Dura la Banca Centrale Europea con l’Italia che finora «non ha fatto tangibili progressi rispetto alla raccomandazione della Commissione Ue» di abbassare il deficit, rimasto al 3% nel 2013 contro il 2,6% raccomandato dall’Europa. Lo scrive la Bce, chiedendo che vengano fatti «i passi necessari» per rientrare nel deficit e garantire che il debito sia messo «in traiettoria discendente». Nel bollettino il Consiglio direttivo della Bce intanto «conferma con fermezza» la «forward guidance» di luglio che prevede tassi a «livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo». Nel Bollettino mensile di marzo la Bce spiega che questa attesa si basa su «prospettive di inflazione complessivamente contenute anche nel medio termine, tenuto conto della debolezza generalizzata dell’economia, del grado elevato di capacità inutilizzata e della modesta creazione di moneta e di credito».
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Il Consiglio direttivo «segue con attenzione gli andamenti nei mercati monetari ed è pronto a prendere in considerazione tutti gli strumenti disponibili. Nel complesso il Consiglio resta fermamente determinato a mantenere l’elevato grado di accomodamento della politica monetaria e a intervenire ulteriormente con azioni risolute, se necessario».
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Per il biennio 2014-2016 la Bce stima un tasso di cambio dollaro/euro a 1,36 «con un incremento del 2,1 per cento rispetto al 2013», scrivono gli analisti dell’Eurotower nel bollettino mensile «in media, il tasso di cambio effettivo dell’euro si apprezzerebbe dell’1,6 per cento rispetto al 2013». «È fondamentale completare l’unione bancaria e rendere operativi sia il Meccanismo di risoluzione unica che il Fondo di risoluzione unico altrimenti il mercato finanziario continuerà ad essere frammentato, ad essere esposto a rischi e a pesare su crescita e occupazione», spiega il membro del comitato esecutivo della Bce Benoit Coeurè.