Si avvicinano le date di scadenza dell’IMU e della Tasi per la maggior parte dei Comuni italiani che non hanno risposto all’appello della prima chiamata, avvenuta nel mese di giugno 2014. A pagare il 16 ottobre 2014 saranno anche le attività produttive, ovvero gli immobili utilizzati a fine industriale e commerciale, i cosiddetti capannoni, che nello scorso anno sono stati al centro della polemica per la gratuità dell’IMU.
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Quest’anno però a carico delle imprese ci potranno essere più imposte sui beni immobili. La Cgia di Mestre, infatti, la Confederazione degli Artigiani, ha calcolato che nella maggior parte delle città italiane il costo della IMU – Tasi sui capannoni industriali subirà un rincaro rispetto all’anno passato. In tre capoluoghi di provincia su quattro, cioè, si pagherà di più.
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Le analisi effettuate portano infatti a concludere che in tre città italiane in particolare, quelle di Pisa, di Treviso e di Brindisi, l’imposta IMU – Tasi sui capannoni avrà un rincaro che va dal 17 al 31 per cento. Non in tutte le città italiane, però, la colpa del caro IMU è da imputare ai sindaci.
Al contrario, inoltre, la Cgia rileva anche che in Italia vi sono state città più virtuose in cui il costo delle imposte sugli immobili dedicati alle attività produttive è stato abbassato. Si tratta ad esempio delle province di Siracusa, di Nuoro e di Modena.
In questi capoluoghi idi provincia il risparmio per gli imprenditori va dal 14 al 15 per cento.