Fitch conferma rating italiano: “A-“

 Giudizio negativo di Fitch per il debito italiano. Il rating del nostro paese rimane a “A-” con outlook negativo. Certo non una buona notizia, ma comunque una conferma che, nonostante le previsioni restino negative, l’agenzia di rating ha ben giudicato il processi di consolidamento fiscale messo in atto dal governo e le riforme strutturali di questi ultimi tempi.

Secondo Fitch il deficit del budget per quest’anno sarà sotto il 3% del Pil, un calo notevole rispetto al 5,9% del 2009.L’agenzia di rating ha fiducia soprattutto negli sviluppi futuri del paese, che potrebbero portare ad una stabilizzazione dell’outlook, sempre che le riforme strutturali di cui si è tanto parlato continuino ad essere messe in atto anche nel caso di un cambio al vertice dello stato. Fitch crede che, alla credibilità del potenziale di solvibilità al lungo termine per l’Italia, concorreranno soprattutto riforme strutturali per la competitività e il potenziale di crescita dell’Italia e i bassi rischi legati al settore bancario.L’outlook negativo è stato confermato in ragione della possibilità che il rapporto debito/Pil potrebbe non scendere a partire dal 2014 e del’instabilità politica italiana, la quale potrebbe portare ad una nuova sfiducia nei riguardi del debito sovrano italiano.

Sull’outlook pesa anche la situazione generale dell’Eurozona. La possibilità di un persistere della crisi, se non quella di un suo peggioramento, non possono dirsi completamente scongiurate.

 

 

L’Imu ruba le tredicesime

 Domani 17 dicembre è l’ultimo giorno utile per il pagamento della terza e ultima rata dell’Imu, almeno per quest’anno. Nelle casse pubbliche arriveranno i 14/15 miliardi previsti, che andranno in parte ai Comuni e in parte allo Stato.

Diverse le stime del gettito complessivo che finirà all’Erario: la Cgia di Mestre e la Uil hanno stimato circa 21 miliardi complessivi, mentre per la Confcommercio il gettito totale sarà di 28 miliardi. Comunque sia per gli italiani l’Imu è stata un vero e proprio salasso che si ripeterà anche nel 2013 e nel 21014.

Una tassa indigesta che ha reso il Natale più povero. Infatti, dopo la prima rata pagata dagli italiani secondo l’aliquota minima dello 0,4% (si parla sempre di Imu sulla prima casa) più di un quarto dei Comuni ha alzato la tariffa. Il 3,2% delle amministrazioni locali ha deciso di imporre l’aliquota massima prevista per la prima casa, mentre l’aliquota massima sulla seconda casa è stata la scelta del 56% dei Comuni.

Una tassa, l’Imu, che si è fatta beffa delle tredicesime degli italiani. Quasi la metà, infatti, è stata utilizzata per pagare l’imposta sugli immobili, andando ad erodere ciò che rimane per l’utilizzo tradizionale di questo doppio stripendio, ossia i regali di Natale e il tipico cenone, per i quali gli italiani, secondo la Uil, spenderanno il 5% in meno dello scorso anno.

Aumento delle tariffe dei servizi pubblici, lo studio della Cgia

 Secondo la Cgia di Mestre la spesa annua per le tariffe dei servizi pubblici, come acqua, gas e rifiuti, negli ultimi dieci anni ha subito un aumento del 43,4% (corrispondenti a 601 euro in più per famiglia) causati, in larga parte da un aggravio fiscale che deriva da liberalizzazione e dai tagli ai trasferimenti.

Nel complesso la Cgia ha registrato, incrociando i suoi dati con quelli dell’Istat relativi a popolazione e inflazione (che nel corso di questi dieci anni ha subito un aumento del 24,5%), un aumento del 71,8% dell’acqua, un +59,2% per il gas e il 56,3% per la tassa sui rifiuti.

Questo vuol dire che gli italiani sono passati da una spesa media di 1.385 euro a famiglia nel 2002 ai 1.986 del 2012.

Secondo il segretario degli artigiani di Mestre Giuseppe Bortolussi, la causa di questi aumenti delle tariffe sarebbero la conseguenza delle liberalizzazioni che in questi settori non hanno dato vita agli effetti sperati. Ma gli aumenti non si sono limitati a queste voci. A costituire un esborso maggiore per le famiglie ci sono anche i trasporti ferroviari (+47,8%), i pedaggi autostradali (+47,6%), i trasporti urbani (+46,2%), l’energia elettrica (+41,8%) e servizi postali (+28,1%).

Fanno eccezione solo le tariffe telefoniche che si sono abbassate del 7,5% nel corso del decennio preso in esame.

Bortolucci ricorda anche che, nonostante i prezzi dei servizi siano molto alti, rimangono comunque tra i più bassi d’Europa, anche se la qualità dei servizi stessi non è migliorata di pari passo con l’aumento dei costi.

 

 

Chi paga per il ricongiungimento pensionistico?

 La riforma delle pensioni del Ministro Fornero ha riportato la situazione del ricongiungimento pensionistico alle origini. Una buona fetta di lavoratori che hanno effettuato il passaggio dall’impiego pubblico a quello privato potranno avere un solo assegno pensionistico a costo zero. Sicuramente una buona notizia, ma questa operazione ha comunque un costo che qualcuno deve sostenere.

Il costo totale si aggira sui 900 milioni di euro, una cifra esorbitante, che sarà presa dalle risorse già stanziate per la detassazione del salario di produttività. Si tratta sempre della solita coperta troppo corta che se si tira per coprire un lato, c’è il rischio che l’altro rimanga al freddo per tutta la notte. E, anche questa volta, a rimanere al freddo sono i lavoratori (quelli che la pensione forse neanche ce l’avranno mai) e, in misura minore, le aziende.

Questa perché una parte 900 milioni arriveranno da una sorta di tassazione indiretta: i lavoratori che per gli accordi di produttività lavoreranno di più, vedranno assottigliarsi gli sconti fiscali sulla parte di salario che avrebbe dovuto ‘aiutare’ l’azienda ad alzare i tassi di produttività, lo sviluppo, l’occupazione.

L’altra parte della somma necessaria a sostenere il costo della ricongiunzione non onerosa, sarà prelevata dalle pensioni di coloro che godranno di questa riforma: la nuova ricongiunzione, infatti, darà luogo ad un assegno pensionistico più basso rispetto a quello che sarebbe derivata secondo le vecchie leggi.

 

 

Selezioni di Assistenti di volo Ryanair

Si è conclusa il 14 dicembre la prima tornata di selezione per assistenti di volo Ryanair. La compagnia irlandese di voli ow cost è pronta per la seconda tranche che si svolgerà nelle regioni Lombardia, Lazio, Puglia e Toscana:

Ecco le date dei prossimi Cabin Crew Day:

Roma:  17 gennaio 2013
Bari: 24 Gennaio 2013
Milano – Bergamo: 25 Gennaio 2013
Pisa: 01 Febbraio 2013

I requisiti richiesti per la partecipazione alle selezioni sono§: maggiore età, conoscenza fluente della lingua inglese, capacità natatorie e buona forma fisica.

Chi supererà le selezioni, che prevedono un test in lingua inglese, un colloquio con gli addetti alle risorse umane di Crewlink e, per coloro che supereranno questa prima parte, il corso di formazione per Assistenti di Volo della durata 6 settimane, al termine del quale s i è sottoposti ad un ulteriore esame, è offerto un contratto di lavoro di 3 anni con Crewlink con stipendi tra i 1.100 e i 1.400 Euro netti al mese già nel primo anno di lavoro con un incentivo di 1.200 Euro per i primi 6 mesi.

Per partecipare alle selezioni è necessario inviare la candidatura online sul sito web di Crewlink nella pagina dedicata ai Recruitment Days.

Concorso Assistenti Socio Sanitari

 La Croce Rossa Italiana (CRI)cerca 40 Assistenti Socio Sanitari  (area B – posizione economica B1) da inserire nel proprio organico nel prossimo anno. I vincitori del concorso pubblico per titoli e colloquio saranno assunti con contratto di lavoro a tempo determinato ed a tempo pieno. La sede di lavoro è il Centro Accoglienza Richiedenti Asilo di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia.

I requisiti per partecipare al concorso sono:

– cittadinanza italiana o comunitaria
– diploma di istruzione secondaria di secondo grado
– idoneità fisica

LE domande per partecipare al concorso dovranno pervenire entro e non oltre il 10 gennaio del 2013 a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento al Comitato Regionale CRI della Puglia – Piazza mercantile n. 47 – 70122 Bari, o tramite PEC all’indirizzo di posta elettronica [email protected], compilate in carta semplice secondo il modello allegato al bando.

Per maggiori informazioni sui requisiti richiesti visionare il bando di concorso

 

Legge di stabilità: tutti gli ultimi emendamenti

 Il Governo del premier Monti si concluderà, per suo stesso volere, non appena entrerà in vigore la Legge di Stabilità, il testo che dovrebbe rimettere in sesto i conti dello Stato italiano e riportare il paese a livelli di crescita e occupazione normali.

La legge prevede diversi cambiamenti nella vita degli italiani. Vediamo quali sono.

Uno dei cambiamenti più importanti è quello che riguarda l’Imu, l’imposta sulla casa. Dal prossimo anno i contributi dei cittadini andranno tutti ai comuni (per quest’anno i gettito è stato equamente diviso tra le amministrazioni locali e lo stato) e le aliquote in base alle quali si calcola la rata sulla seconda casa scende dall’attuale 1,06% allo 0,96%.

Novità anche per le pensioni dei dipendenti pubblici che, almeno in parte, potranno usufruire del ricongiungimento non oneroso dei contributi.

La copertura delle rc auto sarà garantita per i 15 giorni successivi alla scadenza, ma è stata cancellata la tolleranza prevista dal Codice civile.

Allungamento dei termini per l’adozione dei libri in formato digitale per le scuole (dal 2013 al 2014), cancellazione dei debiti con il fisco fino a 2000 euro e obbligo di indicazione dei medicinali equivalenti sulle ricette dei medici di base.

Ultimo cambiamento quello delle assicurazioni sui mutui: coloro che hanno stipulato l’assicurazione, nel caso estinguano il debito con la banca prima della scadenza si vedranno restituire la quota parte relativa alla parte restituita anzitempo.

Scandalo Libor: UBS pronta al patteggiamento che le costerà un miliardo di dollari

 Si potrebbe arrivare già lunedì in mattinata ad una svolta nel caso dello scandalo Libor. La UBS, la banca svizzera più importante, coinvolta nelle indagini fin dal principio e rea di aver preso parte al rimaneggiamento dei tassi di interesse, grazie alla sua collaborazione nelle indagini potrebbe uscirne con il pagamento di una multa di un milione di euro.

La notizia è stata riportata sia dal Wall street journal che dal Financial times e segue la notifica dei tre arresti avvenuti nei giorni scorsi a Londra. Il rimaneggiamento dei tassi di interesse sui mutui, quindi il Libor per la Gran Bretagna, come anche lEuribor per l’Unione Europea, sul quale le istituzioni comunitarie stanno investigando, porta dei grandi profitti nelle casse delle banche, perché è attraverso questi tassi che, oltre a decidere i tassi di interesse sui mutui, si calcola il valore di molte transazioni finanziarie.

Nello scandalo, sia quello inglese che quello europeo, sono coinvolte molte banche, che sono finite nel mirino degli investigatori già da qualche tempo. Quelle che hanno collaborato alle indagini, come la Barclays, potranno cavarsela con il pagamento di una multa, che sarà calcolata in base ai profitti illegali che la banca in questione è riuscita ad intascare.

La Barclays ha pagato circa mezzo miliardo di dollari e ha dovuto rivedere tutte le poltrone più importanti, per l’UBS il trattamento sarà lo stesso. La banca elvetica, dopo aver ammesso di essere sotto controllo, ha già iniziato l’operazione di ristrutturazione dei vertici – sono stati licenziati in 20 tra manager e operatori – e il taglio di 10 mila posti di lavoro.

 

Bollettino BCE: in Europa manca il lavoro e la situazione è destinata a peggiorare

 La debolezza del mercato del lavoro è la principale fonte di rischio per le famiglie europee. E’ l’allarme che arriva dal Financial Stability Review della Banca Centrale Europea che mette in evidenza un ulteriore calo del numero degli occupati in Europa (anche la situazione dei diversi paesi è molto eterogenea) che ha raggiunto il suo record storico nel corso del 2012.

A peggiorare la situazione le basse prospettive di crescita, che porteranno ad un ulteriore aumento dei senza lavoro fino a che non si creeranno le situazioni per una reale ripresa dell’economia.

Sempre secondo il rapporto della BCE, comunque, nonostante questi evidenti difficoltà, la situazione creditizia delle famiglie è riuscita a rimanere stabile nel corso dell’anno (66% del Pil nel secondo trimestre del 2012) ma le nuove manovre di austerity che verranno attuate prossimamente per risolvere la crisi del debito sovrano potrebbero portare dei rischi reali alla stabilità finanziaria. L’unica soluzione, ammonisce la BCE, è continuare con le riforme e con il rafforzamento delle strutture comunitarie.

Ci sono poi altri due rischi che pendono sull’Europa unita: il primo è un ulteriore peggioramento della redditività delle banche e della qualità del credito e il secondo è la frammentazione dei mercati finanziari che influisce negativamente sulle possibilità di finanziamento per le banche nei paesi in difficoltà.

L’istituto è impegnato in prima linea per la risoluzione di queste problematiche ma avverte anche che è necessario agire sulle cause della crisi, e non solo provvedere ad alleviarne i sintomi.

 

Pil al -2,4%. Italia peggior paese del G20

L’Ocse non ha notizie confortanti per l’Italia. Durante il terzo trimestre il Prodotto Interno Lordo è sceso del 2,4%, a fronte di un aumento complessivo nel resto dei Paesi che formano l’area del G20.

Il Pil degli altri Paesi dell’area, infatti, è aumentato dello 0,6%, espandendosi del 2,6% complessivo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Il Pil italiano, invece, scende dello 0,2% nel trimestre e del 2,4% su base annuale. Si tratta del dato più negativo per quanto concerne tutta l’area.

Poco meno peggiore di quello (sempre italiano) del secondo trimestre, quando era sceso dello 0,7 per cento rispetto al secondo trimestre 2011 e del 2,4% su base annuale.

L’Ocse, organizzazione con base a Parigi, ha messo in evidenza la contrazione congiunturale fatta registrare dall’Italia. Qualcosa in positivo si è mosso ma, come visto, si tratta di poco. Molto poco. L’Italia dunque guadagna il titolo di Maglia nera del G20, mettendo a registro l’unica proiezione negativa a pari merito con quella del Regno Unito (il cui Pil è sceso dello 0,1% tendenziale).

Cresce invece il Pil della la Cina. Complessivamente, inoltre, il Pil dell’Eurozona è calato di un -0,6% tendenziale.