Via al tanto atteso Quantitative Easing, dopo il meeting di ieri della Bce.
Mario Draghi rispetterà la promessa di fare tutto il necessario per salvare l’euro. Non mancano, tuttavia, le critiche alla manovra. Il meccanismo di trasmissione della liquidità dalle banche resta infatti bloccato e le riforme politiche procedono a rilento.
Sostengono gli esperti:
Sessanta miliardi al mese fino a settembre 2016 fa 1.140 miliardi totali di Quantitative easing. Matematicamente Mario Draghi ha mantenuto la promessa di “fare tutto il necessario per salvare l’euro” e aumentare il bilancio della Banca centrale europea di 1.000 miliardi per riportarlo ai livelli del marzo 2012. Tuttavia il rispetto di una condizione necessaria non implica automaticamente che quella condizione sia sufficiente. Il governatore della Bce lo sa e lo ha ricordato nel corso della conferenza stampa affermando che “riforme e politiche di bilancio rimangono fondamentali per la crescita”. Parole uguali le ha pronunciate, quasi in contemporanea, Angela Merkel. I mercati finanziari si sono comunque dichiarati soddisfatti. Il Dax ha segnato nuovi record, l’euro è sceso a nuovi minimi da undici anni sul dollaro e stamane è scivolato sotto la soglia degli 1,13. Piazza Affari ha chiuso in rialzo di circa il 2,5%. In effetti la cifra rispetta quelle che erano le speranze degli investitori più che le attese, più spostate su una ben più deludente somma di 500 miliardi di euro. Oltretutto Draghi ha dichiarato che il programma verrà portato avanti “fino a settembre 2016 e comunque fino a quando si avranno segnali di ritorno delle aspettative di inflazione a livelli coerenti con gli obiettivi della Bce” ossia il famoso 2%.
In ogni caso, come ha fatto notare il chief market analyst di CMC Markets UK Michael Hewson, malgrado l’annuncio abbia avuto l’indubitabile effetto di spingere i mercati azionari e schiacciare l’euro verso il basso, resta in dubbio che questo Qe possa fare la differenza. Sostanzialmente, il meccanismo di trasmissione della liquidità dalle banche all’economia reale resta interrotto e finché non verrà aggiustato è improbabile che il denaro riesca ad arrivare dove serve.