioni semplici (artt.39 d.p.r. 600 e 54 d.p.r. 633), generalmente ammissibili nel contenzioso tributario, nonostante il divieto di prova testimoniale”

La consegna fisica della cartella vale ovunque

 E’ stato accettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro un contribuente cui era stato notificato un atto tributario in un luogo diverso dalla sede dell’azienda. Secondo i porporati la consegna fisica di un atto al liquidatore ha validità ovunque.

Cerchiamo di capire cos’è successo partendo dal riassunto della sentenza. Se la notifica di un atto tributario è fatta a mano e l’atto è consegnato fisicamente nelle mani del liquidatore che in genere è il legale rappresentante della società, la notifica è valida ovunque avvenga la consegna.

Non è importante che l’incontro sia nei limiti della sede legale della società, il liquidatore può essere rintracciato anche in un luogo diverso. L’argomentazione addotta dalla Commissione tributaria regionale della Campania ha permesso di accettare il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro il contribuente. Il contenzioso è anche d’ingente valore economico.

La quantità del contenzioso era elevata perché riferita alle imposte del 2006-2007. La notifica è arrivata nel 2010 ma il contribuente ha fatto ricorso dicendo che era sbagliata la dicitura sull’atto di notifica giacché si faceva riferimento alla sede dell’azienda. In realtà il liquidatore era stato raggiunto in un altro momento.

L’appello del contribuente è stato rigettato e invece è stato accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate.

Troppe tasse scoraggiano acquisto immobili

L’Imu incide sull’acquisto degli immobili. Non è (ormai) una novità. Il prelievo patrimoniale che incide sugli immobili ha ormai da molto tempo allargato il suo raggio d’azione. Incide di gran lunga sul mercato immobiliare l’introduzione di diverse imposte. Un dato che contribuisce a colpire dal punto di vista psicologico gli acquirenti (e i presunti tali).

Così, il mercato delle compravendite rischia di corllare definitivamente. I dati in nostro possesso, aggiornati a novembre 2012, confermano tale tendenza. La paura di comprare casa c’è, e si sente. Il calo, per il momento, è superiore al 20%.

E’ opportuno sottolineare che non è solo l’Imu (e il suo pesante e salato pagamento) a pesare sulla scelta di effettuare un investimento nel settore del mattone. Due sono gli altri fattori per i quali gli acquirenti non agiscono oppure agiscono con estrema cautela.

– Le prospettive a breve termine del mercato immobiliare sono sinonimo di profonda crisi;

– C’è una forte concorrenza dei titoli di Stato.

Vediamo sia i pro che i contro:

Contanti

Pagare una casa (da 280.000 euro) in contanti, implica un’ulteriore spesa (di 5.000 euro) per le imposte agevolate e per la parcella del notaio. Una somma che va aggiunta al valore iniziale dell’investimento.

Mutuo

Se non si vuole pagare in contanti si deve ricorrere al Mutuo. Quest’ultimo potrebbe essere dedotto in maniera parziale dalle imposte sui redditi, ma comporta un lungo periodo in cui il proprietario dell’immobile si troverà in una situazione di perenne deficit.

Investimento

Anche per quanto riguarda l’investimento, dal punto di vista finanziario, la situazione non è delle migliori. Consideriamo l’ipotesi di acquistare in contante l’immobile per poi metterlo in affitto. Si registrerebbero delle elevate spese iniziali. Quando si incassano i canoni occorrerebbe calcolare l’incidenza Imu, nonché la cosiddetta ‘cedolare’ secca. Una tassa che porta via addirittura il 21% dei proventi.

Acquisto

C’è chi (raramente) acquista una casa per tenerla semplicemente a disposizione per sperare nel capital gain sul medio periodo. Una follia, se si pensa che andranno pagate tutte le spese ordinarie di gestione, nonché l’IMU (senza alcuno sconto sulle aliquote).

Serenità: la promessa e il conto

 Carifermo pensa ai giovani, alle famiglie a anche agli anziani nella preparazione dei suoi prodotti finanziari. Abbiamo già visto le caratteristiche dei conti correnti per le famiglie e per i giovani. Prendiamo adesso in esame la proposta fatta agli anziani, per cui ci sono due soluzioni.

Futuro ai giovani e serenità agli anziani. Quella della Carifermo sembrano più promesse che proposte di conti correnti. Il pacchetto di servizi pensati per chi è avanti con l’età vogliono garantire la tranquillità delle operazioni, la completezza dei servizi e tutto con il pagamento di un canone mensile “all inclusive”.

Pacchetto Serenità medio. E’ dedicato agli anziani che hanno una movimentazione media del conto e voglio usare canali di comunicazione alternativi a quello dello sportello nella filiale. Per ottenerlo è necessario accreditare la pensione sul conto. Il canone mensile è di 8 euro e comprende 30 operazioni gratuite per ogni trimestre. Per il tasso applicato alle giacenze si rimanda al foglio informativo ma si sa già che addebito di utenze e pagamenti con il POS sono senza spese. Bancomat, CartaSi Classic, Bonifici internet e servizi online sono compresi nel prezzo.

Pacchetto Serenità mini. E’ un conto per gli anziani che hanno una movimentazione bassa e vogliono solo avere la disponibilità di un bancomat. La banca offre loro pagamenti tramite POS gratuiti e addebiti delle utenze senza spese. Il canone mensile è di 6,5 euro.

Il Parlamento Europeo approva l’Imu per la Chiesa

Ora che gli italiani sono in regola con il pagamento dell’Imu, il cui termine ultimo era fissato allo scorso 17 dicembre, il Parlamento Europeo prepara il ‘Si’ per la Chiesa.

Nella giornata di domani, da Bruxelles, potrebbero giungere importantissime novità in merito.

Di cosa si tratta?

La Commissione Europea è pronta a chiudere definitivamente la prassi di infrazione contro il nostro Paese circa le’senzione della vecchia Ici, la quale è stata fino ad ora garantita alla Chiesa.

Lo scenario sta per cambiare, dunque. Da domani, secondo fonti molto ben informate, la Commissione di Bruxelles dovrebbe e potrebbe cambiare le carte in tavola. Come? Le nuove norme approvate dal Governo Monti per il momento non violano le norme europee circa gli aiuti di Stato. Sarebbe stato così nel 2006, anzi dal 2006 in poi.

Ora, Bruxelles potrebbe sostenere un altro cammino: quello che si perpetua nel chiudere la via che porta al recupero delle somme dovute in precedenza. La motivazione? Si tratterebbe di un’operazione poco fattibile.

Il rischio c’è. Se la Chiesa pagasse l’Imu molte scuole cattoliche e molti centri no profit potrebbero decidere di chiudere, come sostiene Radio Vaticana, che ha lanciato una campagna (contro lo Stato e contro Bruxelles) al fine di proteggere le attività di settore.

Carifermo, conti correnti per le famiglie

 Carifermo mette a disposizione dei suoi clienti un gran numero di conti correnti a pacchetto nel senso che dietro il pagamento di un canone annuo molto contenuto, si ottengono diversi servizi utili a svolgere le attività di tutti i giorni.

Carifermo distingue tre tipi di conti correnti per le famiglie: il conto FAMILY Mini, il conto FAMILY Medio e il conto FAMILY Maxi. Cerchiamo di individuare le specificità di ognuno.

Conto FAMILY Mini. E’ il conto corrente dedicato alle famiglie che fanno pochi movimenti sul conto e quindi i servizi, realmente limitati, sono tutti compresi nel canone. Le spese ammontano a 6,5 euro al mese, le operazioni tramite POS sono gratis, così come non subiscono spese gli addebiti delle utenze sul conto corrente. Al conto è abbinato un Bancomat utilizzabile anche all’estero rilasciato senza spese con canone annuo gratuito e con prelievi gratis solo negli ATM Carifermo o in quelli delle banche del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Conto FAMILY Medio. E’ pensato per le famiglie che hanno bisogno di più servizi messi a disposizione dalla banca e per questo aumenta anche il canone che è di 8 euro al mese con 35 operazioni gratuite per ogni trimestre. Gratis le operazioni con POS e l’addebito delle utente. Oltre al bancomat è fornita senza spese anche la CartaSi Classic.

Conto FAMILY Maxi. E’ il conto per le famiglie che hanno un’alta movimentazione e vogliono più servizi pagando qualcosa in più. Il canone mensile è di 10 euro e comprende sia 37 operazioni gratis a trimestre, sia il bancomat, la carta di credito a scelta tra CartaSi Classic e CartaSi Oro, più un bancomat famigliare e i servizi telamatici.

Alitalia spaventata dai Tav, la guerra economica tra cielo e terra

Che il mondo vada veloce non è una novità. La novità è che una compagnia aerea è preoccupata dei treni ad alta velocità, al punto da ritirare dai cieli un modello storico della propria aviazione.

Alitalia manda ‘in pensione’ il Mad Dog, insieme alle Frecce Tricolori. Il motivo? L’alta velocità ‘terrestre’ rende difficile la vita del Mc Donnel Douglas-80.

Difficile per il Mad Dog rimanere in gara e restare competitivo. Così la compagnia aerea italiana manda in pensione il modello dopo un ultimo volo commemorativo da Roma a Trieste.

Un volo sicuramente emozionante, l’ultimo del Mad Dog, che segna la fine di un epoca. L’addio al velivolo ha provocato forti emozioni negli appassionati di aviazione.

Sembra quasi che un altro scenario economico stia decollando, nel momento stesso in cui l’aeroplano nato trent’anni fa sta compiendo il suo ultimo atterraggio.

Con ogni probabilità, per Alitalia, il 2013 sarà un anno difficile. L’Amministratore Delegato Andrea Ragnetti è pronto ad accettare la sfida. Una sfida tra gli aerei e i treni ad alta velocità.

La guerra è tra due tratte, tra cielo e terra. Gli aeromobili contro i Treni Fsi e Ntv.

Alitalia spera nell’aiuto dei contribuenti per cambiare passo.

Il portafogli scarseggia e i piccoli azionisti vogliono garanzie. Da qui al 2016 la sfida è, e sarà, apertissima.