Buone notizie per le Borse, che sono tornate a creare utili e paiono aver superato la fase di volatilità. Si registra un momento di profitto, dunque, sul mercato obbligazionario, con l’incremento dei rendimenti dei titoli di Stato che ha diffuso nervosismo anche nel comparto azionario.
Intanto New York sta fornendo il suo sostegno agli investitori europei, portandosi di nuovo a livelli record nonostante si avvicini la finestra che gli analisti ritengono buona per un rialzo del costo del denaro: sarebbe la prima volta, dal 2006, per la Federal Reserve e i suoi tassi d’interesse. Anche Mario Draghi, tranquillizzando sull’intenzione di portare avanti il Quantitative easing, fa la sua parte nel sostenere gli acquisti.
I listini europei procedono al rialzo, anche se poi la debolezza di Wall Street raffredda gli animi. Milano si mantiene in progresso dello 0,3%, le altre Borse Ue diventano contrastate: Londra è invariata, Francoforte cede lo 0,1% e Parigi sale dello 0,15%. Apertura cauta per Wall Street, reduce dai record dello S&P500: l’indice Dow Jones sale dello 0,04% a 18.259,78 punti, lo S&P500 avanza dello 0,10% a 2.123,13 punti e il Nasdaq mostra un incremento dello 0,20% a 5.061,14 punti.
Andamento in ribasso per lo spread tra Btp e Bund tedeschi: il differenziale di rendimento viaggia sotto quota 115 punti base e il decennale italiano rende l’1,8% sul mercato secondario. L’euro tratta in calo stamane nei confronti del dollaro: la moneta unica viene scambiata a 1,1354 dollari. In rialzo il rapporto di cambio con la moneta giapponese: l’euro viene scambiato in area 136 yen.
La giornata macroeconomica europea è scarica, dopo le importanti rilevazioni in settimana sulla ripresa del Pil dell’Eurozona (Italia compresa) e le raccomandazioni Ue agli Stati membri. In Italia, l’Istat rileva che a marzo l’indice dei prezzi all’importazione dei prodotti industriali aumenta dello 0,4% rispetto al mese precedente e diminuisce del 3,8% nei confronti di marzo 2014.