Costa Crociere, opportunità di lavoro sulle navi

 

Costa Crociere offre delle interessanti opportunità di lavoro per coloro che amano viaggiare e che hanno una passione speciale per il mondo dell’entertainment. Le posizioni aperte, in questo momento, nel colosso della navigazione, infatti, riguardano proprio il settore dell’intrattenimento: sai va dai dj, ai media manager fino ai tv director.

I posti vacanti per questi profili sono in tutto quaranta e le candidature sono aperte a uomini e donne che abbiano i requisiti adatti: Costa Crociere richiede ai suoi candidati di parlare fluentemente l’inglese (la conoscenza di un’altra lingua costituisce titolo preferenziale), esperienza nel settore (diversa a seconda del profilo per il quale ci si candida) e comprovate conoscenze tecniche per svolgere la mansione.

Chi è in possesso di un diploma di scuola alberghiera (turismo e ristorazione) sarà sicuramente avvantaggiato. Sotto il profilo personale ai candidati viene richiesta la predisposizione al contatto con il pubblico, buone capacità relazionali e di lavoro in squadra.
Sul sito di Costa Crociere, nella sezione Lavora con Noi, è possibile visionare anche tutte le altre posizioni aperte, sia a bordo delle navi che a terra,
nell’azienda e inviare il proprio CV per la candidatura.

Auto di grossa cilindrata nel redditometro

 Un contribuente che non abbia pagato di tasca propria un’autovettura di grossa cilindrata ma, poniamo il caso, l’abbia ricevuta in eredità, deve documentare che il possesso dell’auto non implica per lui una maggiore ricchezza.

Possedere una macchina di grossa cilindrata, non sempre, indica che il contribuente che si ha davanti ha un patrimonio adeguato a sostenere la spesa per l’autovettura. Nonostante questo presupposto, l’Agenzia delle Entrate presume che il contribuente abbia un maggiore reddito rispetto a quanto dichiarato.

Il presupposto dell’Erario deve quindi essere confutato dal contribuente stesso, provando che le entrate presunte, inserite nel redditometro, non esistono o se ci sono sono, sono di natura inferiore alle “previsioni” dell’Agenzia delle Entrate.

Ad affermare il tutto ci ha pensato la Corte di Cassazione con la sentenza n. 18604 del 29 ottobre 2012. I porporati hanno dovuto pronunciarsi in merito ad un fatto pratico: l’Agenzia delle Entrate ha dovuto quantificare ad un contribuente un reddito maggiore rispetto a quello dichiarato alla luce del fatto che dispondeva di tre autovettura di grossa cilindrata.

La Corte d’Appello ha quindi accolto il ricorso del contribuente contro l’avviso d’accertamento perché secondo i giudici la Commissione Tributaria Provinciale non era riuscata a dimostrare che per tenere quelle auto il contribuente sosteneva spese incompatibili con il reddito dichiarato.

Adesso però, l’ultimo pronunciamento della Cassazione, attribuisce al contribuente l’onere della dimostrazione.

Assicurazioni estere: un codice per l’imposta

 Novembre, periodo di pagamenti, per numerose imposte. Arriva anche quella sulle assicurazioni estere che è stata abbinata ad un particolare codice da inserire nell’F24 per completare il pagamento.

Entro il 16 novembre, tutti i soggetti chiamati ad applicare l’imposta al posto delle compagnie o del loro rappresentante legale, devono versare l’imposta sulle assicurazioni estere. Il codice da usera è il 1695.

Ad usarlo devono essere gli intermediari tramite i quali vengono generalmente riscossi i redditi maturati tramite le assicurazioni estere. Questi intermediari fanno le veci dei sostituti d’imposta ed operano nel nostro paese rispettando gli incarichi ricevuti dai contribuenti o dalle compagnie estere.

Questi intermediari devono inserire il codice 1695 per pagare l’imposta sostitutiva, a patto che non l’abbia già fatto la compangia che può provvedere in autonomia al pagamento, oppure affidarsi ad un rappresentante legatli che cura gli adempimenti di “sostituzione tributaria”.

Tutta la procedura è ben spiegata nella risoluzione 98/E.

Per calcolare l’importo dell’imposta occorre avera a disposizione il valore delle polizze a decorrere dal primo gennaio del 2011 e il pagamento deve essere ottemperato entro il 16 novembre 2012. Le polizze totalmente liquidate nel corso del 2012, invece, non sono sottoposte al pagamento dell’imposta sostitutiva.

Il nome del codice, che va inserito nella sezione Erario, presente nella guida dell’Agenzia delle Entrate è “Imposta sul valore dei contratti di assicurazione – art. 1, c. 2-sexies, d.l. n. 209/2002.

Cibo e benzina sono meno cari, l’inflazione frena

Buone notizie. Nel mese di ottobre il tasso d’inflazione annuo è sceso al 2,6% dal 3,2%. Il rallentamento è stato possibile anche in virtù del calo dei prezzi della benzina e della favorevole comparazione con il 2011. I dati provengono dall’Istat, confermando le stime. Il dato tendenziale torna così ai livelli di circa un anno e mezzo fa, ovvero al maggio 2011. Su base mensile i prezzi sono rimasti fermi.

Ad ottobre il rincaro annuo del cosiddetto carrello della spesa, i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (da cibo a carburanti), è del 4%, un rialzo superiore all’inflazione (2,6%), ma in forte rallentamento rispetto a quanto registrato a settembre (4,7%). Lo rileva l’Istat diffondendo i dati definitivi e aggiungendo che la variazione su base mensile è stata nulla.

Se ci soffermiamo sull’analisi delle voci dei prodotti della tavola, emerge il forte rialzo dei seguenti prodotti:

– vegetali freschi (+2,7%, +8,3% in termini tendenziali);

– cioccolato (+0,6%, +4,2% su base annua).

Nel capitolo energia invece cala rispetto a settembre, oltre alla benzina e al diesel, anche il prezzo del gasolio per riscaldamento (-0,3%), con una decelerazione del tasso di crescita annuo (9,3%, dal 10,3% di settembre). Quanto al settore regolamentato, l’Istat fa notare gli aumenti congiunturali dell’energia elettrica (+1,4%), il cui rialzo tendenziale sale al 15,9% (dal 14,4%), e del gas naturale (+1,1%), che registra un incremento su base annua del 9,2% (era +13,2% a settembre).

Ad ottobre, rispetto al mese precedente, calano sia i prezzi della benzina sia del gasolio per mezzi di trasporto. Secondo i dati definiti dell’Istat, la verde scende del 2,4% su base mensile e il diesel dell’1,5%. Su base annua i rialzi restano a doppia cifra ma in deciso rallentamento, per la benzina si passa al 16,3% (dal 20,1% di settembre), per il gasolio si passa al 17,9% (dal 21,7%).

 

L’Ue sblocca i fondi per i terremotati

Giungono buone notizie da Bruxelles. L’Unione Europea ha sbloccato i fondi da stanziare alle zone colpite dal Terremoto in Emilia del maggio Scorso. L’intesa formale è stata raggiunta sulla base di 670 milioni di euro. Siamo dunque dinanzi a un grosso passo in avanti rispetto al congelamento dei fondi stessi avvenuto durante la scorsa settimana.

Dopo aver appreso la notizia, il Premier italiano Mario Monti ha voluto manifestare la sua gioia, nel corso di una conferenza stampa di Palazzo Chigi con il collega britannico Cameron:

“Esprimo la soddisfazione del governo italiano per il via libera definitivo ai fondi Ue per il terremoto in Emilia. E’ un tema sul qule ci siamo intensamente adoperati perché era giusto e doveroso che il risultato fosse confermato”.

Oggi, i ministri delle finanze dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo sullo sblocco dei fondi a sostegno delle aree colpite dal terremoto emiliano. Hanno contribuito a raggiungere e formalizzare l’intesa Svezia, Finlandia e Gran Bretagna. La decisione passa con un voto a maggioranza. Germania e Olanda erano contrarie.

Venerdì scorso queste cinque Nazioni si erano dichiarate contrarie allo sblocco di fondi supplementari nel bilancio Ue di quest’anno per i terremotati dell’Emilia.

Vasco Errani, Commissario per la Ricostruzione e Presidente della Regione Emilia commenta così la notizia del “semaforo verde”:

‘La notizia dello sblocco dei fondi per il terremoto ci riempie di soddisfazione, questa e’ l’Europa che ci rappresenta tutti. Abbiamo fatto bene, sin da subito, a riporre fiducia negli impegni gia’ presi dalla Commissione europea. Voglio ringraziare i parlamentari italiani ed europei, il nostro Governo e quanti si siano mobilitati per sostenere il giusto diritto delle popolazioni terremotate a un sostegno solidale che sara’ molto importante nella fase di ricostruzione gia’ avviata”.

Pronti i codici dell’imposta sui giochi

 Con la Risoluzione 99/E del 12 novembre, l’Agenzia delle Entrate ha definito i nuovi codici tributo con i quali effettuare il pagamento dell’imposta unica sui giochi.

Il modello da usare per il versamento è sempre un F24, nel dettaglio l’F24 Accise ma l’Agenzia delle Entrate, prima di definire tutti i codici riepiloga i riferimenti normativi da tenere a mente. Il primo è sicuramente un decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 18 luglio 2003 che ha stabilito la riscossione delle entrate tributarie ed extratributarie, di pertinenza dei monopoli di Stato secondo l’articolo 17 del Decreto Legislativo n. 241 del 9 luglio 1997.

Il secondo riferimento normativo è l’articolo 24 del decreto legge n. 98 del 6 luglio 2011 convertito nella legge n. 111 del 15 luglio 2011 che approfondisce le norme relative al gioco. In particolare spiega:

Avvalendosi di procedure automatizzate, l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato procede alla liquidazione dell’imposta unica dovuta di cui al decreto legislativo 23 dicembre 1998, n. 504, ed al controllo della tempestivita’ e della rispondenza rispetto ai versamenti effettuati dai concessionari abilitati alla raccolta dei giochi (…)

Definite le imposte da pagare, l’Agenzia delle Entrate passa alla definizione dei codici tributo che consentono il versamento delle somme tramite il modello F24 Accise. L’elenco è disponibile sia sul sito di Fiscooggi, ma si può leggere anche nel .pdf della Risoluzione.

Crisi europea, la Bundesbank teme un peggioramento

La banca centrale europea (Bce) ribadisce che la crisi della zona euro è ancora grave, affermando di avere un certo pessimismo che è in contrasto con una visione più ottimistica propagata qualche settimana fa.

Nel suo rapporto annuale sulla stabilità finanziaria del Paese più stabile dell’Unione europea, la Bundesbank aveva asserito che i rischi per il sistema finanziario tedesco non sono inferiori a quelli del 2011.

A preoccupare è nello spefiico il rischio che i tassi di interesse bassi portino ad un aumento dei prezzi degli immobili nelle aree urbane, dopo che per anni gli stessi sono rimasti praticamente invariati. Bisogna ricordarsi che le bolle immobiliari sono state alla base della crisi negli Stati Uniti, in Spagna e in Irlanda.

È ancora presto per dire che i costi degli immobili rappresentano una minaccia per la stabilità finanziaria della Germania, ma vista la recente storia della crisi la situazione preoccupa. Andreas Dombret , membro del comitato esecutivo della Bundesbank, ha detto in un comunicato che i bassi tassi di interesse e la liquidità elevata possono incoraggiare esagerazioni sui mercati immobiliari.

Poco tempo prima, Mario Draghi aveva detto che le tensioni nella zona euro erano attenuate. Merito del fatto che i Paesi hanno cominciato a tenere sotto controllo i loro debiti, del fatto che i costi del lavoro sono diminuiti e della conseguenza di una maggiore competitività sui mercati mondiali. Una ripresa quindi lenta e graduale.

Ora ecco il rapporto della Bundesbank che ha giudicato negativamente alcune delle misure adottate dalla Bce per calmare la crisi, come la promessa di acquistare obbligazioni di Paesi in crisi come la Spagna per contenere il loro debito. La Germania può prendere denaro in prestito a tassi bassi, a differenza di Italia e Spagna, grazie alla fiducia degli investitori.

 

A2A tra la crisi e il futuro in crescita

A2A è il gruppo energetico quotato a Piazza Affari che nasce dal legame tra le imprese del Comune di Brescia e di quello di Milano, le quali hanno una quota del 27,5%.

A2A è alle prese con il suo futuro. La società, che ha rilevato il 50% di Edipower e che vanta circa 1 milione 400 mila clienti per il gas e circa 1 milione 300 mila clienti per l’elettricità, si è espressa in merito all’argomento a Radio24 per bocca del suo presidente del consiglio di gestione Graziano Tarantini.

Gli argomenti sono relativi al piano di investimenti il taglio dei debiti e l’utile del triennio 2012-2015. Tarantini ha parlato di un piano industriale per il triennio di 1,2 miliardi di investimenti e di risultati che si iniziano a vedere.

Sulla questione dell titolo piatto in Borsa, il presidente del consiglio di gestione di A2A ha detto che la società sente più di altri la crisi in quanto opera nel settore energetico. Tarantino si mostra anche convinto che il titolo crescerà nei prossimi mesi in quanto, dice, “noi la nostra parte l’abbiamo fatta”. Per il resto, dipende dalla crisi. In effetti, se la produzione industriale e le famiglie hanno meno risorse a disposizione anche il consumo energetico ne risente.

Sulla presenza del pubblico nella società, tarantini ha affermato:

La presenza del pubblico garantisce strategie di lungo periodo. Un azionista pubblico è garante di un piano come questo perché è più coraggioso sul piano dell’efficientamento. Non chiede obbiettivi di brevissimo termine ed è in grado di assicurarti un sostegno in un periodo diverso. L’azionista non è neutro. A secondo di chi e’ l’azionista si possono effettuare politiche differenti o di medio lungo periodo o di brevissimo periodo. Il pubblico, nel nostro caso, ci garantisce strategie di maggior respiro a medio, lungo termine.

Principali misure del decreto per il taglio dei costi della politica

 Le votazioni di questa mattina della Camera hanno, di fatto, approvato gli oltre 700 emendamenti contenuti nel decreto legge per la riduzione dei costi della politica, con il favore di tutti i gruppi: 368 i favorevoli, 5 i contrari e 75 gli astenuti (Lega e IVD).

Quali saranno i principali cambiamenti se il decreto passerà indenne anche al vaglio del Senato?

La Corte dei Conti, che avrà voce in capitolo per quanto riguarda i bilanci preventivi e il rendiconto consuntivo di Regioni ed enti locali, non potrà, però, fare lo stesso con i singoli atti normativi, amministrativi e di programmazione.

E’ stato previsto un tetto per gli stipendi dei presidenti delle regioni, non potranno superare i 13.800 euro lordi, e a quelli dei consiglieri che saranno limitati a 11.100 euro. Allo stesso tempo non sarà più possibile accumulare indennità ed emolumenti e, nel caso in cui non ci sia adeguamento ai tagli di bilancio saranno consiglieri e assessori a pagare con la decurtazione del 50% dell’immunità.

Stretta anche per spese di rappresentanza, con un giro di vite sulle spese destinate ad auto blu, convegno e sponsorizzazioni. Anche il numero di consiglieri e assessori sarà adeguato al numero degli abitanti della regione.

Uno dei provvedimenti più importanti è quello sui vitalizi. Anche gli amministratori regionali riceveranno la pensione in base ai criteri contributivi.

 

 

 

Come funziona il regime di vantaggio

 Il regime di vantaggio è un’opportunità fiscale che l’Erario offre ai giovani imprenditori, ai disoccupati e a coloro che sono iscritti alle liste di mobilità e vogliono iniziare una nuova attività.

Per tutte queste persone è stato studiato un regime fiscale di vantaggio che, sostanzialmente, consiste in un’imposta sostitutiva dell’Irpef e di tutti gli addizionali connessi pari al 5 per cento. C’è chiaramente un limite all’ingresso in questo regime: si deve aver iniziato l’attività dopo il 31 dicembre 2007.

L’Agenzia delle Entrate è chiara su un punto: quando di parla di inizio dell’attività non si parla certo di apertura della partita IVA ma l’inizio dello svolgimento dell’attività stessa. Sono esclusi dal regime di vantaggio anche coloro che si avvalgono già di un regime speciale IVA, per esempio agenzie di viaggio e turismo, vendita di sali e tabacchi e via dicendo; sono esclusi i non residenti e coloro che in via esclusiva o prevalente si occupato di cessioni di immobili e di mezzi di trasporto nuovi; sono infine esclusi tutti coloro che partecipano a società di persone, associazioni professionali o Srl  e hanno optato per la cosiddetta trasparenza fiscale.

Il regime di vantaggio dura cinque anni a partire dal periodo d’imposta di inizio dell’attività e se qualcuno decide di uscire, magari perché vengono meno i requisiti, non può più rientrarvi.