Le banche popolari detengono al loro interno il maggior numero di crediti dubbi. Secondo il centro studi di Mediobanca, in nove anni tra il 2005 e il 2014 gli istituti popolari, malgrado siano stati quelli che hanno convogliato più prestiti all’economia (+5,2% medio annuo e +57,7% medio cumulato), hanno fatto registrare il peso più alto in questo segmento.
Per gli istituti popolari, infatti, i crediti dubbi rappresentavano alla fine dello scorso anno il 13,8% dei prestiti complessivi concessi, aumentati del 22,1% all’anno, tanto che nel periodo cumulato la crescita è stata del 502%.
Dal 2005, primo anno di applicazione dei principi di contabilità internazionale, al 2014, il sistema bancario italiano ha aumentato del 14,3% i prestiti a imprese e famiglie: una media dell’1,5% ogni anno. Nello stesso periodo, però, le sofferenze, gli incagli e i crediti ristrutturati e scaduti sono balzati del 222,5%, con un tasso di crescita medio annuo del 13,9% e un’incidenza pari all’11% sui prestiti totali, che nel 2005 era appena del 3,9%.
Le banche di credito cooperativo, invece, hanno visto aumentare i prestiti in media del 4,7% ogni anno e quelli a rischio del 16,1% (oggi sono il 12,4% del totale), mentre per quanto riguarda gli istituti retail, nei nove anni considerati dallo studio, hanno prestato molto meno con una crescita media annua dello 0,1%, ma hanno visto crescere i crediti dubbi in media ogni anno dell’11,4%.
Nella classifica di Mediobanca delle banche italiane per totale attivo tangibile aggiornato al 2014, la Cassa depositi e prestiti è entrata per la prima volta nella classifica scalzando il Monte dal terzo posto, forte dei 350 miliardi di totale attivo tangibile (+11,3% sul 2013).