Le banche italiane appaiono ancora molto sottovalutate sia in confronto ai partners europei che in confronto alle banche statunitensi. A documentarlo è uno studio reso noto da una società internazionale di consulenza indipendente che ha realizzato una ricerca sui bilanci delle 250 rilevanti banche europee.
Questo studio evidenzia, in base al rapporto prezzo/book value, quindi il rapporto tra il prezzo di Borsa e il patrimonio netto comunicato nel bilancio della banca, che le prime tre banche italiane mostrano una ratio pari a 0,66 che si raffronta con lo 0,95 della media europea: ciò sta a significare che le quotazioni delle banche italiane dovrebbero aumentare del 43% per annullare il distacco dalle correnti valutazioni medie europee. Ancora più larga la forbice della discrepanza con le banche USA che, in media, evidenziano un rapporto prezzo/book value di 1,3, quindi quasi il doppio di quello delle banche italiane.
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Un altro aspetto che viene posto in evidenza dallo studio che mette in risalto la bontà della banche italiane è il rapporto cost/income, ovvero il rapporto tra i costi operativi, come i costi amministrativi, quelli per il personale e per le proprietà, e il margine di intermediazione, che risulta essere al 59,4% e si raffronta con il 68% della media europea.
Invece c’è ancora molto da occuparsi del ROE (Return On Equity), cioè della redditività, che, dopo le rettifiche sui crediti deteriorati e sulle sofferenze azzerate in bilancio, è ormai a liveli troppo bassi. Gli esperti, considerando tutti questi fattori, sono portati a fare delle considerazioni sul settore e sull’opportunità di investimento.