Come pagare la tassa di successione

 In alcuni post pubblicati prima di questo ci siamo occupati di descrivere la tassa di successione, ovvero di quell’imposta che deve essere pagata da tutti coloro che ricevono beni in eredità da una persona scomparsa. La tassa di successione, come abbiamo visto, grava sia sui beni mobili che su quelli immobili, e deve essere calcolata sul valore complessivo del lascito ereditario, anche se poi varia per ogni erede a seconda del grado di parentela con la persona estinta. 

Come calcolare l’imposta di successione

 Sui beni ricevuti in eredità da una persona scomparsa gli eredi sono in genere tenuti al pagamento di alcune tasse di successione, la principale delle quali è l’imposta di successione, che si applica ai beni mobiliari e a quelli immobiliari e varia a seconda del grado di parentela che l’erede intrattiene nei confronti dell’estinto. 

Quali tasse si pagano in caso di successione?

 Quando si acquista o si scambia un immobile con un altro si è in genere soggetti in Italia al pagamento di alcune tasse al fisco. Ma anche in caso di successione, ovvero quando si diventa proprietari di un immobile in seguita alla scomparsa di un parente, vi sono alcune imposte da pagare, e importi e aliquote di quest’ultime hanno in parte subito delle modifiche a partire dal 1 gennaio 2014. 

Unico Web, come funziona il servizio on line per la dichiarazione dei redditi

 Tra gli obiettivi del Governo Renzi c’è anche quello di rendere più semplice e veloce il rapporto dei contribuenti con il Fisco. Tra le varie azioni che sono state promosse anche una maggiore informatizzazione delle pratiche a carico di ogni cittadino, che potrà pertanto, utilizzare il proprio pc per accedere ai servizi di cui necessita.

I prossimi contribuenti che potranno usufruire di un servizio automatizzato sono coloro che devono presentare il Modello Unico PF per la dichiarazione dei redditi. Il servizio si chiama Unico Web e permette di fornire al Fisco i dati necessari sulla propria situazione reddituale e pagare le tasse che ne derivano. Vediamo come funziona.

Tasi, è arrivato il bollettino – Guida al pagamento

 Il prossimo 16 giugno in una parte dei Comuni italiani scadrà il termine per il pagamento della prima rata della Tasi. Interessati da questa scadenza tutti i contribuenti che risiedono o possiedono degli immobili in uno dei comuni che ha deloberato per tempo le aliquote per il pagamento.

Tasi, è arrivato il bollettino – Guida alla compilazione

 Ci siamo, tra poco più di due settimane, e dopo tantissime polemiche e discussioni, scadranno i termini per il pagamento della prima rata della Tasi. L’appuntamento, ma solo in una parte dei Comuni d’Italia, è fissato al 16 giugno, data entro la quale si dovrà provvedere al pagamento attraverso gli appositi bollettini pubblicati questa mattina in Gazzetta Ufficiale.

Bollettini che i contribuenti dovranno compilarsi da soli, dato che dopo tutta la bagarre sui ritardi delle amministrazioni comunali per la delibera delle aliquote da applicare, non c’è stato il tempo materiale per la precompilazione.

Dichiarazione dei redditi – Cos’è il Modello Unico?

 Cos’è il Modello Unico

Il Modello Unico è un documento che permette alle persone fisiche di  presentare più dichiarazioni fiscali e, in quanto tale, è utilizzato sia per la dichiarazione dei redditi che per la dichiarazione Iva.

Per questo esistono diverse tipologie di Modello Unico, che vengono differenziate con apposite sigle:

  • modello PF: persone fisiche;
  • modello ENC: enti non commerciali ed equiparati;
  • modello SC: società di capitali, enti commerciali ed equiparati;
  • modello SP per le società di persone ed equiparate.

Il Modello Unico Mini

Oltre al Modello Unico, esiste anche una versione light di questo documento, che viene utilizzato per la dichiarazione dei redditi dei contribuenti residenti in Italia che non hanno cambiato il domicilio fiscale dal 1° novembre dell’anno precedente a quello di presentazione della dichiarazione e che non hanno partita Iva, per la dichiarazione dei seguenti redditi:

  • redditi di terreni e di fabbricati,
  • redditi di lavoro dipendente o assimilati,
  • redditi da pensione.

Chi deve presentare il Modello Unico

In via generale sono tenuti alla presentazione del Modello Unico per la dichiarazione dei redditi i contribuenti in possesso di Partita Iva, anche nel caso in cui non siano stati percepiti redditi nell’anno di imposta di riferimento.

Inoltre, devono presentare il Modello Unico tutti i lavoratori dipendenti che rientrano nelle seguenti categorie:

  • lavoratori dipendenti che hanno cambiato datore di lavoro e sono in possesso di più certificazioni di lavoro dipendente o assimilato, solo se l’imposta sul reddito supera di oltre euro 10,33 il totale delle ritenute a carico,
  • lavoratori dipendenti che hanno percepito indennità e somme a titolo di integrazione salariale o ad altro titolo;
  • lavoratori dipendenti a cui sono state riconosciute deduzioni e/o detrazioni d’imposta non spettanti;
  • lavoratori dipendenti che hanno percepito retribuzioni e/o redditi da privati non obbligati per legge ad effettuare ritenute d’acconto;
  • lavoratori dipendenti ai quali il sostituto d’imposta non ha trattenuto il contributo di solidarietà;
  • contribuenti che hanno conseguito plusvalenze e redditi di capitale da assoggettare ad imposta sostitutiva da indicare nei quadri RT e RM.

Modello Unico 2014 – La guida

Cos’è il Modello Unico

Chi deve presentare il Modello Unico e le scadenze per il 2014

Le detrazioni previste per il 2014

Dichiarazione dei redditi con Modello Unico 2014, le detrazioni

 A breve molti contribuenti italiani, i possessori di Partita Iva e anche una parte di lavoratori dipendenti, si troveranno alle prese con il Fisco per la dichiarazione dei redditi 204, ovvero quella relativa all’anno di imposta 2013.

Come spesso accade, ci sono state delle novità per le detrazioni che si possono ottenere in sede di dichiarazione dei redditi. Vediamo quali sono in base all’elenco pubblicato dall’Agenzia delle Entrate.

Unico 2014 – La guida

 Con la bella stagione arrivano anche un bel po’ di scadenze fiscali, prima tra tutte la dichiarazione dei redditi.

I redditi percepiti vanno dichiarati attraversi diversi modelli messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate che differiscono per la provenienza dei redditi stessi. In questa guida ci occupiamo dei contribuenti che devono presentare il Modello Unico 2014.

Chi deve presentare il Modello Unico 2014?

Sono obbligati alla presentazione del Modello Unico 2014 i contribuenti che nel corso del 2013 hanno percepito

  • redditi d’impresa, anche in forma di partecipazione,
  • redditi di lavoro autonomo per i quali è richiesta la partita IVA,
  • redditi “diversi” non compresi fra quelli dichiarabili con il modello 730,
  • plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate o derivanti dalla cessione di partecipazioni non qualificate in società residenti in Paesi o territori a fiscalità privilegiata, i cui titoli non sono negoziati in mercati regolamentati,
  • redditi provenienti da “trust”, in qualità di beneficiario

Inoltre, il Modello Unico deve essere presentato da:

  • cittadini italiani che nel 2013 non risultano residenti in Italia,
  • coloro che presentano anche uno dei seguenti modelli: IVA, IRAP, Modello 770 ordinario e semplificato,
  • chi deve presentare la dichiarazione dei redditi per conto di contribuenti deceduti.

 Scadenze per la presentazione del Modello Unico 2014

In questi ultimi giorni il Governo sta pensando alla possibilità di una proroga per la presentazione del Modello Unico 2014, ma ancora non sono state rese note notizie ufficiali. Quindi, al momento, le date per la presentazione del Modello Unico 2014 sono le seguenti:

  • 30 settembre 2014: per la presentazione dell’Unico 2014 in via telematica,
  • fra il 2 maggio e il 30 giugno per la presentazione in forma cartacea presso gli uffici postali.

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Chi deve presentare il Modello Unico e le scadenze per il 2014

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Bonus mobili e ristrutturazioni 2014 – La guida

Con l’approvazione del Piano Casa e la sua successiva trasformazione in legge, sono state apportate delle importanti modifiche al bonus per le ristrutturazioni edilizie e per l’acquisto di elettrodomestici.

Tra le principali novità il ritorno del tetto dei 10.000 euro di spesa per gli elettrodomestici, indipendentemente, però, dal costo dei lavori di ristrutturazione. Vediamo tutti i dettagli.