Si può ottenere un prestito senza busta paga?

 Anche senza una busta paga o un reddito da pensione si può ottenere un prestito. Infatti, come succede anche per la concessione di mutui, le banche hanno allentato i requisiti di garanzia necessari all’accesso al credito, sia per poter continuare a vendere i loro prodotti finanziari sia per andare incontro, in un periodo così difficili, alle persone che si trovano senza liquidità.

► Si può ottenere un mutuo anche con un contratto atipico?

Quindi, con un po’ di fortuna e con le dovute garanzie – le banche devono comunque tutelarsi – si può ottenere un piccolo prestito da qualsiasi istituto.

Per rendere il tutto più agevole questa tipologia di prestiti è stata suddivisa in più categorie, che differiscono fra loro per tipologia di appartenenza dei destinatari, garanzie richieste e limite erogabile: Prestiti a Disoccupati, Prestito a Casalinghe, Prestiti a persone Senza Reddito e perfino Prestiti a persone senza nessuna garanzia.

In generale a chi sta richiedendo un prestito la banca può richiedere due diversi tipi di garanzia: un garante coobligato – come accade per i mutui – o la presenza di una casa di proprietà, che può essere anche affittata, in questo caso è il canone mensile a costituire il reddito del richiedente e quindi la sua garanzia.

► Le nuove soglie di usura su mutui e prestiti

In caso di concessione del prestito con garante si possono presentare due situazioni:

1. contratto di fidejussione con beneficio di escussione, per cui, in caso di insolvenza del beneficiario, la banca si rivarrà solo sul garante;

2. debitore e fidejussore obbligati in solido, per cui la banca ha diritto a rivalersi su entrambe le parti.

I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

 Se il governo delibera che per i lavori di ristrutturazione si può ottenere uno sconto del 50 per cento, allora è normale che molti cittadini che hanno una casa, si affrettino a pagare i lavori entro il 30 giugno 2013.

Fino a questo giorno, infatti, la detrazione sarà pari al 50 per cento delle spese sostenute, poi dal primo luglio, la detrazione subirà un calo fino al 36 per cento. Le operazioni restano comunque ancora molto convenienti. Ma se si dovesse chiedere un prestito per sostenere le spese di ristrutturazione, quali sarebbero le offerte migliori in circolazione?

Prestiti in calo, che fare?

I lavori di ristrutturazione, per l’entità della spesa, sono più vicini al prestito bancario che al prestito tradizionale. Se a chiedere questo prestito è un libero professionista che ha in mano un preventivo per lavori di circa 60 mila euro, con l’obiettivo di restituirli in 10 anni, allora dovrà affidarsi a Findomestic, a Credem, oppure alla Banca Popolare di Sondrio.

Si chiede un prestito soprattutto per ristrutturare

Findomestic, per esempio, prevede il pagamento di 120 rate di circa 750 euro ciascuna con l’applicazione di un TAEG del 9,06 per cento. Leggermente più caro il prestito personale Maxi Avvera di Credem che propone invece un TAEG del 12,85 per cento con la rispettiva rata di 857,5 euro. 

Infine, c’è la banca Popolare di Sondrio che offre un TAEG leggermente più alto della Credem del 12,90 per cento.

Prestiti in calo, che fare?

 La stretta creditizia, quella che viene comunemente chiamata credit crunch, presto presenterà il nuovo conto ai cittadini. Intanto chi ha bisogno di un po’ di liquidità per rimettere a posto il bilancio famigliare, oppure per eseguire dei piccoli acquisti, sta valutando tutte le possibilità. Le valutazioni, però, sono molto lunghe.

Le previsioni sui tassi futuri

Nel 2012, infatti, lo spiega bene anche il Crif, le famiglie italiane hanno rinunciato a chiedere prestiti e mutui, a  me non ci considerino fonti di finanziamento diverse da finanziarie e istituti di credito. L’importo medio erogato per le famiglie, che si parli di prestiti o di mutui, è indifferente, è calato molto nel 2012.

Le nuove soglie di usura su mutui e prestiti

La diminuzione si è assestata sul 3,7 per cento per i mutui ed è stata del 4,1 per cento per i prestiti finalizzati, ma il calo è stato ancora più consistente e nel dettaglio del 6,7 per cento se si parla di prestiti personali. La contrazione ha rispecchiato l’acuirsi della crisi che va a pesare sulle tasche delle famiglie del Belpaese.

I mutui immobiliari sono diminuiti e questa flessione della domanda ha fatto salire ancora di più i tassi applicati dalle banche. La contrazione dei prestiti, invece, è stata più che altro un ridimensionamento che ha riguardato soprattutto le richieste finalizzate all’acquisto dell’auto , seguite dalle spese d’arredamento, da quelle per gli elettrodomestici e via discorrendo.

 

Il brutto rapporto tra credit crunch e usura

 Il credit crunch è la stretta creditizia, la mancanza di disponibilità delle banche a concedere prestiti a cittadini ed imprese. Il fatto che gli istituti di credito siano meno disponibili, non vuol dire che poi i debitori abbiano meno bisogno di soldi. Ecco allora che la malavita o meglio, l’illecito, s’inseriscono nel meccanismo.

Prestiti in calo, che fare?

In pratica i debitori, pur di ottenere la liquidità di cui hanno bisogno subito, sono disposti a restituirla anche a tassi d’usura. Gli strozzini, dunque, con questa crisi, fanno la fortuna. Di media, dice una recente indagine condotta soprattutto in Campania e a Roma, gli strozzini offrono denaro con interessi fino al 20% al mese che vuol dire che ottengono in un anno più del doppio della cifra versata, per l’esattezza 2,4 volte la “posta”.

Gli italiani, in un periodo di crisi, hanno dimostrato di saper rinunciare a tantissime cose, per esempio a trovarsi un lavoro decente, a ricomprare la macchina, o gli elettrodomestici più comuni. Hanno addirittura rinunciato a cercare casa.

La crisi costringe alla chiusura le imprese

Il Crif parla chiaro: la domanda di mutui è diminuita del 42 per cento e le flessioni delle richieste nei primi tre mesi del 2013, sono state rispettivamente del 14, del 10 e del 9 per cento. Dall’inizio della crisi 35 persone su 100 hanno smesso di rivolgersi alle banche per coronare il sogno di una casa.

Paradossalmente, però, hanno accumulato debiti e sono sull’orlo del fallimento. Le famiglie non riescono più sostenere le spese comuni e nemmeno quelle impreviste e siccome l’economia langue, hanno difficoltà ad accedere a banche ed agenzie e si rivolgono agli strozzini.

Scende l’importo medio dei prestiti

 La crisi ha depresso i consumi e si può avere conferma di questa teoria semplicemente osservando i dati su mutui e prestiti disponibili sul sito dell’ABI. L’Associazione interbancaria italiana, in fondo, dà qualche notizia rincuorante: i tassi d’interesse per mutui e prestiti sono in calo sia su base mensile che su base annuale.

Il CRIF aggiunge qualche altra informazione riguardo i prestiti. Il rapporto fornito dalla centrale dei rischi riguarda in modo particolare gli importi erogati nei prestiti che nel 2012 sono calati ancora.

Prestiti a fondo perduto per le imprese del Lazio

I contribuenti italiani continuano a cercare un finanziamento per l’acquisto della casa e non solo ma stanno dando fondo ai risparmi di una vita e per questo preferiscono togliere i soldi dal materasso e chiedere importi più “sostenibili” agli istituti di credito.

I prestiti d’onore servono davvero?

La flessione degli importi dei mutui è stata del 3,7 per cento e ancora più consistente è stato il calo degli importi dei prestiti finalizzati e dei prestiti personali che sono calati rispettivamente del 4,1 per cento e del 6,7 per cento.

La contrazione indicata è figlia della crisi economica che impensierisce le famiglie sempre meno disponibili all’indebitamento. Oltre agli importi diminuisce infatti, anche la richiesta complessiva di finanziamenti.

Prestiti a fondo perduto per le imprese del Lazio

 Per le imprese del Lazio arriva un po’ di respiro dopo la definizione di un budget molto interessante per l’erogazione di finanziamenti a fondo perduto. Un prodotto raro e ormai in disuso che gli imprenditori avevano quasi dimenticato.

Le banche concedono ancora pochi mutui

La regione Lazio, invece, ha pubblicato un bando per l’erogazione di prestiti alle imprese che hanno un fatturato fino a 10 milioni di euro e che impiegano al massimo 50 dipendenti. Se queste imprese sono anche state costituite da più di sei mesi, per loro c’è un finanziamento pronto fino a 70 mila euro.

Imprenditoria giovanile promossa con Speed MI Up

Ci sono chiaramente dei requisiti da rispettare. Il primo è l’avere la sede nel Lazio, a patto che non si operi nel commercio all’ingrosso, nel trasporto e nelle attività finanziarie. In questi casi, infatti, si può operare anche fuori dai confini della regione. Per ottenere un finanziamento è necessario che l’iniziativa riguardi l’innovazione di prodotto, l’innovazione di processo, l’innovazione organizzativa, l’innovazione di marketing, gli invesitmenti materiali nell’acquisizione di strumenti innovativi e gli investimenti immateriali, come possono esserlo l’acquisto di brevetti e licenze.

Il contributo, fino a 70 mila euro, è a fondo perduto e varia sulla base del progetto, in base anche alla base imponibile IRAP dell’azienda.

I prestiti d’onore servono davvero?

 I giovani hanno bisogno di essere sostenuti economicamente e ormai sappiano che la rete del welfare cui possono attingere, è composta principalmente dai risparmi delle loro famiglie. Eppure lo stato e le amministrazioni, mettono a disposizione dei giovani anche altri strumenti.

Uno di questi, molto in voga qualche anno fa, è il prestito d’onore che però oggi rischia di far diventare gli studenti, i nuovi poveri d’Italia.

Una riflessione sull’argomento, ripresa dal Corriere della Sera, è stata lanciata dalla Federal Reserve Bank of New York.

I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

Questo istituto ha spiegato che il debito totale accumulato dai laureandi americani che hanno usufruito del prestito d’onore, ammonta a quasi 1000 miliardi di dollari. Il sistema scolastico italiano è molto diverso da quello americano soprattutto per il fatto che è pubblico. In America, invece, la maggior parte delle spese sono sostenute dagli studenti e dalle loro famiglie.

Prestiti in calo, che fare?

La crisi però sta mietendo delle vittime e sembra si facciano debiti anche per seguire un corso universitario, in America tanto quanto in Italia, debiti anche per un master o un semplice corso di aggiornamento.

Non è quindi possibile paragonare i due sistemi ma sicuramente è possibile prendere in esame l’istituto del prestito d’onore, non più rimborsabile con facilità.

Le soglie antiusura del secondo trimestre

 Il ministero dell’Economia e delle Finanze si occupa di definire i tassi d’interesse, mese per mese, con le relative soglia anti usura, così come prevede la legge antiusura numero 108 del 1996 con le successive modifiche.

Per il mese di aprile sono state definite le nuove soglia antiusura trimestrali, che sono valide dal primo aprile del 2013 fino al 30 giugno del 2013 e riguardano i mutui, i prestiti, i conti correnti, i leasing e tutte le principali operazioni di credito e finanziamento.

Prestiti in calo, che fare?

Per i mutui a tasso fisso è stato indicato un tasso di usura più basso che nel primo trimestre. Si è passati infatti dal 10,78 al 10,77 per cento. Per i  mutui a tasso variabile, invece, la soglia antiusura è passata dal 9,07 fino al 9,012 per cento. Un calo più consistente che si lega probabilmente al fatto che molti cittadini preferiscono questi prodotti.

Per quanto riguarda gli acquisti a rate, invece, quindi i prestiti, nel secondo trimestre c’è stato un abbassamento della soglia antiusura. Per tutti i prestiti superiori a 5000 euro, infatti, la soglia è scesa dal 17,01 al 16,1 per cento. Il tasso per i prestiti con importi inferiori, invece, è sceso di meno passando dal 19,37 al 19,36 per cento.

Le nuove soglie di usura su mutui e prestiti

Per i conti correnti, infine c’è stato un aumento del tasso d’usura con il passaggio dal 18,15 al 18,23 per cento per le linee di credito con importi fino a 5000 euro. Mentre per gli importi superiori il tasso è passato dal 16,67% al 16,73 per cento.

La situazione dell’accesso al credito in Italia secondo Mutui.it

 Mutui.it e Facile.it hanno collaborato per studiare la situazione del credito per gli italiani. Ciò che emerge dai dati elaborati è una sempre maggiore difficoltà all’accesso al credito, ma con evidenti differenze tra categorie di lavoratori e classi di età. Vediamolo nel dettaglio.

I dati studiati da Mutui.it e Facile.it riguardano un periodo di sei mesi che va dall’ottobre 2012 al marzo 2013. Un periodo durante il quale solo 5 domande su cento si sono trasformate in una concessione di mutui. Un numero davvero esiguo che lascia fuori dal totale di coloro che riescono ad ottenere del credito dalla banche una lunga serie di lavoratori.

► I prestiti migliori per l’acquisto dell’auto

Le banche, e gli istituti di credito in generale, infatti, sembrano prediligere le richieste di quadri o funzionari, il 14% di loro è riuscito ad ottenere il denaro del quale necessitava, insegnanti (10,7%), medici (7,6%), pensionati (7%) e i dirigenti (6,6%).

I più svantaggiati sono gli operai, che hanno visto le loro richieste accolte solo nel 3,5% dei casi.

Come si spiega questa situazione?

Secondo Lorenzo Bacca, responsabile della divisione mutui di Mutui.it:

Non tutti gli italiani, di fronte alla crisi, dispongono degli stessi strumenti per affrontare questa congiuntura economica ed è chiaro che alcune categorie professionali possano con più agio gestire la richiesta di mutuo. Desta stupore, tuttavia, che la figura dell’insegnante risulti tra le più facilitate ad ottenere il finanziamento. Evidentemente, più che gli stipendi bassi, a loro favore giocano i contratti statali e, per le banche, più sicuri.

Variano con lo stesso andamento anche gli importi dei mutui concessi: i dirigenti riescono ad ottenere mediamente 140.000 euro, poi ci sono i liberi professionisti (131.000 euro) e gli insegnanti (129.000 euro).

► Guida alla scelta e alla richiesta di un prestito personale

Di nuovo, ad essere ad avere meno fiducia dalle banche sono operai e pensionati i quali, o per una questione di limiti di età o per il basso stipendio, si vedono concessi, rispettivamente, crediti per 108.000 e 100.000 euro.

La situazione si ribalta se si guarda alla percentuale finanziata dell’acquisto (loan to value): ai membri delle Forze Armate viene concesso, mediamente, il 63% del valore della casa acquistata, dopo di loro ci sono gli operai (61%) e gli impiegati (58%). Ultimi in classifica, ma solo perché avendo stipendi più alti hanno meno necessità di credito, i medici, che chiedono e ottengono il 33% del valore dell’acquisto, i pensionati (34%) e i dirigenti (38%).

► Mutui prima casa per giovani coppie: le semplificazioni in arrivo

Ultimo dato elaborato da Mutui.it: l’età media di richiesta e la durata del prestito. In questa classifica sono i pensionati, per ovvie ragioni, i richiedenti con età maggiore (58 anni) anche se, di contro, sono la categoria che ha durata del mutuo più breve (16 anni), mentre i più giovani sono gli operai che chiedono un prestito a 36 anni per una durata di circa 28 per la sue estinzione.

Le nuove soglie di usura su mutui e prestiti

 Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato i tassi d’interesse effettivi globali medi e si nota un decremento pressoché costante di tutte le soglie. In base alla legge sull’usura del 1996 e le sue successive modifiche, trimestralmente sono definite le nuove soglie antiusura, quelle valide dal primo aprile al 30 giugno 2013, che sono valide per tutte le operazioni di credito e finanziamento, quindi sono valide per i mutui ma anche per i prestiti, per i conti correnti e per le operazioni di leasing.

I tassi di usura sono stati aggiornati

Pariamo dai mutui. La soglia antiusura per i mutui a tasso fisso è scesa dal 10,78 al 10,77 per cento e per i mutui a tasso variabile è passata invece dal 9,07% al 9,012%.

Tra i mutui agli stranieri boom di richieste rumene

Per i prestiti cambiano i tassi di soglia ma in generale si osserva anche in questo caso una flessione. Per esempio per i prestiti d’importo superiore ai 5000 euro c’è un passaggio dal 17,01% al 16,81 per cento mentre per i prestiti con importi inferiori a quella cifra, il calo è più contenuto e c’è un passaggio dal 19,37 al 19,36 per cento.

Per quanto riguarda i conti correnti, invece, la soglia del tasso d’usura è salita sia per i conti con depositi superiori a 5000 euro, sia per quelli inferiori a tale cifra.