Software online per gli studi di settore

 E’ stato pubblicato online il software relativo agli studi di settore, uno strumento predisposto dall’Erario per dare la possibilità ai contribuenti di giustificare le anomalie riscontrate dal fisco.

L’Agenzia delle Entrate, in questo momento, sta cercando di capire meglio cos’è successo alle dichiarazioni nelle annualità 2009, 2010 e 2011, ma vuole rendere la comunicazione con i contribuenti interessati alla verifica, più snella e veloce.

Come si presenta il modello Unico

L’Erario ha quindi reso disponibile da venerdì 21 giugno, il software per la “Comunicazione anomalie 2013“. Si tratta di un programma che si può scaricare gratuitamente dal proprio sito internet dell’Agenzia delle Entrate. A partire dal 26 giugno, dunque, i contribuenti e gli intermediari, potranno offrire chiarimenti e precisazioni sulle anomalie segnalate dal fisco in relazione agli studi di settore per il triennio 2009-2011.

Online i modelli di dichiarazione semplificati

Con la procedura indicata si potranno, segnalare imprecisioni ed errori nei dati riportati nella comunicazione inviata al contribuente o all’intermediario e poi si possono indicare i motivi che hanno determinato l’anomalia più tutte le informazioni utili per capire cos’è successo.

Inviare telematicamente la comunicazione, è molto semplice perché è sufficiente avere un pin code, un codice personale per usare i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Si deve avere anche l’autorizzazione ad accedere al servizio Entratel.  La richiesta può essere fatta online o presso gli uffici territoriali dell’Erario.

Se il destinatario della cartella è assente

 Se si deve notificare una cartella esattoriale ad un contribuente, è possibile usare più di una soluzione di notifica. E’ arrivato il 10 giugno scorso il chiarimento della Corte di Cassazione con l’ordinanza 14575. Il sunto del documento è il seguente.

Se l’agente postale che deve notificare al destinatario una cartella esattoriale, non trova il destinatario perché temporaneamente assente, può sia affiggere alla posta d’ingresso dell’abitazione l’avviso di deposito del documento presso l’ufficio postale, oppure può inserire il documento stesso nella cassetta della corrispondenza dell’abitazione del destinatario, dell’ufficio o dell’azienda.

Gli interessi di mora sono più consistenti

Tutte e due le forme di notifica sono da considerasi equivalente. Il chiarimento arriva dopo la contestazione di un contribuente toscano che ha effettuato il ricorso contro la Commissione tributaria provinciale di Lucca spiegando che la cartella di pagamento per IRPEF, IVA e IRAP con tutte le sanzioni, relativa agli anni d’imposta 2002 e 2003, doveva essere considerata invalida.

Nessuna cartella esattoriale per le imprese creditrici delle PA

Il contribuente, infatti, sosteneva che gli avvisi non erano mai pervenuti e quindi non aveva potuto impugnarli per decadenza dei termini. In pratica si lamentava della mancata notifica dei documenti.

La notifica degli avvisi, invece, era avvenuta e l’agente postale, in due casi, aveva documentato la situazione, spiegando di aver inserito l’avviso nella cassetta della posta, e poi provveduto ad inviare la comunicazione sul deposito del plico.

Recuperate le agevolazioni sulle case non più abitazione

 Adesso che è stata reintrodotta la tassa sulla casa, l’IMU per intenderci, con tutte le modifiche e gli aggiustamenti introdotti dalle diverse dirigenze finanziarie, anche sulle agevolazioni legate all’abitazione principale c’è una maggiore attenzione dell’Erario.

L’ultima notizia sull’argomento riguarda il recupero delle agevolazioni nel momento in cui un’abitazione principale ha subito una variazione catastale in “ufficio”. Se dunque un immobile ha una funzione diversa rispetto a quella prevista dalla legge per l’agevolazioni, si possono recuperare gli sconti effettuati.

I vantaggi per i giovani lombardi

La Corte di Cassazione, il 5 giugno 2013, con la sentenza 14173, ha deciso che se un immobile acquistato con i benefici “prima casa” non è usato come abitazione principale, le agevolazioni possono decadere e i proprietari degli immobili possono essere chiamati alla cassa per il versamento delle imposte.

Per le agevolazioni sulla prima casa vale il dato anagrafico

Le tasse saranno nella misura della differenza tra imposte ordinarie e imposte pagate in misura ridotta, cui si dovrà aggiungere una sanzione del 30 per cento. La variazione urbanistica dell’immobile, nel caso specifico alla base della sentenza, prevedeva il passaggio di un’unità da casa ad ufficio.

All’inizio, il primo grado di giudizio, aveva dato un parere sull’argomento favorevole al contribuente, poi il Ctr Lombardia, accogliendo l’appello dell’ufficio ha ribaltato la sentenza e dato ragione all’amministrazione tributaria.

Chiarimento sulla detrazione IVA per il fotovoltaico

 Ci sono delle regole che disciplinano la cessione di elettricità da parte di un privato, in relazione alla costruzione e allo sfruttamento dell’impianto fotovoltaico. La Corte Europea, di recente, ha deciso di intervenire con un chiarimento sull’articolo 4 della sesta direttiva 77/388/CEE.

La radice del chiarimento è in una controversia che ha opposto l’amministrazione fiscale austriaca e un contribuente. Il motivo del contendere è una detrazione dell’IVA fatta a monte e relativa ad un impianto fotovoltaico costruito sul tetto di una casa privata, usata come abitazione.

Pronta la proroga per i bonus energia

La Corte europea ha chiarito quindi l’interpretazione dell’articolo 4 della sesta Direttiva 77/388/CEE. In base a questa normativa si considera soggetto passito chiunque eserciti una delle attività economiche indicate nel paragrafo 2 dell’articolo, indipendentemente dalla finalità e dal rendimento dell’attività.

Le attività citate sono quelle di produttore, commerciante e prestatore di servizi, tra cui rientrano anche l’attività estrattiva, quella agricola, le attività professionali liberali o le altre attività assimilate. Queste attività diventano “economiche” nel momento in cui lo sfruttamento di un bene materiale o immateriale, assicura un rendimento stabile nel tempo.

I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

L’amministrazione finanziaria austriaca, poiché il contribuente aveva un impianto non dedicato all’immagazzinamento dell’energia, con la conseguente cessione dell’energia alla rete generale da cui poi la ricomprava, ha pensato che la sua attività non potesse essere considerata economica.

La Corte europea ha sovvertito questa interpretazione. L’introito è infatti una qualunque contropartita economica.

Controllo conti corrente: su cosa scatteranno i controlli

 Partirà domani 24 giugno il controllo sui conto corrente e sui depositi bancari voluto dal Governo italiano con l’Agenzia delle Entrate per poter combattere l’evasione fiscale.

Dopo un lungo periodo di rinvii, è stato messo a punto il SID, un sistema di interscambio dati che permette all’Agenzia delle Entrate di entrare in possesso dei dati anagrafici e fiscali dei cittadini senza, però, violare la loro privacy. Infatti, il SID farà tutto autonomamente e l’Agenzia delle Entrate sarà messa a conoscenza dei dati dei contribuenti che all’analisi del SID sono stati segnalati come possibili evasori fiscali.

► Controllo conti corrente: il SID cos’è e come funziona

A dover iscriversi al SID per essere in regola con la legislazione saranno tutti gli operatori finanziari, le banche, le SGR e le SIM, che da domani, e fino al 31 ottobre 2011, provvederanno alla trasmissione dei dati relativi all’anno 2011.

Alla scadenza si procederà con i dati relativi al 2012. Per questi dati la scadenza fissata per il completamento delle operazioni è il 31 marzo 2014.

Le banche e i vari istituti che dovranno iscriversi al SID devono inviare, tramite questo sistema, i dati anagrafici dei correntisti e degli iscritti alle varie gestioni, quindi, ad essere inviati saranno il nome e il cognome dei cittadini e il relativo codice fiscale.

A finire sotto la lente d’ingrandimento del SID saranno: conti correnti; depositi di titoli azionari; gestioni patrimoniali; carte di credito; operazioni sul mercato dei metalli preziosi e cassette di sicurezza.

 

Controllo conti corrente: il SID cos’è e come funziona

 Dopo mesi di continui rinvii, da domani 24 giugno i nostri conti corrente saranno messi sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate, grazie alla collaborazione delle banche che operano sul nostro paese.

Si tratta di un altro passo che il Governo ha fatto per combattere l’evasione fiscale che ogni anno ‘ruba’ all’economia italiana quasi 200 miliardi di euro, costringendo chi paga puntualmente le tasse a dover sottostare ad una pressione fiscale molto alta e  ad avere, di contro, dei servizi di livello piuttosto basso.

Il controllo dei conto corrente è stato rimandato tanto a lungo soprattutto per volere del Garante della Privacy che, a ragione, ha chiesto al Governo che fosse messo a punto uno strumento efficace nel controllo ma, allo stesso tempo, che non fosse una violazione della privacy dei cittadini.

► Controllo conti corrente: su cosa scatteranno i controlli

A questo scopo il governo, sotto il monitoraggio del Garante stesso, ha messo a punto il sistema SID (Sistema interscambio dati) un sistema che permette lo scambio dei dati tra le banche italiane e l’Agenzia delle Entrate senza che vi sia l’intervento di un operatore ‘umano’.

Con questa applicazione né le banche né l’Agenzia delle Entrate entrerà in contatto con i dati sensibili dei cittadini – la trasmissione dei dati da parte delle banche avviene semplicemente avviando la procedura e gli stessi dati viaggeranno su anali protetti e non accessibili – se non nel momento in cui il sistema stesso rileva delle incongruenze.

La definizione dello stato di disoccupazione

 Dopo aver chiarito che cosa è e a che cosa serve prevalentemente la certificazione  dello stato di disoccupazione in Italia, vediamo come è possibile ottenere questo certificato importante per godere e avere accesso a tutti i benefici e le agevolazioni del Welfare. 

Come difendersi da Equitalia: annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

 Annullamento dei debiti precedenti il 1999

A partire dal 1° luglio 2013 saranno annullati automaticamente tutti i debiti che i contribuenti hanno contratto con Equitalia prima del 1999 inferiori ai 2.000 euro, sia che riguardino imposte, sanzioni o interessi.

Nello specifico l’annullamento riguarderà  tutte le somme iscritte a ruolo per debiti di natura tributaria o di altra natura, per contributi Inps, multe, contravvenzioni stradali e sanzioni di vario genere.

Per sapere se il proprio debito con Equitalia è automaticamente annullato, è necessario controllato che la data riportata nella cartella di notifica sia precedente al 31 dicembre 1999.

Annullare le cartelle di Equitalia ricorrendo ai giudici

L’annullamento delle cartelle di Equitalia può essere fatto anche ricorrendo ai giudici tributari. Per farlo è necessario che la cartella presenti dei ‘vizi’ che ne inficiano la validità, come vizio di notifica, mancato rispetto dei termini di decadenza, vizio di motivazione, omessa indicazione del responsabile del procedimento, mancato rispetto della normativa in tema di riscossione frazionata e l’avvenuto annullamento dell’avviso di accertamento.

Per poter ricorrere ai giudici tributari, però, ci sono delle scadenze da rispettare che variano in base al tipo di cartella. Ad esempio, cartelle riferite a imposte sui redditi, tasse automobilistiche o canone Rai devono essere contestate entro 60 giorni.

Per le multe, invece, il termine per il presentare il ricorso è di 30 giorni.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

Come difendersi da Equitalia: compensazione e cartelle infondate

 Compensazione dei debiti con altri crediti

Se il contribuente deve ad Equitalia un importo inferiore ai 1,500 euro può chiedere di compensare questo suo debito con crediti accumulati per Irpef, Ires e Iva.

Per poter accedere alla compensazione dei debiti erariali con altri crediti è necessario utilizzare il modello F24 Accise, nel quale dovrà essere indicato il codice tributo RUOL. Il modello F24 adeguatamente compilato deve poi essere presentato ad Equitalia, o tramite raccomandata o presentandolo direttamente allo sportello competente per il territorio.

Cartelle infondate

Nel caso in cui ad un contribuente venga notificata una cartella di pagamento da parte di Equitalia per un debito non esigibile, perché già pagato o perché si è in possesso della sentenza di accoglimento del ricorso, il contribuente deve presentare domanda di non esigibilità, il cui modulo è disponibile sul sito internet della società, entro 90 giorni dal ricevimento della notifica.

Alla domanda devono essere allegati il documento di identità del richiedente e la documentazione che attesta la non esigibilità del pagamento del debito. A quel punto Equitalia sospende la riscossione ma si riserva di verificare della documentazione inviata. Se, entro 220 giorni il contribuente non riceve alcuna notifica da Equitalia, la richiesta di non esigibilità è da considerarsi accolta.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

Come difendersi da Equitalia: rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

 Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro

Per le somme iscritte a ruolo da Equitalia inferiori o pari ai 50 mila euro, la rateizzazione è automatica. Per quelle superiori, invece, la possibilità di dilazionare il pagamento di quanto dovuto è subordinata alla verifica da parte della società di riscossione della situazione di difficoltà economica del contribuente.

Il documento necessario per dimostrare di avere delle difficoltà economiche e di non essere in grado, quindi, di pagare il debito in una unica soluzione è l’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) del nucleo famigliare, sia nel caso di persona fisica che di titolare di ditta individuale.

Proroga della rateizzazione per peggioramento della situazione economica

Anche nel caso in cui il contribuente abbia già richiesto e ottenuto la rateizzazione delle somme iscritte a ruolo da Equitalia, ma la situazione economica sia peggiorata e quindi sia impossibile continuare a pagare le rate mensili stabilite, il contribuente può richiedere una ulteriore proroga della rateizzazione per un massimo di altri sei anni.

Quando si ottiene questo tipo di proroga le rate da pagare non sono fisse, ma tendono a crescere nel tempo. In questo caso, però, si perde il diritto alla ulteriore rateizzazione nel caso del mancato pagamento di due rate consecutive.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

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