In alcuni post pubblicati in precedenza abbiamo visto quale è la procedura corretta da seguire quando un cliente mutuatario ha la necessità di cambiare il proprio conto corrente e di domiciliare le rate del mutuo su un nuovo conto corrente aperto presso un’altra banca.
Mutui
Come compilare il modulo per la richiesta della portabilità del mutuo
Come trasferire il mutuo – La portabilità del mutuo
In un post pubblicato in precedenza abbiamo visto che per richiedere la domiciliazione delle rate del proprio mutuo presso un altro conto corrente – diverso da quello aperto in origine per la restituzione del prestito – il cliente deve recarsi presso la nuova banca e compilare un modulo chiamato “Richiesta di trasferibilità delle domiciliazioni RID”, che è valido anche per il trasferimento del pagamento delle rate del mutuo e di eventuali prestiti.
Come trasferire il mutuo – La portabilità del mutuo
Il mutuo è un prestito ipotecario che può durare anche molti anni. La durata massima di un mutuo può raggiungere infatti anche i 40 anni e per tutto questo tempo si richiede in genere ai clienti mutuatari, i titolari del prestito, di avere a disposizione un conto corrente presso il quale vengano domiciliate le rate del mutuo stesso.
I mutui più convenienti dell’autunno 2013
Gli italiani stanno lentamente riprendendo fiducia verso la loro situazione economica e, sostenuti anche dai tassi di interesse sui prestiti e sui mutui fermi al minimo storico dello 0,5%, hanno ripreso anche a chiedere mutui, con una domanda che fatto segnare un aumento del 4% delle richieste ad agosto 2013, dopo un anno e mezzo di cali a due cifre.
A stimolare la richiesta di mutui per l’acquisto di una casa sono anche i prezzi degli immobili ad uso abitativo che, dopo tanti anni, hanno iniziato a scendere, arrivando anche a cali del 5% del loro prezzo iniziale.
► Cresce la domanda di mutui ad agosto 2013
Gli istituti di credito, quindi, hanno conseguentemente abbassato i tassi di interesse per rendere le rate più sostenibili. Confrontando le varie offerte delle banche italiane, infatti, si nota come molti degli istituti propongano tassi di restituzione mediamente non superiori al 3%. Ma quali sono i mutui più convenienti di questo autunno del 2013?
Partendo dal presupposto che, al momento, è conveniente optare per il tasso variabile, e prendendo come esempio un prestito da 150 mila con un piano di rimborso a 25 anni, le offerte migliori sul mercato sono quelle di IwBank e Deutsche Bank.
Deutsche Bank – Mutuo Pratico a tasso variabile
Interesse indicizzato all’euribor a 3 mesi più differenziale del 2,75%. A conti fatti il taeg (tasso annuo effettivo globale) è del 3,11% e richiede il pagamento di una rata di 709,37 euro al mese.
Iwbank – Iw Mutuo Acquisto Variabile
Prevede un taeg al 3,04% e una rata di 709,76 euro.
Se questi sono i mutui più convenienti in assoluto per l’autunno del 2013, risultano essere molto buone anche le condizioni proposte da Bnl Bnp Paribas, Cariparma Credit Agricole e WeBank (gruppo Bpm), che hanno taeg attorno al 3,2% e rate comprese tra 715 e 720 euro.
Con i mutui della Cdp saranno acquistate 44mila case
Il Decreto IMU arrivato a definizione solo pochi giorni fa ha introdotto, tra le altre cose, anche numerose novità per il settore edile e quello immobiliare, pesantemente colpiti dai rovesci della crisi. Una delle misure previste dal decreto consiste infatti in una facilitazione e in una ripresa dell’accesso ai mutui, i finanziamenti ipotecari per l’acquisto di immobili di tipo residenziali.
Le scorrettezze delle banche sui mutui
Nel giro di dodici mesi sarà possibile stipulare i mutui per l’acquisto della casa nei 28 Paesi dell’Unione europea con le stesse regole. Il Parlamento di Strasburgo ha così deciso di disciplinare in via definitiva i mutui, per far si che gli interessi non diventino insostenibili. Maggiore tutela, dunque, contro le montagne russe dei mercati che gonfiano le rate mensili relativamente all’andamento dei tassi (Euribor in caso di mutuo a tasso variabile ed Eurirs per quello fisso) o al mancato rimborso del finanziamento.
Nello specifico, la disposizione europea prevede che gli istituti di credito forniscano per forza di cose un modulo standardizzato con la descrizione dei rischi, compreso il costo totale del mutuo (il nostro Isc, l’indicatore sintetico di costo che considera oltre al tasso applicato con cui si calcola la rata mensile anche le spese accessorie iniziali e le spese periodiche) e le possibili conseguenze finanziarie di lungo termine. Nel contempo i mutuatari avranno sette giorni di tempo tra la consegna del prospetto e la firma per “pensare bene” al loro impegno, come fosse una sorta di diritto di recesso. In fin dei conti stiamo parlando di un impegno che mediamente dura oltre 15 anni.
Regole stabilite per far sì che anche in caso di difficoltà nel pagamento dei bollettini, il sequestro della casa ipotecata si configuri come l’ultima strada da seguire. Le commissioni di mora dovranno, infatti, considerare i costi effettivi e la vendita dell’immobile dovrà essere perfezionata al miglior prezzo a copertura dell’eventuale debito residuo. Inoltre, dovrà essere contemplata una soluzione abitativa alternativa per chi perde la casa. Un riferimento evidente al drammatico bilancio emerso, ad esempio, solo nel 2012 con quasi 46mila famiglie italiane costrette a lasciare la propria abitazione perché non sono riuscite a pagare le rate.
La situazione in Italia
Nel nostro Paese, la maggior parte delle disposizioni previste in teoria non dovrebbero portare grosse modifiche perché, in una forma o nell’altra, sono già in uso. È il caso dell’abolizione della penale per l’estinzione anticipata abolita già dal 2007. Peccato, tuttavia, che nella pratica il quadro che concerne il mondo dei mutui sia sconfortante. Infatti, non solo gli istituti di credito hanno chiuso i rubinetti del credito non erogando più prestiti, ma soprattutto continuano a commettere scorrettezze a danno dei clienti.
Nel dettaglio, otto banche su dieci, nonostante non sia previsto per legge, impongono di aprire un conto corrente presso la propria filiale, il 24% delle agenzie costringe a sottoscrivere una polizza vita (che non è obbligatoria) e il 17% obbliga addirittura ad acquistare una polizza incendio di cui sono allo stesso tempo venditrici e beneficiarie. Il giro di vite (e di affari) è molto alto. Pensare che secondo l’Isvap nel solo 2010 le banche hanno raccolto 2,4 miliardi di euro, mentre i mutuatari hanno sborsato fino all’80% rispetto agli altri prodotti disponibili sul mercato.
Le nuove regole per i mutui dell’Unione Europea
Ottenere un mutuo è molto difficile e, inoltre, non sempre chi lo richiede è al corrente di quali sono i rischi ai quali può andare incontro. Uno dei maggiori problemi della banche italiane, infatti, è proprio quello della comunicazione con i loro clienti, spesso poco chiara e trasparente.
► Nuove regole per gli indici finanziari e per i mutui dal Parlamento Europeo
Per questo motivo e al fine di tutelare i consumatori, l’Unione Europea ha introdotto delle nuove regole che dovranno essere recepite da tutti i paesi membri che impongono agli istituti di credito di maggiore trasparenza e concorrenza. Un passo obbligato dell’Unione al fine di calmierare un mercato che vale il 52% del suo Pil.
► Come chiedere la sospensione del mutuo per l’acquisto della prima casa
Le nuove regole per i mutui dell’Unione Europea
Cercando di tutelare entrambi le parti, tanto i consumatori quanto le banche, Bruxelles ha deciso che:
– a chi richiede un mutuo le banche dovranno fornire un modello standard che indichi in maniera chiara i rischi, i costi e conseguenze finanziarie a lungo termine del contratto di mutuo;
– le offerte di mutuo dovranno essere studiate in base alle condizioni economiche del richiedente;
– i clienti hanno 7 giorni di tempo per decidere e, dopo la firma del contratto, altri 7 per recedere;
– il rimborso anticipato del mutuo non deve essere sottoposto a penali;
– in caso di pignoramento dovrà essere fornita una soluzione abitativa per chi perde l’immobile, questo, poi, dovrà essere venduto in base al principio del miglior prezzo.
Per l’Italia, quindi, la situazione rimane pressoché invariata, anche se queste nuove regole si pongono come un ulteriore passo avanti verso l’unione bancaria.
L’Unione Europea interviene per disciplinare i mutui
L’Unione europea vuole evitare una nuova crisi dei mutui immobiliari. L’obiettivo del Parlamento Europeo è quello di mitigare i rischi finanziari. Nello specifico, prima di concedere un mutuo da ora in avanti bisognerà fare attenzione a fornire informazioni adeguate per ciò che riguarda i rischi dell’operazione. Il pericolo, in sostanza, è che gli interessi del mutuo diventino insostenibili. Così a Bruxelles hanno approvato nuove regole in relazione ai finanziamenti ipotecari.
A prescindere dal fatto che si tratti dell’acquisto della prima casa o di ulteriori appartamenti, o ancora della surroga del mutuo, sarà opportuno comunque scattare adeguate tutele nel momento in cui i tassi di mercato, che da sempre sono interessati a fluttuazioni, dovessero nel tempo crescere in maniera elevata. In ottemperanza alle nuove norme, che in questo momento sono sotto la lente di ingrandimento del Parlamento europeo, il sequestro della casa nei casi di insolvenza ipotecaria dovrà rappresentare solo l’ultima delle soluzioni praticabili.
Nel complesso, la direttiva approvata dal Parlamento Ue punta a tutelare i cittadini che stipulano un mutuo, ma punta anche a salvaguardare un mercato quale è quello dei finanziamenti per la casa che, in tutto il Vecchio Continente, si attesta in controvalore al 52% del prodotto interno lordo europeo. Crisi del mercato dei mutui, a seguito di nuovi rischi subprime, potrebbero innescare in tutto il continente paralleli problemi sistemici.
I consumatori, in virtù delle nuove regole, potranno acquisire maggiore consapevolezza sui rischi legati alla stipula di un mutuo, con particolare riferimento a quelli che sono i pericoli a lungo termine. Inoltre, le banche dovranno concedere al cliente come minimo sette giorni di tempo tra la consegna del preventivo e la firma del contratto.
Come scegliere il mutuo su misura
In termini di finanziamento dell’acquisto di una casa si è passati dai 56 miliardi del 2010 ai 24 miliardi di erogato nel 2012. Offerta in diminuzione e domanda ferma: gli italiani, a causa della crisi, hanno congelato i desideri di un’abitazione tutta propria. Ora, però, qualcosa si muove. La domanda sale a +4% (stando ai dati Crif) di agosto che consolida il +2% di luglio. Per quanto riguarda il versante dell’offerta, il Governo Letta sta per integrare con 4,5 miliardi di euro il sistema per agevolare chi ha intenzione di fare un mutuo: Cassa depositi e prestiti (Cdp) metterà a disposizione delle banche 2 miliardi di euro per emettere finanziamenti agevolati.
Lo schema è quello dei prestiti di Cdp alle piccole medie imprese: una formula che ha avuto successo e che si tenta di replicare con i mutui. Inoltre 200 milioni saranno destinati a nuovi fondi o a fondi già esistenti come quello per le giovani coppie a cui potranno attingere anche i lavoratori atipici (il regolamento sarà pronto entro il mese e il reddito Isee per accedere alle agevolazioni dovrebbe salire da 35mila a 40mila euro).
Domande allo sportello
I clienti devono lottare con due avversari che si pongono come ostacoli all’«informazione chiara e corretta» sui mutui: l’inglese e le sigle. Ecco qualche suggerimento sulle domande da porre. Uno dei termini di difficile comprensione è il loan to value: «È il rapporto fra mutuo richiesto e valore dell’immobile – spiega Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline.it –. Attualmente viene finanziato in media il 60% dell’acquisto ma, cercando, si trovano banche che arrivano fino all’80%». L’offerta dipende però dal profilo di rischio del cliente.
C’è inoltre il Taeg, il costo “tutto compreso” del mutuo che è molto più importante del semplice tasso di interesse: dentro infatti vi sono le spese dell’operazione e le modalità di rimborso. «Per un mutuo a tasso variabile, un Taeg poco sopra il 3% è molto interessante. Per il fisso viaggiamo intorno al 5,4%», sottolinea Anedda. Per trovare tali percentuali bisogna però cercare e soprattutto chiedere.
Nuove regole per gli indici finanziari e per i mutui dal Parlamento Europeo
Il Parlamento Europeo riprende la sua attività legislativa e si occupa in primo luogo di risolvere alcune questioni rimaste in sospeso da molto tempo. Come quelle inerenti gli abusi che si sono verificati in passato in merito ad alcuni strumenti e prodotti finanziari, come i mutui subprime e gli indici di benchmark.