Bce, prosegue la battaglia contro la deflazione

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Prosegue la battaglia alla deflazione portata avanti dalla Banca centrale europea. Una lotta che, finalmente, sta cominciando a dare i suoi frutti.

Tuttavia, l’andamento dei prezzi non è uguale per tutte le famiglie. Lo comunica l’Istat, secondo la quale i prezzi sono rimasti in calo durante il secondo trimestre 2015 per le famiglie più “povere”, mentre sono aumentati per quelle più “ricche”.

L’Istituto di statistica ha rilevato infatti che per le famiglie con minore spesa mensile i prezzi sono in diminuzione dello 0,2% sul 2014, mentre per quelle con i livelli di spesa più elevati crescono dello 0,3%, a un ritmo tre volte superiore all’inflazione generale (pari allo 0,1%).

La deflazione – che continua a condizionare l’andamento dei prezzi per le famiglie con minore capacità di spesa – è da attribuire principalmente alla persistente, seppur attenuata, flessione dei prezzi dell’Energia, un aggregato la cui incidenza sul bilancio di questo gruppo di famiglie è più che doppia rispetto a quella dell’ultimo gruppo. I nuclei che hanno invece una maggiore capacità di spesa, destinano quasi la metà dei loro consumi ai Beni industriali non energetici e ai Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, la cui crescita dei prezzi ha generato l’aumento dell’inflazione per questa tipologia di famiglie.

Se si osserva tuttavia l’ultimo decennio, l’inflazione ha colpito maggiormente la fetta più povera di famiglie italiane. Sostiene l’Istat:

Su un orizzonte temporale più lungo. I prezzi al consumo delle famiglie del primo gruppo (con i più bassi livelli di spesa) sono aumentati del 21,6% tra il 2005 (anno base degli indici) e la prima metà del 2015. Sullo stesso arco temporale la crescita dei prezzi al consumo per le famiglie con maggiore capacità di spesa è stata pari al 18,3%. Per il complesso delle famiglie la variazione misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo è stata del 19,3%.

 

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