Le maggiori banche per la prima volta ravvisano il loro potere messo molto in discussione. Dopo anni di gestione ristretta, conservatrice, clientelare, azionisti e manager stanno per essere inchiodati alle proprie gravi responsabilità. E’ giusto che ciò avvenga, perchè questo sistema bancario malato è parte integrante della crisi che attanaglia l’Italia.
Secondo uno studio di Goldman Sachs le banche italiane in crisi che dovranno rafforzare il capitale in vista degli “stress test” previsti dalla Bce nel 2014 e nei prossimi anni, avranno necessità di una cifra totale tra i 17 miliardi di euro e nel “peggiore dei casi” fino a 23 miliardi di euro.
Le grandi banche che per prime saranno obbligate a trovare soldi sono almeno 15 per una somma di circa 7 miliardi. Tra questi, il Monte dei Paschi di Siena, terza banca del paese, Banca Popolare di Milano e Banco Popolare, rispettivamente quinto e sesto istituto di credito per patrimonio. Inoltre Carige e la Banca Popolare di Vicenza.
> Le banche italiane non avranno bisogno di aiuti dopo gli stress test
Stando al Financial Times, gli istituti italiani sono stati i peggiori di tutti gli altri europei nei primi “stress test” del 2011 ordinati da Ue e Bce dopo la crisi finanziaria globale. La banca peggiore in assoluto è MPS, che infatti negli ultimi 4 anni è stata già salvata 3 volte dallo stato.
> Le banche preparano la vendita delle azioni
Lo stesso presidente della Bce Mario Draghi ha parlato senza mezzi termini di possibile “fallimenti”, nel presentare gli “stress test” che saranno condotti su tutti gli istituti europei. La Bce lancerà a novembre un “asset quality review”, la revisione della qualità degli attivi, per monitorare la solidità delle banche. L’esame di Eurotower durerà 12 mesi. L’Ue ha varato l’Unione bancaria che da gennaio 2015 avrà l’ incarico di chiudere o ristrutturare le 130 banche principali dell’area euro che sono in difficoltà. Alle autorità nazionali spetterà il compito di preparare i piani di fallimenti.