Ancora nessun accordo sulla Grecia

 Quello di lunedì prossimo sarà il terzo vertice in tre settimane e ci si augura che finalmente si giunga ad un accordo sugli aiuti alla Grecia, dopo l’ennesimo fallimento delle trattative registrato ieri sera alla riunione dell’Eurogruppo. Le difficoltà sono sempre le stesse e riguardano, principalmente, gli aspetti tecnici della riduzione del debito pubblico del paese ellenico.

Il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, ha ammesso che ci sono stati dei progressi importanti nelle discussioni e che il vertice di lunedì potrebbe, davvero, essere quello definitivo.

I membri dell’Eurogruppo sono stati concordi per concedere alla Grecia due anni di tempo in più per raggiungere gli obiettivi del pareggio di bilancio (dal 2014 al 2016), ma manca, ancora, l’accordo su come aiutare la Grecia, nel frattempo, a ridurre il debito pubblico del paese, che è già molto alto (160% del Pil) e che è destinato a crescere ancor di più proprio a causa delle manovre che si devono effettuare per rientrare in bilancio.

Le opzioni al vaglio dei ministri sono: riduzione dei tassi d’interesse su credito e obbligazioni, buy-back dei titoli greci sul mercato secondario, cancellazione parziale dei prestiti bilaterali e allungamento delle scadenze obbligazionarie, opzioni che dovranno essere vagliate sia sul piano politico che su quello economico.

Si spera che lunedì sia il giorno della decisione: i mercati stanno reagendo male a questa indecisione dell’Europa.

Diminuisce il risparmio, i giovani la categoria più colpita

 Il risparmio degli italiani ammonta alla sorprendente cifra di circa 8 mila miliardi di euro, il che rende le famiglie italiane tra le più ricche al mondo, al pari delle famiglie di altri paesi, come gli Stati Uniti e la Germania, le cui condizioni economiche sono state sempre considerate migliori di quelle italiane.

Nonostante le difficoltà attuali, infatti, il risparmio delle famiglie italiane è continuato a salire per molti anni consecutivi, il che ci ha messo al riparo, ora che la crisi si sta davvero facendo sentire, dalle conseguenze più pesanti della contrazione dell’economia mondiale, ma che ora inizia a perdere la sua forza sia per quanto riguarda la quantità di ricchezza posseduta che gli investimenti.

La ricchezza posseduta dalle famiglie è cresciuta a tassi costanti dal 1995 ad oggi (2,5% l’anno al netto dell’inflazione). Una percentuale media che comprende anche i periodi come quello tra il 2001 e il 2007, quando le attività sono cresciute ad un tasso medio del 5,3% e anche il periodo 2008-2011 durante il quale, invece, la ricchezza è diminuita dello 0,9% annuo. Per l’anno in corso è prevista un’ulteriore contrazione del -3%.

Anche nel settore della finanza si sentono i contraccolpi della crisi. Dopo il boom di investimenti tra il 1995 e il 2000 (+8,7% annuo), i mercati borsistici hanno visto un calo di investimenti dello 0,9% annuo tra il 2001 e il 2007, che si è trasformato in un -3,5% in questo ultimo periodo.

Dati che si trasformano, praticamente, in una diminuzione della ricchezza a disposizione dei giovani che, oltre a trovarsi a far fronte ad un periodo storicamente difficile, hanno anche meno mezzi a disposizione.

Postapersona Affetti Protetti

 PosteItaliane offre un pacchetto di prodotti assicurativi molto interessanti. Abbiamo già parlato dell’assicurazione per chi vuole assicurarsi una rendita mensile in caso di perdita dell’autosufficienza dovuta a infortuni o malattie, l’assicurazione Postapersona Sempre Presente.

Adesso vogliamo parlare di un altro prodotto, Postapersona Affetti Protetti che, a fronte di una piccola spese mensile, sulla quale può essere operata la canonica detrazione fiscale, si può mettere in sicurezza se stessi e la propria famiglia.

Le persone a cui si vuole bene, specifica il sito di PosteVita, quelle che sono considerate la propria famiglia, vanno tutelate. Nel caso in cui una di loro venga a mancare, tramite questo prodotto assicurativo, si ha un po’ di sicurezza economica per riadattarsi al nuovo contesto. Questo prodotto può essere stipulato a vantaggio di chiunque: coniugi, genitori, sorelle e fratelli, conviventi e figli. 

L’importante è rispettare il criterio anagrafico, quindi non aver superato i 60 anni e un criterio finanziario, non assicurare somme che eccedono i 170 mila euro.

Per il resto, questa assicurazione sulla vita non richiede necessariamente una visita medica o la risposta ad un questionario medico.

L’esempio pratico riportato da PosteVita che esemplifica quel che si ottiene è il seguente. A fronte di un premio di 10 euro mensili un 35enne che fumi e abbia sottoscritto un’assicurazione decennale, può assicurare alla famiglia un capitale di 150 mila euro.

Postapersona Sempre Presente

 Chi pensa che le poste debbano essere usate soltanto per la spedizione e la ricezione della corrispondenza, sbaglia di grosso visto che PosteItaliane offre un’ampia gamma di prodotti finanziari e assicurativi che puntano a soddisfare le esigenze di ogni categoria di contribuenti.

Il prodotto di cui vogliamo parlare oggi si chiama PostaPersona Sempre Presente ed è un’assicurazione pensata per quanti vogliono proteggersi da incidenti e malattie che possono portare l’assicurato alla perdita dell’autosufficienza.

L’assicurazione, in caso d’incidente, garantisce una rendita mensile ed un importo una tantum ma quel che fa piacere è la detraibilità fiscale del prodotto.

La premessa all’assicurazione PostaPersona Sempre Presente, fatta da PosteItaliane è molto interessante perché inserisce il prodotto in questione nel quadro economico attuale in cui alla crescente incertezza economica si associa una speranza di vita sempre più ampia.

L’assicurazione PostaPersona Sempre Presente interviene nel caso di un grave infortunio, di un ictus, di un infarto o anche nel caso in cui l’assicurato si ammali del morbo di Alzheimer o del morbo di Parkinson. L’assicurato può scegliere l’importo della rendita mensile che vorrebbe in caso di infortunio o malattia variando da un minimo di 500 ad un massimo di 2500 euro.

L’una tantum annunciata è pari a 5 mensilità. Il premio mensile, identico tra uomo e donna, varia in base all’età. Dai 36 anni è di 22,71 euro al netto del risparmio fiscale, dai 46 anni è pari a 31,57 euro e dai 56 anni è pari a 45,47 euro.

Sul sito di PosteItaliane potete prendere visione della scheda completa.

Scritture contabili e atteggiamenti antieconomici

 Il Fisco non è tenuto a dare un’opinione sulle scelte fatte da un imprenditore a patto che queste scelte poi non ricadano sulla gestione contabile o meglio non evidenziano un’incongruenza tra scritture contabili e scelte irragionevoli.

Entriamo nel dettaglio di un interessante pronunciamento della Corte di Cassazione che ha dato qualche indicazione su come le aziende devono gestire le scritture contabili nella sentenza n. 19559 del 9 novembre.

Il Fisco, in pratica, può procedere con l’accertamento dei dati contabili di un’azienda che si sia sottoposta agli studi di settore, se rileva che alcune opzioni esercitate dall’imprenditore sono “antieconomiche” o comunque illustrano una gestione dell’azienda insostenibile nel tempo.

Questo non vuol dire che l’Erario mette in dubbio la correttezza delle scritture contabili ma non le trova congrue con quanto l’imprenditore dichiara di aver fatto e di voler fare.

Il fatto. Una Srl si era opposta ad un avviso di accertamento per Irpeg ed Iva relativi al 2003. Il giudice di primo grado aveva aveva respinto l’opposizione  anche i giudici di secondo grado avevano fatto lo stesso piegando che nelle scritture contabili era emerso un atteggiamento antieconomico perdurante dell’imprenditore.

Questo ha pensato di rivolgersi allora alla Cassazione lamentandosi per un’irregolarità nella procedura dove sarebbero stati omessi i fatti decisivi del processo. La Cassazione però, ha condannato l’antieconomicità delle scelte dell’impresa spiegando che la correttezza delle scritture contabili non preclude un accertamento del Fisco se si va oltre i criteri di ragionevolezza della gestione economica dell’impresa. 

Mutuo Geniale con la Popolare di Cremona

 Il mercato immobiliare sta ripartendo anche se nel nostro paese continuano le anomalie riguardo la domanda di immobili (in calo) e i prezzi di vendita degli stessi (in aumento). Una correlazione inversa tra questi due indici non dà molta speranza a chi acquista di ottenere “uno sconto”.

Ecco allora che risulta fondamentale trovare un accordo con la banca che eroga il mutuo e sbirciando tra le offerte dei vari intermediari online, come lo sono Mutuionline o Mutuisupermarket, si scopre qualche proposta interessante. Oggi presentiamo il “Mutuo Geniale – Formula a tasso variabile con opzione” della Banca Popolare di Cremona, nella scheda proposta da Mutuionline.

Questo prodotto è riservato dall’istituto di credito a chi è in procinto di comprare la prima casa ed è un tasso misto che consente di finanziare fino al 50 per cento del minore tra valore certificato dalla perizia e prezzo di vendita indicato nel preliminare o nella proposta d’acquisto.

Il tasso misto prevede che nel primo anno si applichi un tasso fisso calcolato con la classica formula “IRS a 5 anni di periodo + spread 0,80%”.

Dal secondo anno in poi la banca propone un tasso variabile calcolato come “l’Euribor a 1 mese/365 media precedente + lo spread”, che sarà del 3,05% per i mutui rimborsati in 10 anni oppure del 3,15% per i mutui rimborsati in 15 anni.

Il mutuatario può comunque scegliere di passare al tasso fisso per una durata che non eccede quella del piano d’ammortamento, comunicando la scelta con 45 giorni d’anticipo alla banca e per un periodo che non può essere inferiore ai 3 anni. L’opzione può essere esercitata più di una volta. Scaduto il tempo dell’opzione, se non ci sono comunicazioni, la banca ricalcola la rata con il tasso variabile.

La simulazione del Redditest

 Del nuovo redditometro abbiamo parlato approfonditamente enucleando nel dettaglio le nove macrocategorie di spesa  previste da questo strumento ed anticipando le polemiche conseguenti alla simulazione del software.

Gli italiani, oggi alle prese con la scadenza più imminente, quella dell’Imu, faticano ad essere sereni sui controlli che potranno ottenere in futuro. Non è servito a niente indugiare sul fatto che il Redditest è sostanzialmente uno strumento di autoanalisi per i contribuenti e comunque uno strumento che punta a stanare gli evasori.

I timori e le perplessità nascono dall’esito di una simulazione che Befera, nella presentazione ai cittadini, ha provato a stemperare. Per la definizione del Redditest sono stati simulati i redditi di alcune famiglie italiane, così come sono stati indicati nella dichiarazione dei redditi.

Ne è emerso che circa 4,3 milioni di dichiarazioni dei redditi già inviate all’Erario risultano irregolari, il che vuol dire che 1 famiglia su 5 non presenta una situazione “reale” congruente con quanto dichiarato. In più è stato notato che 1 milione di famiglie circa ha dichiarato redditi prossimi allo zero.

Queste due “irregolarità”, secondo Befera, sarebbero legate soprattutto al lavoro nero e ad una serie di redditi da canoni d’affitto incassati ma mai dichiarati. Sicuramente un’incongruenza non evidenzia sempre e soltanto un’evasione, ma genera la richiesta di dialogo da parte dell’Erario.

Befera presenta e spiega il temuto Redditest

 Redditest è il nuovo strumento di verifica dei redditi degli italiani, il nuovo redditometro per intenderci che il Presidente dell’Agenzia delle Entrate ha presentato prima alle associazioni di categoria e poi ai contribuenti scatenando già una serie di polemiche.

Il fatto è che i contribuenti potranno usarlo soprattutto come strumento di autoverifica, per capire se quanto dichiarato al fisco corrisponde alla realtà, se cioè è stato speso meno o tanto quanto si è guadagnato. Il fatto di vedersi dare il via libera dall’Erario è sicuramente una soddisfazione, mentre preoccupa quel pallino rosso che potrebbe far scattare una verifica dell’Agenzia delle Entrate.

Simulazioni a parte, avremo modo di affrontare l’argomento, del nuovo Redditest, spiega Befera, devono avere paura soltanto gli evasori che con il loro comportamento fiscale arrecano un danno a tutta l’economia del paese.

Nel Redditest, molto più completo della precedente edizione, sono considerate nove macro categorie di spesa che consentiranno l’accertamento sintetico del reddito degli italiani:

  • acquisti di beni durevoli
  • trasporti
  • abitazione
  • alimenti, bevande, abbigliamento e calzature
  • combustibili d’energia
  • immobili, elettrodomestici e altri servizi per la casa
  • sanità, comunicazioni e istruzione
  • tempo libero, cultura e giochi
  • altri beni e servizi.

E’ evidente che in questo caso, rispetto a quanto accadeva in passato, il Redditest si basa sulle spese realmente sostenute e sulle situazioni di fatto enucleate dall’Istat. In più si considera area geografica di residenza della famiglia e la classificazione Istat conseguente.

Disponibili gli elenchi del 5×1000

 Il 5 per mille è quella parte dell’Irpef che i cittadini possono decidere di versare ad enti, organizzazioni di volontariato ed organizzazioni sportive che hanno fatto per tempo la richiesta d’inserimento negli appositi elenchi nazionali.

Su cosa sia il 5×1000, a chi vada versato e la trafila da seguire per chiedere di essere inseriti negli elenchi per tempo in base al fatto di essere enti di volontariato o associazioni sportive, ci siamo già soffermati. Nel frattempo sono stati pubblicati sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali gli elenchi dei pagamenti di questa quota Irpef relativa alle dichiarazioni del 2010 e quindi ai redditi del 2009.

Gli enti di volontariato che avevano chiesto di inserire il proprio codice fiscale tra i beneficiari, possono controllare la propria presenza negli elenchi. Tutti i pagamenti effettuati hanno fatto salire il monte totale a 220 milioni di euro che saranno destinati in parte ai 39 enti che hanno importi superiori a 500 mila euro, come lo sono Medici senza frontiere o Emergency, in parte a tutti gli altri enti che non superano i 500 mila euro.

Nel caso in cui un’associazione verifichi la propria assenza dagli elenchi ufficiali, può chiedere dei chiarimenti al Fisco ma è necessario considerare che in questo momento l’Agenzia delle Entrate sta effettuando una serie di controlli e se ci dovranno essere delle rettifiche i pagamenti potrebbero slittare al 2013.

3 domande sull’IMU

 Il pagamento del saldo IMU è in dirittura d’arrivo e sono molte le domande che affollano la mente dei contribuenti riguardo questa imposta comunale sugli immobili, mal digerita dal momento della reintroduzione. Gli esperti del Sole 24 Ore hanno provato ad enucleare le cinque domande più frequenti. Ne abbiamo scelte tre.

Quando si parla di pagamento dell’IMU si sente parlare anche della dichiarazione connessa all’imposta, ma non è chiaro se debba essere presentata per la prima casa. Il chiarimento deve considerare alcune eccezione, il che vuol dire che la risposta è: soltanto in alcuni casi, per esempio quando i coniugi hanno la residenza in case diverse dello stesso Comune.

L’IMU va versata in parte allo Stato e in parte al Comune, come si distinguono queste due quote? Il problema riguarda soprattutto gli immobili diversi dall’abitazione principale e vale la regola secondo cui allo Stato deve essere versata la quota fissa dello 0,38% su base annua. Il resto va indirizzato al Comune.

La casella rateazione del modello F24 deve essere compilata anche questa volta ma in che modo? Anche se c’erano stati problemi per i contribuenti che avevano scelto di pagare in due rate, si ricorda che per il saldo il codice da inserire è sempre 0101 nella casella apposita.