Chiudere il conto corrente evitando le brutte sorprese

Si può cambiare conto corrente stracciando il contratto stipulato con la propria banca dopo aver inviato la comunicazione all’istituto di credito che emette il servizio. Fino a qui, ci siamo.

A tal proposito, però, spesso e volentieri si incorre nel rischio di finire in spiacevoli inconvenienti connessi ai costi di gestione che restano il più delle volte sconosciuti al cliente.

Cosa si intende per costi di gestione? Quali sono? Come possiamo evitare le brutte sorprese alla chiusura del conto?

I costi di gestione sono molteplici. Quelli principali, tuttavia, sono:

– Redazione e invio di estratti conto.

– Costi per bonifici, gestione Titoli, uso del Bancomat.

– Commissioni di Massimo Scoperto (interessi passivi).

– Spese per pagamenti e ricariche.

Il pagamento delle spese in questione, addebitate mensilmente o trimestralmente, in base all’istituto di credito vengono sempre calcolate al momento della chiusura e il loro importo non è mai standardizzabile.

Può succedere che la banca stabilisca un forfait di spese gonfiate che vanno a danno del cliente.

Per queste ragioni è altamente consigliato chiedere un aiuto da un consulente competente.

La cosa certa è che tutti i titolari di c/c per estinguere il conto dovranno sborsare:

– Spese inerenti alla gestione del conto per l’ultimo trimestre (o periodo calcolato).

– Bollo per l’invio dell’ultimo estratto conto.In questo caso il consiglio e’ quello di farsi seguire da un consulente di fiducia.

Le carte di credito si possono assicurare?

 La carta di credito è uno strumento molto utile in tantissime situazioni, anche se gli italiani sono ancora abbastanza scettici sul loro utilizzo. Il timore più comune è quello che, una volta utilizzata la carta per un pagamento al POS o su Internet, si lasci traccia del proprio conto corrente e dei relativi dati per di sicurezza e che altri ne possano trarre vantaggio.

► Evitare le truffe con le carte di credito

Ma le carte di credito sono uno strumento di pagamento piuttosto sicuro, basta seguire delle semplici regole di comportamento e, per una maggiore sicurezza, sottoscrivere presso la banca che eroga la carta una polizza di assicurazione.

La maggior parte delle banche italiane offre già questo servizio, il cui costo varia in base al livello di protezione che si sceglie.

Ma già con una polizza base si può essere al sicuro da diversi inconvenienti ai quali si può andare incontro con l’utilizzo di una carta di credito.

Ad esempio sottoscrivendo un’assicurazione sulla carta di credito si può essere rimborsati in caso di utilizzo indebito di questa – come può accadere nel caso la si perda o si subisca un furto – sia per i prelievi agli ATM che per eventuali merci pagate con la carta rubata.

► I vantaggi della carta di credito in vacanza

Altro vantaggio della sottoscrizione di una polizza di assicurazione sulla carta di credito è la Credit protection insurance, ossia una assicurazione aggiuntiva che garantisce al titolare della carta una protezione dai sinistri come la perdita del lavoro, l’invalidità, la malattia o tutte le condizioni che impediscono al titolare il rientro dal debito accumulato.

I vantaggi della carta di credito in vacanza

 Quando si parte per un viaggio, oltre al bagaglio con tutto il necessario per godersi i meritati giorni di riposo, non si può non portare con sé del denaro.

Ma in quale forma è preferibile portarlo?

Contanti o carta di credito?

E’ sicuramente saggio portare con sé una piccola somma in contanti per poter far fronte alle prime spese che si dovranno affrontare per raggiungere il luogo di villeggiatura e quelle da sostenere appena arrivati, quando ancora ci si deve orientare e capire bene come muoversi.

Però questa somma dovrebbe essere piuttosto limitata. Per tutto il resto, infatti, è meglio utilizzare una carta di credito, per le ragioni che vi illustriamo di seguito.

I vantaggi della carta di credito in viaggio: la sicurezza in caso di furto o smarrimento 

In primo luogo la carta di credito è preferibile ai contanti per una questione di sicurezza: in caso di furto o smarrimento, infatti, non si perderanno i propri averi ma si potranno bloccare le transazione con una semplice telefonata.

Molti istituti, inoltre, mettono a disposizione dei propri clienti anche interpreti e legali che potranno aiutarvi in tali situazioni di emergenza.

Non va dimenticato, infatti, che se si è in possesso di una carta di credito si può beneficiare di tutti i servizi che questa prevede anche se si è all’estero, compresi gli anticipi di contanti che saranno particolarmente utili nel caso di furto o smarrimento e che vi serviranno per coprire i costi dei giorni di vacanza rimanenti.

Prima di partire, quindi, informatevi presso la vostra banca sui numeri da chiamare in caso di furto o smarrimento della propria carta di credito o del bancomat.

I vantaggi della carta di credito in viaggio: assicurazione e rimborso in caso di rientro anticipato e cure mediche

Altro vantaggio che offrono le carte di credito rispetto al denaro contante o ai bancomat è la possibilità di rimborsi in caso di disguidi, ritardi, perdite di bagaglio, cancellazione dei voli, rientri anticipati eccetera. Questi rimborsi però sono possibili solo le spese sono state fatte con una carta di credito.

Allo stesso tempo, in caso di malattia o infortunio durante un viaggio, se le spese mediche o farmaceutiche sono effettuate con carta di credito possono essere rimborsate, così come l’acquisto di biglietti aerei e ferroviari in caso di rientro anticipato, sia per malattia o infortunio del titolare della carta di credito o di un famigliare del titolare.

Cosa porto in vacanza: carta di credito o bancomat?

Partendo dal presupposto che se si è in possesso di carta di credito e di bancomat sarebbe meglio portarli tutti e due, la scelta tra l’utilizzo dell’uno o dell’altro dipende da cosa dobbiamo fare.

Se si ha la necessità di fare un prelievo allo sportello è preferibile l’utilizzo del bancomat a quello della carta di credito. Infatti, il costo della transazione, in questo caso, è generalmente più alto per le carte di credito, anche se c’è da considerare due cose per il prelievo dagli ATM con bancomat:

1. non tutti i circuiti di bancomat sono abilitati al prelievo internazionale;

2. la transazione ha comunque un costo che solitamente è più elevato rispetto a quello richiesto in Italia (che è pari a zero se il prelievo è effettuato presso un ATM della banca di riferimento).

Il consiglio, quindi, è quello di utilizzare la carta di credito per effettuare pagamenti e il bancomat per i prelievi dagli ATM, facendo comunque attenzione a limitarne il numero (ogni transazione ha un costo, quindi è meglio prelevare una somma consistente che piccole somme ogni giorno) e chiedendo sempre alla propria banca se esistono dei limiti di prelievo giornaliero e mensile previsti dal contratto.

La rata dei mutui scende se sono accesi online

 I mutui accesi tramite una banca online o sfruttando le risorse del web, sono sicuramente i più economici. In generale, questo, non è un momento per chiedere un prestito finalizzato all’acquisto della casa, ma è vero che si possono comunque trovare delle soluzioni al risparmio.

Primo trimestre 2013 nero per i mutui

I mutui online rientrano in questa categoria perché sembrano essere estranei alla logica delle banche tradizionali. Supermoney ha provato a fare un confronto online delle offerte disponibili in rete. L’esempio è quello della richiesta inoltrata da un impiegato a tempo indeterminato di 35 anni che abbia uno stipendio netto di 1800 euro al mese. La richiesta d’esempio è fatta per un mutuo di 100 mila euro da rimborsare in 25 anni, a tasso variabile con cap. L’indicizzazione è quella con il tasso BCE, in modo da poter approfittare di un ulteriore tagli o dei tassi.

Come si usa lo stipendio degli italiani

Le offerte più convenienti per questo tipo di richiesta sono quelle della Banca Sella, della BNL e della Deutsche Bank. La prima delle tre propone il mutuo Ambra On Line BCE Acquisto con un TAEG del 3,64 per cento. Il tasso variabile BCE è fissato allo 0,50 per cento cui si aggiunge uno spread del 2,80 per cento. Da aggiungere ai costi le spese di perizia, 200 euro e le spese d’istruttoria di 1000 euro.

Primo trimestre 2013 nero per i mutui

 Il primo trimestre del 2013 doveva essere un periodo di ripresa per il settore dei mutui, invece i primi report riferiti ai mesi di gennaio, febbraio e marzo, si conferma triste per il credito alle famiglie. Il Crif descrive molto bene la situazione: in primo luogo c’è stata la contrazione delle domande dei potenziali mutuatari che sono scese dell’11 per cento. E poi i loan to value delle banche restano troppo bassi.

Come si usa lo stipendio degli italiani

La contrazione delle domande di mutuo del primo trimestre del 2013 segue la contrazione delle domande del 2012 che è stata del 42 per cento su base annua. Se poi si vuole analizzare il numero reale delle abitazioni acquistate nel 2012, sfruttando la banca dati dell’Agenzia del territorio e dell’Agenzia delle Entrate, allora si scopre che c’è stata una riduzione degli acquisti del 38,6 per cento. Sono state effettuate soltanto 155.466 compravendite.

Come sospendere le rate del mutuo

La situazione descritta per quello che riguarda i mutui, influisce direttamente anche sul mercato immobiliare e su quello edilizio, considerati cruciali per l’economia nel suo intero. I clienti delle banche, però, hanno ormai perso la fiducia nei loro istituti di credito che non finanziano più del 60 per cento del valore dell’immobile. Il primo passo da compiere, quindi, sarebbe un ritorno ai finanziamenti che superano l’80 per cento.

Gli stranieri vogliono comprare le compagnie assicurative italiane

Le assicurazioni sono nel mirino dei magnati stranieri. Unipol è costretta a vendere per mano dell’Antitrust dopo le recenti disposizioni scaturite dall’acquisto di Fonsai da parte di Carlo Cimbri.

Così, parte la “Campagna italiana”. Axa, Allianz, Aviva e Zurich si fanno avanti. Restando in territorio nostrano anche Cattolica ha formulato un’offerta.

Le stesse compagnie sono in lizza per l’acquisto di Carige. Bankitalia chiede al gruppo una maggiore solidità.

Per Carige c’è un’offerta anche da parte di Munich Re.

Il rinnovato interesse da parte dei colossi d’Europa per i gruppi assicurativi italiani suscita alcune riflessioni. Il mercato nostrano delle polizze è nuovamente in auge. Il cambiamento del quadro di riferimento europeo ha sicuramente dimezzato i rischi, anche per ciò che concerne i portafogli dei titoli sovrani.

La ‘merce in vendita’ dunque è sicuramente considerata in maniera positiva.

Nel contempo, Fonsai come detto è stata rilevata da Unipol salvandola dal collasso.

Per il resto di «pezzi» che possono rendere meritevole lo shopping per uno approdo significativo o un rafforzamento nel nostro Paese, non sembra essercene molti. La Reale mutua, essendo per l’appunto una mutua non è sul mercato. Per la Cattolica, che è una cooperativa, vale più o meno lo stesso discorso; la Vittoria è gestita egregiamente dalla famiglia Acutis con il 60% e le voci che di tanto in tanto la indicano in vendita si disperdono in breve tempo.

In aumento i veicoli privi di assicurazione RCA

 L’ Associazione degli Assicuratori – l’ Ania – in associazione con l’ Aci – Automobile Club d’ Italia – ha recentemente diffuso i dati relativi alla situazione dei veicoli assicurati che circolano sulle strade italiane. Ebbene, dalle loro stime risulta che in Italia il numero dei veicoli sprovvisti di assicurazione ha raggiunto, nel 2012, il preoccupante totale di 4, 4 milioni di veicoli.

Scrittura privata per la vendita di veicolo usato

Si può quindi affermare che in Italia circoli un esercito di auto, moto, camion e persino pullman che rappresentano un potenziale grande pericolo per i propri conducenti e per tutti gli altri utenti della strada, dal momento che sono sprovvisti dell’ obbligatoria copertura della responsabilità civile.

Calano i prezzi delle assicurazioni auto?

La situazione italiana, tuttavia, non è sempre stata questa. Si deve pensare, infatti, che nel 2005 i veicoli sprovvisti di assicurazione erano soltanto 1,5 milioni. La crisi economica, e l’ altro coste delle polizze RCA italiane, che sono tra le più costose d’ Europa, hanno probabilmente incentivato  un fenomeno che prima restava nei limiti del sommerso.

Sul suolo italiano, dunque, le vetture non assicurate sono arrivate ad essere circa una su 10, di cui una su 5 solo a Milano, mentre le regioni dello stivale più colpite dal fenomeno dell’ evasione sono in generale la Campania, la Puglia, la Sicilia e il Lazio.

Arriva l’assicurazione per le carte di credito

 Gli Italiani sono tra gli Europei che ancora fanno un uso limitato del denaro elettronico, uso che implica, di norma, possedere una o più carte di credito e farne quotidianamente uso per tutte le proprio necessità, sia per l’ acquisto di beni fisici che per quello di servizi di vario genere.

Ma se i timori nell’ utilizzo delle carte di credito sono per gli italiani legati in parte al pensiero di eventuali rischi che ciò potrebbe comportare, bisogna sapere che esistono una serie di altri prodotti finanziari atti a proteggere le carte di credito dalla possibilità di eventuali frodi.

L’economia italiana sommersa è pari al 21% del PIL

Si tratta, ad esempio, delle nuove polizze assicurative specifiche per questo settore, delle assicurazioni il cui scopo è quello di proteggere i titolari da un eventuale uso indebito della carta o contro eventuali imprevisti.

La Bce taglia il costo del denaro allo 0,5%

Il primo tipo di polizze, nello specifico, proteggono da acquisti indebiti di vario genere o prevedono il rimborso delle somme prelevate in modo indebito dal bancomat.

Il secondo tipo di polizze, invece, che sono caratterizzate da uno spettro d’ azione più ampio, sono chiamate Credit protection insurance e proteggono da imprevisti di vario genere, tra cui può essere incluso anche il decesso, la malattia o l’ invalidità come cause di una eventuale situazione di debito.

Italiani senza contocorrente

Sono circa quindici milioni gli italiani che non posseggono risparmi in banca e non posseggono neanche un conto corrente. I dati escono fuori da un’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, la quale assegna all’Italia il record in Europa dei cittadini “bank free“.

Lo studio ha tenuto in considerazione i cittadini d’Europa con oltre quindici anni di età, la cui peculiarità è quella di non disporre di un contro corrente bancario.

In Italia, questi sono quasi quindici milioni. Seguono Stati quali la Romania, con poco più di 9.860.000 persone (55% del totale) e la Polonia, con poco meno di 9.700.000 cittadini (30%). In Francia e nel Regno Unito i ‘senza conto’ sono poco più di un milione e mezzo (pari al 3% della popolazione con più di 15 anni). In Germania, al contrario, la soglia di coloro che non detengono un conto corrente si abbassa a poco più di un milione e quattrocentomila persone (2%).

Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, commenta i dati affermando che si tratta di una situazione riconducibile a ragioni storiche e culturali ancora molto diffuse in alcune aree e fasce sociali d’Italia. Bortolussi, inoltre, ha aggiunto che non si può disconoscere, per esempio, che molte persone di una certa età e con un livello di scolarizzazione molto basso preferiscono ancora adesso tenere i soldi in casa, anziché affidarli ad una banca.