Pronto il modello CUD 2013

 Poco prima di questo fine settimana denso di novità a livello politico che potrebbero incidere sulla situazione finanziaria del nostro paese, è stato pubblicato dall’Agenzia delle Entrate il nuovo modello CUD per il 2013. Cambi di Governo a parte, infatti, tutti i contribuenti devono rispettare gli impegni con il fisco, sulla base della categoria d’appartenenza.

Sul sito internet dell’Erario, quindi, è presente la bozza del CUD 2013 con le relative istruzioni. Il modello in questione serve a certificare i redditi di lavoro dipendente equiparati o assimilati e percepiti nell’anno solare che sta per concludersi.

La certificazione deve essere consegnata da datori di lavoro ed enti pensionistici entro il 28 febbraio 2012, a patto che il rapporto di lavoro sia ancora in essere. In caso di cessazione del rapporto di lavoro, la certificazione deve essere consegnata entro 12 giorni dalla richiesta dell’interessato.

Il contribuente, sia esso dipendente, pensionato o percettore di redditi assimilati a quelli da lavoro dipendente, deve ottenere il CUD il duplice copia. La bozza pubblica contiene delle agevolazioni, per esempio lo sconto d’imposta per i ricercatori che sono rientrati in Italia oppure l’imposta sostitutiva al 10 per cento sui premi produttività erogati ai dipendenti.

Novità anche sul fronte dei destinatari dell’8 per mille cui si aggiungono, oltre quelli già presenti, anche la Sacra Arcidiocesi ortodossa d’Italia e l’Esarcato per l’Europa e la Chiesa apostolica in Italia.

 

Lo sconto con la previdenza complementare

 Cos’è la previdenza complementare e perché ne parliamo nella cornice della normativa fiscale? In una stagione di crisi come questa, è molto difficile non pensare al futuro e nel futuro, in genere, c’è la pensione. Tanti sono i lavoratori rassegnati al riguardo, eppure, la previdenza complementare, potrebbe aiutarli.

Cos’è la previdenza complementare. E’ il secondo pilastro del sistema pensionistico, sistematizzato dal D.Lgs. del 5 dicembre 2005. E’ considerata complementare al sistema pensionistico tradizionale e serve ad arricchire l’assegno di chi opta per questa soluzione. La quota “complementare” sarà quindi costituita sia dai contributi versati dal datore di lavoro e dal lavoratore stesso, sia dal rendimento che questi contributi restituiscono sui mercati finanziari.

Agevolazioni fiscali. Perché complicarsi la vita con la previdenza complementare? Per ottenere una pensione più corposa quando si scelga di ritirarsi dal lavoro e per beneficiare di una serie di agevolazione durante la vita lavorativa. Le agevolazioni, riconosciute anche ai famigliari a carico del contribuente, si traducono in un risparmio nel management famigliare.

Quali fondi.  Sono forme di previdenza complementare, alcuni fondi pensione che si distinguono in aperti, chiusi, negoziali, individuali pensionistici e pensione preesistenti.

Per conoscere i dettagli della normativa, ma anche destinatari, finanziamento, modalità di conferimento del TFR ai Fondi Pensione e prestazioni di altro tipo, si consiglia di visionare la scheda che il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha riservato alla previdenza complementare.

Sisma maggio 2012: lavoratori mai soli

 Lo Stato ha messo a disposizione un finanziamento agevolato che anche i lavoratori possono chiedere attraverso il proprio sostituto d’imposta o anche autonomamente. La rivista ufficiale dell’Agenzia delle Entrate spiega come fare a partire dalla circolare di riferimento.

In base alla circolare numero 46/E è stata resa più grande la categoria dei contributi per il versamento dei quali si può chiedere un finanziamento garantito da parte dello stato. Per esempio tutte le ritenute che devono essere versate tra il 16 dicembre 2012 e il 30 giugno 2013 e tutte quelle che tramite i sostituti d’imposta devono essere versate entro il 16 dicembre, possono essere oggetto di un finanziamento.

Questa disposizione serve a fare in modo che tutti i lavoratori e i datori di lavoro escano agevolmente dalla condizione d’emergenza e tornino sul posto di lavoro con maggiore serenità.

L’ultimo passo dell’Agenzia delle Entrate è stato dunque quello di estendere il finanziamento garantito a tutti i i tipi di tributi. Questa circolare si aggiunge quindi alla mole di documenti emanati nel periodo post terremoto che hanno preso il via dall’interpretazione dell‘articolo 1 del decreto legge 194/2012.

All’inizio il finanziamento garantito era stato rivolto ai titolari di reddito d’impresa, poi è stato esteso ai lavoratori autonomi, agli esercenti attività agricole e ai lavoratori dipendenti proprietari di una casa usata per svolgere l’attività. Con l’aiuto si potevano pagare tanti contributi ma fino a questo momento non si parlava di ritenute. L’Agenzia delle Entrate ha colmato dunque la lacuna.

Erario: chiedere duplicati senza registrazione

 L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei cittadini un gran numero di servizi telematizzati erogati attraverso il portale ufficiale dell’Erario. Alcuni di questi servizi richiedono la registrazione al portale Entratel, altri invece, possono essere fruiti senza registrazione. 

In questo secondo insieme, rientra anche la richiesta dei duplicati della tessera sanitaria e del tesserino con il codice fiscale, due documenti molto importanti nei rapporti con il fisco.

Come si usa il servizio di richiesta del duplicato della tessera sanitaria o del codice fiscale? Per effettuare la richiesta online è necessario indicare il codice fiscale, ad esempio quando mancate della tessera sanitaria, oppure è bene indicare i dati anagrafici completi dei richiedenti.

Nel momento in cui si è in possesso di una tessera sanitaria che sia valida anche come “Carta Nazionale dei Servizi”, è necessario chiedere il duplicato tramite altri servizi telematici.

Immaginate di dover chiedere un duplicato della tessera sanitaria tramite l’uso del codice fiscale. Il sistema vi chiederà anche d’indicare se la richiesta è fatta per furto o smarrimento, oppure se chiedete una sostituzione tecnica. In questo secondo caso dovete indicare il numero della tessera da sostituire.

In più è necessario indicare il modello di dichiarazione che si presenta e come (intermediario, poste, servizi telematici, ufficio delle Entrate). Infine si devono indicare il reddito complessivo e il codice di sicurezza presente nella pagina. Il gioco è fatto.

Il controllo dei valori bollati

 L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione degli utenti un gran numero di servizi telematizzati di cui i contribuenti si possono avvalere. Alcuni servizi sono sottoposti alla registrazione ai servizi Entratel, facile e gratuita da ottenere, utile per tenere sotto controllo il proprio cassetto fiscale.

Altri servizi, invece, possono essere usati anche senza essere registrati al portale dell’Erario. In questo secondo insieme rientra ad esempio il servizio di controllo dei valori bollati.

Il contribuente è guidato nella fruizione del servizio. In primo luogo si ricorda che per avere un esito, nella maschera di dialogo deve essere inserito il codice di 14 numeri presenti sopra il codice a basse, nella parte bassa del contrassegno.

Se il contrassegno è stato emesso prima del 15 marzo 2006 allora devono essere inseriti soltanto gli undici numeri finali senza digitare le prime tre cifre che sono “010”.

Perché verificare la validità di un contrassegno? Perché potrebbe essere stato contraffatto, per esempio, stampandolo su etichette rubate o semplicemente smarrite. Nel momento in cui il contrassegno risulta annullato nel sistema, il contribuente sarà chiamato a consideralo non valido. Il tabaccaio, infatti ha annullato il contrassegno stesso con la procedura messa a sua disposizione e i contrassegni annullati non possono essere venduti.

A questo punto la ricerca si effettua inserendo obbligatoriamente il numero dello scontrino e facoltativamente la data della sua emissione.

Attive le comunicazioni tributarie via PEC

 PEC è l’acronimo che indica la Posta Elettronica Certificata, uno strumento di comunicazione che dovrebbe aumentare la chiarezza dei bilanci e degli affari delle aziende, ormai obbligate a dotarsi di un indirizzo certificato. All’inizio la registrazione era corrisposta gratuitamente, adesso, ottenere un indirizzo PEC è diventato oneroso, nel senso che occorre pagare un abbonamento.

Le aziende interessante, che non hanno ancora provveduto a dotarsi di una PEC, possono far riferimento ai maggiori gestori di posta elettronica per ottenerla e magari optare anche per il servizio di firma elettronica. Molto comune è la sottoscrizione dell’abbonamento per la PEC tramite il portale Aruba che fornisce anche questo tra gli altri servizi di hosting, stampa, etc.

Dopo una fase di sperimentazione, dal 4 dicembre 2012, è attivo un provvedimento che rende operative le comunicazioni via PEC, relative ai processi tributari, in tutti i territori della Penisola. In pratica si potrà e si dovrà usare la PEC per l’invio degli atti nei processi tributari.

Questa innovazione comporta un risparmio di tempo sicuramente ma alleggerisce anche la spesa delle amministrazioni. Il decreto che estende l’uso del canale telematico di comunicazione alle Commissioni tributarie regionali e provinciali di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Trentino Alto Adige, è stato pubblicato in Gazzetta il 3 dicembre.

Gli accordi fiscali con la Svizzera

 L’Italia sta per firmare un accordo fiscale con la Svizzera che va ad intaccare il patrimonio di chi ha esportato illegalmente dei soldi in questi paradisi fiscali. Se ne discute da tempo anche perché la Svizzera sta provando a raggiungere un accordo anche con la Germania e sembra che la proposta sia stata bloccata dal parlamento tedesco.

In pratica la Svizzera deve trovare un modo per consentire all’Italia e agli altri paesi di tassare i capitali che i loro cittadini portano in Svizzera. Prima della fine dell’anno potrebbe essere raggiunto un accordo nel nostro paese, soprattutto perché il problema è entrato nell’agenda politica dopo essere stato oggetto di un confronto televisivo per le primarie del PD.

Chi ha portato i capitali in Svizzera lo ha fatto per una questione di convenienza, infatti i depositi bancari in questo paese sono sottoposti ad una fiscalità molto appetibile e vantaggiosa. In più è proverbiale il silenzio, la riservatezza degli istituti di credito svizzeri.

Dopo l’ultimo incontro tra Passera e due rappresentanti del Governo svizzero, si sono scatenate le indiscrezioni nel senso che si discute ancora di quanti sono effettivamente i capitali italiani presenti dall’altra parte del confine. Sembra siano circa 100 miliardi di euro. Se fossero accettate le aliquote più alte, si potrebbe ottenere qualcosa come 37 miliardi di euro, ma i più prudenti parlano di un gettito immediato di 10-15 miliardi di euro.

Quando gli eredi sono risarciti dal notaio

 Il tema su cui si è pronunciata questa volta la Corte di Cassazione è la dichiarazione di successione che deve essere inviata dal notaio che ha ottenuto il mandato per farlo dagli attori coinvolti nell’atto. In soldoni, la sentenza numero 21082 del 27 novembre 2012, spiega che il notaio deve risarcire gli eredi in caso di ritardo nella presentazione dell’atto di successione.

Il fatto alla base del pronunciamento. Un contribuente, in proprio e in qualità di legale rappresentante dei suoi figli non ancora maggiorenni, ha portato davanti al Tribunale di Roma il notaio che aveva incaricato di presentare la denuncia di successione.

La richiesta del contribuente era quella di accertare che la responsabilità del ritardo fosse del notaio e al tempo stesso obbligarlo a pagare le sanzioni pecuniarie definite dall’Agenzia dell’Entrate, tenuto conto della rivalutazione e degli interessi.

I porporati hanno accertato che l’incarico dato al notaio era pervenuto nel tempo utile a predisporre la dichiarazione e quindi il ritardo è esattamente responsabilità del notaio. Il Tribunale di Roma ha quindi condannato quest’ultimo al pagamento di un risarcimento al contribuente.

Il risarcimento era equivalente alla pena pecuniaria con gli interessi. Il notaio ha fatto ricorso in appello e spiegando i dettagli della pratica, la quale si è sviluppata in due step successivi, ha ottenuto una riduzione della pena e dovrà corrispondere al contribuente un risarcimento minore rispetto a quello definito dal giudice di primo grado.

Erario: i servizi per gli utenti non registrati

 I cittadini che vogliono avere un rapporto sereno con il fisco possono affidarsi ai servizi offerti dall’Agenzia delle Entrate che nel suo processo di sviluppo più recente ha preso per mano i cittadini, spiegando loro la particolarità della telematizzazione, comune a molte PA.

L’Erario mette a disposizione dei cittadini tre tipologie di servizi: quelli per gli utenti registrati, iscritti all’Entratel, quelli per gli utenti non registrati e poi i servizi per alcuni particolari enti.

Prendiamo adesso in esame i servizi che, per essere fruiti, non necessitano di registrazione. Ecco quello che si può fare:

  • il calcolo del bollo e il controllo dei pagamenti effettuati sulla base dei KW e dei CV,
  • il calcolo dell’addizionale erariale sulle tasse automobilistiche, il famoso superbollo,
  • il calcolo delle rate in seguito al controllo automatizzato e formale delle dichiarazioni,
  • il calcolo degli importi per la tassazione degli atti giudiziari,
  • il controllo delle partite Iva comunitarie,
  • il controllo dei contrassegni telematici,
  • l’accesso al Redditest,
  • la richiesta del duplicato della tessera sanitaria e del codice fiscale,
  • la verifica del codice fiscale,
  • la verifica della partita Iva.

Ognuno di questi servizi prevede poi delle sfaccettature. Per esempio nella pagina dedicata al calcolo del bollo si può eseguire il calcolo tramite Kw e CV, oppure in base alla targa e ai dati del veicolo, ma nella stessa pagina si può anche controllare l’esattezza dei pagamenti effettuati del bollo auto.

Erario: i servizi online con registrazione

 L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti dei servizi di cui si può usufruire soltanto dopo essersi registrati al portale e altri servizi che al contrario possono essere usati anche senza la registrazione.

I servizi con registrazione sono quelli che richiedono l’accesso ai servizi Fisconline ed Entratel. Per usufruirne è necessario effettuare la registrazione ai servizi telematici e, attivando l’opzione, si può anche essere informati sulli aggiornamenti ai servizi tramite email e messaggini.

I servizi con registrazione sono:

  • il cassetto fiscale,
  • il civis, vale a dire l’assistenza sulle comunicazioni di irregolarità e cartelle,
  • le comunicazioni, da inviare attraverso i modelli AA5/6, la fatturazione all’estero, il tutoraggio e i dati del domicilio,
  • l’invio e l’annullamento dell’invio dei documenti, per esempio dichiarazioni e comunicazioni varie,
  • la compilazione e l’invio delladichiarazione dei redditi secondo il modello Unico Pf e Mini web,
  • il pagamento dei versamenti tramite modello F24,
  • la registrazione dei contratti di locazione tramite i sistemi Siria web, Iris web e Locazioni web,
  • inoltrare la richiesta del duplicato della tessera sanitaria e del codice fiscale,
  • conservare le ricevute,
  • chiedere e monitorare i rimborsi web,
  • usare i servizi catastali.

Ciascuno di questi titoli apre un’applicazione, ben descritta sul sito dell’Erario. Il consiglio è quello di registrarsi al portale.