Le spese detraibili al 19% dalla dichiarazione dei redditi

 Il governo ha appena emanato un decreto per prorogare la scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi valida per l’anno 2012 ai Caf, necessario per far fronte all’aumentato carico di lavoro dei centri di assistenza generato dal blocco del pagamento della prima rata dell’Imu.

► Pubblicato il decreto che proroga al 10 giugno il termine di presentazione del modello 730

Molti contribuenti, infatti, avevano già presentato il modello 730, nel quale avevano sfruttato la possibilità di compensare i debiti Imu con i crediti Irpef.

Per loro, quindi, tutto da rifare e i Caf, quindi, hanno chiesto e ottenuto una proroga di dieci giorni per la scadenze. Il Modello 730 dovrà essere presentato entro e non oltre il 10 giugno 2013.

► Calendario scadenze dichiarazioni dei redditi

Nella presentazione del Modello 730, valido per la dichiarazione dei redditi del 2012, è possibile detrarre il valore di alcune spese sostenute con un’aliquota del 19%. Vediamo quali sono queste spese.

Spese detraibili al 19% dalla dichiarazione dei redditi

Asili nido

Si possono detrarre dalla dichiarazione dei redditi le spese sostenute per l’asilo nido, sia per i quelli pubblici che per i privati, con limite massimo di spesa detraibile pari a 632 euro per ogni figlio a carico.

La detrazione è possibile solo in presenza delle relative quietanze di pagamento.

Assicurazioni sulla vita

Il limite massimo di detrazione per le assicurazioni sulla vita è di 1.291,14 euro, sia nel caso di assicurazione sulla vita del dichiarante che di famigliare a carico.

Attività sportive

Per le attività sportive il limite massimo di spesa detraibile è di 210 euro e comprende solo le spese di iscrizione effettuate per ragazzi di età compresa tra i 5 e i 18 anni che siano fiscalmente a carico del dichiarante.

Canone di affitto di alloggi universitari

Il canone di affitto per l’alloggio universitario è detraibile al 19% – entro un limite massimo fissato a 2.633 euro – solo se la sede universitaria dista più di 100 chilometri dalla residenza, sia nel caso che la spesa sia sostenuta dal richiedente che per un familiare fiscalmente a  carico.

Per ottenere la detrazione è necessario allegare il contratto di affitto e le quietanze di pagamento.

Corsi di istruzione

La detrazione è possibile solo se si tratta di corsi di istruzione secondaria o universitaria,  scuole di specializzazione post universitaria e di perfezionamento, corsi di formazione avanzata e master, erogati da università pubbliche o private riconosciute dal Ministero dell’Istruzione.

Intermediazione immobiliare

Le spese di intermediazione immobiliare sono detraibili solo se sostenute per l’acquisto dell’abitazione principale con un limite massimo di 1.000 euro e solo in presenza della fattura di pagamento emessa dall’agente immobiliare.

Interessi passivi

Si possono detrarre dalla dichiarazione dei redditi gli interessi passivi e gli oneri accessori che si sostengono in presenza di mutuo ipotecario per l’acquisto dell’abitazione principale, per un massimo di 4.000 euro.

Anche nel caso di prestiti e finanziamenti accesi per la costruzione/ristrutturazione si può beneficiare della detrazione, ma con limite massimo pari a 2.582,28 euro.

Spese funebri

Sono detraibili tutte le spese funebri – onoranze funebri, trasporto e  sepoltura – sostenute nell’anno di imposta con un limite massimo di 1.549,37 euro per ogni defunto, ivi compresi familiari affidati e affiliati anche non a carico fiscalmente.

Spese per disabili

Le spese per i disabili che possono essere detratte – sia per il dichiarante che per il famigliare a carico – competono le spese sostenute per l’acquisto di mezzi di accompagnamento, sussidi tecnici e informatici, autoveicoli e motoveicoli adattati.

Solo per autoveicoli e motoveicoli adattati è prevista la detrazione unica annuale con un tetto massimo di 18.075,99 euro.

Spese per l’assistenza a persone non autosufficienti

Si tratta delle spese che il contribuente sostiene per le badanti. Si possono detrarre solo se il reddito complessivo dell’assistito è inferiore a 40.000 euro e per un limite massimo di 2.100 euro.

Per essere detratte queste spese devono essere accompagnate da certificato medico che attesti la reale non autosufficienza della persona e da quietanza firmata da soggetto che presta l’assistenza.

Beneficia della detrazione il familiare che sostiene la spesa anche in caso di assistito non fiscalmente a carico.

Spese sanitarie

Sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi tutte le spese mediche sostenute (spese chirurgiche, analisi, medicinali e le spese sostenute per visite mediche generiche o specialistiche) sia che siano state sostenute dal dichiarante o da un famigliare a carico, solo però se documentate da fattura o con scontrino parlante.

Non ci sono limiti di importo e la franchigia è di 129,11 euro.

Spese veterinarie

Si possono detrarre le spese sostenute per visite veterinarie e per i medicinali per gli animali detenuti per la pratica sportiva o per compagnia regolarmente registrati.

Il limite massimo della detrazione è di 387,34 euro, con franchigia di 129,11 euro.

Riscatto della laurea

Per questa detrazione – che si può ottenere per i familiari a carico – non sono previsti limiti di importo. È possibile beneficiare della detrazione anche nel caso in cui chi ha riscattato la laurea non abbia ancora iniziato a lavorare e non è iscritto a nessun ente previdenziale.

Se, invece, il riscatto avviene in caso di lavoratore che paga regolarmente i contributi, sono detraibili questi ultimi.

Prolungati i bonus ristrutturazioni

 I bonus per le ristrutturazioni e per l’energia saranno prolungati fino al 31 dicembre del 2013. E’ questa la gran bella notizia per tutti i cittadini consumatori che avevano deciso di approfittare, magari un po’ troppo tardi, del bonus fiscale offerto a chi avesse ristrutturato casa pensando all’ambiente.

Il governo, dall’anno scorso, ha messo tra le sue priorità l’intervento nel settore delle ristrutturazioni e del risparmio energetico ed ha fornito ai cittadini che ne avessero fatto richiesta, nel rispetto dei requisiti definiti dall’esecutivo, di avere uno sconto sui lavori di casa.

Pronta la proroga per i bonus energia

I cosiddetti bonus energia dovevano terminare entro giugno, invece, come ha spiegato anche il Ministro per le infrastrutture in un’audizione alla Camera, si sta studiando la proroga dei bonus dal 30 giugno al 31 dicembre. Continua dunque la profusione di strumenti per defiscalizzare le ristrutturazioni. Lo sconto, fino a dicembre, dovrebbe essere mantenuto intorno al 50-55 per cento.

Si va verso la sospensione dell’IMU

Il problema, secondo molti analisti, è che non è ancora chiaro il percorso studiato dal governo per reperire i fondi. Se è stato previsto di abolire o ridurre l’IMU e bloccare l’aumento dell’IVA, è abbastanza difficile che ci siano i soldi anche per rifinanziare il bonus energia, oppure per estenderlo anche agli elementi d’arredo e alle cucine, con un occhio di riguardo per famiglie e giovani coppie.

Pubblicati il decreto che proroga al 10 giugno il termine di presentazione del modello 730

 Dieci giorni in più per i CAF e per i contribuenti per la presentazione del Modello 730 valido per la dichiarazione dei redditi 2012.

► 100 mila persone dovranno rifare i calcoli IMU

Dopo il decreto che ha stoppato il pagamento della prima rata dell’Imu, infatti, i contribuenti che avevano già presentato il modello in modo da compensare con i crediti IRPEF i debiti IMU. Per tutti loro, i CAF hanno dovuto rifare tutto da capo e questo ha comportato un affollamento di pratiche da gestire non previsto.

Il Governo ha provveduto pubblicando un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri alla firma del Ministero dell’economia e delle finanze, che fa slittare il termine per la presentazione del Modello 730 al 10 giugno 2013.

Un po’ di tempo in più che permetterà di provvedere alla presentazione della documentazione e al calcolo delle imposte da parte dei CAF e dei professionisti abilitati.

Stessa situazione si era creata per chi aveva deciso di presentare il modello 730 tramite sostituto d’imposta o ente previdenziale. Anche per loro 10 giorni in più di tempo, dal 30 aprile al 16 maggio. Per loro, la compensazione crediti Irpef e debiti Imu sarà ottenuta con un minor rimborso nella busta paga di luglio.

► Calendario scadenze dichiarazioni dei redditi

Nel caso in cui il Governo decida di riformare o eliminare l’Imu questi contribuenti dovranno presentare il modello integrativo ad ottobre.

Novità nella fatturazione IVA

 Dal primo gennaio 2013 sono state introdotte delle novità nella fatturazione IVA dopo la promulgazione della legge di Stabilità. Tutto è riepilogato per bene nella circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 12/E del 3 maggio 2013.

Questa circolare ha affrontato soprattutto tre problemi principali che sono il reverse charge, la fatturazione e le operazioni intracomunitarie.

L’aumento IVA ci sarà o no?

Per quanto riguarda il reverse charge si sa che dal primo gennaio 2013 la cosiddetta inversione contabile sarà applicata sia alle cessioni di beni, sia a tutte le prestazioni di servizi fatte nel territorio dello stato da un soggetto passivo comunitario.

Chiaramente esistono degli obblighi per il committente che deve sia numerare la fattura del fornitore comunitario inserendo il controvalore in euro del corrispettivo oltre a tutti gli altri elementi, e in più deve annotare la fattura entro il 15 del mese successivo a quello di ricezione della fattura stessa.

La fatturazione elettronica, invece, è approvata ma per adottarla è necessario il consenso del destinatario e la sua autenticità deve essere garantita tramite i sistemi di controllo di gestione, tramite la firma elettronica qualificata e tramite i sistemi EDI di trasmissione elettronica dei dati.

Un altro breve riepilogo dell’Iva per cassa

Riguardo la numerazione progressiva delle fatture è necessario che siano identificate in modo univoco quindi si può adottare alternativamente la numerazione progressiva, oppure partire dall’ultima fattura del 2012, oppure usare la numerazione progressiva per anno solare.

Le spese deducibili dalla dichiarazione dei redditi

 Per tutti i contribuenti che si apprestano in questi giorni a presentare la dichiarazione dei redditi è molto importante che, al fine del pagamento del giusto importo di tasse, vengano segnalate in dichiarazione tutte le spese sostenute nel corso dell’anno.

► Calendario delle nuove scadenze fiscali

Portando la documentazione necessaria a dimostrazione delle spese effettuate, infatti, si può beneficiare di deduzioni e detrazioni che possono sensibilmente abbassare l’ammontare delle tasse che si pagheranno.

► Le dieci ricevute da presentare per la dichiarazione dei redditi

Le spese deducibili in sede di dichiarazione dei redditi sono quelle spese che si sottraggono al totale del reddito percepito nel corso dell’anno solare e che, quindi, non concorrono alla formazione del reddito imponibile, ossia il l’ammontare sul quale poi vengono calcolate le imposte da pagare.

► Le spese detraibili al 19% dalla dichiarazione dei redditi

L’elenco delle spese deducibili dalla dichiarazione dei redditi

Assegno periodico al coniuge in caso di separazione

Se il contribuente è legalmente separato dal coniuge può dedurre dal suo reddito gli assegni versati per il suo mantenimento, ma non quelli per il mantenimento dei figli, solo se in presenza di rilasciato dall’autorità giudiziaria competente.

Sono esclusi da questo beneficio gli assegni versati in un’unica soluzione.

Inoltre, è prevista la deduzione anche per gli assegni periodici in forza di testamento o donazione e assegni alimentari corrisposti ai familiari, senza alcun limite d’importo.

Contributi a fondi integrativi del SSN

Come per le forme pensionistiche complementari, è possibile dedurre dal proprio reddito anche i contributi ai fondi del Sistema Sanitario Nazionale. Il limite massimo in questo caso è di 3.615,20 euro.

Si possono dedurre anche i contributi versati per i familiari a carico, con lo stesso limite di 3.615,20 euro per ognuno di essi. Concorrono alla formazione del massimale deducibile anche i contributi eventualmente versati dal datore di lavoro.

Contributi e premi per forme pensionistiche complementari

I contribuenti che hanno deciso di aprire una posizione previdenziale alternativa complementari ed individuali (fondi pensione aperti, fondi pensione chiusi, piani pensionistici individuali) possono dedurre dal totale del proprio reddito quanto versato nel corso dell’anno, compresi eventuali contributi pagati dal datore di lavoro, per una somma massima di 5.164,57 euro.

Contributi previdenziali e assistenziali

Non concorrono alla formazione del reddito imponibile le spese sostenute per il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori, senza alcun limite d’importo anche in caso che i contributi versati siano quelli volontariamente versati dal contribuente all’ente previdenziale di appartenenza.

Contributo SSN – RC veicoli

Si può dedurre dal proprio reddito anche il contributo al servizio sanitario nazionale presente nella polizza assicurativa RC auto, al quale viene applicata una franchigia di 40 euro – entrata in vigore a partire dal 2012 – questo vuol dire che se il contributo al SSN pagato nel contratto RC auto è inferiore a 40 euro non si può beneficiare della deduzione.

Contributi per colf e baby sitter

Vanno dedotti dal reddito percepito anche i contributi eventualmente versati all’INPS per collaboratori domestici e addetti all’assistenza ad anziani e malati, con un limite massimo di 1.549,37 euro.

Erogazioni liberali, contributi e donazioni

Sono tante le donazioni e i contributi a favore di enti, riconosciute dallo Stato, che possono essere dedotte dalla dichiarazione dei redditi, anche se le donazioni hanno un tetto di deducibilità massimo di 1.032,91  per ciascuna donazione.

Indennità per la perdita di avviamento per cessata locazione di immobili commerciali

La deducibilità non ha alcun limite di importo e si calcola sulla risultanza del contratto di locazione.

Spese di adozione

I genitori che hanno adottato un figlio possono dedurre dal loro reddito, ma solo al 50%, le spese sostenute per l’adozione, solo in caso di minore straniero, e con la relativa documentazione certifica dall’ente autorizzato.

 

Le novità per la fatturazione Iva

 Con l’entrata in vigore della Legge di stabilità il 1° gennaio del 2013 sono entrate in vigore anche delle importanti novità per quanto riguarda la fatturazione Iva, che sono state poi ulteriormente chiarite con la circolare n. 12/E del 3 maggio 2013 dell’Agenzia delle Entrate.

Le principali novità riguardano soprattutto il reverse charge e il contenuto e le modalità di emissione delle fatture.

► Reverse charge: cos’è e a cosa serve

► Reverse charge: indicazione in fattura e relative scadenze

L’autenticazione delle fattura elettronica

La Legge di Stabilità permette l’emissione della fattura anche solo in formato elettronico previo consenso del destinatario.

Per garantire l’autenticità del documento sono stati previsti i seguenti sistemi:

– sistemi di controllo di gestione;

– firma elettronica qualificata o digitale dell’emittente;

– sistemi Edi di trasmissione elettronica dei dati.

La fattura in formato elettronico deve essere inviata al destinatario via e mail con l’indicazione di:

– protocollo di comunicazione;

– link da cui scaricare il documento elettronico.

► Come si compila una ricevuta fiscale

Come si compila la fattura elettronica

A partire dal 1° gennaio del 2013 le fatture, sia quelle cartacee che quelle in formato elettronico, possono seguire due diversi tipi di numerazione:

numerazione progressiva che inizia dal numero successivo a quello dell’ultima fattura emessa nel 2012;

inizio di una nuova numerazione per ogni anno solare, in questo caso deve essere indicata anche la data di emissione della fattura vicino al numero (fattura n. 1/2013 etc).

La fattura deve contenere sia il numero della partita Iva di chi emette il documento – in caso di soggetto passivo comunitario si indica il numero di identificazione IVA –  che il codice fiscale.

► Un altro breve riepilogo dell’Iva per cassa

Quando si può emettere la fattura?

La Legge di Stabilità prevede un numero maggiore di casi in cui è possibile emettere la fattura nel momento in cui viene effettuata l’operazione. Nello specifico i casi sono:

– per le cessione di beni nel caso in cui la consegna degli stessi sia certificata o da un documento di trasporto valido o da un documento di identificazione dei soggetti tra i quali è avvenuta l’operazione;

– per le prestazione di servizi quando eseguite nello stesso mese solare e nei confronti dello stesso soggetto, anche con l’emissione di un solo documento entro e non oltre  il 15 del mese successivo alle operazioni e con il dettaglio delle stesse;

– per le cessioni di beni eseguite dal cessionario nei confronti di un terzo con emissione del documento di fattura entro e non oltre il mese successivo all’effettiva consegna o spedizione dei beni;

– per le prestazioni di servizi a soggetti passivi di un altro Stato comunitario per il quale non è previsto il pagamento dell’imposta da emettere entro il 15 del mese successivo a quello in cui è stata eseguita l’operazione;

– per le prestazioni di servizi da e verso paesi extra comunitari, entro e non oltre il 15 del mese successivo a quello in cui è stata eseguita l’operazione.

La fattura semplificata

Nel caso di operazioni con importo complessivo non superiore ai 100 euro la Legge di Stabilità prevede che possa essere emessa la fattura semplificata, con l’esclusione delle operazioni intracomunitarie.

In cosa consiste la fattura semplificata?

Una fattura semplificata, come dice il suo nome, prevede una maggiore semplicità della sua emissione in quanto prevede che il documento riporti solo il numero di partita Iva – o il codice fiscale –   del committente che abbia sede in Italia, ma solo nel caso in cui si disponga di tutti gli altri dati che permettono l’identificazione dello stesso.

Nella fattura semplificata non è necessario indicare la base imponibile IVA, ma si necessita solo dell’indicazione di

denominazione o ragione sociale della ditta;

prezzo totale (IVA esclusa);

aliquota applicata.

Reverse charge: indicazione in fattura e relative scadenze

 Il reverse charge, il meccanismo utilizzato dall’Erario per evitare frodi o mancati versamenti nell’assolvimento dell’obbligo di Iva nella prestazione e cessione di servizi, deve essere indicato in fattura sia dal prestatore che dal destinatario.

Come si indica in fattura il reverse charge?

La fattura che emette il prestatore o il committente del servizio sarà senza addebito d’imposta, ma deve obbligatoriamente riportare la dicitura reverse charge.

Nel caso in cui la fattura sia emessa nei confronti di un soggetto extra comunitario, l’indicazione da riportare in fattura sarà operazione non soggetta.

Le fatture devono comunque numerate e riportare  il controvalore in euro del corrispettivo e degli altri elementi che concorrono a formare l’imponibile.

Gli obblighi del destinatario o del ricevente del servizio

Il ricevente del servizio passibile dell’applicazione del reverse charge dovrà integrare la fattura con il relativo importo dell’Iva in base all’aliquota corrispondente, procedere poi alla registrazione della fattura nel registro degli acquisti e nel registro delle vendite. In questo modo l’operazione risulterà neutra ai fini IVA, ma non ai fini del reddito.

La fattura deve essere annotata entro il 15 del mese successivo a quello di ricezione della fattura stessa. Se il committente non riceve la fattura entro i due mesi dall’emissione della fattura, dovrà procedere ad emissione di autofattura entro il 15 del terzo mese successivo.

Reverse Charge

Cos’è e a cosa serve

Indicazione in fattura e relative scadenze

Reverse charge: cos’è e a cosa serve

 Che cos’è il reverse charge?

Con il termine reverse charge si indica l’inversione contabile, ossia un meccanismo che permette di far ricadere l’assolvimento dell’Iva sul destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi, quando questi è soggetto passivo nel territorio dello Stato, e non sul del cedente o prestatore del servizio in questione.

Il cedente o il prestatore del servizio emette la fattura senza l’addebito dell’Iva che verrà invece integrata nella fattura da parte del ricevente o del destinatario del servizio in base alla relativa aliquota, che si aggiunge poi all’imposta e alla registrazione del documento nell’apposito registro delle fatture emesse o dei corrispettivi, e degli acquisti.

Qual è lo scopo del reverse charge?

La normativa che regola l’applicazione del reverse charge ha lo scopo di evitare che i due soggetti in causa nella transazione – il cedente o prestatore e il destinatario – non frodino l’Erario non versando l’Imposta sul valore aggiunto o richiedendone il rimborso.

Trasferendo il compito dell’assoluzione del pagamento dell’Iva sul destinatario l’Erario ha una maggiore possibilità di controllo sugli adempimenti.

Applicato all’inizio solo nel settore edilizio, il regime del reverse charge è stato esteso anche alla cessione di telefonini e computer e al mondo di Internet, come nei casi nei quali un’azienda paghi dei siti internet per la pubblicazione della propria pubblicità.

Reverse Charge

Cos’è e a cosa serve

Indicazione in fattura e relative scadenze

 

Verso una doppia proroga delle detrazioni

 Il Governo Letta sembra sempre più intenzionato a prorogare, fino alla fine di dicembre 2013, sia le detrazioni del 55% per la riqualificazione energetica, il cosiddetto bonus energia, sia quelle del 50% per le ristrutturazioni edilizie. La notizia è stata infatti confermata, ieri, anche dallo stesso Ministro per  le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi.

Possibile proroga per bonus energia e ristrutturazioni

Per attivare queste misure, tuttavia, è necessario individuare preventivamente le dovute coperture. L’ intero provvedimento, infatti, verrebbe a costare qualcosa come 1,9 miliardi di euro, che andrebbero spalmati in 10 anni. Così, una volta avuto l’avallo di Palazzo Chigi, però, l’ ultima parola spetta ai tecnici dell’ ufficio Ragioneria.

Pronta la proroga per i bonus energia

A favore dell’ approvazione – almeno – della detrazione per le riqualificazioni energetiche c’è, tuttavia, anche una direttiva europea, la 2010/31/Ue, le cui richieste l’ Italia dovrà rispettare, a meno di non cadere in una nuova procedura di infrazione.

C’è la possibilità, tuttavia, che l’ accesso al beneficio, una volta prorogato, diventi più selettivo, almeno nella seconda parte del 2013 e prima della sua possibile trasformazione in una agevolazione a scadenza triennale, come anticipato da Zanonato.

Più difficile, invece, il caso delle detrazioni sulle riqualificazioni edilizie, che andranno inserite nella più ampia riforma dei tributi sugli immobili e che necessitano quindi ancora di discussione.

Difendersi dai cambi in corsa sull’IMU

 Sull’IMU c’è stata molta confusione, sia prima che dopo la campagna elettorale. Il fatto è che fino a questo momento la cosa certa è che non si dovrà pagare l’acconto di giugno, ma tutto il resto è da vedere.

Lo stop Imu solo sulla prima casa anche se…

Non si sa infatti se l’IMU sarà mantenuta, se quello che non si paga a giugno dovrà essere pagato a settembre o a dicembre. Le famiglie sanno che fino a settembre possono stare tranquille e da qui fino alla prossima scadenza, si dovranno attuare delle riforme per eliminare l’IMU oppure per ridurne l’importo.

► Il governo Letta fa i conti per il paese

Al di là delle speranze si parla poco di quel che potrebbe succedere nel caso in cui, in 100 giorni, il governo non trovi una soluzione sull’IMU, decidendo una volta per tutte sulla reintroduzione, sull’abolizione o sulla modifica del contributo.

Il decreto legge che ha spiegato la sospensione della rata dell’IMU di giugno, ha anche “imposto” una clausola: se il Governo non riformerà il sistema finanziario per intero, almeno riguardo gli immobili, entro la fine di agosto, i contribuenti del Belpaese dovranno pagare la prima rata dell’IMU senza sconti e senza revisioni entro il 16 settembre 2013.