Abitazione principale e decreto fare

 Uno dei primi atti del governo letta è il Decreto legge n. 69 del 21 giugno 2013, noto alla stampa e ai cittadini come “Decreto fare“. Si tratta più precisamente delle “Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia, pubblicate già nella Gazzetta ufficiale.

Ci sono delle importanti novità, spiegate molto bene dall’Agenzia delle Entrate, relative alle misure sulla riscossione mediante ruolo. Si tratta di un pacchetto di aiuti pensati per i contribuenti che in questo momento non hanno una grande liquidità a disposizione o che sono in difficoltà economica.

Decreto del fare: come cambiano le scadenze degli adempimenti fiscali

Un provvedimento molto importante è relativo all’impossibilità di pignoramento dell’abitazione principale. Il Decreto fare, in questo modo, va a modificare una disposizione presente nell’articolo numero 76 del Dpr n 602/1973.

Il vecchio articolo prevedeva che l’agente preposto alla riscossione del debito potesse procedere all’espropriazione immobiliare nel momento in cui l’importo del credito concesso dalla banca o da un altro attore, superasse complessivamente i 20 mila euro.

Le novità per i mutui del decreto del fare

Adesso, invece, è stato stabilito che se il debitore possiede un unico immobile e questo è l’abitazione principale, non è possibile effettuare il pignoramento. L’unica eccezione riguarda gli immobili di lusso, oppure quelli classificati nelle categorie catastali A/8 e A/9 che possono essere pignorati.

In tutti gli altri casi, cioè, quando l’abitazione da pignorare è quella principale, l’importo del credito offerto da una banca deve superare i 120 mila euro e l’espropriazione si può avviare soltanto se è stata iscritta l’ipoteca e sono passati sei mesi senza che il debitore abbia estinto il pegno.

Software online per gli studi di settore

 E’ stato pubblicato online il software relativo agli studi di settore, uno strumento predisposto dall’Erario per dare la possibilità ai contribuenti di giustificare le anomalie riscontrate dal fisco.

L’Agenzia delle Entrate, in questo momento, sta cercando di capire meglio cos’è successo alle dichiarazioni nelle annualità 2009, 2010 e 2011, ma vuole rendere la comunicazione con i contribuenti interessati alla verifica, più snella e veloce.

Come si presenta il modello Unico

L’Erario ha quindi reso disponibile da venerdì 21 giugno, il software per la “Comunicazione anomalie 2013“. Si tratta di un programma che si può scaricare gratuitamente dal proprio sito internet dell’Agenzia delle Entrate. A partire dal 26 giugno, dunque, i contribuenti e gli intermediari, potranno offrire chiarimenti e precisazioni sulle anomalie segnalate dal fisco in relazione agli studi di settore per il triennio 2009-2011.

Online i modelli di dichiarazione semplificati

Con la procedura indicata si potranno, segnalare imprecisioni ed errori nei dati riportati nella comunicazione inviata al contribuente o all’intermediario e poi si possono indicare i motivi che hanno determinato l’anomalia più tutte le informazioni utili per capire cos’è successo.

Inviare telematicamente la comunicazione, è molto semplice perché è sufficiente avere un pin code, un codice personale per usare i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate. Si deve avere anche l’autorizzazione ad accedere al servizio Entratel.  La richiesta può essere fatta online o presso gli uffici territoriali dell’Erario.

Se il destinatario della cartella è assente

 Se si deve notificare una cartella esattoriale ad un contribuente, è possibile usare più di una soluzione di notifica. E’ arrivato il 10 giugno scorso il chiarimento della Corte di Cassazione con l’ordinanza 14575. Il sunto del documento è il seguente.

Se l’agente postale che deve notificare al destinatario una cartella esattoriale, non trova il destinatario perché temporaneamente assente, può sia affiggere alla posta d’ingresso dell’abitazione l’avviso di deposito del documento presso l’ufficio postale, oppure può inserire il documento stesso nella cassetta della corrispondenza dell’abitazione del destinatario, dell’ufficio o dell’azienda.

Gli interessi di mora sono più consistenti

Tutte e due le forme di notifica sono da considerasi equivalente. Il chiarimento arriva dopo la contestazione di un contribuente toscano che ha effettuato il ricorso contro la Commissione tributaria provinciale di Lucca spiegando che la cartella di pagamento per IRPEF, IVA e IRAP con tutte le sanzioni, relativa agli anni d’imposta 2002 e 2003, doveva essere considerata invalida.

Nessuna cartella esattoriale per le imprese creditrici delle PA

Il contribuente, infatti, sosteneva che gli avvisi non erano mai pervenuti e quindi non aveva potuto impugnarli per decadenza dei termini. In pratica si lamentava della mancata notifica dei documenti.

La notifica degli avvisi, invece, era avvenuta e l’agente postale, in due casi, aveva documentato la situazione, spiegando di aver inserito l’avviso nella cassetta della posta, e poi provveduto ad inviare la comunicazione sul deposito del plico.

Recuperate le agevolazioni sulle case non più abitazione

 Adesso che è stata reintrodotta la tassa sulla casa, l’IMU per intenderci, con tutte le modifiche e gli aggiustamenti introdotti dalle diverse dirigenze finanziarie, anche sulle agevolazioni legate all’abitazione principale c’è una maggiore attenzione dell’Erario.

L’ultima notizia sull’argomento riguarda il recupero delle agevolazioni nel momento in cui un’abitazione principale ha subito una variazione catastale in “ufficio”. Se dunque un immobile ha una funzione diversa rispetto a quella prevista dalla legge per l’agevolazioni, si possono recuperare gli sconti effettuati.

I vantaggi per i giovani lombardi

La Corte di Cassazione, il 5 giugno 2013, con la sentenza 14173, ha deciso che se un immobile acquistato con i benefici “prima casa” non è usato come abitazione principale, le agevolazioni possono decadere e i proprietari degli immobili possono essere chiamati alla cassa per il versamento delle imposte.

Per le agevolazioni sulla prima casa vale il dato anagrafico

Le tasse saranno nella misura della differenza tra imposte ordinarie e imposte pagate in misura ridotta, cui si dovrà aggiungere una sanzione del 30 per cento. La variazione urbanistica dell’immobile, nel caso specifico alla base della sentenza, prevedeva il passaggio di un’unità da casa ad ufficio.

All’inizio, il primo grado di giudizio, aveva dato un parere sull’argomento favorevole al contribuente, poi il Ctr Lombardia, accogliendo l’appello dell’ufficio ha ribaltato la sentenza e dato ragione all’amministrazione tributaria.

Chiarimento sulla detrazione IVA per il fotovoltaico

 Ci sono delle regole che disciplinano la cessione di elettricità da parte di un privato, in relazione alla costruzione e allo sfruttamento dell’impianto fotovoltaico. La Corte Europea, di recente, ha deciso di intervenire con un chiarimento sull’articolo 4 della sesta direttiva 77/388/CEE.

La radice del chiarimento è in una controversia che ha opposto l’amministrazione fiscale austriaca e un contribuente. Il motivo del contendere è una detrazione dell’IVA fatta a monte e relativa ad un impianto fotovoltaico costruito sul tetto di una casa privata, usata come abitazione.

Pronta la proroga per i bonus energia

La Corte europea ha chiarito quindi l’interpretazione dell’articolo 4 della sesta Direttiva 77/388/CEE. In base a questa normativa si considera soggetto passito chiunque eserciti una delle attività economiche indicate nel paragrafo 2 dell’articolo, indipendentemente dalla finalità e dal rendimento dell’attività.

Le attività citate sono quelle di produttore, commerciante e prestatore di servizi, tra cui rientrano anche l’attività estrattiva, quella agricola, le attività professionali liberali o le altre attività assimilate. Queste attività diventano “economiche” nel momento in cui lo sfruttamento di un bene materiale o immateriale, assicura un rendimento stabile nel tempo.

I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

L’amministrazione finanziaria austriaca, poiché il contribuente aveva un impianto non dedicato all’immagazzinamento dell’energia, con la conseguente cessione dell’energia alla rete generale da cui poi la ricomprava, ha pensato che la sua attività non potesse essere considerata economica.

La Corte europea ha sovvertito questa interpretazione. L’introito è infatti una qualunque contropartita economica.

Controllo conti corrente: su cosa scatteranno i controlli

 Partirà domani 24 giugno il controllo sui conto corrente e sui depositi bancari voluto dal Governo italiano con l’Agenzia delle Entrate per poter combattere l’evasione fiscale.

Dopo un lungo periodo di rinvii, è stato messo a punto il SID, un sistema di interscambio dati che permette all’Agenzia delle Entrate di entrare in possesso dei dati anagrafici e fiscali dei cittadini senza, però, violare la loro privacy. Infatti, il SID farà tutto autonomamente e l’Agenzia delle Entrate sarà messa a conoscenza dei dati dei contribuenti che all’analisi del SID sono stati segnalati come possibili evasori fiscali.

► Controllo conti corrente: il SID cos’è e come funziona

A dover iscriversi al SID per essere in regola con la legislazione saranno tutti gli operatori finanziari, le banche, le SGR e le SIM, che da domani, e fino al 31 ottobre 2011, provvederanno alla trasmissione dei dati relativi all’anno 2011.

Alla scadenza si procederà con i dati relativi al 2012. Per questi dati la scadenza fissata per il completamento delle operazioni è il 31 marzo 2014.

Le banche e i vari istituti che dovranno iscriversi al SID devono inviare, tramite questo sistema, i dati anagrafici dei correntisti e degli iscritti alle varie gestioni, quindi, ad essere inviati saranno il nome e il cognome dei cittadini e il relativo codice fiscale.

A finire sotto la lente d’ingrandimento del SID saranno: conti correnti; depositi di titoli azionari; gestioni patrimoniali; carte di credito; operazioni sul mercato dei metalli preziosi e cassette di sicurezza.

 

Controllo conti corrente: il SID cos’è e come funziona

 Dopo mesi di continui rinvii, da domani 24 giugno i nostri conti corrente saranno messi sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate, grazie alla collaborazione delle banche che operano sul nostro paese.

Si tratta di un altro passo che il Governo ha fatto per combattere l’evasione fiscale che ogni anno ‘ruba’ all’economia italiana quasi 200 miliardi di euro, costringendo chi paga puntualmente le tasse a dover sottostare ad una pressione fiscale molto alta e  ad avere, di contro, dei servizi di livello piuttosto basso.

Il controllo dei conto corrente è stato rimandato tanto a lungo soprattutto per volere del Garante della Privacy che, a ragione, ha chiesto al Governo che fosse messo a punto uno strumento efficace nel controllo ma, allo stesso tempo, che non fosse una violazione della privacy dei cittadini.

► Controllo conti corrente: su cosa scatteranno i controlli

A questo scopo il governo, sotto il monitoraggio del Garante stesso, ha messo a punto il sistema SID (Sistema interscambio dati) un sistema che permette lo scambio dei dati tra le banche italiane e l’Agenzia delle Entrate senza che vi sia l’intervento di un operatore ‘umano’.

Con questa applicazione né le banche né l’Agenzia delle Entrate entrerà in contatto con i dati sensibili dei cittadini – la trasmissione dei dati da parte delle banche avviene semplicemente avviando la procedura e gli stessi dati viaggeranno su anali protetti e non accessibili – se non nel momento in cui il sistema stesso rileva delle incongruenze.

Bonus ristrutturazioni: mobili che rientrano nelle detrazioni

 Il decreto legge n. 63 del 4 giugno 2013 prevede il bonus mobili, ossia la possibilità di usufruire fino al 31 dicembre dell’anno in corso di detrazioni e sconti per chi acquista mobili e arredi . le detrazioni e gli sconti arrivano anche fino al 50% dell’importo che si spende per questi acquisti, se rimangono entro il limite massimo dei 10.000 euro.

Queste sono le linee principali della pare del decreto che è stata riservata ai bonus per i mobili, decreto che il 4 agosto 2013 sarà convertito in legge. Ma, come sempre accade, i testi normativi non sempre sono di facile lettura per il cittadino. Qui si può trovare la spiegazione ad alcuni dei punti più controversi del decreto per li bonus mobili.

► Bonus ristrutturazioni: mobili che non rientrano nelle detrazioni

Su quali acquisti di mobili si ha diritto alla detrazione?

Nel testo del decreto si legge che le spese per le quali si ha diritto al bonus ristrutturazione sono quelle che sono state effettuate a partire dal 26 giugno 2012.

Non essendo presenti ulteriori specifiche su legami tra acquisti di mobili e data di inizio e fine lavori di ristrutturazione, si può dedurre che il bonus è valido per tutti gli acquisti – solo se in possesso della relativa documentazione di acquisto – fatti dal 26 giugno 2013 al 31 dicembre 2013.

Bonus ristrutturazioni: mobili che non rientrano nelle detrazioni

 Il decreto decreto legge n. 63 del 4 giugno 2013 per quanto riguarda i bonus per l’acquisto di mobili, non dà chiarimenti sulla tipologia di questi che rientrano nelle detrazioni.

Quindi è legittimo avere dei dubbi su quali siano i mobili per i quali è possibile ottenerli.

Ad una prima analisi del testo, comunque, si può dedurre che, con il termine generico ‘mobili’, il legislatore intenda, oltre a cucina e armadi a muro, anche altri oggetti di arredamento quali tavoli, divani e sedie.

Il Ministero si è comunque impegnato a dare ulteriori chiarimenti anche su altre tipologie di arredo quali lampade, porte d’interni, elettrodomestici da incasso, parquet e tende.

► Bonus ristrutturazioni: mobili che rientrano nelle detrazioni

Quali sono i mobili che, invece, non rientrano nelle detrazioni?

In primo luogo il decreto legge specifica che il bonus sull’acquisto di mobili può essere richiesto solo se i mobili sono stati acquistati in concomitanza di lavori di ristrutturazione dell’immobile.

Quindi non si possono richiedere le detrazioni nel caso di mobili acquistati per immobili sui quali siano stati effettuati solo lavori di ristrutturazione ordinaria.

 

Inoltre, non possono essere richieste detrazioni sul’acquisto di mobili se gli interventi di ristrutturazione riguardano gli infissi esterni (per i quali il decreto prevede un bonus del 55%) e se l’acquisto dei mobili è stato effettuato non da chi beneficia del bonus per le ristrutturazioni ma da terze persone (genitori, parenti, amici etc.).

La definizione dello stato di disoccupazione

 Dopo aver chiarito che cosa è e a che cosa serve prevalentemente la certificazione  dello stato di disoccupazione in Italia, vediamo come è possibile ottenere questo certificato importante per godere e avere accesso a tutti i benefici e le agevolazioni del Welfare.