Sospendere le rate del mutuo: requisiti legati al reddito e al lavoro

 A partire dalla scorso 27 aprile è possibile accedere ai benefici del Fondo di solidarietà per i mutui per sospendere per un periodo le rate del muto per l’ acquisto della prima casa che sia anche la propria abitazione principale.

> Come sospendere le rate del mutuo

Per accedere a tali benefici, tuttavia, devono sussistere una serie di requisiti che coinvolgono diversi aspetti, sia del contratto di mutuo e dell’ oggetto del finanziamento, sia della situazione lavorativa e reddituale del mutuatario.

> Sospendere le rate del mutuo: i requisiti e le condizioni

Ecco quindi quali sono i requisiti reddituali e relativi al proprio profilo lavorativo che devono sussistere per il mutuatario per accedere alla sospensione del mutuo:

  • ISEE non superiore ai 30 mila euro
  • cessazione del rapporto di lavoro subordinato – ad eccezione di risoluzione consensuale o per limiti di età  con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità o di dimissioni non per giusta causa o ancora di licenziamento per giusta causa
  • cessazione dei rapporti di collaborazione o di agenzia – ad eccezione, come al punto precedente, di risoluzione consensuale,  di dimissioni non per giusta causa o ancora di licenziamento per giusta causa
  • morte o riconoscimento di handicap grave, o di invalidità civile non inferiore all’ 80%.

 

 

Sospendere le rate del mutuo: i requisiti e le condizioni

 A partire dallo scorso 27 aprile, per tutti coloro che desiderano sospendere per un periodo di tempo le rate del proprio mutuo per l’ acquisto della prima casa c’è una nuova possibilità. E’ quella di beneficiare delle agevolazioni offerte dal cosiddetto Fondo di solidarietà, che va in aiuto dei redditi bassi e dei nuclei familiari più deboli.

Mutui sempre meno adatti ai giovani

 Il mondo creditizio sembra molto attento alle richieste di mutuo dei giovani e propone loro delle interessanti soluzioni a condizioni agevolate. Eppure questo non vuol dire che i giovani sia davvero i più propensi a chiedere questo genere di finanziamenti alle banche. Anzi, una recente ricerca dimostra che pochissimi giovani sono alle prese con le banche per l’erogazione di un prestito per l’acquisto o la ristrutturazione di un immobile.

BPM ti strizza il mutuo

A condurre la ricerca in tal senso, ci ha pensato il portale Casa.it che ha cercato di elaborare a livello statistico i dati forniti dalle banche. Il risultato della ricerca è che soltanto un mutuatario su cinque, quindi il 20 per cento ha un’età compresa tra 25 e 30 anni. Se poi il target scende alla fascia d’età tra 18 e 25 anni, allora si scopre che le richieste dei giovani sono soltanto il 7 per cento del totale.

I vantaggi per i giovani lombardi

Il problema alla radice di questa situazione è nelle condizioni lavorative dei giovani che hanno spesso un contratto precario, che aspirano alla famiglia e alla stabilità di una casa ma che non hanno le garanzie reddituali sufficienti da offrire agli istituti di credito.

Questo non toglie che un italiano su tre, avendone la possibilità, investirebbe nel mattone. La casa, infatti, è ancora un’espressione di sicurezza.

BPM ti strizza il mutuo

 Strizza il Mutuo è una proposta del gruppo BIPIEMME cui gli aspiranti mutuatari possono accedere ancora per pochissimi giorni. L’offerta che stiamo per descrivere, infatti, vale fino al 28 giugno.

Strizza il Mutuo è un prodotto a tasso variabile che il Gruppo Banca Popolare di Milano promuove per qualche giorno ancora a favore di chi debba acquistare la prima o la seconda casa, oppure a favore di chi ha in mente di ristrutturare l’abitazione principale. Se la finalità del prestito richiesto è tra le tre indicate, allora Strizza il Mutuo è sicuramente un prodotto da tenere in considerazione.

Il Tasso variabile di BPM in offerta

I destinatari del finanziamento sono i giovani tra 18 e 75 anni che possono rimborsare il credito richiesto con un piano d’ammortamento che va da minimo 10 anni a massimo 30 e che è equivalente all’80 per cento del valore dell’immobile da acquistare o da ristrutturare. Il tasso e lo spread cambiano in base alla durata del rimborso.

I tempi dettati da Bipiemme

Il riferimento è sempre l’indice Euribor cui si aggiunge lo spread del 2,90 per cento per i mutui rimborsabili fino a 25 anni, oppure si aggiunge lo spread del 3 per cento per i mutui rimborsabili da 26 a 30 anni. L’aggiornamento del tasso avviene ogni mese, facendo riferimento all’Euribor arrotondato in eccesso allo 0,05 per cento.

Non mancano le spese di istruttoria, circa 400 euro, le spese d’incasso rata e le spese di perizia, anche queste variabili, ma calcolate in base all’importo richiesto.

 

E’ tornato il Gran Mutuo Cambio Scelta

 I mutui a tasso variabile sono tra i preferiti degli utenti perché, almeno in questo particolare momento storico, consentono di approfittare della crisi che tiene i tassi ai livelli minimi. In realtà un rimbalzo dei tassi è alle porte e quindi, coloro che vogliono mettersi al sicuro, prediligono addirittura il tasso misto.

L’opportunità di cambiare tasso, passando dal fisso al variabile, nel corso del piano d’ammortamento, è estremamente vantaggiosa. Tra i prodotti di questo tipo è tornato a far valere le sue caratteristiche di convenienza il Gran Mutuo Cambio Scelta di Cariparma che fa parte – a livello bancario – di uno dei gruppi stranieri più appetibili del momento, la Crédit Agricole.

Per i mutui meglio andare all’estero

Il Gran Mutuo Cambio Scelta è pensato per coloro che hanno intenzione di acquistare la primo o la seconda casa ed è un vero tasso misto. Il piano d’ammortamento si sceglie tra quelli disponibili, da 10 a 30 anni e l’importo finanziabile è sempre l’80 per cento del valore di perizia dell’immobile che viene offerto in garanzia alla banca.

In pole tra i variabili anche il prodotto Cariparma

Lo spread applicato dalla banca cambia in base al piano d’ammortamento e deve essere aggiunto inizialmente all’Euribor 3 mesi. Lo spread è del 3,60% per i mutui da 10 a 20 anni, dl 3,70% per i mutui da 21 a 25 anni e del 3,80% per i mutui da 26 a 30 anni. Ogni due anni, poi, si ha la possibilità di optare per il tasso fisso, oppure di tornare al tasso variabile. Nel caso del tasso fisso, l’indice di riferimento cui sommare gli spread indicati è l’IRS 2 anni.

Come si negozia il mutuo: tasso fisso o tasso variabile?

 In fase di negoziazione del mutuo, una delle scelte fondamentali riguarda il tasso: fisso o variabile? Gli economisti propendono per il tasso variabile. In questo periodo sembra essere quello più vantaggioso: la rata deriva solitamente dalla somma tra lo spread e l’euribor calcolato ad 1 o a 3 mesi. Sull’euribor dato – 1 o 3 mesi – i pareri sono discordanti, ma visto l’altalenarsi ciclico dei mercati pare che in realtà se si desidera negoziare un mutuo di lunga durata gli effetti sembrino minimali.

Si fanno man mano più importanti invece in caso di negoziazione di mutui alquanto brevi. Se i tassi sono in decrescita l’euribor è più conveniente a 1 mese, se sono in salita lo è a 3 o 6 mesi.

Chi propende per un mutuo fisso dovrà fare riferimento al tasso finito che dipende anch’esso dallo spread del momento di stipula al quale vengono però sommati altri vari valori. In entrambe le tipologie il dato finale lo sancisce il TAEG che, come nei finanziamenti, conferma qual è realmente il tasso che si paga, comprensivo di ogni altro onere.

Per sapere se è più conveniente negoziare un tasso fisso o variabile bisognerebbe essere dei veggenti. Oppure, più semplicemente, sarà opportuno farsi (fare) due conti sul tasso attuale. Al momento per i tassi del variabile (quindi spread + euribor) non paiono previsti aumenti che potranno giungere tra qualche anno.

Nel frattempo sarà tuttavia restituito parte del capitale e considerato che gli interessi si versano sul capitale residuo, la rata tenderà a diminuire anche se il tasso diventerà più alto.

Solo ad esempio a giugno 2013 la media delle proposte a tasso fisso ha TAEG che si attesta sul 5.60%, mentre le proposte a tasso variabile hanno TAEG sul 3.50%. Ciò vuol dire che per rimborsare un mutuo di 100.000 euro in 20 anni a tasso fisso sono previsti quasi 61.000 euro di interessi mentre con tasso variabile sono previsti quasi 33.000 euro di interessi ma solo se i tassi non aumenteranno almeno nei primi anni.

Quali sono le altre spese negoziabili? Le spese iniziali, generalmente di apertura pratica e perizia: alcune banche le offrono gratuitamente, ma altre arrivano oltre i 2.000 euro. Seguono le spese ricorrenti annuali, generalmente riguardanti incasso della rata, assicurazione, comunicazioni e varie ed eventuali.

Come si negozia il mutuo

 Quella del mutuo è un’operazione da analizzare passo dopo passo. Occorre tenere presenti le fasi di stipulazione, negoziazione o rinegoziazione.

Non è assolutamente facile poter contare su un mutuo che copra una buona percentuale dell’investimento, ma anche su un mutuo che abbia interessi affrontabili sul lungo periodo.

In questo contesto sarà necessario rivolgersi a più banche prima di negoziare o rinegoziare un mutuo in maniera tale da trovare la soluzione migliore, prassi che sarebbe auspicabile anche in periodi migliori.

La nota positiva del periodo è la maggiore disponibilità di immobili sul mercato che affianco alla massima attenzione da parte del contraente del mutuo dovrebbe consentire di fare il migliore investimento.

Stando agli esperti, gli italiani non porrebbero infatti molta attenzione alle norme dei contratti limitandosi a fare riferimento ai tassi di interesse.

Quando si negozia un mutuo è necessario tenere presenti alcune norme fondamentali. In primo luogo è necessario informarsi su interessi e strategie del momento per dimostrare che si è preparati e non ci si accontenta del primo foglio si visiona. Per farlo bisogna conoscere anche sommariamente come spread ed euribor incideranno sulla propria scelta.

Sarebbe anche utile sapere che lo spread è la differenza di valore del rendimento a 10 anni dei Bund tedeschi rispetto ai Btp (Buoni pluriennali del tesoro) italiani mentre l’Euribor è il tasso interbancario europeo sul quale i grandi istituti europei attuano i loro scambi e viene utilizzato come parametro per stabilire il ‘costo del denaro’. Quando i due valori aumentano si alzano anche i tassi di interesse del mutuo.

Successivamente, è importante fare un giro tra diverse banche. Teniamo in conto che la differenza di soli 50 euro di rata al mese equivale a versare 600 euro in un anno ovvero 12.000 euro per un mutuo ventennale.

Urgono, dunque, preventivi e piani di ammortamento previsti con chiara indicazione di durata ed interessi. Solo preventivi di questo tipo saranno facilmente comparabili per trovare la soluzione migliore.

Ci si può far fare sia un preventivo della versione a tasso fisso che un preventivo della versione a tasso variabile.

Guida per ottenere un mutuo anche in tempo di crisi

 I dati che ciclicamente rilascia l’Istat sui mutui che vengono concessi in rapporto alle richieste dimostrano che le banche non hanno fiducia nei risparmiatori italiani e, stando anche ai dati rilasciati dai vari broker on line di mutui, la percentuale dei richieste di mutui accettate dalle banche si ferma al 5% del totale.

Ciò vuol dire che il 95% delle richieste di mutui non viene presa in considerazione dalle banche, lasciando i clienti senza alcuna possibilità di ottenere quel prestito necessario all’acquisto, nella maggior parte dei casi delle richieste, della prima casa.

► Guida al credito agevolato

In questo modo, non solo si impedisce agli italiani di acquistare casa, ma si mette anche un blocco effettivo alle possibilità di ripresa del mercato immobiliare e, di conseguenza, del settore edile, italiano.

C’è da dire, però, che non sempre la colpa del credit crunch è da far ricadere sulle banche, anche se lo è nella maggior parte dei casi, alcune volte, infatti, chi vorrebbe accendere un mutuo non tiene conto di alcuni particolari che potrebbero facilitare le banche a riporre fiducia nelle loro possibilità di restituzione di quanto chiedono in prestito alla banca.

Proponiamo qui una piccola guida per alzare le probabilità che la banca risponda positivamente alla vostra richiesta di mutuo.

Come scegliere la banca alla quale fare richiesta di mutuo

Ci sono tantissime banche che operano in Italia. Ma non tutte funzionano allo stesso modo e non tutte  hanno gli stessi standard per le concessioni di mutui e prestiti: alcune hanno delle maglie più strette e richiedono molte più garanzie, altre, invece, proprio per andare incontro alla necessità delle famiglie hanno allentato i cordoni delle loro borse e sono più disponibili alla concessione di liquidità.

Quindi. Anche se si ha una banca di fiducia della quale si è clienti da lungo tempo, non ci si deve fermare a questa prima richiesta e al possibile rifiuto. Per aumentare le probabilità di vedere accolta la propria richiesta di mutuo è necessario fare quante più richieste di mutuo possibili, rivolgendosi a più istituti.

Grazie agli strumenti on line come MutuiOnline, Mutui.it, MutuiSupermarket, poi, si possono confrontare le offerte di mutuo fatte dalle diverse banche che operano sul territorio e scegliere quelle più convenienti o le offerte di mutuo più vicine alle proprie esigenze.

Sempre grazie a questi strumenti è anche possibile inviare la richiesta di mutuo a più istituti contemporaneamente.

► Tasso del mutuo: meglio fisso o variabile?

La rata e il reddito

Un fattore molto importante nella richiesta di un mutuo è il peso che la restituzione di quanto concesso dalla banca ha sul proprio reddito mensile.

Per aumentare le possibilità che la banca conceda il mutuo richiesto, è importante che l’ammontare della rata non sia superiore al 33% del reddito mensile dei debitori.

Nel conteggio di questa percentuale è anche importante tenere conto della presenza o meno di altre rate che si pagano mensilmente, come, ad esempio, prestiti per altri acquisti, carte revolving etc.

Per evitare che queste rate precedenti influiscano in maniera negativa sulle probabilità che la banca conceda il mutuo richiesto, si possono percorrere due strade: estinguere i debiti precedenti in un’unica soluzione (ma in questo caso è necessario fare attenzione che l’estinzione non comporti troppi oneri aggiuntivi) oppure procedere con la rinegoziazione del prestito per avere delle rate molto più basse – che influiscono meno nel conteggio della percentuale mensile – da pagare in un periodo di tempo più lungo.

Cancellazione dalle liste dei cattivi pagatori

Altro passo importante da fare prima di rivolgersi ad una banca per chiedere un mutuo, è quello di provvedere alla cancellazione del proprio nome dalla lista dei cattivi pagatori. Per farlo è necessario essersi messi in regola con tutti i pagamenti non effettuati fino a quel momento.

A seconda della gravità del debito accumulato, la posizione di cattivo pagatore presso le banche può essere sanata in un periodo che varia dai 12 ai 36 mesi.