A partire dal prossimo mese di settembre sarà più facile e veloce per i contribuenti italiani ritornare in possesso dei propri crediti di imposta. All’ interno del Decreto del Fare, infatti, che ha ricevuto nei giorni scorsi il sì definitivo da parte della Camera per la conversione in legge, è stato inserito un provvedimento che riguarda coloro che hanno maturato dei crediti di imposta ma, avendo solo redditi da lavoro, non hanno potuto presentare a tempo debito il 730.
Normativa Fiscale
L’omissione dei versamenti e la confisca
La confisca dei beni è una misura punitiva disposta nel caso in cui sia stato tratto un vantaggio reale tramite l’evasione fiscale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione spiega che attraverso la confisca si può sia andare a colpire il patrimonio di una società che ha evaso le tasse, sia il patrimonio della persona fisica che realmente ha commesso il reato.
►Vale la confisca anche sui beni del figlio
Ancora una volta è intervenuta a precisare la questione la Corte di Cassazione con la sentenza numero 32944 del 30 luglio 2013. In questa sentenza è stato specificato che l’azione illecita messa in campo dal rappresentante legate di una società a responsabilità limitata, che abbia portato vantaggio alla società, deve essere attribuita alla persona fisica che ha commesso il reato nonostante personalmente non ne abbia ottenuto alcun vantaggio economico specifico.
►Per i sequestri basta la disponibilità della casa
In questo caso il riferimento è ad un fatto accaduto presso il Tribunale di Pescare il 13 luglio dell’anno scorso. Una contribuente, indagata per evasione, aveva subito la confisca di beni mobili e immobili, per il valore complessivo delle tasse evase, in merito ad un reato attribuito alle società di cui questa contribuente era stata rappresentante legale.
Niente sconto IRPEG per le casse professionali
Se anche sembra che per lo stesso reddito si duplichino le imposte, bisogna sempre considerare che il prelievo fiscale fa differenze tra i soggetti interessati e nel tributo applicato. Non si può per questo parlare di doppia imposizione. Questo chiarimento, adesso espresso in forma sintetica, è stato messo nero su bianco dalla Corte di Cassazione.
►I compensi esosi dell’amministratore
I porporati di Piazza Cavour, nello specifico, hanno detto che la Cassa nazionale del notariato è un ente preposto al soddisfacimento di interessi particolari e per questo motivo non può avere esenzioni o agevolazioni per quanto riguarda l’IRPEG.
Questo vuol dire che i redditi della Cassa nazionale del notariato, devono pagare tale imposta e non si può alludere ad un conflitto nel prelievo tributario sul reddito pensionistico dei notai in pensione.
►Nelle liti fiscali non vale l’autocertificazione
La sentenza che ha chiarito questa posizione è stata la numero 17691 del 24 luglio scorso. Tutto nasce, come sempre, da un episodio di “cronaca”: la Cassa nazionale del notariato, infatti, aveva effettuato una domanda di rimborso dei tributi IRPEG che erano stati versati dal 1997 al 2001. In merito a questa domanda c’era stato un rifiuto silenzioso. Il ricorso presentato è stato poi rigettato dal Ctp di Roma e dalla Ctr del Lazio.
In campo energetico vince il mercato tutelato
I prezzi della luce e del gas, in questo momento, non sono certo alle stelle ma sono cresciute nel corso degli anni, le tasse applicate all’erogazione dei servizi. E’ questo il grosso problema dell’Italia, il paese in cui il 60 per cento delle risorse serve ai cittadini per pagare le utenze e i servizi di prima necessità.
►Come si polverizza lo stipendio degli italiani
Una recente indagine dell’Autorità per l’energia sui prezzi 2011 ha cercato di capire cosa conviene agli italiani per risparmiare. In campo energetico la risposta non è facile e si tratta di fare un’analisi dei costi del mercato tutelato o a maggior tutela che dir si voglia, e del mercato libero.
Secondo l’indagine dell’Autorità, in questo momento, per avere la luce in casa si spende meno con il mercato di maggior tutela. Rispetto al mercato libero, per la fornitura di energia elettrica il mercato tutelato offre un risparmio del 12,8 per cento e il mercato del gas offre un risparmio del 2 per cento.
►La ripresa nel consumo di energia
L’analisi ha preso spunto dalle offerte delle aziende energetiche che operano sul mercato libero. Molti cittadini, infatti, in questi anni, hanno cercato di fare chiarezza sulle condizioni del mercato ma scegliendo una proposta piuttosto che un’altra, non si sono sempre dimostrati consapevoli dei costi sostenuti.
L’autorità, quindi, oltre a rilevare la soluzione più conveniente, ha anche valutato l’opportunità di rendere il mercato sempre più limpido.
Il roaming sarà abolito e c’è un accordo
Il roaming international è la tariffa maggiorata che si paga oggi per effettuare e ricevere chiamate dall’estero. Chi abita in Italia, per esempio, e desidera chiamare oltre i confini nazionali, deve pagare una tariffa maggiore rispetto a quella applicata per le chiamate nazionali.
In Europa, fino a pochi mesi fa, c’era una giungla di tariffe che impediva anche al cittadino, di conoscere con chiarezza l’operatore più conveniente. Adesso tutto sembra risolto con l’applicazione di tariffe uniformi per il roaming international. Non basta però, perché di recente si è tornato a parlare addirittura dell’abolizione dei confini nazionali per la telefonia. Che significa?
►I nuovi costi della telefonia in Europa
Gli operatori telefonici sono finalmente arrivati ad un accordo con il commissario europeo Kroes. Hanno trovato un compromesso che è stato messo nero su bianco da un articolo dell’Herald Tribune.
►Il roaming non sarà più a pagamento
Il commissario europeo che si occupa dell’agenda digitale del Vecchio Continente, infatti, cerca di promuovere la soluzione netta: l’abolizione delle tariffe del roaming per tutti coloro che chiamano all’estero. Oggi il roaming vale quando si parla con qualcuno che non è nel Vecchio Continente.
Il compromesso, che forse potrebbe garantire un minimo di concorrenza, è la non abolizione del roaming ma un ritocco al ribasso delle tariffe degli operatori europei.
Il documenti di Saccomanni sull’IMU
L’IMU, l’abbiamo detto un milione di volte, più che essere un’imposta, è un terreno di scontro tra le varie compagini politiche che promettono da un lato agli elettori di abolire questa imposta reintrodotta dal governo Monti, dall’altra promettono di renderla più sostenibile.
La verità è che abolendo la tassa sugli immobili, il nostro paese, sarebbe condannato ad una nuova fase di recessione che adesso non possiamo permetterci visto che il mercato offre segnali positivi che fanno pensare ad una ripresa. Il ministero del Tesoro, di recente, ha pensato di dare man forte alla riflessione sull’IMU, attraverso un documento in cui esplora le “ipotesi d’intervento sulla tassazione immobiliare che sono emerse nel recente dibattito, corredandole con valutazioni di natura quantitativa e qualitativa”.
►Si discute ancora di modifica dell’IMU
Si cerca di capire, in sostanza, se è necessario introdurre l’abolizione totale dell’IMU sull’abitazione principale, oppure se è meglio operare una riforma del catasto e rendere l’imposta più equa. Di certo è necessario vincolare l’imposta a parametri diversi da quelli attuali, magari legandola ai fattori produttivi, al lavoro del proprietario di una casa, al suo capitale.
►IMU e IVA alla resa dei conti
Il possesso dell’abitazione principale, in questo momento, è considerato uno strumento per la misurazione della condizione economica dei cittadini e della loro capacità contributiva. Questo, però, non deve penalizzare chi possiede soltanto la prima casa, senza tassare adeguatamente chi possiede più di un immobile.
Rimborso veloce per i crediti dell’UNICO
I crediti d’imposta sono ormai una chimera. Se da un anno all’altro gli anticipi pagati tramite i modelli di dichiarazione, sono troppi, il contribuente arriva a vantare un credito d’imposta nei confronti del fisco. Siccome questo credito non è mai eccessivo, moltissime persone, soprattutto chi compila l’UNICO, tendono a lasciarlo in giacenza per pagare le imposte dell’anno successivo.
►Qualche detrazione fiscale per lavoratori autonomi
Se siete un contribuente che paga le tasse attraverso il modello 730 siete abituati al recupero dei crediti d’imposta che vanno ad arricchire la busta paga estiva. Con l’UNICO le cose cambiano ma adesso arriva la buona notizia: si potrà avere in modo celere il rimborso dei crediti d’imposta relativi a questo modello di dichiarazione.
per ottenere il rimborso è sufficiente recarsi ad un CAF per la domanda, i soldi, invece, arriveranno in un secondo momento a casa. Comunque in tempi rapidi. La novità non è promozionale ma nasce da un articolo aggiunto in extremis al Decreto del Fare. Si tratta dell’Articolo 51-bis che amplia i servizi di assistenza fiscale forniti dai CAF.
►Prorogato il pagamento di alcuni UNICO
I contribuenti che possono chiedere il rimborso dei crediti d’imposta sono quelli che hanno un reddito da lavoro dipendente o redditi assimilati ma non hanno un sostituto d’imposta e sono arrivati alla fine del contratto. I redditi assimilati sono gli assegni di mantenimento, le borse di studio, le collaborazione di tutti i tipi senza vincolo di dipendenza, i compensi da amministratore e i redditi legati a lavori socialmente utili.
Come si calcola la base imponibile per la ritenuta d’acconto?
Un’azienda o un’impresa che decida di avvalersi di un collaboratore esterno, senza che quindi tra i due ci sia un rapporto di subordinazione, può pagare per il lavoratore tramite ricevuta con ritenuta d’acconto. Ciò vuol dire che il sostituto d’imposta, il datore di lavoro, paga una parte dell’Irpef a carico del lavoratore che, in fase di denuncia dei redditi, avrà già versato una parte delle tasse sul suo reddito complessivo.
► Collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto, ecco come funziona
La ritenuta d’acconto deve essere calcolata sulla base dell’importo imponibile del lavoratore, con aliquota e percentuale di reddito da considerare nel calcolo diversa in base alla tipologia di prestazione fornita e all’età del lavoratore.
► Guida alla compilazione della ricevuta di compenso con ricevuta d’acconto
Per il calcolo della base imponibile ai fini del pagamento della ritenuta d’acconto vanno considerati i redditi da compensi professionali, rimborsi per spese di viaggio, vitto e alloggio e spese documentate anticipate dal professionista.
Calcolo della base imponibile e aliquota della ritenuta d’acconto
Compensi per prestazioni di lavoro autonomo anche occasionale: base imponibile 100%, aliquota 20%;
Soggetti di età superiore a 35 anni: base imponibile 75%, aliquota 20%;
Soggetti di età inferiore a 35 anni: base imponibile 60%, aliquota 20%;
Compensi per l’assunzione di obblighi di fare, non fare e permettere: base imponibile 100%, aliquota 20%;
► I redditi soggetti a ritenuta d’acconto
Compensi ad associati in partecipazione che apportano solo lavoro: base imponibile 100%, aliquota 20%;
Partecipazione agli utili di soci fondatori o promotori: base imponibile 100%, aliquota 20%;
Compensi di qualsiasi natura per prestazioni di lavoro autonomo anche occasionale corrisposti a soggetti non residenti: base imponibile 100%, aliquota 30%;
Compensi per cessione di opere d’ingegno, brevetti industriali, marchi d’impresa, formule, ecc. corrisposti a soggetti non residenti: base imponibile 100%, aliquota 30%.
Le novità sulle procedure di Equitalia nel Decreto del Fare
Con la conversione del Decreto del Fare in legge, arriveranno per tutti i contribuenti italiani anche delle interessanti novità dal punto di vista fiscale. Il Parlamento ha infatti posto all’ interno del Decreto una serie di misure che andranno a modificare le procedure fino a questo momento impiegate da Equitalia, la società di recupero crediti che opera in stretta collaborazione con l’ Agenzia delle Entrate.