Ci stiamo avvicinando ad un terreno pericoloso, qualcosa che prima d’oggi non abbiamo mai preso in considerazione seriamente: le borse americane stanno effettuando delle prove di discesa. Non è ancora il momento, la liquidità iniettata mese per mese dalla Federal Reserve nel sistema economico americano continua ad essere superiore ai 30 miliardi, la soglia sotto la quale cominciamo a considerare la possibilità di vedere i mercati muoversi in due direzioni, non soltanto a rialzo, ma a partire dalla prossima riunione del FOMC, quest’evenienza non dev’essere esclusa.
Il mercato ci ha dato testimonianza di ciò con indici su nuovi massimi dopo la pubblicazione di buoni dati macroeconomici (la forward guidance della Yellen vuole un’analisi multilivello delle condizioni di salute dell’economia Usa, spiega DailyFx, non soltanto un miglioramento del mercato del lavoro con disoccupazione sotto il 6.5%, il che fa sì che dopo che la politica monetaria è stata indirizzata, gli investitori sono concentrati sulle release economiche) dopo i quali sono partite forti prese di profitto. Dopo dati inferiori alle attese invece, le borse sono state vendute, ma senza rompere i supporti e ripartendo di fretta verso i massimi storici.
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Il dollaro, all’interno di questo nuovo quadro, non ha ancora trovato il suo ruolo: ha provato a rafforzarsi insieme alla salita delle borse e ad essere venduto di fronte sempre ad una salita, facendoci capire che si sta per giocare la battaglia tra dollaro che segue le borse ed i dati o diverse situazioni di risk on/off che potrebbero ritornare in voga, per cui che potrebbero vedere il dollaro venduto a finanziare acquisti di borsa e viceversa acquistato come valuta rifugio, ruolo attualmente ricoperto egregiamente dallo yen giapponese.