Last Minute 2 del Banco Popolare

 Il mutuo fisso Last Minute 2 è un’offerta che il gruppo Banco Popolare riserva ai nuovi clienti che al momento della scadenza del mutuo non abbiano superato il limite anagrafico degli 80 anni. Questo mutuo prevede delle condizioni promozionali ma l’inserimento della richiesta in filiale deve essere completato entro il 31 dicembre 2012, con l’obbligo di rogitare entro il 28 febbraio 2013.

Il mutuo fisso Last Minute 2 è un mutuo finalizzato all’acquisto della prima casa che offre la certezza del tasso immutato nel tempo ed è una garanzia per chi cerca di programmare il bilancio famigliare sul lungo periodo. Il loan to value, però, è un po’ stretto visto che il Banco Popolare finanzia fino al 70% del valore dell’immobile.

Per valore dell’immobile s’intende il minore tra il valore commerciale indicato dalla perizia e quello indicato nel preliminare di compravendita o nel contratto d’acquisto.

Per quanto riguarda il piano d’ammortamento si può scegliere una durata variabile tra i 10 e i 25 anni. Per i primi 12 mesi il tasso è pari al 4,75%, dal tredicesimo mese in poi aumenta fino al 5,25%. Questo prodotto include anche le spese d’istruttoria – calcolate sull’importo del mutuo richiesto e sulla durata del piano d’ammortamento definita -, spese di perizia pari a 320 euro, spese periodiche e l’imposta sostitutiva.

Non manca la proposta di una copertura assicurativa il cui premio può essere spalmato nelle rate e quindi incluso nel Taeg.

Mercato dell’arte: cosa acquistare in base al budget

 Secondo le più recenti stime degli analisti del settore, un portafogli di investimento redditizio e poco rischioso deve avere almeno il 15/20% del capitale disponibile investito in opere d’arte.

Quindi, è necessario avere un quadro chiaro della situazione di questa particolare tipo di mercato per riuscire a fare gli acquisti giusti in base alle proprie possibilità di investimento e al proprio profilo di investitore. Il discrimine per l’acquisto di una o più opere d’arte è sicuramente il budget disponibile. Cerchiamo di capire cosa è meglio acquistare in base alle diverse fasce di investimento.

Con un budget basso, che va dai 5 ai 25 mila euro investibili, la scelta migliore ricade sull’arte contemporanea e sul design: due opere da almeno 2000 euro l’uno di artisti emergenti, a cui si può affiancare un’opera più costosa di un artista affermato.

Dai 50 mila fino ai 100 mila euro di budget disponibile sono da utilizzare per l’acquisto di oggetti e complementi d’arredo dell’Ottocento, stampe e disegni antichi, per poi puntare su un investimento sostanzioso su uno o più artisti degli anni ’70.

Per capitali investibili in arte che arrivano fino a 500 mila euro, la scelta migliore è almeno un quadro di una artista del Seicento o del Settecento (10% del capitale totale), 30% da destinare all’acquisto di opere contemporanee statunitensi, 10/15% in più opere italiane del Settecento e il restante in gioielli  e pietre preziose.

 

Le banche on line sono convenienti?

 Prima di parlare della convenienza delle banche on line, è necessario fugare i dubbi sulla loro affidabilità.

In effetti, molti correntisti che hanno intenzione di risparmiare sulle spese di gestione del conto corrente, prendono in considerazione anche questa opzione, ma sono poi scettici riguardo all’affidabilità di un istituto di credito non fisico. Ma l’affidabilità delle banche on line è garantita dal fatto che queste solo in alcuni casi sono delle realtà indipendenti: nella maggior parte dei casi, infatti, sono delle emanazione di banche tradizionali e, come queste, sono coperte dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Anche per quanto riguarda la convenienza, si può affermare in tutta tranquillità che le banche on line sono preferibili agli istituti tradizionali se lo scopo è quello del risparmio sui costi annuali del conto corrente. In primo luogo, le banche on line sono convenienti perché hanno un ISC (Indicatore Sintetico di Costo Annuo) pari a zero (non ci sono cioè commissioni e altre spese); in secondo luogo si tratta di banche che permettono di risparmiare perché non avendo costi di gestione di filiali fisiche, possono tagliare sul costo totale del conto corrente, che, in media, non supera i 60 euro all’anno.

Inoltre, a fronte di tassi di rendimento pressoché simili a quelli delle banche tradizionali, le banche on line hanno il vantaggio di avere dei tassi di interesse passivo di circa la metà rispetto a quelli comunemente applicati.

 

Sentenza della Cassazione stabilisce risarcimento per stress da troppo lavoro

 La sentenza è la 18211 della Corte di Cassazione, che nasce da un caso specifico: un portiere di notte è stato licenziato dopo aver chiesto, causa patologie lavoro correlato, uno spostamento in turni diurni. L’azienda, non avendo ulteriori disponibilità di orari, si è vista costretta a licenziare il portiere.

Secondo la Cassazione, che non contesta il licenziamento, l’azienda è però tenuta a risarcire al lavoratore 70mila euro, di cui 25mila per danno biologico.

La sentenza si basa sulla differenza che esiste tra il lavoro discontinuo e il lavoro effettivo. Nello specifico, il portiere di notte non può essere considerato lavoro discontinuo (che, in base alla sentenza è stato definito come un lavoro caratterizzato da attese non lavorate durante le quali il dipendente può reintegrare con pause di riposo le energie psicofisiche consumate), ma bensì un lavoro effettivo, intervallato, semmai, da momenti di minore attività durante i quali, però, il dipendente non può disporre liberamente del proprio tempo.

Riferendosi poi ad una precedente sentenza (la n. 21695 del 2008) la Cassazione aggiunge:

l’orario di lavoro deve rispettare i limiti imposti dalla tutela del diritto alla salute, si applica anche alle mansioni discontinue o di semplice attesa.

In base a queste valutazioni, l’azienda che ha deciso di licenziare il portiere di notte, pur non essendo obbligata al reintegro, è tenuta a pagare un risarcimento di 47mila euro di straordinari notturni e mancate ferie, più 25mila euro per danno biologico accertato nella misura del 15%.

Inps: confermati sgravi fiscali per apprendistato

 L’Inps, con la circolare 128/2012, ha confermato la possibilità di accesso ad agevolazioni contributive del 100% per le aziende che dal 2012 al 2016, assumeranno degli apprendisti. Potranno avere accesso a questa agevolazione, però, solo le imprese che hanno meno di nove addetti.

La circolare integra la legge n. 183 del 12 novembre 2011, legge che ha il preciso intento di rilanciare l’apprendistato come forma contrattuale più adeguata all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

Lo sgravio previsto riguarda la totalità dei contributi che l’azienda dovrebbe versare per l’apprendista e ha la durata di tre anni. Al termine dei primi tre anni di svolgimento del contratto le aziende inizieranno a pagare i contributi Inps con l’aliquota del 10%, quella già prevista per questa tipologia di contratto.

Nella circolare si precisa che le aziende che vogliono accedere a questa agevolazione devono presentare una dichiarazione sugli aiuti «de minimis» (dpr n. 445/2000), certificazione nella quale si dichiarano, cioè, eventuali incentivi «de minimis» eventualmente già fruiti.

Si ha diritto all’agevolazione nel momento in cui l’Inps attribuisce all’azienda il codice «4R», attraverso il quale si potrà accedere a sgravi che riguardano il periodo precedente (a decorrere dal 1° gennaio 2012) nel caso siano stati stipulati contratti di apprendistato.

Secondo molti degli esperti del settore le agevolazioni contributive potrebbero essere il volano per il rilancio del mercato del lavoro giovanile.

BOT, i prossimi appuntamenti

 Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha definito un calendario per le emissioni dei Buoni Ordinari del Tesoro, i BOT, per l’anno 2012, già alla fine del dicembre 2011, specificando che il titolo trimestrale sarebbe stato offerto soltanto se fossero emerse delle specifiche esigenze di cassa.

Nel caso in cui siano messi all’asta dei BOT trimestrali, l’asta si svolgerà in concomitanza di quella per i titoli annuali, secondo le procedure definite dal mercato. Il Ministero si era riservato anche di offrire all’asta dei BOT flessibili, integrando il calendario.

A novembre, dunque, ci sono due aste, a metà e a fine mese. Alla metà del mese saranno all’asta i titoli annuali. La comunicazione al mercato sarà data l’8 novembre, la presentazione delle domande dovrà esser fatta entro il 13 novembre. Entro il 15 novembre sarà pubblicato il regolamento e poi la scadenza dei BOT sarà quella del 14 novembre 2013.

Alla fine del mese, invece, il 23 novembre, ci sarà l’asta dei titoli semestrali. La comunicazione al mercato ci sarà il 23 novembre, la presentazione delle domande sarà fatta dal 28 novembre. Il 30 novembre sarà pubblicato il regolamento e i BOT venduti all’asta scadranno il 31 maggio 2013.

Per conoscere anche le scadenze di dicembre 2012, si può prendere visione del calendario pubblicato sul sito del Mef dove è presente anche un link per approfondire la conoscenza dei BOT. Entrambi i collegamenti fanno riferimento ad un documento pdf.

L’ammodernamento dei Centri d’Accoglienza

 La Regione Veneto, nell’elenco dei bandi in scadenza, presenta un’iniziativa  molto interessante per le imprese che si occupano della gestione delle Case rifugio e dei Centri d’Accoglienza. Il bando, che nello specifico riguarda i progetti d’ammodernamento delle strutture citate, è stato pubblicato online soltanto il 12 ottobre 2012.

La scadenza prevista per l’invio delle domande è fissa al 12 novembre. C’è ancora pochissimo tempo a disposizione per consultare la modulistica di riferimento, studiare i requisiti per l’accesso al bando ed inoltrare la domanda.

Sul sito della Regione Veneto sono presenti tutte le informazioni generali. La struttura di riferimento è la Direzione Relazioni Internazionali e i documenti sono stati pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione, n. 84 del 12 ottobre 2012. L’ente appaltante può essere contatto via e-mail all’indirizzo [email protected]

Il titolo completo del documento racchiude i destinatari del bando, che sono i Comuni Veneti, e la tipologia d’interventi finanziati: “Progetti per l’ammodernamento e la gestione di strutture adibite a CENTRI DI ACCOGLIENZA/CASE RIFUGIO destinate ad ospitare donne, sole o con figli minori, vittime di violenza domestica.
Anno 2012.

I progetti, quindi devono essere finalizzati all’ammodernamento delle strutture che ospitano donne sole o con figli, che sono state vittime di violenze, persecuzione o maltrattamenti. Il riferimento normativo è l’articolo 30 della Legge Regionale n. 11 del 2010.

Mutui: l’effetto stringente della crisi

 Per effetto della crisi sono sempre di più gli istituti di credito che chiedono garanzie supplementari agli aspiranti mutuatari prima della concessione del credito. A dirlo è una ricerca condotta dall’Adnkronos che ha provato a spiegare qualche effetto diretto della crisi di liquidità europea ed italiana.

Secondo Adnkronos, il 70 per cento delle richieste di mutuo inserite nel nostro sistema bancario rischia di non superare la fase istruttoria. In genere parliamo di richieste tipo di 100.000 euro effettuate da un dipendente con busta paga di 2.200 euro netti al mese che intende rimborsare il credito ottenuto in 30 anni.

Oggi, purtroppo, i criteri di credito definiti dalle banche sono sempre più stringenti e poi la situazione economica e lavorativa nel nostro paese è peggiorata molto. Alle difficoltà di accendere un mutuo occorre poi aggiungere un allungamento nei tempi di stipula ed erogazione del mutuo. Le banche, infatti, chiedono informazioni supplementari, documenti con parametri di valutazione mai univoci.

Il fatto che non si riesca ad andare oltre la fase istruttoria dipende molto dalla relazione che esiste tra importo richiesto alla banca, reddito documentato del richiedente e valore dell’immobile offerto in garanzia del mutuo. La percentuale da ottenere dall’incrocio dei dati (ovvero in che percentuale il mutuo deve incidere sul reddito), varia da banca a banca.

Crea lavoro della Regione Veneto

 La Regione Veneto offre l’opportunità ai giovani veneti di trovare spazio e riconoscimenti sul territorio attraverso la creazione di programmi particolari che intervengano a sostegno della creatività dei giovani e li aiutino a trasformarsi in imprenditori di successo.

Il bando Crea lavoro della Regione Veneto è rivolto ai giovani tra 15 e 35 anni che siano cittadini italiani e risiedano in Veneto da almeno 5 anni e posseggano questi requisiti alla data di scadenza del bando che è il 23 dicembre prossimo.

I partecipanti al bando devono godere di diritti civili e politici e non aver riportato condanne penali, non devono inoltre essere titolari di un impresa o avere quote e partecipazioni in società superiori al 10 per cento.

Il bando, dopo aver selezionato le migliori idee imprenditoriali, si propone di completare lo studio di fattibilità dell’idea permettendo ai giovani di creare una nuova impresa o di arricchire con il proprio know how imprese già attive nel settore economico di riferimento.

Il terzo passo, indipendentemente dalla soluzione scelta è quello di sviluppare il progetto in un arco temporale di due anni, periodo considerato necessario per testare la tenuta dell’idea sul medio periodo. La Regione in questo periodo affianca il sistema impresa attivato.

Ogni progetto può essere finanziato con un importo pari a 50.000 euro e deve essere cofinanziato almeno al 10 per cento del finanziamento richiesto.

Il bollettino delle entrate tributarie

 A dicembre, tutti gli italiani che possiedono una o più case, sono chiamati a pagare l’imposta municipale per il possesso dell’immobile, l’IMU. Al di là della scadenza di pagamento, apprendiamo che proprio grazie all’Imu le entrate tributarie del nostro paese hanno subito un incremento.

Sul sito del Dipartimento delle Finanze è stato pubblicato il bollettino sulle entrate tributarie nel periodo tra gennaio e settembre 2012 e si è notata una crescita complessiva degli introiti pari al 3,8 per cento che equivalgono ad entrate pari a 292.526 milioni di euro.

Questo incremento delle entrate tributarie può essere portato fino al +4,2 per cento se si considera anche l’imposta sostitutiva sul leasing di aprile 2012. Il gettito fiscale, infatti è cresciuto soprattutto dopo le misure correttive varate dal governo nella seconda metà del 2011.

All’incremento degli introiti vanno aggiunti anche il contributo dell’acconto Imu e dell’imposta sostitutiva su ritenute, interessi ed altri redditi di capitale, sull’imposta di bollo e sul quella di fabbricazione sugli oli minerali.

Nel dettaglio, sul fronte delle imposte dirette si assiste ad un saldo negativo dell’Ire che si ferma al -0,4 per cento e sembra legato alle minori ritenute dei lavoratori autonomi. In aumento del 3,2 per cento le imposte indirette, mentre ha un saldo negativo dell’1,4 per cento l’Iva. Perdono quota anche i giochi.