Decreto del fare: come cambiano le scadenze degli adempimenti fiscali

 Con il decreto del fare approvato la scorsa settimana dal Governo Letta cambiano molte cose nei rapporti tra i cittadini e le amministrazioni pubbliche. Tra le tante novità inserite anche delle nuove scadenze per la presentazione della documentazione necessaria ai cittadini per essere in regola con gli adempimenti fiscali e amministrativi.

► Le novità per i mutui del decreto del fare

Basta con la giungla di scadenze distribuite su tutto l’anno: come previsto dallo Small Business Act Europeo del 2009, già recepito in diversi paesi europei, le scadenze verranno concentrate in due sole date.

Nello specifico, per il nostro paese, i due nuovi, e unici, appuntamenti con la pubblica amministrazione ai quali non si potrà assolutamente mancare sono il primo gennaio e il primo giugno.

Ma, come spesso accade in Italia, le cose non sono così semplici come sembrano perché queste due nuove scadenze non riguarderanno tutta la documentazione necessaria allo svolgimento regolare dei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, ma saranno valide solo per documentazioni generiche quali atti amministrativi a carattere generale che prevedono, come spiega il testo del decreto: “la raccolta, l’elaborazione, la trasmissione, la conservazione e la produzione di documenti, da inviare alle amministrazioni pubbliche, agli enti e alle agenzie dello stato nazionale”.

► Decreto del fare: le novità per i cittadini

In questa tipologia di documentazione rientra, ad esempio, la dichiarazione dei redditi ma non documentazioni per gli accertamenti tributari.

Come difendersi da Equitalia: annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

 Annullamento dei debiti precedenti il 1999

A partire dal 1° luglio 2013 saranno annullati automaticamente tutti i debiti che i contribuenti hanno contratto con Equitalia prima del 1999 inferiori ai 2.000 euro, sia che riguardino imposte, sanzioni o interessi.

Nello specifico l’annullamento riguarderà  tutte le somme iscritte a ruolo per debiti di natura tributaria o di altra natura, per contributi Inps, multe, contravvenzioni stradali e sanzioni di vario genere.

Per sapere se il proprio debito con Equitalia è automaticamente annullato, è necessario controllato che la data riportata nella cartella di notifica sia precedente al 31 dicembre 1999.

Annullare le cartelle di Equitalia ricorrendo ai giudici

L’annullamento delle cartelle di Equitalia può essere fatto anche ricorrendo ai giudici tributari. Per farlo è necessario che la cartella presenti dei ‘vizi’ che ne inficiano la validità, come vizio di notifica, mancato rispetto dei termini di decadenza, vizio di motivazione, omessa indicazione del responsabile del procedimento, mancato rispetto della normativa in tema di riscossione frazionata e l’avvenuto annullamento dell’avviso di accertamento.

Per poter ricorrere ai giudici tributari, però, ci sono delle scadenze da rispettare che variano in base al tipo di cartella. Ad esempio, cartelle riferite a imposte sui redditi, tasse automobilistiche o canone Rai devono essere contestate entro 60 giorni.

Per le multe, invece, il termine per il presentare il ricorso è di 30 giorni.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

Come difendersi da Equitalia: compensazione e cartelle infondate

 Compensazione dei debiti con altri crediti

Se il contribuente deve ad Equitalia un importo inferiore ai 1,500 euro può chiedere di compensare questo suo debito con crediti accumulati per Irpef, Ires e Iva.

Per poter accedere alla compensazione dei debiti erariali con altri crediti è necessario utilizzare il modello F24 Accise, nel quale dovrà essere indicato il codice tributo RUOL. Il modello F24 adeguatamente compilato deve poi essere presentato ad Equitalia, o tramite raccomandata o presentandolo direttamente allo sportello competente per il territorio.

Cartelle infondate

Nel caso in cui ad un contribuente venga notificata una cartella di pagamento da parte di Equitalia per un debito non esigibile, perché già pagato o perché si è in possesso della sentenza di accoglimento del ricorso, il contribuente deve presentare domanda di non esigibilità, il cui modulo è disponibile sul sito internet della società, entro 90 giorni dal ricevimento della notifica.

Alla domanda devono essere allegati il documento di identità del richiedente e la documentazione che attesta la non esigibilità del pagamento del debito. A quel punto Equitalia sospende la riscossione ma si riserva di verificare della documentazione inviata. Se, entro 220 giorni il contribuente non riceve alcuna notifica da Equitalia, la richiesta di non esigibilità è da considerarsi accolta.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

Come difendersi da Equitalia: rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

 Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro

Per le somme iscritte a ruolo da Equitalia inferiori o pari ai 50 mila euro, la rateizzazione è automatica. Per quelle superiori, invece, la possibilità di dilazionare il pagamento di quanto dovuto è subordinata alla verifica da parte della società di riscossione della situazione di difficoltà economica del contribuente.

Il documento necessario per dimostrare di avere delle difficoltà economiche e di non essere in grado, quindi, di pagare il debito in una unica soluzione è l’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) del nucleo famigliare, sia nel caso di persona fisica che di titolare di ditta individuale.

Proroga della rateizzazione per peggioramento della situazione economica

Anche nel caso in cui il contribuente abbia già richiesto e ottenuto la rateizzazione delle somme iscritte a ruolo da Equitalia, ma la situazione economica sia peggiorata e quindi sia impossibile continuare a pagare le rate mensili stabilite, il contribuente può richiedere una ulteriore proroga della rateizzazione per un massimo di altri sei anni.

Quando si ottiene questo tipo di proroga le rate da pagare non sono fisse, ma tendono a crescere nel tempo. In questo caso, però, si perde il diritto alla ulteriore rateizzazione nel caso del mancato pagamento di due rate consecutive.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

 

Come difendersi da Equitalia: come funziona la rateizzazione

 Equitalia riscuote per conto delle pubbliche amministrazione. A breve la società di riscossione sarà sostituita da altre società in alcuni comuni, altri, invece, la manterranno e i cittadini dovranno ancora interagire con questo ente.

Una delle possibilità che hanno i cittadini per pagare i loro debiti, soprattutto quando l’ammontare richiesto è molto alto, è quello della dilazione in rate. Il decreto del fare prevede che la soglia per la richiesta della dilazione del pagamento sia di 50 mila euro, e, fino a questa cifra, il pagamento in rate mensili scatterà automaticamente.

L’importo minimo della rata mensile è di 100 euro, ma, con le novità introdotte, il contribuente in debito con Equitalia, può richiedere anche un piano personalizzato di rateizzazione con rate variabili.

Per ottenere la rateizzazione il contribuente dovrà inviare presentare tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o consegnare a mano presso lo sportello di Equitalia competente per il territorio la documentazione necessaria compresa copia del documento di riconoscimento.

Alla richiesta della rateizzazione il contribuente non sarà più considerato inadempiente e, quindi, potrà partecipare agli appalti pubblici. La rateizzazione delle somme dovute ad Equitalia prevede  il pagamento dell’intero debito – ossia la somma di tutti gli importi delle cartelle iscritte a ruolo – per le quali sono passati i 60 giorni dalla notifica.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

Come difendersi da Equitalia

 Il Governo ha appena varato il decreto del fare che ha posto dei limiti alle azioni di Equitalia nella riscossione dei debiti dei contribuenti verso le pubbliche amministrazioni.

Nelle nuove regole previste per Equitalia, nel decreto del fare il Governo ha previsto che la società di riscossione dei tributi non potrà provvedere all’esproprio degli immobili se il contribuente ne possiede solo uno che utilizza come prima casa e vi risiede anagraficamente.

Un altro passo che ha fatto il governo è stato quello di posticipare la soglia superata la quale Equitalia può provvedere al recupero coattivo, portandola dai 20.000 euro ai 50.000.

Novità anche per la rateizzazione: la revoca della possibilità di pagare a rate l’eventuale debito accumulato dal contribuente non scatterà più al mancato pagamento della seconda rata ma solo dopo il quinto.

Il Governo, poi, ha provveduto ad ammorbidire i metodi di recupero anche per gli imprenditori: il pignoramento dei loro beni, come capannoni e macchinari, sarà possibile solo fino ad un quinto del loro valore.

Oltre alle novità contenute nel decreto del fare appena varate del Governo, i contribuenti hanno anche delle altre possibilità per difendersi da Equitalia.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

 

 

Come pagare l’ IMU con il ravvedimento operoso

 E’ scaduto proprio nella giornata di ieri, 17 giugno, il termine ultimo per il pagamento della prima rata dell’ IMU, almeno per coloro che sono titolari di immobili che non rientrano nelle categorie beneficiate dalla sospensione voluta dal Governo Letta attraverso il decreto legge varato qualche settimana fa.

Verifica dell’acconto IMU

 Rispondendo a 10 semplici domande, è possibile verificare se il pagamento o il non pagamento dell’IMU rispecchiano esattamente il nostro profilo di proprietari di un immobile. Il riassunto delle domande per chi possiede un’unità immobiliare è stato fatto dal portale idealista.it.

Il punto di partenza è la considerazione del gettito della prima rata dell’IMU nelle casse dello stato. Sembra infatti che siano portati nei forzieri italiani circa 10 miliardi di euro, una cifra assolutamente importante e invitante che fa dubitare riguardo la sospensione del pagamento dell’imposta.

Novità fiscali in pentola a giugno

E’ vero però che questa sospensione non riguarda tutti e ancora oggi che la scadenza è sorpassata, ci si chiede se il comportamento tenuto è davvero quello corretto. Per prima cosa bisogna ricordare che la sospensione della rata IMU di giugno vale soltanto per le abitazioni principali ed è valida fino al 16 settembre.

Se si posseggono anche delle pertinenze si è comunque esenti fino alla terza pertinenza dell’abitazione principale. Anche chi possiede un terreno incolto o agricolo è esentato dal pagamento mentre avrebbe dovuto rispettare la scadenza il proprietario di orti e giardini che godono dello status di “edificabili”.

Come regolarsi per l’acconto IMU di giugno

Dovranno poi andare alla cassa tutti coloro che posseggono un area edificabile, a patto che non siano coltivatori diretti o agricoltori professionisti inseriti nell’albo IAP. Sospesa invece l’IMU per i proprietari di case rurali e fabbricati, sempre che abbiano comunicato i requisiti di ruralità agli uffici di competenza.

Le novità dell’Isee: modifica in tempo reale e effetto Imu

 Arriverà probabilmente entro la fine dell’anno il nuovo Isee, ossia il nuovo Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Lo scopo è quello di rendere l’Indicatore più efficiente nell’indicazione della situazione reddituale delle famiglie in modo da garantire l’accesso alle agevolazioni previste solo per le famiglie che ne hanno realmente diritto.

Possibilità di modifica della situazione reddituale in tempo reale

Per questo il nuovo Riccometro si concentra soprattutto sull’indicazione delle rendite patrimoniali.

La prima novità che il Governo ha apportato al nuovo Isee rispetto alla versione precedente è il riferimento dell’indicatore al reddito corrente, e non a quello dell’anno precedente – come accade anche per la dichiarazione dei redditi – dando così la possibilità alle famiglie che hanno subito un ridimensionamento del reddito, ad esempio per la perdita del lavoro di uno dei componenti del nucleo, di poter modificare le entrate dichiarate e, quindi, accedere immediatamente ai servizi e alle prestazioni agevolate.

L’effetto Imu sull’Isee

Nel vecchio Isee per una abitazione il valore ai fini Ici era considerato per un quinto del suo importo, scontato di una franchigia di 51.646 euro o pari al mutuo residuo.

Nel nuovo Isee il valore Imu viene abbattuto di un terzo e considerato per un quinto e, al valore rimanente, si sottrae una franchigia proporzionale al numero dei familiari o l’eventuale mutuo residuo.

Le novità dell’Isee

Uno strumento più equo

Modifica in tempo reale e effetto Imu

Nucleo famigliare e risparmi

Le novità dell’Isee: nucleo famigliare e risparmi

 Tra le novità del nuovo Isee – Indicatore della situazione economica equivalente, ci sono quelle legate al nucleo famigliare e ai risparmi. Le modifiche introdotte dal Governo hanno lo scopo di far arrivare le agevolazioni solo i nuclei famigliari che ne hanno realmente diritto.

Il nucleo famigliare

Per avere una più equa distribuzione delle agevolazioni, il governo ha previsto per la nuova formulazione del Riccometro delle maggiorazioni crescenti in base al numero dei figli, cercando così di tutelare maggiormente i nuclei famigliari più numerosi.

Le maggiorazioni sono previste dal terzo figlio fino al quinto. Nel caso di nuclei famigliari con figli al di sotto dei tre anni è stata elevata la maggiorazione già prevista nel caso di entrambi i genitori lavoratori.

Risparmi e patrimonio

Novità assoluta del nuovo Isee è il calcolo della ricchezza che i nuclei famigliari che richiedono delle agevolazioni possiedono sotto forma di Bot, azioni, conti concorrenti, obbligazioni, certificati di deposito e credito, buoni fruttiferi e quote di fondi di investimento.

Rimane la vecchia franchigia di 15.483,78 euro, alla quale è stata aggiunto uno sconto base di 6.000 euro che può arrivare fino ai 10.000 in base al numero dei componenti del nucleo famigliare.

Le novità dell’Isee

Uno strumento più equo

Modifica in tempo reale e effetto Imu

Nucleo famigliare e risparmi