Mutui per under30 più facili in Umbria

Le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo sono diverse, a volte sono gli enti locali a dare una mano ai mutuatari in difficoltà.

Una recente ricerca ha dimostrato che per i giovani mutuatari garantiscono i genitori ma ci sono anche molti giovani che preferiscono farcela da soli. In Umbria hanno qualche possibilità in più.

La Regione, infatti, ha pensato di riattivare una fondo presso la Gepafin con il fine di concedere dei mutui ipotecari più semplici per le vittime privilegiate della stretta creditizia. Al fondo, al momento, aderiscono già otto banche.

L’obiettivo è quello di aiutare i giovani che non hanno compiuto 30 anni a raggiungere l’indipendenza dalle famiglie d’origine. Gli operatori del settore hanno dimostrato che soltanto il 16% delle richieste di mutuo che arriva da giovani under30 viene accettato dalle banche e nel 6% dei casi, c’è ancora lo zampino dei genitori.

Se i mutui a tasso zero per famiglie a basso reddito vanno incontro ai nuclei famigliari, i mutui Gepafin della Regione Umbria, pensano soprattutto ai giovani.

Fermo nel limbo il Fondo di solidarietà

Ogni anno, dal 2010, il governo ha definito un Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa che è gestito dalla Consap ed ha come obiettivo quello di aiutare le famiglie in difficoltà a superare lo scoglio della rata del piano d’ammortamento.

Le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo

 In pratica è disposto un certo capitale cui le banche possono attingere per consentire ai loro clienti di sospendere il piano di rimborso fino ad un tempo massimo di 18 mesi. Per l’accesso a questa “agevolazione” è necessario possedere dei requisiti ed è necessario che sia stato emanato il consueto regolamento.

Il dilemma del pagare l’affitto piuttosto che la rata di un mutuo

Di quest’ultimo, al momento, si sono perse le tracce e non si sa niente rispetto al 2013. Le istruttorie, dice la Consap, sono ferme al 17 luglio del 2012 e dall’anno scorso non è stata più accettata alcuna pratica.

Il nuovo regolamento è necessario perchè con la Riforma della mercato del lavoro sono cambiate anche le regole d’accesso al Fondo di solidarietà: occorre aver acceso un mutuo ipotecario che non supera i 250 mila euro e non si deve avere un reddito ISEE complessivo che superi i 30 mila euro annui.

 Fine del decreto di rinegoziazione dei mutui 2011

In più, la riforma Fornero, ha abolito una serie di cause che garantivano l’accesso al Fondo, quali ad esempio l’aver sostenuto delle spese mediche, l’aver ricevuto l’assistenza domicialiare, l’aver sostenuto delle spese per la ristrutturazione o l’adeguamento funzionale della casa.

Cosa succede adesso ai mutui e prestiti MPS

 Con le dimissioni di Mussari e lo spiattellamento sui giornali dell’affare Monte dei Paschi di Siena, ci si è chiesto, a questo punto, cosa ne sarà dei mutui e dei prestiti che i consumatori hanno acceso con l’istituto di credito finito nell’occhio del ciclone.

 Quanti soldi in fumo per il Monte dei Paschi

Sicuramente la situazione, ora che lo scandalo è stato spiegato, è molto più chiara, ma i trucchi e i sotterfuggi risalgono al 2009 e in questo momento il sistema bancario del Belpaese è sotto l’osservazione dei tecnici internazionali.

Mussari è stato accusato di aver creato un buco nel bilancio della banca di ben 220 milioni di euro, mettendo in crisi l’istituto di credito senese in primis, ma anche tutto il sistema finanziario italiano.

 MPS zavorrata dalla questione derivati

Mussari, in pratica ha prima gestito la ristrutturazione del credito del Monte dei Paschi in modo poco trasparente tramite il conto derivato Alexandria e poi ha ostacolato le verifiche approfondite, una volta giunto a capo dell’ABI.
Lo Stato ha teso la mano al Monte dei Paschi tramite l’erogazione dei famosi Monti-bond ma questo non è sufficiente a rassicurare il Fondo Monetario Internazionale che sta per sottoporre gli istituti di credito nostrani ad un vero test antistress che tiene conto anche del sistema di vigilanza nazionale.

 Gli emendamenti al ddl stabilità in dieci punti

Per i consumatori si prevede una nuova stretta creditizia, dovuta al fatto che ci saranno sempre meno soldi che le banche potranno mettere a disposizione per mutui e prestiti.

Il dilemma del pagare l’affitto piuttosto che la rata di un mutuo

 Saper scegliere tra mutuo e prestito per le spese di casa è molto importante, così come conoscere le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo messe a disposizione dalle banche e dal governo stesso.

Ma la vita è imprevedibile e variegata e spesso la scelta da compiere è tra il pagamento del mutuo e il pagamento dell’affitto. Ci sono tuttavia degli elementi che possono aiutarci nella decisione.

Sicuramente, nel momento in cui si ha una certa stabilità lavorativa e per lavoro si è costretti a cambiare città con la prospettiva di restare a lungo nella meta desiderata, allora è naturale procedere con l’acquisto della casa. Il motivo del trasloco quindi, può essere un approfondimento interessante.

Ci sono casi in cui, ad esempio, lo spostamento da una città all’altra è temporaneo, magari legato alla frequenza di un particolare corso di studi. In quel caso affittare casa può essere molto più vantaggioso che acquistarla.

C’è almeno un altro caso in cui l’affitto è una soluzione migliore dell’acquisto della casa, cioè quando si è molto giovani e non si posseggono i risparmi necessari per coprire quel 20% di spese che la banca, con i mutui all’80% non vuole finanziare.

In questo caso, l’affitto è l’unica soluzione possibile ma comporta alcuni vantaggi: la possibilità di restare in centro città, evitando di acquistare case peggiori e in luoghi poco collegati.

Saper scegliere tra mutuo e prestito per le spese di casa

 Ogni volta che siamo di fronte alla decisione di spendere qualcosa per la nostra casa, di proprietà o ideale, il primo riferimento, a livello creditizio, è sempre il mutuo. Le banche, infatti, associano l’accensione del mutuo all’acquisto di un immobile o alla sua ristrutturazione.

► Le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo

Siccome siamo in un periodo di crisi e i prezzi delle case sono aumentati molto, è capitato a tanti consumatori di non avere i requisiti richiesti dagli istituti di credito per l’accesso al finanziamento.

Ancora polemiche sui prezzi delle case

Sono perciò proliferati i prestiti casa, dei prestiti finalizzati alle operazioni più comuni legate all’immobile: ristrutturazione, manutenzione o arredamento. Adesso è il caso di capire la convenienza dell’uno o dell’altro prodotto, sulla base dei casi specifici.

Il primo consiglio che danno gli esperti, allora, è quello di capire l’entità della spesa e di conseguenza il capitale che s’intende chiedere “in prestito”. In genere il mutuo offre le condizioni più vantaggiose ed è indicato soprattutto nei casi di ristrutturazione, quando cioè, in programma, c’è da mettere che si spenderanno più di 60 mila euro.

Sotto questa cifra e per spese più contenute, finalizzate al rinnovo dell’arredamento o alla manutenzione dell’immobile, può essere più comodo richiedere un prestito. Questa soluzione, in genere, prevede piani di rimborso più brevi, magari tassi meno vantaggiosi di quelli del mutuo, ma non si rischia di chiedere importi maggiori di quelli necessari.

IBL Banca pensa all’arredamento

 

Le soluzioni per chi non riesce a pagare le rate del mutuo

 La perdita del posto di lavoro, la modifica delle condizioni economiche e lavorative, in un periodo di crisi, è uno degli scenari possibili. Ecco perché occorre sempre conoscere come barcamenarsi nel rapporto con i creditori.

Immaginate di aver acceso un mutuo qualche anno fa e di essere adesso nelle condizioni di non riuscire a rimborsare completamente le rate. Il consiglio che danno gli esperti è di non abbattersi subito ma imparare a capire le opportunità che si hanno di fronte.

Richiesta mutui in calo del 42%

Se per esempio c’è una prospettiva di miglioramento all’orizzonte, potrebbe essere vantaggioso chiedere soltanto di posticipare il pagamento delle rate, aggiungendo all’importo previsto dal piano di rimborso, gli interessi di mora.

Avere un consulente di riferimento nella banca, per esplicitare le proprie esigenze, aiuta nell’evitare l’iscrizione nel famoso registro dei cattivi pagatori. Una segnalazione al Crif, infatti, sbarra al debitore tutte le porte del credito.

Dov’è più semplice ottenere un mutuo

Si potrebbe essere però nella condizione di non avere prospettive migliori nel cassetto e allora l’alternativa è contenuta nella moratoria, una disposizione di carattere nazionale che consente alle famiglie di sospendere il finanziamento, rinegoziando, se possibile, le condizioni del mutuo. In questo caso si può ottenere la sospensione, senza segnalazione al Crif, per un periodo che non deve superare i 18 mesi lungo tutto l’arco del piano d’ammortamento.

Mutuo risparmio di CheBanca!

 Il mutuo Risparmio di CheBanca!  è una soluzione ideale e conveniente per chi è interessato ad un finanziamento ventennale per un immobile che valga almeno 220 mila euro. La banca, insomma, ha bisogno delle sue garanzie. La rata definita per questo finanziamento è di 830,92 euro.

Il TAEG proposto è anche molto contenuto perché è del 4 per cento e comprende il costo degli interessi, quindi il tasso di partenza, le spese iniziali, le spese ricorrenti e l’imposta sostitutiva. Il tasso è del 3,76% ed è il risultato della somma tra l’Euribor a 3 mesi, pari allo 0,21% e lo spread del 3,55%.

► Costi del conto corrente CheBanca!

Una parte importante nella composizione del TAEG del Mutuo Risparmio di CheBanca! è data dalle spese iniziali: 1000 euro per l’istruttoria, 250 euro per la perizia e 420 euro per l’assicurazione scoppio e incendio. Le spese ricorrenti sono pari a zero mentre è previsto il pagamento dell’imposta sostitutiva di 350 euro base da ricalcolare in base al mutuo effettivamente erogato.

I vantaggi del prodotto in questione sono nell’erogazione dell’importo all’atto di mutuo, quindi con il rogito, nella rata più leggera e nella possibilità di risparmiare ancora qualcosa collegando i conti conti correnti. La finalità del finanziamento, però, deve essere l’acquisto della prima casa e l’importo minimo finanziabile è di 50 mila euro fino all’80 per cento del valore dell’immobile.

► Risparmia sul mutuo, collega i conti!

Fine del decreto di rinegoziazione dei mutui 2011

 Sono passati ormai quasi due anni dalla pubblicazione del decreto legge numero 70 per lo sviluppo del 13 maggio 2011, con il quale sono state introdotte tante novità anche nel settore dei mutui.

In particolare è stato disposto che fino al 31 dicembre 2012, tutti i mutuatari che avevano acceso un mutuo a tasso variabile prima del 14 maggio 2011, potessero rinegoziare il finanziamento trasformandolo in un mutuo a tasso fisso per il resto della durata del piano d’ammortamento con, in più, la possibilità di ottenere un prolungamento della durata del rimborso di altri 5 anni.

► Contrazione del mercato immobiliare terziario

Erano stati definiti dei requisiti per l’accesso all’agevolazione: il mutuo originario, infatti, non doveva superare i 150 mila euro d’importo e doveva essere finalizzato all’acquisto o alla ristrutturazione di un immobile adibito ad abitazione, quindi il discorso valeva anche per le seconde case e non solo per le abitazioni principali.

Era inoltre necessario che il reddito ISEE dei richiedenti  non superasse i 30 mila euro. Il tasso fisso “di atterraggio” sarebbe stato calcolato sulla base dell’IRS prendendo il minore tra l’IRS a 10 anni e l’IRS di periodo da legare al mutuo. Siccome questo indice aumenta all’aumentare del piano d’ammortamento, il calcolo del parametro deve essere considerato un’opportunità di risparmio.

► Il nuovo ISEE sarà più efficace

Attualmente questo tasso sarebbe prossimo al 5 per cento e perfettamente in linea con la media del periodo.

Il mutuo sostituzione + liquidità regalato da IwBank

 Ci sono tante tipologie di mutuo che cercano di rispondere alle esigenze più varie degli aspiranti mutuatari. Una di queste tipologie è il mutuo che prevede la sostituzione di un finanziamento precedente con l’acquisizione, da parte del mutuatario, anche di un gruzzoletto di liquidità.

Abbiamo provato a simulare una situazione limite: quella di un impiegato a tempo indeterminato che abbia bisogno di 160 mila euro da rimborsare in 25 anni a fronte di un immobile valutato 200 mila euro e ubicato nella provincia di Roma.

► La surroga a tasso fisso di Iw Bank

La soluzione più conveniente, secondo Mutuionline, è quella di IWBank che è anche l’unico istituto di credito a poter rispondere alla richiesta. Il tasso finito proposto dall’istituto di credito è del 3,46 per cento che tra spese di istruttoria e perizia inesistenti e il pagamento di 400 euro per l’imposta sostitutiva, porta al TAEG del 3,54%.

► Conto corrente IwBank: la scelta che conviene

L’importo finanziabile, definito dalla banca è pari all’80 per cento del valore dell’immobile accertato con la perizia della banca ma deve prevedere la richiesta di un importo minimo di 80 mila euro fino ad un importo massimo di 500 mila euro.

Il tasso del mutuo è un variabile parametrato con l’Euribor a 3 mesi/365 cui è aggiunto uno spread del 3 per cento sulla quota del mutuo da destinare all’estinzione del mutuo già in essere, e uno spread del 3,50 per la liquidità aggiuntiva.

Le detrazioni IRPEF degli interessi del mutuo

 Quando si accende un mutuo entrano in gioco diverse identità dell’acquirente e del venditore. Un aspetto fin troppo trascurato nei primi momenti, nei primi passi che conducono al rogito, è quello fiscale. La legge, infatti, stabilisce che chi accende un mutuo e paga gli interessi sul prestito ottenuto dalla banca, ottiene uno sconto sull’acquisto dell’immobile.

Le detrazioni sull’IRPEF riguardano tutti i mutui stipulati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di un immobile che poi sarà indicato dall’acquirente come abitazione principale. A tal proposito ricordiamo una recente sentenza della Corte di Cassazione che ha spiegato che non basta la bolletta dell’elettricità per dimostrare la residenza, ma entro 18 mesi dall’acquisto, bisogna trasferirsi realmente nel nuovo immobile.

Tornando alle detrazioni, spettano all’intestatario del mutuo, anche se l’immobile è l’abitazione principale di un suo famigliare. Si può scaricare fino al 19% di 4000 euro. Annualmente la banca invia ai mutuatari un riepilogo dei costi del mutuo. Sulla quota di interessi corrisposta, che nel caso superi la soglia definita sono considerati soltanto nella misura di 4000 euro, si calcola il 19%.

Che impatto hanno le spese medie Istat

Nel caso di acquisto di immobili diversi dalla prima casa, o nel caso di mutui accesi per pagare le spese di costruzione o ristrutturazione dell’abitazione principale, cambia il monte massimo di spesa su cui calcolare la detrazione al 19% che sarà di 2.065,83 euro nel primo caso e 2.582,28 euro nel secondo caso.