Il bonus Irpef è finalmente una realtà. I lavoratori dipendenti che hanno un reddito annuo inferiore ai 25.000 euro dal prossimo mese (ovvero dalla busta paga che riceveranno a giugno) vedranno il loro stipendio aumentare di circa 80 euro, per un totale annuo di circa 700 euro.
Una sorta di quattordicesima, così almeno l’ha chiamata Matteo Renzi, che però potrebbe non tradursi nello sperato aumento dei consumi degli italiani, dato che una parte di questi soldi sarà compensata da un aumento delle tasse locali a carico dei contribuenti.
A dirlo uno studio della UIL secondo il quale, a causa proprio dell’aumento delle aliquote decise dai Comuni per la Tasi, la service tax che ha sostituito l’Imu, circa 35 di questo 80 euro finiranno nelle casse delle amministrazioni comunali.
► Come funziona il bonus Irpef?
Lo studio è stato effettuato analizzando le aliquote per la Tasi in quei comuni che le hanno già comunicate (una piccola parte del totale): la maggior parte delle amministrazioni ha aumentato le aliquote al massimo previsto per la legge, con il risultato che la Tasi, oltre a risultare più cara dell’Imu, assorbirà circa 35 euro dell’aumento previsto in busta paga.
A questo, poi, vanno anche aggiunti gli aumenti per le addizionali comunali e regionali per la stessa Irpef, anche queste in aumento rispetto allo scorso anno.
► Tasi, cosa stanno facendo i comuni?
Quindi, il tentativo di Matteo renzi di dare una mano alle famiglie in difficoltà sta incontrando dei grandi ostacoli sul suo percorso che potrebbero minare il raggiungimento degli obiettivi.
► Bonus Irpef per gli incapienti, si rischia il caos