La banca centrale europea (Bce) ribadisce che la crisi della zona euro è ancora grave, affermando di avere un certo pessimismo che è in contrasto con una visione più ottimistica propagata qualche settimana fa.
Nel suo rapporto annuale sulla stabilità finanziaria del Paese più stabile dell’Unione europea, la Bundesbank aveva asserito che i rischi per il sistema finanziario tedesco non sono inferiori a quelli del 2011.
A preoccupare è nello spefiico il rischio che i tassi di interesse bassi portino ad un aumento dei prezzi degli immobili nelle aree urbane, dopo che per anni gli stessi sono rimasti praticamente invariati. Bisogna ricordarsi che le bolle immobiliari sono state alla base della crisi negli Stati Uniti, in Spagna e in Irlanda.
È ancora presto per dire che i costi degli immobili rappresentano una minaccia per la stabilità finanziaria della Germania, ma vista la recente storia della crisi la situazione preoccupa. Andreas Dombret , membro del comitato esecutivo della Bundesbank, ha detto in un comunicato che i bassi tassi di interesse e la liquidità elevata possono incoraggiare esagerazioni sui mercati immobiliari.
Poco tempo prima, Mario Draghi aveva detto che le tensioni nella zona euro erano attenuate. Merito del fatto che i Paesi hanno cominciato a tenere sotto controllo i loro debiti, del fatto che i costi del lavoro sono diminuiti e della conseguenza di una maggiore competitività sui mercati mondiali. Una ripresa quindi lenta e graduale.
Ora ecco il rapporto della Bundesbank che ha giudicato negativamente alcune delle misure adottate dalla Bce per calmare la crisi, come la promessa di acquistare obbligazioni di Paesi in crisi come la Spagna per contenere il loro debito. La Germania può prendere denaro in prestito a tassi bassi, a differenza di Italia e Spagna, grazie alla fiducia degli investitori.