Multe: da gennaio scattano gli aumenti

 Se il costo della vita aumenta, aumenta anche il costo della guida disattenta e pericolosa. Il 2013, dunque, è condito da una serie di rincari legati anche al mondo dei trasporti. Vediamo i provvedimenti più importanti previsti dal Governo.

Le multe aumenteranno per quasi tutte le infrazioni, ma basta citarne alcune per rendersi conto dell’incidenza dei rincari: la sanzione pecuniaria per il divieto di sosta, ad esempio, passa dai 39 eai 41 euro; mentre passano da 159 a 168 euro le multe per eccesso di velocità comprese tra 10 e 40 km orari oltre il limite consentito; più caro lo scotto per chi non usa la cintura che sarà multato non più con 76 euro ma con 80 euro; chi telefona mentre è alla guida, invece dovrà pagare 8 euro in più che in passato.

Più o meno, dunque, ci saranno rincari del 5,7 per cento e sembra che questa decisione segua l’adeguamento biennale delle multe stradali all’indice inflazionistico. L’aumento è calcolato in base all’indice dei prezzi diffuso dall’Istat. Non subiscono modifiche invece le sanzioni di tipo amministrativo, almeno per il momento.

Sempre legate al mondo dell’auto ci sono novità che riguardano il noleggio lungo e i veicoli meno inquinanti: c’è un aumento del fondo per sostenere economicamente chi acquista veicoli con una bassa emissione di anidride carbonica e scatta l’obbligo di registrazione per chi noleggia veicoli per più di 30 giorni.

Imposte al debutto, consumatori preoccupati

 Il 2013 sarà l’anno delle nuove imposte, sembra che il nuovo anno sia destinato ad entrare nella storia proprio con queste premesse. Nonostante le nuove tasse siano poi legate strettamente al governo Monti, molti cittadini hanno accolto con soddisfazione la decisione dell’ex premier di candidarsi con una coalizione moderata di centro.

Le tasse al debutto sono ben tre anche se avranno un’incidenza importante anche gli sconti per i figli e la possibilità che il governo si sta costruendo di ridurre le imposte per le famiglie e per le imprese, recuperando i soldi della lotta all’evasione fiscale.

Nel 2012 a preoccupare il portafoglio degli italiani ci ha pensato l’IMU, adesso tutto è nelle mani della TARES, dell’IVIE e della Tobin Tax. Le ultime due, in realtà, non riguardano proprio tutti i cittadini visto che si riferiscono a chi detiene immobili all’estero e a chi opera sui mercati finanziari regolamentati e non.

L’IVIE è entrata in vigore il primo gennaio, mentre per la Tobin Tax ci sarà un ingresso soft a marzo con un incremento della tassazione poi a luglio.

Molto più preoccupante per gli italiani sembra la nuova tassa sui rifiuti che assorbe dal 2013 la Tassa di igiene ambientale, sommandola alla Tarsu. In tutto, la pressione fiscale, è destinata ad aumentare dal 44,7 al 45,3 per cento.

Più tasse su conti deposito e buoni postali

 Il fisco non risparmia le nuove tasse sui risparmi e così dal primo gennaio è in arrivo la famosa “stangata” che colpisce buoni postali cartacei e dematerializzati, così come i conti deposito. Per entrambi il prelievo fiscale passa dallo 0,10 allo 0,15% con un incremento del 50% delle imposte.

I risparmatori erano già stati allertati, visto che questa novità era prevista nel decreto “salva Italia” presentato più di un anno fa. Adesso però possiamo ricordare quanto inciderà questo nuovo provvdimento sui rendimenti dei conti deposito.

Il 2013, tra l’altro, sarà ricco di novità per i risparmiatori visto che sarà abolito il tetto massimo di 1200 euro per i pagamenti e sarà invece fissato una volta per tutte l’importo minimo delle imposte pari a 34,2 euro. Gli unici prodotti esenti dal pagamento sono i buoni postali fruttiferi d’importo inferiore a 5000 euro e i fondi pensione.

Nelle novità bisogna includere quindi la Tobin Tax che è stata completamente riformulata ed ora entrerà in vigore in due tappe: dal primo marzo sarà in vigore per gli scambi azionari e sarà pari allo 0,12%, dal primo luglio sui derivati, ma sui mercati non regolamentati sarà dello 0,22%.

La versione italiana della Tobin Tax non soddisfa gli opertori finanziari che consederano l’applicazione dell’imposta poco equa rispetto al mercato.

5 per 1000 solo 15 candidati

 Le campagne per il 5 per 1000 sono così intense che alla resa dei conti non ci si aspetta di certo dei numeri esigui come quelli che stiamo per raccontare.

Entro il 31 ottobre 2012, il Ministero per i Beni e per le attività culturali doveva raccogliere tutte le candidature per la procedura di riparto del 5 per mille. Alla data di scadenza le candidature pervenute al MiBAC erano soltanto 29, tra cui figurano quelle del FAI, di Italia Nostra, le fondazioni Adriano Olivetti, Giorgio Cini di Venezia e Zetema di Matera.

Il 30 novembre il Ministero ha poi pubblicato online l’elenco delle richieste idonee, avendo rilevato alcuni errori nelle richieste escluse. Alla fine dei conti i candidati effettivi per la ripartizione del 5 per mille per le attività culturali sono soltanto 15.

Un po’ poco per un’iniziativa che è al suo esordio: il MiBAC, infatti, per la prima volta può ricevere con le dichiarazioni IRPEF 2011 le donazioni del 5 per mille per la cultura e ridistribuirle. Nel 2012 è stato prorogato anche il termine per la presentazione delle domande, da maggio ad ottobre.

La speranza del ministero, che ha stimato di raccogliere nuovi fondi per sopperire alla riduzione degli investimenti statali e degli enti locali, contratti del 36 per cento circa, è che le domande del 2013 siano in numero crescente.

azione o affitto che non hanno optato per la cedolare secca devono versare l’imposta di registro, tramite il modello F23 usando un codice tributo adeguato al tipo di fabbricato.

Che manutenzione per la recinzione del fabbricato?

 Una sezione molto interessante del sito FiscoOggi dell’Agenzia delle Entrate è dedicato alle domande degli utenti. Per esempio ce n’è una, di un contribuente, interessato a conoscere la categoria giusta per classificare i lavori di riparazione della recinzione di un fabbricato.

In pratica il contribuente ha chiesto se la riparazione della recinzione adiacente al fabbricato di sua proprietà doveva essere considerata manutenzione ordinaria oppure straordinaria.

Il Fisco ha risposto che la riparazione di una recinzione del fabbricato è da considerarsi manutenzione ordinaria perché nella categoria in questione sono compresi gli interventi “che riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti”.

Si parla quindi di manutenzione ordinaria anche in caso di sostituzione degli elementi esistenti o d’interventi finalizzati al mantenimento dell’efficienza degli impianti tecnologici.

Allo stesso modo sono da considerarsi interventi di manutenzione ordinaria anche la sostituzione integrale o parziale dei pavimenti, le opere per la conservazione degli stessi, la riparazione degli impianti per i servizi accessori come possono esserlo gli impianti idraulici o quelli per lo smaltimento delle acque bianche e nere, oppure ancora il rifacimento degli intonaci interni, la tinteggiatura, o le riparazioni di balconi e terrazze, così come la sostituzione di elementi di impianti tecnologici.

L’IRAP milionaria sul calciomercato

 Il calciomercato è sicuramente un settore economico molto interessante ma il fisco, per troppo tempo, ha evitato di occuparsene. Adesso, invece, sembra arrivato il momento tanto atteso di chiedere anche alle società sportive il pagamento delle tasse “giuste”.

Nelle idee del governo c’è l’imposizione del pagamento dell’Irap sulle plusvalenze da calciomercato. Tutto si compirà nel momento in cui la Cassazione accoglierà il parere numero 5285 del Consiglio di Stato. Questo ente, infatti, ha stabilito l’imponibilità dei guadagni legati alle cessioni dei calciatori.

Se così fosse nelle casse dello Stato entrerebbero milioni di euro. L’esempio che riporta il Sole 24 Ore nell’esporre i vantaggi di questa disposizione, è quello della cessione di Mario Balotelli.

Il calciatore italiano, nel 2010, è stato venduto al Manchester City e l’Inter, nell’operazione ha totalizzato più di 21 milioni di euro di plusvalenze visto che il valore dell’atleta, iscritto nel bilancio è di circa 500 mila euro, mentre il City per il cartellino di Balotelli ha pagato 22 milioni di euro.

Se si applicasse l’aliquota del 3,9 per cento di Irap alle plusvalenze realizzate dall’Inter, la squadra stessa rimpolperebbe le casse dell’Erario con ben 850 mila euro. Stessa cosa per le cessioni estive di Thiago Silva e Lavezzi che sono passati al Paris Saint Germain.

Ritrattare la dichiarazione non blocca gli accertamenti

 Se per un errore compiuto deve essere modificata la dichiarazione fiscale e la modifica è fatta dopo la notifica dell’avviso di rettifica dell’ufficio, l’accertamento voluto dall’Agenzia delle Entrate si avrà ugualmente.

La rettifica, dunque, non fa venire meno il potere di accertamento dell’Agenzia delle Entrate che può rilevare, ad esempio, un imponibile che supera di poco o di tanto l’importo dichiarato dal contribuente. La Corte di Cassazione ha ribadito il concetto nella sentenza n. 23000 del 13 dicembre scorso.

La vicenda che ha originato il pronunciamento è quella di un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate ha rettificato ad un contribuente il valore degli immobili caduti nella successione. La Commissione tributaria regionale, in un primo momento, ha annullato l’avviso di rettifica impugnato.

I porporati di secondo grado hanno ritenuto che l’ufficio tributario regionale non potesse rettificare il valore degli immobili visto che il contribuente aveva fatto riferimento all’articolo 34 comma 5 del Dlgs 346/1990.

La Corte di Cassazione ha poi ribadito che

“la dichiarazione di successione, come ogni dichiarazione fiscale, può essere ritrattata e modificata, anche dopo la scadenza del termine fissato nell’art. 31 del decreto legislativo n. 346/90”

e che

“la… mancata osservanza (del termine, n.d.r.) può comportare solo l’applicazione delle sanzioni di cui agli artt. 50 e seguenti dello stesso decreto.”

F24 cumulativo per gli intermediari: si riparte

 Alla fine dell’anno in corso non scadono soltanto le agevolazioni fiscali che possono mandare in recessione l’America. Per il nostro paese si avvicina un’altra scadenza importante anche se di tributario, per fortuna, c’è molto poco.

Scade infatti l’intesa valida per il triennio 2010-2012 in relazione ai versamenti telematici. L’Agenzia delle Entrate aveva autorizzato in questo periodo il versamento telematico cumulativo dei tributi.

Adesso il servizio di F24 cumulativo è stato rinnovato. L’Erario ha rinnovato l’intesa con gli intermediari e concederà loro di effettuare versamenti di imposte e contributi dovuti dai loro clienti con l’addebito diretto sui conti correnti dei clienti stessi.

Questa convenzione era stata attivata nel 2010 e sarebbe scaduta il 31 dicembre. Per aderire all’iniziativa, l’intermediario interessato dovrà attenersi alle indicazioni presenti nel servizio telematico Entratel. In pratica l’Agenzia delle Entrate considera un intermediario aderente all’intesa nel momento in cui riceve l’attestazione di accettazione dell’adesione.

Un discorso che vale sicuramente per i nuovi intermediari mentre è tacitamente rinnovata l’intesa per i vecchi intermediari. Per loro l’Agenzia delle Entrate presume che vogliano restare nel recinto dell’Intesa per cui potranno proseguire il servizio tramite la presentazione telematica dei modelli di versamento seguento le indicazioni dell’allegato dell’Erario.

Recedere dall’accordo si può, sempre tramite il servizio Entratel.

 

Atti dell’Agenzia del Territorio nella mediazione tributaria

 La premessa è semplice: dal primo dicembre 2012, l’Agenzia del Territorio è stata incorporata nell’Agenzia delle entrate. Questo vuol dire che molti strumenti saranno in comune. Si prende atto del fatto che lo strumento deflattivo, noto come mediazione tributaria, sarà esteso anche ai provvedimenti dell’Agenzia del Territorio, emessi dopo l’incorporazione.

L’Agenzia delle Entrate ha comunque dovuto fare delle precisazioni, tutte contenute nella circolare n. 49/T con la quale l’Erario ha spiegato che per tutte le liti inferiori ai 20 mila euro, la mediazione tributaria si può applicare per gli atti emessi dagli Uffici provinciali del Territorio.

La mediazione tributaria è uno strumento fiscale tutto sommato nuovo visto che è entrato nella storia fiscale italiana soltanto dal primo aprile 2012 e consente a tutti i contribuenti che hanno una lite di lieve entità economica con l’Erario di saldare i conti in tempi brevi e con sanzioni ridotte.

Una volta che il contribuente ha presentato il reclamo, c’è l’esame della pratica in sede amministrativa per capire come risolvere con il dialogo la lite in atto. Gli atti ammessi alla mediazione tributaria sono gli avvisi di accertamento del tributo, gli avvisi di liquidazione del tributo, i provvedimenti di irrogazione delle sanzioni, il ruolo, il rifiuto espresso o tacito alla restituzione dei tributi, la revoca delle agevolazioni ed ongi altro atto impugnabile.

Sono invece escluse le operazioni catastali il cui valore non è determinabile.

Come funziona e quanto ci costa la TARES

 Si chiama TARES e farà il suo ingresso nella vita degli italiani a partire dall’anno prossimo. E’ l’imposta voluta dal Governo uscente che va a sostituire la Tarsu e la Tia. La nuova tassa sui rifiuti, così com’è pensata, incide molto su chi possiede locali che producono rifiuti, sulle imprese ma anche sulle famiglie numerose.

Il pagamento della TARES doveva iniziare a gennaio, ma sembra che adesso la prima rata sia stata posticipata ad aprile. Poi toccherà regolarizzare la propria posizione in quattro rate annuali.

Il funzionamento della TARES. Questa tassa deve coprire al 100 per cento i costi del servizio sostenuto dai comuni. Attualmente, la tassa sui rifiuti copre soltanto il 79% dei costi, in pochissimi casi raggiunge quota 91% ma si tratta di eccezioni.

La TARES, oltre a coprire le spese dei servizio di raccolta dei rifiuti dovrà finanziare anche altri costi, i cosiddetti servizi indivisibili che gli enti locali forniscono ai cittadini. Nell’insieme dei servizi indivisibili rientrano l’illuminazione pubblica, la polizia locale, il verde attrezzato e la manutenzione delle strade.

Per coprire tutte queste spese sarà necessario aumentare la quota della vecchia tassa sui rifiuti, si prevede dunque un aumento di 30-40 centesimi al metro quadro. Per una famiglia composta da più di cinque persone, l’incremento medio della tassa sarà del 30 per cento.