Cosa c’entra il premier inglese Cameron con il caffè? Nulla, a meno che non si stai parlando del caffè di Starbucks. Il premier inglese, nel suo ultimo intervento al WEF di Davos ha voluto lanciare una frecciatina ad una delle più grandi catene di caffè americane, la Starbucks.
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Sull’onda delle tante polemiche che da più parti si stano sollevando contro le multinazionali -soprattutto quelle tecnologiche, tra cui le più bersagliate sono Apple e Google– il premier inglese ha ribadito che, spesso, le multinazionali del genere approfittano del loro potere per non pagare le tasse.
Se sia vero nel caso della Starbucks ancora non è dato saperlo, fatto sta che dai piani alti dell’azienda sono arrivati commenti molto duri su questa ‘illazione’ del premier e fanno sapere, attraverso la voce di Chris Engskov, direttore della filiale inglese, che se il premier non rivede quanto detto, gli investimenti in programma nel prossimo periodo sul territorio inglese potrebbero anche essere rivisti.
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La linea di difesa scelta dalla Starbucks è molto semplice: dal momento che la società non ha avuto profitto in Inghilterra non è tenuta a pagare le tasse. Ma il problema è che nell’ultimo rapporto di Starbucks si parla di un profitto globale di 274 milioni, ma nessuno di questi generato in Inghilterra, che nel documento, non ha neanche un prospetto separato.