Parte il buy back della Grecia

 Dopo il via dell’Unione Europea allo sblocco della terza tranche di aiuti alla Grecia e il sì della Germania, Atene si sta preparando a varare l’offerta di sconto sui titoli di stato per allontanare il default. Un’operazione che dovrebbe risolvere le tensioni tra il Fondo Monetario Internazionale e e la Comunità Europea sulla quantità e la modalità di aiuto alla Grecia.

Stamattina Atene ha confermato l’offerta di riacquisto dei bond di stato per un totale di circa 60 miliardi di euro da investitori privati. Il Ministero del Tesoro avrebbe a disposizione circa 15 miliardi di euro per acquistare un ammontare della sua esposizione pari a circa 45 miliardi.

Dal momento che i bond saranno riacquistati per cifre che saranno comprese tra il 30 e il 40% del valore delle obbligazioni, il governo ellenico prevede un risparmio di circa 30 miliardi di euro.

Non si sa ancora quali saranno i risultati di questa importante operazione, soprattutto perché questa mattina, dopo l’annuncio del buyback greco, i titoli di stati ellenici sono per la prima volta dall’inizio della crisi sotto il 15%. Pochi giorni ancora per coloro che posseggono i bond ellenici: alle 17 del 7 dicembre (orario di Londra) scadranno i termini per decidere quanti bond vendere e a quale prezzo

 

 

Grecia, settimana di fuoco per il taglio del debito

Il destino della Grecia è appeso a un filo. A muoverlo è l’Unione Europea, che apre una settimana cruciale per quanto concerne l’economia ellenica, il suo debito, l’austerity e il futuro di un’intera Nazione.

Qualcosa nell’aria, però, pare si stia muovendo. Angela Merkel ha rilasciato alcune dichiarazioni che fanno ben sperare. La cancelliera tedesca non esclude che il debito di Atene possa essere cancellato. Tutto sta nel comprendere se ci saranno le condizioni necessarie per offrire il miglior aiuto possibile alla grecia. L’Eurozona non naviga in acque tranquille, per cui in settimana occorrerà fare il punto della situazione su più fronti.

La Merkel, durante un’intervista rilasciata a diversi  cronisti della stampa ha osservato quanto segue per quanto riguarda le ipotesi di taglio del debito:

“L’attuale programma di aiuti alla Grecia va fino al 2014, per il raggiungimento di determinati obiettivi di bilancio abbiamo concesso al Paese due anni in più di tempo, fino al 2016. Se un giorno la Grecia riuscirà a farcela con le proprie entrate, senza contrarre nuovi debiti, allora dovremmo esaminare e valutare la situazione. Ciò non accadrà prima del 2014-15, se tutto andrà come previsto”.

Non è dunque più pura utopia pensare che il debito potrà essere cancellato. Sicuramente l’iter da seguire sarà lungo e complicato. I Ministri dell’Economia di tutti i Paesi dell’Eurozona si incontreranno a brevissimo per la questione  buyback o riacquisto del debito da parte di Atene.

Moody’s declassa i fondi UE

 I due fondi della Comunità Europea sono stati declassati da Moody’s. L’agenzia di rating ha tolto la tripla A, il voto più alto, all’ESm, il fondo di stabilità europea, abbassandolo a AA1 con outlook negativo, stessa cosa per l’Efsf, il “Fondo europeo di stabilità finanziaria”.

Nella nota dell’agenzia Moody’ in cui è stato comunicato il downgrade, si legge che la motivazione principale della decisione è stato il precedente declassamento della Francia (anche lei passata da una tripla A ad una AA1 con outlook negativo), in quanto il paese contribuisce al Fondo europeo di stabilità finanziaria per il 20,39% del capitale.

Una decisione che ha lasciato perplessi diversi analisti e lo stesso Klaus Regling, direttore del fondo, ma Moody’s aveva già avvertito, nella nota del 19 novembre sul downgrading della Francia, che il rischio di un effetto Parigi poteva essere molto alto.

Moody’s spiega che questo declassamento è dovuto alle meno garanzie che gli stati possono dare nel rispetto dei meccanismi di stabilità. Il downgrading, inoltre, potrebbe non fermarsi alla Francia, ma colpire anche tutti gli altri stati che contribuiscono al finanziamento dell’Esm e dell’Efsf.

Ci sono dei rischi inevitabilmente legati all’evoluzione della crisi dei debiti sovrani nel Vecchio Continente. E come risultato di questi rischi il rating dei due fondi salva-Stati non può che essere allineato a quello dei loro principali contributori. Con l’outlook negativo che riguarda anche la Germania, l’Olanda e la stessa Francia.

Carte no problem: una polizza BNL

 La Banca Nazionale del Lavoro, oltre a conti correnti, prestitimutui e carte di credito, offre anche una vasta gamma di polizze che vanno a coprire una miriade di casi quotidiani possibili. Oggi non vogliamo parlare delle “solite” assicurazioni sulla vita, sulla perdita del lavoro o quant’altro ci sia di utile per proteggere il proprio mutuo.

Vogliamo invece parlare della polizza BNL Carte No Problem che, per 2 euro al mese, garantisce assistenza e protezione in caso di perdita dei propri mezzi di pagamento.

Se sono stati smarriti o se si è subito il furto della carta di credito, del bancomat o del libretto degli assegni, tutti emessi dalla BNL, la banca offre un servizio di assistenza e copertura rischi per l’interessato. L’assistenza è immediata a fornita 24 ore su 24. Si possono sempre bloccare assegni e carte soltanto con una telefonata.

Il prezzo della polizza, per la specificità della copertura, è molto contenuto. L’innovazione del prodotto sta nella protezione offerta anche in caso di operazioni fraudolente segnalate, legate alla digitazione del PIN. L’assistenza è fornita anche ai clienti che si sono recati all’estero per lavoro o per svago.

I clienti che siano già in possesso di questa polizza possono registrare o modificare i dati delle carte chiamando il numero verde BNL, oppure accedendo al sito specifico di Carte No Problem.

 

Carta BNL Credit

 Ci sono almeno due tipi di carte di credito: a saldo e con finanziamento. Nel primo insieme, detto in parole povere, rientrano quelle carte di credito che, accumulate le spese di un mese effettuate con la carta, scalano l’importo complessivo in un giorno specifico del mese successivo all’acquisto, direttamente da un conto corrente.

Le carte con finanziamento sono quelle che erogano una specie di prestito e quindi le spese fatte sono restituite con gli interessi un po’ alla volta, con un TAEG e un importo totale del credito fisso.

La carta BNL Credit fa parte di questo secondo insieme e nasce da una collaborazione dell’istituto di credito con la finanziaria Findomestic. La BNL Classic applica al “prestito” offerto tramite la carta un TAEG del 20,40 per cento, con importi che non superano i 2500 euro. Di questo plafond è possibile usare fino a 2000 euro in un’unica soluzione, da rimborsare poi in 24 rate da 100 euro.

Nel calcolo del TAEG vanno considerate anche le spese di tenuta conto (1 euro al mese), la quota associativa annuale di 19 euro, l’imposta di bollo su ogni estratto conto e gli interessi. Non rientrano invece nel TAEG né il servizio soldi in conto (4 euro per ogni operazione), le spese di prelievo da ATM e le spese di emissione della nuova carta che sono di 15 euro in caso di furto, smarrimento o clonazione. Se la carta si è smagnetizzata, è sostituita gratuitamente.

Come anche per il Conto In Novo e per il Prestito In Novo, il consiglio è di approfondire le specifiche di questo prodotto direttamente sul sito della BNL.

In Novo, c’è anche il prestito

 Se il cliente di una banca è alla ricerca di un prestito che sia sostenibile, rinnovabile e flessibile, allora l’istituto di credito ideale è BNL e il prestito è In Novo. Della stessa gamma di prodotti abbiamo già valutato la convenienza del conto corrente.

Sostenibile, rinnovabile, flessibile. Queste sono le tre caratteristiche del prestito In Novo BNL che promette ai suoi clienti di definire una rata su misura rispetto alle esigenze dei richiedenti. La rinnovabilità risiede nella possibilità di chiedere un nuovo prestito in base alla capacità di rimborso stimata dalla banca. La flessibilità, invece, è data dalla fatto che si possono rinviare i pagamenti di una o più rate dopo i primi 12 mesi del piano d’ammortamento.

Tasso, durata e importo. Il prestito In Novo di BNL è un prestito a tasso fisso il cui piano di rimborso più durare fino a 10 anni, quindi 120 rate mensili e può erogare importi fino a 100.000 euro. L’istruttoria si avvia con pochi documenti e anche l’erogazione è molto rapida.

Un esempio. Per comprendere a fondo le caratteristiche di questo prodotto è necessario prendere visione del foglio informativo (in formato pdf), disponibile sul sito della banca. Qui è presente un calcolo dell’importo della rata.

Il tasso d’interesse applicato è del 9,5% per cui per un prestito standard di 10.000 euro ci sarà una rata di 337 euro per i prestiti di 3 anni, una rata di 228 euro per i prestiti di 5 anni e una rata di 145 euro per i prestiti di 10 anni.

Le somme sono state arrotondate per comodità.

In Novo BNL: un conto pratico

 Ogni banca mette a disposizione dei suoi clienti una vasta gamma di conti correnti. Alcune soluzioni sono pensate soprattutto per chi è giovane e preferirebbe non pagare un costo eccessivo per avere a disposizione un conto corrente e qualche servizio aggiunti come carta di credito e carta bancomat.

Una soluzione ideale per i giovani è sicuramente il conto In Novo di BNL, adatto anche a coloro che vogliono prelevare contanti sempre e ovunque in modo gratuito, o a coloro che vogliono avere una carta di credito a canone azzerabile.

Canone mensile. Il canone mensile ordinario è di 3,9 euro, ma si può ottenere lo sconto e pagare soltanto 1,9 euro al mese se si accredita sul conto lo stipendio, la pensione, se si domicilia un’utenza o se si ha una giacenza mensile di 2500 euro. Nel caso in cui il correntista abbia meno di 27 anni, il canone è comunque di 1,9 euro.

Vantaggi. Tra i vantaggi del prodotto c’è sicuramente la possibilità di prelevare con il bancomat, gratuitamente, da ogni POS in giro per l’Italia e nel mondo. In più, con il conto In Novo è offerta anche una carta di credito, la BNL Classic a canone azzerabile: in pratica è rimborsato il canone mensile se ogni mese sono fatti con la carta prelievi e pagamenti su superano di almeno 500 euro.

La scheda completa del prodotto sul sito BNL.

IMU: quali errori si possono fare

Il pagamento dell’IMU è ormai alle porte, appena 15 giorni e tutti i proprietari di casa dovranno effettuare il saldo dell’imposta che hanno già anticipato con uno o due versamenti.

 Il termine ultimo per effettuare il saldo è il 17 dicembre anche se poi ci sarà tempo fino a febbraio per la dichiarazione IMU, valida soltanto per alcune categorie di contribuenti definite dalla legge. Il problema del saldo IMU non è tanto il periodo in cui va pagato, che è denso di appuntamenti con il fisco, ma il fatto che sicuramente i più pagheranno una cifra maggiore rispetto a quanto preventivato.

Per l’atto pratico del pagamento occorre tener conto del fatto che l’F24 si potrà pagare anche con un bollettino postale. Questa novità è stata definita da un decreto del ministero dell’Economia del 23 novembre 2012.

Per evitare errori è bene controllare che siano riportati correttamente i dati anagrafici del contribuente, quindi nome, cognome, data e luogo di nascita più il codice fiscale; ma anche il codice catastale del Comune e la tipologia immobiliare della proprietà, che sia l’abitazione principale, un fabbricato rurale, un terreno agricolo, un’area fabbricabile o un altro fabbricato.

Il conto corrente su cui versare l’IMU è identico per tutti i Comuni, nel caso di scelta del bollettino ed è il seguente: 1008857615. Chi deve pagare per più immobili dovrà compilare bollettini diversi. Alcuni quotidiani offrono delle guide accurate per la compilazione dell’F24.

Pagamenti: un “aiuto” alle imprese

 Un nuovo decreto ufficiale è stato pubblicato in Gazzetta ed interessa tutte le aziende italiane perché legifera sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Il decreto non fa altro che recepire una direttiva comunitaria del 2011.

Cosa succederà dunque a partire dal primo gennaio 2013? Tutti i nuovi contratti tra le aziende e tra le aziende e le PA dovranno rispettare i nuovi termini di pagamento per evitare more, risarcimenti o nullità delle clausole. 

Il pagamento di merci e servizi dovrà essere effettuato entro 30 giorni se non sono stati previsti altri termini, oppure entro 60 giorni se esiste un termine definito nel contratto. Se del contratto fanno parte beni e servizi forniti da un’impresa pubblica o partecipata da Stato, Regioni, province ed altri enti locali, o se fanno parte del contratto enti che forniscono assistenza sanitaria, il termine di pagamento è automaticamente di 60 giorni.

Nel caso di ritardo di pagamento, sono previsti degli interessi sulla somma da versare, calcolati giornalmente, equivalente all’8 per cento della somma da versare, ma le imprese possono anche concordare un diverso tasso d’interesse.

In più, chi fa credito ottiene anche 40 euro come risarcimento forfettario del danno e un rimborso dei costi eventualmente sostenuti per il recupero crediti. Regole specifiche sono state definite per le Pubbliche Amministrazioni. Il riferimento normativo è il decreto legislativo 192/2012.

ForEX: oggi si parla di…

 Il mercato valutario, ogni giorno, sottosta alle oscillazioni definite in base agli appuntamenti dell’agenda economia e finanziaria. Nella giornata di oggi i cosiddetti market mover sono tanti e arrivano dall’Australia, dalla Cina, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti e dall’Europa in generale.

Saranno decisive le riunioni delle banche centrali che con le loro interpretazioni economiche potrebbero lasciare intuire i prossimi passi compiuti nell’anno venturo. Andiamo con ordine.

Dall’Australia arriveranno i dati sulle vendite al dettaglio. La previsione è quella di un leggero calo dell’indice che misura il valore totale delle vendite al dettaglio, con un passaggio dallo 0,5 allo 0,4 per cento. Si tratta di un risultato al di sopra delle aspettative e questo potrebbe determinare un aumento del valore della valuta australiana.

Lo yuan cinese, invece, sarà influenzato dai dati PMI manifatturiero. Siccome si prevede una leggerissima espansione del settore manifatturiero cinese, la moneta non dovrebbe andare molto al di là dei livelli definiti la scorsa settimana.

Calano le stime sulle vendite al dettaglio in Svizzera ma quel che interessa maggiormente sono gli indici PMI di Europa ed America che incidono rispettivamente sull’Euro e sul Dollaro.

La produzione manifatturiera nel Vecchio Continente è in aumento rispetto al mese scorso e questo particolare ha un piccolo impatto anche sull’Euro. L’effetto potrebbe essere più interessante se saranno in linea con l’indice PMI europeo, anche i dati sul settore manifatturiero spagnolo ed italiano.

L’indice PMI americano, invece, ha sempre un impatto importante sul mercato e i dati di novembre parlano di un leggero calo rispetto al mese precedente con il passaggio dal 51,7 a 51,5.