Un’importante decisione proviene da Fiat. Il Lingotto ha deciso che non posizionerà in borsa una grossa fetta di azioni provenienti dal recesso della fusione in Fca. Rimane tuttavia aperta la possibilità che queste azioni possano essere vendute a Wall Street. Urgono, tuttavia, condizioni di mercato opportune per agire.La quota che potrebbe essere posizionata, stando alle informazioni un po’ frammentarie provenienti dal numero 1 di Fca Sergio Marchionne a Parigi ad inizio ottobre, sarebbe fino a circa il 7,1% del capitale.
Una nota Fiat di oggi informa che, al termine del periodo di offerta in opzione, i soci Fiat hanno espresso la volontà di acquistare 6,1 milioni di azioni del totale di 60 milioni per le quali è stato esercitato il recesso. Una nota comunica:
Fiat ha deciso di non avvalersi della facoltà di collocare in borsa le restanti azioni. Le azioni saranno quindi acquistate al prezzo di 7,727 euro per azione e successivamente cancellate.
Una delle opzioni, ovvero uno degli obiettivi è che Marchionne potrebbe vendere azioni proprie. Ma lo stesso Ad a Parigi ha dichiarato: “Non so se lo facciamo adesso o più avanti”. In altri termini, o si vende ora o si calcolano le possibilità di rischio.
Fiat possiede 34,6 milioni di azioni proprie (il 2,8% del capitale), in base a quanto emerso dagli ultimi dati disponibili sulle relazioni di bilancio Fiat, che agli attuali prezzi di mercato di 7 euro per azione, valgono circa 240 milioni di euro.
Per i 53,9 milioni di azioni (4,3% del capitale) provenienti dal recesso e non acquistate dai soci Fiat, essi non possono essere considerate come treasury stock. Tuttavia, un equivalente raccolta sarà destinata agli Usa.
L’AD non ha stabilito quale sarà la disponibilità di queste azioni, affermando, sempre al Salone di Parigi, che “sarà importantissimo ri-emetterle”.