Obbligazioni Posteitaliane

 Posteitaliane è una delle aziende più attive nel settore obbligazionario e, rispettando le nuove esigenze dei cittadini, sempre maggiormente orientati alla liquidità degli investimenti, propone delle obbligazioni per diversificare le opportunità di risparmio.

Posteitaliane offre due tipi di obbligazioni: quelle strutturate che sono una soluzione d’investimento per i risparmi legata ai mercati finanziari, oppure quelle del Plain Vanilla che che puntano sul tasso fisso o sul tasso variabile. In entrambi i casi si parla di deposito titoli.

Per operare nel mercato obbligazionario, i privati interessati a questo genere d’investimenti, devono sottoscrivere un contratto per la prestazione dei servizi e delle attività d’investimento e per il servizio di custodia e amministrazione degli strumenti finanziari per conto dei clienti.

Sul sito di Posteitaliane sono disponibili le condizioni generali, il modulo per la richiesta dei servizi, le informazioni su tutti i prodotti finanziari, il foglio informativo completo e la scheda delle condizioni economiche. Prima di scegliere lo strumento d’investimento, però, cerchiamo di capire insieme con l’aiuto delle spiegazioni di Posteitaliane, cosa s’intende per obbligazione.

Si tratta di un titolo di credito che rappresenta una specie di prestito che il risparmiatore fa a favore dell’ente che emette l’obbligazione. Questa ha una durata e un tasso d’interesse, per cui alla scadenza l’ente deve rimborsare il costo dell’obbligazione e l’interesse previsto.

Il cohousing base della ripresa

 Il cohousing diventa la chiave della ripresa del settore immobiliare e trova terreno fertile a Torino e nella sua provincia. L’idea di rilanciare la coabitazione è nata da otto famiglie torinesi che si erano spese molto per la promozione del progetto Coabitare.

Coabitare è un’associazione culturale nata nel 2007. Le famiglie che hanno aderito all’iniziativa, due anni dopo, hanno pensato di acquistare insieme una vecchia casa in via del Cottolengo, uno dei quartieri più multietnici di Torino, di ristrutturarla e di stabilire lì la loro residenza.

Oggi, questo progetto di ristrutturazione edilizia sulla base del concetto di cohousing, sembra essere arrivato ad una conclusione, che ha visto nascere anche una cooperativa edilizia, denominata Numero Zero e formata dai proprietari delle case.

Il progetto sembra talmente innovativo e funzionale da essere presentato nella rassegna “I martedì di Urban center”, una serie di incontri in cui si raccontano le trasformazioni urbane rispondendo alle cinque domande caratteristiche del giornalismo inglese: chi, dove, quando, cosa e perché.

Gli alloggi realizzati sono stati rifiniti con l’aiuto dei proprietari e della maestranze artigianali locali ed hanno ottenuto tutte una classificazione energetica nella classe A o B. Il costo al metro quadro degli appartamenti è prossimo ai 2200 euro, compresi gli spazi che le abitazioni condividono.

Troika a Cipro per salvare l’Isola

 Prosegue il lavoro di Fmi, Ue e Bce. Domani la Troika si recherà a Cipro per tentare di salvare il Paese.

Un’operazione che cade nei giorni della rielezione di Barack Obama, nonché nel momento in cui le borse accennano a una risalita. I media ellenici hanno così commentato il primo dei due grandi avvenimenti di questi giorni, ovvero la conferma alla Casa Bianca:

“La rielezione di Barack Obama è senza dubbio una buona notizia per la Grecia e l’Europa in generale dal momento che il presidente americano ha più volte sostenuto il Paese al contrario di Mitt Romney, che non ha perso un’occasione per additare la Grecia come esempio da evitare”.

Fmi, Ue e Bce, intanto, controllano in continuazione i bilanci dell’Eurozona. Domani i rappresentanti della Troika, per effetto di questo piano, saranno a Cipro. Obiettivo: studiare un progetto atto a salvare l’Isola.
Ad annunciare la presenza del team di rappresentanza è lo stesso governo della capitala cipriota, Nicosia, nella persona del suo portavoce governativo Stefanos Stefanou..
”Venerdì ricominceranno i negoziati con l’obiettivo di assicurare un accordo sul programma di aggiustamento fiscale per un prestito a Cipro”.

L’economia secondo Romney

 Le elezioni americane sono state vinte da Barack Obama che è stato riconfermato alla Casa Bianca dai Grandi Elettori ed è dato in vantaggio anche nelle consultazioni cittadine. I mercati, adesso cercano d’interpretare i trend del mercato americano legati alle scelte dei democratici.

Chi investe in opzioni binarie, in genere, tiene d’occhio questi cambiamenti alla guida dei paesi. Per capire come orientarsi negli investimenti, vi proponiamo un percorso interpretativo inverso, ovvero immaginiamo la nuova politica economica e monetaria degli Stati Uniti nel caso di vittoria di Romney.

Il candidato repubblicano alla Casa Bianca, dal punto di vista economico e monetario, è assimilato molto a Bush Jr. Romney, usando il grimaldello dei risultati occupazionali degli States, ha provato a battere Obama sul fronte dell’economia interna.

La proposta era quella di una semplificazione burocratica, di un mantenimento delle tasse ai livelli attuali, ma di una riapertura dei tagli fiscali che si tradurrebbe in un alleggerimento fiscale per i cittadini.

Romney, una volta eletto, avrebbe anche rinverdito il settore creditizio con un sostegno più consistente alle banche e il settore energetico, con una politica espansiva nella commercializzazione del petrolio.

Dal punto di vista monetario, le scelte dei repubblicani vertono su un controllo più ferreo dell’inflazione al fine di gestire un nuovo periodo di crescita economica.

Mutuo fisso acquisto di Barclays

 Barclays è tornata competitiva sul mercato dei mutui a tasso fisso – dove vince ancora Webank – con il suo prodotto “fisso acquisto” che offre sconti interessanti ai potenziali mutuatari e condizioni vantaggiose per chi accende il finanziamento tramite l’intermediario online convenzionato: Mutuionline.

Il mutuo fisso acquisto di Barclays è un mutuo pensato per i lavoratori a tempo indeterminato con almeno 6 mesi d’anzianità di servizio, oppure per i lavoratori autonomi che esercitano da almeno due anni la professione. I richiedenti, spiega l’istituto di credito, non devono però aver subito protesti, procedure fallimentari o pignoramenti e devono rispettare un criterio anagrafico: non superare gli 80 anni d’età alla scadenza del piano d’ammortamento.

Il tasso fisso, normalmente, è applicato per tutta la durata del mutuo ma il calcolo dell’ISC varia come segue:

  • per le stipule siglate dal 1° al 15° giorno del mese si deve sommare “l’EurIRS lettera verso Euribor 6 Mesi rilevato con valuta all’ultimo giorno lavorativo dei due mesi antecedenti a quello in corso”, con durata pari alla durata del contratto, allo spread del 3,05%;
  • per le stipule dal 16° giorno fino alla fine del mese, invece, è necessario aggiungere lo spread del 3,05% “all’EurIRS lettera verso Euribor 6 mesi rilevato con valuta ultimo giorno lavorativo del mese precedente a quello in corso”.

Per tutti i dettagli si consiglia di recarsi in una delle filiali Barclays, oppure di consultare la scheda informativa su Mutuionline.

Top manager inglesi: stipendi più alti del 27%

 A determinare lo strabiliante aumento non sono stati i bonus o aumenti di stipendio, ma una nuova voce che compare da qualche tempo nelle voci dei contratti dei top manager delle aziende quotate alla London Stock Exchange: gli incentivi a lungo termine derivanti dall’andamento dei titoli societari in borsa.

L’aumento medio stimato dalla Income Data Services si aggira intorno ai 4 milioni di sterline (circa 5 milioni di euro) per ogni presidente, amministratore delegato e manager.  Come è stato possibile visto il freno messo alle principali voci di guadagno dei top manager?

La spiegazione è piuttosto semplice: questi incentivi a lungo termine non generano profitti per i top manager solo nel caso in cui i titoli delle aziende che a loro fanno capo vanno bene in borsa, ma anche se i titoli, pur non andando bene, vanno comunque meglio di quelli delle altre aziende dello stesso settore.

Un altro elemento che ha concorso nel generare questo tipo di aumento è stato il fatto che l’introduzione degli incentivi è avvenuta appena dopo i crack finanziari del 2008, periodo che ha portato una notevole risalita dei titoli quotati sulla borsa londinese.

Steve Tatton, autore del rapporto precisa che:

Se gli azionisti saranno compiaciuti nel vedere un rallentamento degli elementi più classici dei compensi, queste cifre rivelano che i compensi dei manager possono lo stesso crescere significativamente come risultato di un complesso cocktail di incentivi a lungo termine.

Chi ha finanziato la campagna di Obama

 Le elezioni presidenziali americane sono state emblematiche per numerosi motivi. Sicuramente è stato cruciale comprendere le prospettive economiche e finanziarie dei due candidati alla Casa Bianca. Obama o Romney? Il destino economico a Stelle e Strisce dipende anche dal potere affidato ai repubblicani o ai democratici.

Adesso, sotto il profilo azionario è molto importante capire quali compagnie hanno sostenuto la candidatura di Obama per prevedere quali titoli a Wall Street e nello scacchiere internazionale potranno vivere una seconda giovinezza.

Secondo il sito Opensecrets, i big della tecnologia hanno sostenuto Obama che si è sempre dimostrato favorevole nell’offrire incentivi alle imprese che usano le tecnologie informatiche statunitensi. Ecco perché, tra l’altro, nel mirino del fisco americano, di recente ci è finito il colosso di Cupertino, la Apple che ha eluso il fisco delocalizzando all’estero la produzione dei suoi dispositivi.

Stando ad Opensecrets, quindi, tra i maggiori sostenitori di Obama ci sono Microsoft e Google che figurano al secondo e al terzo posto tra i maggiori finanziatori di Obama avendo investito nella campagna elettorale capitali pari a 761 (Microsoft) e 737 milioni di dollari (Google).

Hanno investito in Obama anche diverse agenzie di comunicazione. Tra i top donors, comunque, ci sono Goldman Sachs (994 milioni di dollari), Bank of America (921), Morgan Stanley (827) e Credit Suisse (618). 

Comuni in difficoltà economiche, Governo e maggioranza si scontrano

 Governo e maggioranza ancora contro sul decreto per ridurre gli stipendi dei politici negli enti locali.

La Camera propone il cancellamento di alcuni emendamenti che la Commissione Bilancio aveva approvato in assenza di adeguate coperture finanziarie.

Di contro l’assemblea ha optato per il rinvio del decreto. In commissione, però, non vi è stato alcun accordo. Oggi si ritorna in Aula per riparlarne.

Ordine del giorno: la contesa riprenderà con la richiesta della maggioranza all’indirizzo del Governo di giustificare il suo rifiuto con le relazioni della Ragioneria sugli emendamenti in discussione.

Il Governo è pronto a chiedere la fiducia.

Intanto, magra consolazione, Governo e maggioranza sono in sintonia per quanto concerne il salvataggio dei Comuni le cui sorti finanziarie sono fortemente in bilico. Molti sono i sindaci che hanno chiesto e ottenuto tale norma. Uno su tutti? Il “napoletano” Luigi De Magistris. Il capoluogo campano registra un buco di 850 milioni e il suo primo cittadino non sa dove trovarci. Messina, Catania e Parma versano nelle stesse condizioni di difficoltà.

Governo e maggioranza, pertanto, hanno cancellato le normative appena introdotte con i provvedimenti attuativi del federalismo fiscale che prospettavano, per fronteggiare il disagio, l’arrivo di un commissario, incaricato di agevolare il pagamento dei creditori e, in casi estremi, l’arrivo di nuove tasse per i cittadini, nonché l’ineleggibilità degli amministratori ritenuti responsabili.

L’economia è la prima sfida di Obama

Le prime parole del presidente Obama, dopo la schiacciante vittoria di stanotte sullo sfidante repubblicano alla Casa Bianca, sono state il meglio deve ancora venire.

Forse si stava riferendo proprio a se stesso, dato che ora, impossibilitato dalla legge americana a potersi ricandidare, può davvero fare tutte le riforme che non ha potuto affrontare finora per non perdere il suo favore politico. Le prime ed più importanti riforme del presidente Obama riguarderanno l’economia: si parla di fiscal cliff, di tasse, di mercato del lavoro e di energie rinnovabili.

La ricetta economica di Obama è un mix di ingredienti che potrebbero non piacere a molte fasce della popolazione americana, soprattutto quelle più agiate per le quali il presidente ha già previsto una maggiore pressione fiscale su quella fetta di popolazione dal reddito più alto, entrate che serviranno agli Stati Uniti a ridurre il peso del debito che grava sul rilancio della sua economia.

Riforme fiscali previste anche per risanare il mercato del lavoro: la proposta di Obama è quella di mettere in atto incentivi per quelle imprese, soprattutto multinazionali, che riporteranno la produzione all’interno del paese, strumento con il quale il presidente ritiene sia possibile creare un milione di nuovi posti di lavoro nel settore manifatturiero.

 

 

Esodati, dietrofront Fornero: fondi cancellati

 La Commissione Bilancio della Camera  ha bocciato l’emendamento in favore degli esodati, votato all’unanimità dalla Commissione Lavoro. Il Ministro Fornero, nella giornata di ieri, aveva promesso una copertura finanziaria. Oggi le cose sono cambiate.

Tale copertura avrebbe posto fine in maniera positiva al periodo di disagio vissuto da circa 10.000 lavoratori privati di reddito e pensione. La copertura, in verità, era stata trovata pensando a prelevare il 3% dei redditi su oltre i 150mila euro. Pdl e Udc, tuttavia, hanno risposto con un secco “No”.

Di nuovo punto e a capo: la decisione torna in mano al Parlamento. I relatori della Legge di Stabilità chiedono al Governo numeri ufficiali. Così Renato Brunetta:

“Non possiamo fare miracoli. Fornero ci deve dare dati esatti sulla platea. Solo così infatti si possono poi valutare le risorse necessarie”

Torna dunque in auge la diatriba inerente ai lavoratori che si sono licenziati o che avevano accettato di perdere il posto di lavoro facendo affidamento sulle possibilità di andare in pensione offerte dal Governo. Speravano nella riforma della Fornero, la quale non ha però mantenuto le promesse.

La situazione al momento: il Ministro Fornero è tra l’incudine e il martello. Governo e Parlamento sono al centro di un’accesa discussione. Ne viene fuori che Esecutivo e Ministero del Lavoro non hanno intenzione di accettare la proposta parlamentare di restaurare, riproponendole, le vecchie regole pensionistiche. Con tali norme 130.000 esodati erano stati “sistemati”. Di contro, però, il Parlamento non sa come trovare le risorse. L’emendamento, dunque, è attualmente fermo al palo.