Il nuovo esecutivo non cancellerà la riforma del lavoro

 Entro i primi mesi del prossimo anno un nuovo esecutivo salirà al governo e l’attuale compagine di tecnici che sta lavorando per risollevare le sorti dell’Italia tornerà alle precedenti occupazioni. In questo anno in cui è stato al potere il governo Monti ha messo a punto delle importanti manovre che stanno lentamente cambiando il volto del mondo del lavoro in Italia: alcune discusse e invise, altre attese e ben accette, ma comunque fondamentali.

E’ il Ministro del Welfare Elsa Fornero al convegno promosso da Confindustria Trento a parlare della riforma del lavoro, della sua importanza e del perché ciò che è stato fatto deve essere mantenuto.

La riforma del lavoro non sarà cancellata dal prossimo Governo: il Ministro Fornero sottolinea i vantaggi per la produttività e i giovani.

Io credo che il prossimo governo non farà a fette le mie riforme. Tornare indietro sarebbe un’operazione pericolosa e, in ogni caso, non lo permetteranno le condizioni esterne, né i prossimi decisori saranno così ”miopi” da farlo.

Ha detto la Fornero per quanto riguarda due punti fondamentali della riforma, quello della stabilizzazione finanziaria e dell’equità tra le generazioni. Il ministro ha poi continuato parlando di flessibilità in azienda:

La riforma ha introdotto un po’ più di stabilità, accompagnata da un po’ più di flessibilità, specie in alcune aree troppo protette. La riforma non punta ad una restrizione di flessibilità, ma ad un contrasto alla precarietà.

 

Imprese e professionisti esentati dall’Irap tra due anni

È stato approvato l’emendamento sulla legge di stabilità che disciplina, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, l’istituzione, a decorrere dal 2014, di un fondo destinato interamente all’esclusione dall’Imposta Regionale sulle Attività Produttive di imprese e professionisti che ne avranno i requisiti.

In fase di declinazione, la legge di Stabilità, pertanto, 2013 fuga ogni incertezza sull’applicazione dell’IRAP.

Ecco un estratto del comunicato stampa dell’emendamento:

“Dal 2014 potranno essere esentati dal pagamento dell’Imposta le imprese e i professionisti (lavoratori autonomi) che non si avvalgano di dipendenti (o assimilati) e che impieghino beni strumentali di valore inferiore a una certa soglia. L’importo massimo dei beni strumentali che dovrà far scattare l’assoggettamento all’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, sarà stabilito con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze. La dotazione annua del fondo sarà di 248 milioni di euro nel 2014 e di 292 milioni di euro dal 2015″

Niente di molto distinto da quanto regolarizzato in giurisprudenza a forza di pronunce della Cassazione, ma con la sola eccezione che se i requisiti saranno definiti per legge, non sarà più vincolante andare a dare prova del possesso delle condizioni di esclusione mediante sentenze di ricorso.

La legge sarà analizzata in aula alla Camera nei prossimi giorni e poi andrà al Senato in prima lettura. Pertanto il provvedimento sarà definitivo solo dopo il termine dell’itinerario di conversione. Le modifiche al testo, così come approderà in Aula, includono anche l’aumento dell’IVA, viene previsto l’incremento di un punto dell’aliquota del 21% da luglio 2013, mentre resta fissa – almeno per ora – quella al 10%. Cancellata dal provvedimento la diminuzione dell’Irpef, dal 23 al 22% e dal 27 al 26%, che era stata decisa dal Governo ed inclusa nel testo del ddl.

Il fisco guadagna con la mediazione

 Evitare mille liti tributarie al mese. Se questo era l’obiettivo del nuovo istituto di mediazione del fisco italiano, allora si può festeggiare per il compimento dell’opera. La mediazione tributaria è in piedi, per così dire dall’aprile di quest’anno e le prime stime sul lavoro realizzato parlando di un bel successo.

In prima fila tra le Regioni che hanno rasserenato i rapporti tra fisco e contribuenti ci sono la Sicilia e la Campania. In sette mesi, la mediazione messa in campo dall’Agenzia delle Entrate per dirimere questioni legate ad accertamenti, contestazioni e altre “piccole” beghe di valore non superiore ai 20 mila euro, ha riportato una buona quantità di soldi nelle casse dell’Erario.

Il 31 ottobre i dati aggiornati parlavano di 27 mila istanze di reclamo, un passaggio necessario affinché i contribuenti possano poi avviare il ricorso alle Commissioni tributarie competenti. Le istanze di reclamo analizzate da aprile alla fine di ottobre sono state circa 13.550.

Di queste, ben 7 mila, che possono essere considerate mini-liti, hanno portato ad un accordo con il contribuente. La risoluzione è stata fissata a metà tra le richieste dell’Erario e quelle dei contribuenti. Un altro 25 per cento di domande, invece, sono state analizzate dall’amministrazione finanziaria che ha effettuato una proposta d’intesa ai contribuenti ed ora è in attesa di un feedback.

Nuove assunzioni in Lush

 Lush, grande catena di negozi che offre alla clientela una vasta gamma di prodotti per il viso e per il corpo, è alla ricerca di nuovo personale da inserire nei punti vendita di tutta Italia. L’azienda è alla ricerca di diversi profili professionali per ampliare l’organico dei punti vendita già operativi e per quelli di prossima apertura.

Le posizioni attualmente disponibili sono:

Addetti alle vendite

Sede di Treviso: requisiti minimi sono età inferiore ai 29 anni, che saranno assunti con un contratto di apprendistato e disponibilità a lavorare su turni e nei giorni festivi.

Sedi di Catania e Firenze: nessun requisito richiesto se non doti organizzative e predisposizione al contatto con il pubblico. La conoscenza della lingua inglese e di una seconda lingua straniera costituiscono titolo preferenziale.

Personale per il periodo natalizio 

Lush è anche alla ricerca di giovani sotto i 24 anni per il ruolo di complice di Babbo Nataleelfo, un ruolo divertente e certamente non faticoso per chi vuole un impiego solo per il periodo delle festività.

Per candidarsi alle varie posizioni aperte e per avere maggiori informazioni sulle opportunità di lavoro presso i negozi Lush consultare il sito aziendale alla sezione Lavora con noi, dove sono anche spiegate le modalità di invio della candidatura.

 

4 domande per aspiranti mutuatari

 Mutuisupermarket, un noto intermediario online per chi intende sottoscrivere un contratto di mutuo, propone un aiuto per chi di mutui, proprio è a digiuno. Il tentativo è quello di spiegare in poche parole cos’è un mutuo immobiliare, quali sono l’importo e la durata ideali di un mutuo, quale scegliere tra tasso fisso e tasso variabile e quali sono i costi del mutuo stesso.

Cos’è un mutuo immobiliare? A questa domanda si risponde in modo molto tecnico: si tratta di un prestito che la banca offre ai richiedenti, privati o famiglie, usando come garanzia l’immobile acquistato sul quale viene iscritta un’ipoteca di primo grado. Il prestito è rimborsato in un tempo variabile, generalmente, tra i 10 e i 30 anni, che comprende la restituzione della somma erogata e degli interessi calcolati con il tasso concordato dalla banca.

Importo e durata ideali di un mutuo? Secondo Mutuisupermarket il  miglior mutuo è quello “sostenibile”, quello la cui rata non supera il 35 per cento del reddito netto dei richiedenti, quello che non supera l’80 per cento del valore dell’immobile, generalmente rimborsato in 20 o 30 anni.

Tra tasso fisso e tasso variabile non si può sapere quale sia meglio, molto dipende dalla durata del piano d’ammortamento e dal momento della sottoscrizione del contratto. Sui costi del mutuo, invece, si può essere più precisi citando istruttoria, perizia e quant’altro. Il consiglio è sempre quello di riferirsi al TAEG che è comprensivo di tutte le spese.

Offerte di lavoro Inditex per Zara

 La Inditex è una delle società di distribuzione tessile di moda più grandi del mondo. La sua sede centrale è in Spagna, paese dal quale si occupa della gestione di ben otto marchi di abbigliamento: Zara, Pull and Bear, Bershka, Massimo Dutti, Stradivarius, Oysho, Zara Home e Uterque.

In questo periodo la Inditex è alla ricerca di diverse figure commerciali da inserire nel proprio organico e da distribuire negli store dei suoi marchi presenti su tutto il territorio nazionale.

Le posizioni attualmente a disposizione sono:

Addetti alle vendite: sia con che senza esperienza. Per i neolaureati (laurea ottenuta da non più di 12 mesi) c’è la possibilità di iniziare con stage formativi che prevedono rimborso spese e ticket. Inoltre, è possibile lavorare part time.

Responsabili di negozio: requisito indispensabile è un’esperienza pregressa nel ruolo di almeno due anni e disponibilità full time.

Per maggiori informazioni sulle sedi di lavoro, le posizioni aperte e la loro distribuzione sul territorio consultare il sito della Inditex alla sezione delle offerte di lavoro. Una volta selezionata l’offerta che più si avvicina al vostro profilo, il curriculum vitae va inviato con l’apposito form presente.

 

 

Il Pil dell’Eurozona mette in dubbio le strategie anticrisi

 Il declassamento della Francia da parte di Moody’s, anche se i mercati hanno reagito particolarmente bene, è un chiaro segnale del grande problema che ancora imperversa su tutti i paesi dell’Eurozona che, per la seconda dal 2009, tornano in recessione.

Il 2013 sarà un anno di stagnazione economica, con la Germania che sta perdendo il suo ruolo di traino dell’economia, la Francia alle prese con in tagli del rating, Spagna e Italia che sono ormai in recessione conclamata e il Portogallo e la Grecia per i quali ormai si attende la caduta.

Si tratta, secondo Reuters, di una normale recessione tecnica dell’euro che però, data l’interazione di altri fattori, rilancia al ribasso le prospettive di ripresa attese per il prossimo anno.

La Germania potrebbe riprendersi abbastanza facilmente già dall’inizio dell’estate del 2013, la Francia dovrà scontare, nonostante la leggera crescita del Pil, le conseguenze del deterioramento dei bilanci bancari e la diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie.

L’Italia ha avuto una performance migliore di quanto stimato, ma è necessario continuare ad agire con cautela. Discorso diverso per la Spagna, dove l’unica soluzione sembra il ricorso al salvataggio europeo.

Sorprende l’Olanda, che va male (con una caduta del Pil dell’1,1% contro il -0,2% atteso) e l’Austria che prova a tenere (-0,1%). Nulla da fare per  Grecia e Portogallo che, dopo anni di recessione, non hanno avuto nessun miglioramento e mettono in discussione le strategie di salvataggio europeo.

Mutui: in aumento importi e scelte variabili

 Il mercato dei mutui sembra essere ripartito. Secondo le indagini dell’Osservatorio MutuiOnline.it sembra che siano aumentate le richieste di finanziamento finalizzate all’acquisto della Prima Casa che sono passate dall’81,4 all’81,7 per cento.

In aumento anche i mutui con finalità diversa, quelli per Sostituzione e Surroga che oggi si bloccano al 4,5 per cento con un aumento dello 0,9 per cento. In calo invece sia le domande di mutuo per l’acquisto della Seconda casa che passano dal 7,7 al 7,4 per cento e le domande di mutuo con finalità Ristrutturazione e Costruzione che diminuiscono dello 0,9 per cento e finiscono a quota 4,8 per cento.

Il tasso variabile è ancora tra i più quotati anche se gli aspiranti mutuatari che scelgono il tasso fisso sono un po’ di più nel mese di ottobre. Il tasso fisso è scelto dal 20,4 per cento delle persone contro il tasso variabile che è scelto dal 61,4 per cento degli italiani. Perdono appeal, al contrario, sia il mutuo a tasso variabile con Cap, sia il mutuo a tasso misto.

Per quanto riguarda durata dei mutui ed importo medio, l’Osservatorio di Mutui Online specifica che i piani d’ammortamento più frequenti sono ancora quelli tra 30 e 40 anni e gli importi sono aumentati da settembre ad ottobre passando da una media di 128.027 euro a 132.177 euro.

Moody’s declassa la Francia, ma i mercati tengono

 Le agenzie di rating possono decidere la classe di appartenenza dei debito sovrani degli stati, ma alla fine l’ultima parola spetta ai mercati. E, stando quello che è accaduto dopo il declassamento della Francia, sembra che le agenzie di rating non siano tenute più molto in considerazione.

Prima la Francia ha subito il declassamento da parte di Standard & Poor’s in gennaio, poi oggi Moody’s annuncia che a Parigi non spetta più la tripla A, ma i mercati non hanno subito nessun movimento particolare: i tassi sono saliti dello 0,01% e lo spread con i Bund è passato da 72 a 74 punti base. Economist e Moody’s quindi hanno sbagliato? Non del tutto. Anche se la Francia non può essere certo definita come la “bomba a scoppio ritardato” di cui ha parlato l’Economist, la situazione non è comunque rosea.

La Francia è un paese che, come molti di quelli dell’Eurozona sta facendo i conti con la crisi: il debito pubblico ha superato la soglia del 90%, la spesa pubblica è al 56% del Pil e le imprese non sono più competitive.

Fanno ben sperare però le decisioni prese da Hollande. I tagli alla spesa, gli sgravi alle aziende e le manovre per far rientrare il deficit sono delle ottime mosse, secondo gli analisti, rimane solo il dubbio della tempistica.
Le decisioni dell’Eliseo sono ottime e in linea con le direttive europee, ma forse la Francia necessita di un intervento più deciso.

Pensioni, in Italia la maggior parte sono sotto i 1000 euro

Italia e povertà sono ormai quasi sinonimi. I giovani fanno fatica a trovare un posto lavoro e la disoccupazione è dilagante. Anche quando il lavoro c’è, i salari percepiti sono comunque molto bassi, al punto che i giovani non riescono a rendersi indipendenti dalla famiglia.

Se la lente di ingrandimento inquadra gli anziani, poi, la situazione è peggiore. Come stanno?

Leggendo i dati del bilancio sociale dell’Inps la situazione appare ben delineata: i pensionati versano in grosse difficoltà economica. Il 77%, degli appartenenti a questa fascia, ovvero poco più di tre pensionati su quattro, percepisce una pensione che è sotto ai 1000 Euro. I benestanti, come al solito, sono molto pochi. Il 2,9% dei pensionati infatti percepisce una pensione che è sopra i 3000 Euro.

Il rischio di indigenza quindi c’è.

L’Inps ha anche illustrato come il reddito pensionistico medio lordo mensile erogato nel 2011, sia dall’Inps sia dagli enti previdenziali è stato di 1.131 Euro.

Dagli altri dati in possesso dell’Inps, si evince che le pensioni previdenziali nel 2011 sono state 14,8 milioni con un aumento dello 0,6% rispetto all’anno precedente, che la spesa è cresciuta fino a 169,9 miliardi e che è aumentato il numero delle pensioni di vecchiaia e di anzianità di 155.205 e quello ai superstiti di 39.792, mentre le prestazioni di invalidità previdenziale sono calate di 102.087.