L’assicurazione auto Genialloyd – Le caratteristiche

 Il mercato delle assicurazioni è oggi molto diversificato ed estremamente competitivo. Per cui può a volte risultare difficile per i consumatori scegliere il prodotto finanziario più conveniente e adatto alle proprie esigenze. Sia che ci si trovi davanti alla scelta di sottoscrivere una polizza vita, sia che si trovi davanti alla necessità di sottoscrivere una assicurazione auto, la decisione da prendere può non risultare così intuitiva e immediata.

I mutui più convenienti dell’autunno 2013

 Gli italiani stanno lentamente riprendendo fiducia verso la loro situazione economica e, sostenuti anche dai tassi di interesse sui prestiti e sui mutui fermi al minimo storico dello 0,5%, hanno ripreso anche a chiedere mutui, con una domanda che fatto segnare un aumento del 4% delle richieste ad agosto 2013, dopo un anno e mezzo di cali a due cifre.

A stimolare la richiesta di mutui per l’acquisto di una casa sono anche i prezzi degli immobili ad uso abitativo che, dopo tanti anni, hanno iniziato a scendere, arrivando anche a cali del 5% del loro prezzo iniziale.

► Cresce la domanda di mutui ad agosto 2013

Gli istituti di credito, quindi, hanno conseguentemente abbassato i tassi di interesse per rendere le rate più sostenibili. Confrontando le varie offerte delle banche italiane, infatti, si nota come molti degli istituti propongano tassi di restituzione mediamente non superiori al 3%. Ma quali sono i mutui più convenienti di questo autunno del 2013?

Partendo dal presupposto che, al momento, è conveniente optare per il tasso variabile, e prendendo come esempio un prestito da 150 mila con un piano di rimborso a 25 anni, le offerte migliori sul mercato sono quelle di IwBank e Deutsche Bank.

Deutsche Bank – Mutuo Pratico a tasso variabile 

Interesse indicizzato all’euribor a 3 mesi più differenziale del 2,75%. A conti fatti il taeg (tasso annuo effettivo globale) è del 3,11% e richiede il pagamento di una rata di 709,37 euro al mese.

 Come si negozia il mutuo

 

Iwbank – Iw Mutuo Acquisto Variabile 

Prevede un taeg al 3,04% e una rata di 709,76 euro.

Se questi sono i mutui più convenienti in assoluto per l’autunno del 2013, risultano essere molto buone anche le condizioni proposte da Bnl Bnp Paribas, Cariparma Credit Agricole e WeBank (gruppo Bpm), che hanno taeg attorno al 3,2% e rate comprese tra 715 e 720 euro.

 

Con i mutui della Cdp saranno acquistate 44mila case

  Il Decreto IMU arrivato a definizione solo pochi giorni fa ha introdotto, tra le altre cose, anche numerose novità per il settore edile e  quello immobiliare, pesantemente colpiti dai rovesci della crisi. Una delle misure previste dal decreto consiste infatti in una facilitazione e in una ripresa dell’accesso ai mutui, i finanziamenti ipotecari per l’acquisto di immobili di tipo residenziali.

Come ridurre la multa in caso di polizza auto scaduta

 Al giorno d’oggi è davvero complicato mantenere economicamente un’automobile; tra le spese riguardanti la vettura, senza ombra di dubbio quella dell’assicurazione auto si configura come la spesa che maggiormente incide sul proprietario.

L’articolo 170-bis del Codice della Strada ha eliminato il tacito rinnovo delle polizze di assicurazione auto. L’assicurato, all’atto della stipula del contratto, deve essere cosciente del fatto che la polizza abbia solo durata annuale. Al termine dell’annualità l’assicurazione auto non verrà più rinnovata automaticamente. Ecco, dunque, come procedere passo dopo passo:

Rinnovo Rc auto

Vi sono soltanto quindici giorni di tolleranza per l’automobilista che possiede l’assicurazione auto scaduta. Al termine di questo periodo, se non si è stipulato un nuovo contratto di assicurazione Rc auto, l’auto non può viaggiare su strada

Multe per chi viaggia con la polizza auto scaduta (o per chi abbandona per strada auto prive di polizza)

Le sanzioni, ex articolo 193 del Codice della strada a cui si va incontro, viaggiando senza copertura assicurativa, sono il pagamento di una multa variabile tra 687,75 e 2.754,15 euro. Questa sanzione è pagata dall’automobilista anche nei 15 giorni di tolleranza, pertanto nel caso che l’assicurazione auto con polizza annuale sia scaduta.

Come ridurre la multa

Due sono le possibilità per farsi ridurre la multa quando si è andati incontro ad una sanzione ingente come quella suddetta:

La sanzione può essere abbassata del 30% se il rinnovo dell’assicurazione auto, che è scaduta, viene fatto entro cinque giorni.

La seconda possibilità che si ha è quella di demolire la vettura, sempre entro cinque giorni, per non dover pagare la sanzione.

La riduzione del 30% della multa è avvalorata da una nota della polizia municipale di Torino, che prevede che l’automobilista, che non rinnova la propria assicurazione auto scaduta, sarà soggetto al pagamento della multa.

Le scorrettezze delle banche sui mutui

 Nel giro di dodici mesi sarà possibile stipulare i mutui per l’acquisto della casa nei 28 Paesi dell’Unione europea con le stesse regole. Il Parlamento di Strasburgo ha così deciso di disciplinare in via definitiva i mutui, per far si che gli interessi non diventino insostenibili. Maggiore tutela, dunque, contro le montagne russe dei mercati che gonfiano le rate mensili relativamente all’andamento dei tassi (Euribor in caso di mutuo a tasso variabile ed Eurirs per quello fisso) o al mancato rimborso del finanziamento.

Nello specifico, la disposizione europea prevede che gli istituti di credito forniscano per forza di cose un modulo standardizzato con la descrizione dei rischi, compreso il costo totale del mutuo (il nostro Isc, l’indicatore sintetico di costo che considera oltre al tasso applicato con cui si calcola la rata mensile anche le spese accessorie iniziali e le spese periodiche) e le possibili conseguenze finanziarie di lungo termine. Nel contempo i mutuatari avranno sette giorni di tempo tra la consegna del prospetto e la firma per “pensare bene” al loro impegno, come fosse una sorta di diritto di recesso. In fin dei conti stiamo parlando di un impegno che mediamente dura oltre 15 anni.

Regole stabilite per far sì che anche in caso di difficoltà nel pagamento dei bollettini, il sequestro della casa ipotecata si configuri come l’ultima strada da seguire. Le commissioni di mora dovranno, infatti, considerare i costi effettivi e la vendita dell’immobile dovrà essere perfezionata al miglior prezzo a copertura dell’eventuale debito residuo. Inoltre, dovrà essere contemplata una soluzione abitativa alternativa per chi perde la casa. Un riferimento evidente al drammatico bilancio emerso, ad esempio, solo nel 2012 con quasi 46mila famiglie italiane costrette a lasciare la propria abitazione perché non sono riuscite a pagare le rate.

La situazione in Italia

Nel nostro Paese, la maggior parte delle disposizioni previste in teoria non dovrebbero portare grosse modifiche perché, in una forma o nell’altra, sono già in uso. È il caso dell’abolizione della penale per l’estinzione anticipata abolita già dal 2007. Peccato, tuttavia, che nella pratica il quadro che concerne il mondo dei mutui sia sconfortante. Infatti, non solo gli istituti di credito hanno chiuso i rubinetti del credito non erogando più prestiti, ma soprattutto continuano a commettere scorrettezze a danno dei clienti.

Nel dettaglio, otto banche su dieci, nonostante non sia previsto per legge, impongono di aprire un conto corrente presso la propria filiale, il 24% delle agenzie costringe a sottoscrivere una polizza vita (che non è obbligatoria) e il 17% obbliga addirittura ad acquistare una polizza incendio di cui sono allo stesso tempo venditrici e beneficiarie. Il giro di vite (e di affari) è molto alto. Pensare che secondo l’Isvap nel solo 2010 le banche hanno raccolto 2,4 miliardi di euro, mentre i mutuatari hanno sborsato fino all’80% rispetto agli altri prodotti disponibili sul mercato.

Le nuove regole per i mutui dell’Unione Europea

 Ottenere un mutuo è molto difficile e, inoltre, non sempre chi lo richiede è al corrente di quali sono i rischi ai quali può andare incontro. Uno dei maggiori problemi della banche italiane, infatti, è proprio quello della comunicazione con i loro clienti, spesso poco chiara e trasparente.

► Nuove regole per gli indici finanziari e per i mutui dal Parlamento Europeo

Per questo motivo e al fine di tutelare i consumatori, l’Unione Europea ha introdotto delle nuove regole che dovranno essere recepite da tutti i paesi membri che impongono agli istituti di credito di maggiore trasparenza e concorrenza. Un passo obbligato dell’Unione al fine di calmierare un mercato che vale il 52% del suo Pil.

 Come chiedere la sospensione del mutuo per l’acquisto della prima casa

Le nuove regole per i mutui dell’Unione Europea

Cercando di tutelare entrambi le parti, tanto i consumatori quanto le banche, Bruxelles ha deciso che:

– a chi richiede un mutuo le banche dovranno fornire un modello standard che indichi in maniera chiara i rischi, i costi e conseguenze finanziarie a lungo termine del contratto di mutuo;

– le offerte di mutuo dovranno essere studiate in base alle condizioni economiche del richiedente;

– i clienti hanno 7 giorni di tempo per decidere e, dopo la firma del contratto, altri 7 per recedere;

– il rimborso anticipato del mutuo non deve essere sottoposto a penali;

– in caso di pignoramento dovrà essere fornita una soluzione abitativa per chi perde l’immobile, questo, poi, dovrà essere venduto in base al principio del miglior prezzo.

Per l’Italia, quindi, la situazione rimane pressoché invariata, anche se queste nuove regole si pongono come un ulteriore passo avanti verso l’unione bancaria.

L’Unione Europea interviene per disciplinare i mutui

 L’Unione europea vuole evitare una nuova crisi dei mutui immobiliari. L’obiettivo del Parlamento Europeo è quello di mitigare i rischi finanziari. Nello specifico, prima di concedere un mutuo da ora in avanti bisognerà fare attenzione a fornire informazioni adeguate per ciò che riguarda i rischi dell’operazione. Il pericolo, in sostanza, è che gli interessi del mutuo diventino insostenibili. Così a Bruxelles hanno approvato nuove regole in relazione ai finanziamenti ipotecari.

A prescindere dal fatto che si tratti dell’acquisto della prima casa o di ulteriori appartamenti, o ancora della surroga del mutuo, sarà opportuno comunque scattare adeguate tutele nel momento in cui i tassi di mercato, che da sempre sono interessati a fluttuazioni, dovessero nel tempo crescere in maniera elevata. In ottemperanza alle nuove norme, che in questo momento sono sotto la lente di ingrandimento del Parlamento europeo, il sequestro della casa nei casi di insolvenza ipotecaria dovrà rappresentare solo l’ultima delle soluzioni praticabili.

Nel complesso, la direttiva approvata dal Parlamento Ue punta a tutelare i cittadini che stipulano un mutuo, ma punta anche a salvaguardare un mercato quale è quello dei finanziamenti per la casa che, in tutto il Vecchio Continente, si attesta in controvalore al 52% del prodotto interno lordo europeo. Crisi del mercato dei mutui, a seguito di nuovi rischi subprime, potrebbero innescare in tutto il continente paralleli problemi sistemici.

I consumatori, in virtù delle nuove regole, potranno acquisire maggiore consapevolezza sui rischi legati alla stipula di un mutuo, con particolare riferimento a quelli che sono i pericoli a lungo termine. Inoltre, le banche dovranno concedere al cliente come minimo sette giorni di tempo tra la consegna del preventivo e la firma del contratto.

Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – II

 Come abbiamo visto nel precedente articolo sull’indagine effettuata dall’Antitrust sul costo dei conti correnti, dal 2007 al 2011 si è registrata una lieve flessione, ma che riguarda solo alcune categorie di correntisti, in particolare i giovani e le famiglie e i pensioni con un tasso basso di operatività.

Per il resto delle tipologie di correntisti, rispetto al 2007 le variazioni registrate sono inferiori all’1%.

► I conti correnti italiani sono troppo cari e l’Antitrust  sprona le banche a ridurre i prezzi

Chi paga di più per il conto corrente

Se per alcune tipologie di correntisti il costo del conto è leggermente più basso, per le restanti tipologie di correntisti, soprattutto per quel 70% della popolazione che ha un conto corrente presso una banca di grandi dimensioni, il costo annuo di tenuta e di gestione del conto è aumentato.

Quindi, quanto costano i conto corrente in Italia?

Secondo l’elaborazione effettuata dall’Antitrust, un conto corrente in Italia ha un costo di gestione e di tenuta che va dai 53 ai 111 euro all’anno, in base al profilo del cliente e alla operatività del suo conto.

On line conviene a tutti

L’Antitrust ha rilevato che i conti on line sono comunque più convenienti di quelli della banche tradizionali. Aprendo un conto corrente on line, infatti, si risparmia in media il 30%, con picchi di risparmio fino al 40% per i giovani, e le famiglie e i pensionati con operatività bancaria maggiore.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – I

La scarsa propensione degli italiani a lasciare la propria banca

Ultimo dato da rilevare dell’indagine che l’Antitrust ha effettuato sui conti corrente in Italia, è il tasso di mobilità dei correntisti, ossia la percentuale che indica i conti correnti accesi ed estinti sul totale, risulta compreso tra il 10% e il 12%, il che comporta un elevato grado di dispersione dei prezzi.

Per i conti allo sportello, infatti, la differenza tra il prezzo massimo e minimo è mediamente di 100 euro, con picchi di 150 euro/180 euro.

 

Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – I

 I conti correnti offerti dalla banche italiane, rispetto ai loro omologhi di altri paesi, sono molto alti. Nonostante alcuni miglioramenti nel corso degli ultimi anni, c’è ancora spazio per aumentare le possibilità di risparmio per i correntisti, anche fino a 180 euro all’anno.

I conti correnti italiani sono troppo cari e l’Antitrust  sprona le banche a ridurre i prezzi

L’indagine dell’Antitrust sul costo dei conto corrente in Italia

Per arrivare a questa conclusione l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha passato al setaccio l’offerta di conti correnti – l’indagine è stata avviata nel 2011 per verificare l’andamento dei costi dei conti correnti rispetto all’ultima indagine effettuata, risalente al 2007 – e ha evidenziato che i prezzi dei conti correnti sono diminuiti, ma solo per alcune tipologie e per determinati periodi di tempo.

L’analisi è stata condotta dall’Antitrust su un campione di 52 banche e oltre 14.500 sportelli, con una rappresentatività pari al 44% in termini di sportelli. Sono stati presi in considerazione i costi di sei diversi profili di correntista attraverso l’indice sintetico di costo.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – II

I prezzi dei conto corrente sono calati, ma non per tutti

L’Antitrust nella sua indagine sul costo dei conto corrente in Italia ha rilevato che rispetto al 2007, anno della precedente indagine su questo strumento finanziario, i prezzi mediani dei conti correnti si sono abbassati solo per i giovani, che possono avvantaggiarsi di una riduzione del costo della gestione del conto pari al 19%.

Per il resto la situazione è rimasta pressoché immutata: si sono rilevati alcuni miglioramenti per le famiglie e i pensionati, ma solo per i conti sui quali vengono effettuati poche operazioni.

I conti correnti italiani sono troppo cari e l’Antitrust sprona le banche a ridurre i prezzi

 Nonostante negli ultimi anni il costo dei conti correnti sia sceso, secondo l’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, fa notare come sia possibile far scendere ancora questo costo, fino ad arrivare ad un risparmio ulteriore per i consumatori che può arrivare anche fino a 180 euro.

Quello che manca ancora nel nostro paese è la libera concorrenza nel settore bancario, e questo è il motivo principale per il quale i prezzi dei conto corrente in Italia sono ancora così alti.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – II

Negli ultimi tempi sono stati fatti dei progressi, che l’Antitrust ha identificato in una modificazione della struttura del mercato e delle dinamiche della concorrenza, nata in seguito all’entrata in vigore della normativa secondaria in materia di trasparenza ed informativa sui servizi bancari, ma si può ancora fare di più.

L’Antitrust ha messo in evidenza, infatti, la possibilità di risparmiare sui costi del conto corrente passando da una banca all’altra, ma, a causa di una cronica mancanza di informazioni e di trasparenza da parte delle banche, e anche a causa di una ancora troppo pesante prassi burocratica che rallenta le procedure di chiusura e di rinegoziazione dei conti correnti, questa possibilità non può ancora essere sfruttata a pieno dai consumatori.

Come dimostra l’indagine che l’Antitrust sta effettuando sugli istituti di credito italiani fin dal 2011, ci sono stati alcuni margini di miglioramento, ma per quanto i tempi di passaggio da un conto ad un altro si siano ridotti, basta avere una carta di credito o la Viacard per vederli dilatare anche fino a 37 giorni.

► Risultati dell’indagine dell’Antitrust sul costo dei conti correnti – I

L’Antitrust ha per questo proposto di rendere obbligatoria la chiusura del conto entro 15 giorni, in linea con quanto previsto dalla proposta di direttiva comunitaria attualmente in discussione.