L’Eurogruppo e la borsa italiana

 La prima riunione dell’Eurogruppo sulla questione greca non ha avuto alcun esito e si temeva che i mercati reagissero in modo negativo a questa evenienza. In realtà sono state provvidenziali le parole di Angela Merkel e François Hollande  che hanno riportato tranquillità anche nei mercati.

L’Eurogruppo ha deciso di rimandare la decisione sull’erogazione di fondi alla Grecia e questa scelta ha fatto vacillare un po’ le borse. In realtà sulle quotazioni hanno influito soprattutto le valutazioni di Moody’s che, dopo aver tolto la tripla A alla Francia, ha intenzione di declassare anche il Fondo Salva-Stati.

Si sperava potessero avere effetto sugli indici anche i dati sulla disoccupazione americani oppure i dati sulla produttività in Italia, ma nessuno di questi documenti ha poi influito direttamente sull’andamento delle borse.

Piazza Affari è rimasta poco al di sopra della soglia d’immobilità con il Ftse Mib che ha chiuso a +0,82% e con il Ftse Italia All Share che ha fatto registrare un +0,79 alla fine delle contrattazioni. Vediamo insieme qualche dettaglio in più sui titoli tricolore.

Sicuramente spiccato le performance dei titoli bancari come BP di Milano che guadagna il 3,59 per cento e Intesa Sanpaolo che cresce del 2,38 per cento. Sul versante opposto occorre registrare battute d’arresto per l’Ansaldo STS, per il Monte dei Paschi di Siena a per Mediobanca che perdono rispettivamente l’1,09, l’1,04 e lo 0,89 per cento.

Gli strumenti del risparmio gestito: i fondi comuni di investimento

 Le caratteristiche dei fondi comuni di investimento

Un fondo comune di investimento si costituisce con la raccolta del capitale di piccoli risparmiatori che mettendo insieme le loro possibilità possono così creare un portafogli di investimento sostanzioso e ben diversificato. Ogni sottoscrittore partecipa mediante delle quote che sono direttamente proporzionali all’importo versato per la costituzione del fondo.

Partecipando alle quote di un fondo comune di investimento si accettano anche i rischi e i vantaggi ad esso legati: in caso di crescita avrà un maggiore rendimento, in caso di perdita il risparmiatore vedrà restringersi il capitale investito.

I vantaggi dei fondi comuni di investimento

Possibilità di accesso ad un portafogli di investimento diversificato

In primo luogo, grazie ai fondi comuni di investimento, è stato possibile l’accesso al mercato anche ai piccoli risparmiatori, che, in questo modo, possono giocare avendo a disposizione gli stessi mezzi di chi dispone di grandi capitali e non rischiare ad investire il poco che si ha in una singola società.

Gestione professionale del risparmio

Dal momento che i fondi comuni di investimento sono gestiti da società esperte ne ìl campo degli investimenti, chi partecipa alle loro quote ha la garanzia che, grazie alle competenze e alle conoscenze di chi gestisce, i rendimenti siano sempre i più alti possibili.

Costruzione del portafogli di investimento: diversificazione di una singola classe di attività

 Precedere una ulteriore diversificazione all’interno dell’asset location che si è decisa per il proprio portafogli significa proteggere ulteriormente i propri risparmi dal rischio legato agli investimenti sui vari mercati.

Ad esempio, se una parte del proprio patrimonio è riversata nell’investimento sul mercato azionario, diversificare di più l’asset class vuol dire investire su azioni di diverse società. Infatti, se si decidesse di investire tutto il capitale destinato alle azioni in una unica società, ci si affida, per il rendimento delle azioni, completamente ai suoi sviluppi futuri che potrebbero essere un bene, come nel caso della Microsoft, o un grosso danno, come nel caso della Parmalat.

La diversificazione delle asset class, comunque, riduce ma non azzera il rischio. Infatti, se da un lato investire su più società fa sì che nel caso una o più siano in perdita, questa sarà bilanciata da quelle che si trovano in rialzo, dall’altro va sempre considerato il rischio aggregato, ossia quello legato all’andamento dell’economia nel suo complesso.

Un’ulteriore soluzione potrebbe essere quella di spalmare gli investimenti in società di diverse nazioni, soluzione che permette di evitare le contrazioni del mercato di un singolo paese. In questo caso si può puntare anche sulle economie in via di sviluppo.

 

La produttività del lavoro cresce ma è sotto la media

 L’Istat ha pubblicato i dati sulla produttività del lavoro del 2011. Nel complesso si registra una crescita dello 0,4%, da suddividersi in produttività del lavoro e produttività del capitale.

La produttività del lavoro – che si calcola come valore aggiunto per ora lavorata – nel 2011 è crescita dello 0,3%, mentre la produttività del capitale – definita come rapporto tra il valore aggiunto e l’input di capitale – ha registrato un aumento dello 0,7%. Rapportando questi due fattori si ottiene la crescita nel valore aggiunto attribuibile al progresso tecnico, alla conoscenza e all’efficienza dei processi di produzione, pari allo 0,4% di cui sopra.

Anche se si tratta comunque di un dato positivo, se la produttività viene rapportata al periodo 1992-2011 si nota una leggera flessione: il totale della produttività si assesta nel periodo al +0,5%, come risultante dell’incremento del valore aggiunto (+1,1%) e della crescita media. La crescita di questo periodo è dovuta sia all’accumulazione di capitale e all’aumento della produttività totale dei fattori, tutte variabili che hanno mostrato un cedimento nel corso dell’anno passato.

 

Chi ha guadagnato contro l’euro

 Il mercato valutario è in continuo movimento perché il prezzo delle valute dipende molto dalla politica, dallo svolgimento dell’attività finanziaria dei paesi e da altri elementi di cui gli analisti hanno un’ampia visibilità. In questi giorni si parla molto del rapporto tra euro e dollaro.

La moneta del Vecchio Continente è stata praticamente subissata dall’apprezzamento del dollaro seguito alla rielezione di Obama, con tutti i lati negativi che questo incremento del valore del dollaro ha portato con sé. Di fatto, nel ForEX, l’Euro è una delle monete che negli ultimi mesi ha subito il maggior numero di oscillazioni.

La nostra moneta, oggi, perde terreno nei confronti di tante altre valute e un’analisi di Cmc Markets ha provato a riassumere tutte le valute mondiali che dal 31 dicembre 2011 ad oggi hanno recuperato valore contro l’euro.

La moneta che ha saputo beneficiare di più della situazione è stato il fiorino ungherese che ha portato a casa un incremento del 9,7 per cento del suo valore nonostante all’inizio del 2012 sia stato messo sotto pressione dal rischio default del paese.

Al secondo posto in questo particolare podio si posizione lo zloty polacco, che recupera il 7 per cento del suo valore rispetto al dollaro grazie all’impermeabilità del paese agli shock finanziari esterni. Al terzo posto c’è il dollaro di Singapore che ha recuperato il 6,9%.

Disney Cruise Line cerca camerieri

Questa offerta è rivolta a tutti coloro che hanno voglia di intraprendere una carriera nell’ambito della ristorazione o del turismo. La Se il vostro sogno è quello di avere un lavoro sulle navi da crociera, le offerte di Disney Cruise Line sono quello che stavate cercando.

La Disney Cruise Line, compagnia di navigazione turistica della Disney, è alla ricerca di 70 giovani e intraprendenti da impiegare sulle proprie navi da crociera negli Stati Uniti. Le navi su cui si lavorerà sono la Magic Disney, la Disney Wonder, la Disney Dream e la Disney Fantasy, ultima nata che si caratterizza per un ricco design in stile Art Nouveau. Navi di pregio e lussuose dove lavorare a contatto con persone di tutto il mondo visitando i più bei posti della terra, come i Caraibi, il Mar Mediterraneo, la costa est degli Stati Uniti West Coast etc.

Ai candidati è offerto un contratto di sei mesi ( con possibilità di rinnovo), retribuzione interessante, alloggio in condivisione gratuito e vari benefits. E’ possibile candidarsi all’offerta fino al 31 dicembre 2012.

I requisiti minimi richiesti sono:

– età superiore ai 21 anni
– conoscenza fluente della lingua inglese
2 anni di esperienza presso ristoranti o alberghi
– orientamento al cliente, flessibilità e spirito di squadra

Per la candidatura è necessario inviare il proprio curriculm vitae in lingua inglese all’attenzione di Mr. Kevin Pourcel, all’indirizzo di posta elettronica [email protected], indicando nell’oggetto il riferimento “Waiter/Waitresses for Disney Cruise Line”.

 

Opzioni binarie e fiscal cliff: il nuovo anno

 L’America sta tentando di affrontare nel modo più sereno possibile la prospettiva del baratro fiscale e il fatto che abbia saputo rispondere in modo tempestivo alle richieste degli investitori ha entusiasmato le borse, sia quelle europee sia quella di Wall Street.

Adesso su questa situazione che sta monopolizzando anche la cronaca finanziaria internazionale, si stanno concentrando gli investitori, soprattutto coloro che acquistano in modo prevalente oppure esclusivo le opzioni binarie. Perché a loro, per ottenere un rendimento, è chiesto di interpretare un trend.

Sicuramente c’è molta sensibilità per gli appuntamenti inseriti nell’agenda finanziaria. Il primo è a fine anno, la fine dei tagli fiscali previsti dall’amministrazione di Bush Jr che aprono le porte ad una nuova panoramica per il 2013.

Ecco cosa si prevede per il prossimo anno. Il primo gennaio le famiglie americane vedranno incrementare la loro tassazione del 2 per cento per effetto dell’eliminazione delle agevolazioni. In più, 26 milioni di famiglie dovranno pagare anche le Tasse Alternative Minime che sono destinate alle famiglie più ricche d’America, quelle che superano una quota di reddito definita dallo staff di Obama.

La Casa Bianca, però ha già in mente anche di tagliare il budget di governo, ridurre i finanziamenti per l’Ente federale assistenza statale e tagliare i fondi al dipartimento Istruzione. Così si dovrebbero riportare in cassa circa 800 miliardi di dollari l’anno ma a che prezzo?

Lavorare in Indesit

 Tante opportunità di lavoro in Indesit, azienda leader nel settore degli elettrodomestici. L’azienda italiana, che nasce nel 1975, è riuscita nel tempo a costruire una solida base sia per quanto riguarda la produzione che la distribuzione dei suoi prodotti, con 14 stabilimenti produttivi tra Italia, Polonia, Regno Unito, Russia e Turchia, per un totale di 16.000 addetti.

In vista di un ampliamento dell’organico Indesit Company è alla ricerca di diverse figure professionali da impiegare o con contratti a tempo indeterminato o con stage (per i neo-laureati e i senza esperienza). Le posizioni aperte, che per il momento si concentrano tra Milano e Fabriano, sono:

Sales Development manager: richiesti 5 anni di esperienza
Structural Design team Leader: 5/7 anni di esperienza e conoscenza CAD
Senior Product marketing manager:  laureati con 5 / 7 anni di esperienza
Ingegnere elettronico: laureati in Ingegneria Elettronica con 2/5 anni di esperienza
Product Manager:  diploma tecnico o laurea in Economia e 3 anni di esperienza
Firmware Designer:  laurea di secondo o primo livello in Ingegneria meccanica e 2/5 anni di esperienza.

Le offerte si rivolgono anche ai giovani che devono ancora acquisire le competenze tecniche per entrare nel mondo del lavoro, ai quali sono riservati stage formativi nelle aree Marketing (Internship Business, Business Development Trainees) e Innovation & Development (Internship Engineering, Trainee R&D – SDA, Electronic Designer), da svolgere presso le sedi in Italia o all’estero.

Per candidarsi ad una delle posizioni aperte visitare il sito della Indesit Company.

 

 

Ripresa e Quantitative Easing

 Chi investe in opzioni binarie o chi fa trading nel mercato ForEX conosce sicuramente l’autorevole opinione di Nouriel Roubini, il presidente di RGE Monitor, un’azienda che si occupa di analisi in ambito finanziario. Roubini è anche professore all’Università di New York e in un recente post per Ecomonitor è intervenuto sul Quantitative Easing.

La prima domanda che gli è stata posta in merito al programma di alleggerimento promosso dalla FED possa realmente incidere sulla crescita economica degli Stati Uniti che stenta a ripartire. Sicuramente il QE3 andrà più a fondo di quanto hanno fatto le precedenti manovre, che si parli di QE1 e QE2 o che si prenda in considerazione l’Operation Twist.

Il QE3 è più duraturo nel tempo, più consistente e richiede un grosso sforzo anche alla Fed che spera di avere una risposta solerte dai mercati azionari. L’allegerimento monetario dovrebbe favorire la ripresa degli investimenti ma si associa ad una contrazione fiscale.

Il fatto che l’America cresca lentamente 8+1,6% in un anno) e il fatto che ci sia una diminuzione fiscale dell’1 per cento, non impedisce al paese di entrare in una fase di recessione che il QE3 può soltanto in parte arginare.

Un effetto indiretto che si può avere sull’economia è probabilmente una nuova iniezione di fiducia, ma sarà tutta da misurare.

HP perde terreno a Wall Street

 Wall Street non ha più i titoli tecnologici di una volta o comunque la crisi inizia a sentirsi anche per chi, come l’HP, fino a questo momento non ha dato segnali di cedimento. L’azienda, infatti, deve fare i conti con un un rosso che deriva probabilmente dall’acquisizione di un’altra società.

L’HP ha presentato i suoi conti trimestrali. La Hewlett-Packard ha fatto registrare una perdida record di vene 6,85 miliardi di dollari e per capire che si tratta di una maxi perdita è sufficiente considerare che nello stesso periodo dell’anno scorso c’erano stati ricavi per 239 milioni di euro.

A livello azionario, ogni titolo ha presentato un rosso pari a 3,49 dollari e nello stesso periodo dell’anno scorso, invece, si registrano circa 12 centesimi di attivo per azione. Attualmente, HP è il secondo produttore mondiale di personal computere ed è stato superano dall’azienda cine Lenovo.

I suoi ricavi sono scesi da 32,12 a 29,96 miliardi di dollari anche se gli analisti erano stati più ottimisti e pensavano che l’azienda si sarebbe fermata a 30,44 miliardi. L’andamento dei ricavi si riflette anche nell’andamento del titolo a Wall Street.

Nelle ultime sedute di contrattazioni, infatti, HP ha perso il 12 per cento del valore dei suoi titoli. Sembra che di questa situazione sia responsabile l’acquisizione di Autonomy per 10 miliardi di dollari.