Salvati gli archivi cartacei delle fatture dalla telematizzazione

Ancora oggi le fatture create dai possessori di partita IVA sono create in formato elettronico e spedite così ai committenti e a chi deve eseguire il saldo. Adesso, durante il forum nazionale dedicato al tema della fatturazione elettronica, sembra si sia fatto un passo indietro.

In particolare è stato spiegato che le fatture create in formato elettronico possono essere conservate, una volta stampate, anche nella loro forma cartacea.

► Come funziona l’Iva per cassa e come sceglierla

Il Forum si è svolto nella cornice dell’Agenzia delle Entrate che ha dovuto scrivere l’articolo 1 comma 325 della legge 228 del 2012 con il quale l’Italia ha recepito la direttiva 2010/45/UE, relativa ai problemi sorti in merito alla fatturazione elettronica e alla conservazione elettronica dei documento.

A chi spettano le ritenute certificate

I partecipanti al Forum hanno spiegato che c’è necessità di fare chiarezza sull’obbligo di fatturazione elettronica, che vale soprattutto nei confronti della Pubblica Amministrazione e visto che si affronta l’argomento, è necessario soffermarsi anche sulla firma elettronica dei documenti.

Il problema applicativo nasce anche dalla considerazione di alcune disposizioni definite dalla legge di stabilità che potrebbero essere male interpretate portando all’elaborazione di un flusso molto complesso in cui la fattura in pdf è inviata come allegato ad un’email PEC, da conservare in formato elettronico, obbligatoriamente, per il destinatario.

La Lombardia si mette di traverso al nuovo ISEE

 Per avviare la riforma dell’ISEE e rilasciarne il nuovo formato, era necessario ottenere l’approvazione del Dpcm ma il documento ha trovato uno sbarramento nella Conferenza unifcata che non ha manifestato un’intesa sull’argomento.

 Il nuovo ISEE sarà più efficace

I presidenti delle regioni, infatti, hanno dovuto prendere atto della decisione della Lombardia di mettersi di traverso ad un progetto molto importante che ha alla base la collaborazione stretta tra INPS, Angezia delle Entrate e banche dati degli Enti locali.

Adesso, visto il diniego della Lombardia nel dare il suo benestare, sarà necessaria la cosiddetta approvazione d’ufficio entro 30 giorni.

Il conto base per le operazioni “limitate”

Sul nuovo ISEE, tra l’altro pesa anche il contenuto di una sentenza della Corte di Cassazione che nel dicembre del 2012 ha stabilito che i Comuni e le Regioni devono necessariamente approvare il nuovo riccometro, visto che sarà usato per l’accesso ai servizi di assistenza.

Tra le novità proposte con lo strumento ci sono sicuramente i maggiori margini per le verifiche e un meccanismo di rilevazione dei redditi che parte dall’autodichiarazione. In ballo, oltre al riccometro, ci sono anche altre cose: ad esempio il taglio dei posti letto negli ospedali, una questione che le Regioni, a corto di soldi, hanno difficoltà a gestire. La voce di bilancio legata alla spesa sanitaria, è meglio che resti un’incognita.

Per le tasse sono cruciali luglio e dicembre

 Il nuovo calendario fiscale prevede che ci sia una maggiore concentrazione di pagamenti nei momenti più complessi per i cittadini: la vigilia delle vacanze estive e le vacanze natalizie. Insomma, nel nuovo scadenzario saranno cruciali i mesi di luglio e dicembre.

Il “merito” di questa modifica che impone una revisione della gestione del budget famigliare, è tutto della Tares e dell’Imu. Il discorso Tares, però, s’interseca con le esigenze elettorali, visto che il pagamento dell’imposta, inizialmente, era previsto proprio a gennaio.

► Prima rata Tares posticipata a luglio

Un primo slittamento aveva portato il pagamento ad aprile, per poi rendere definitiva la scadenza di luglio. Una modifica che vale soltanto per il 2013 e che può ancora essere modificata dai Comuni che hanno in carico la gestione di questa imposta. Gli enti locali in questione potranno definire una rateizzazione dei pagamenti, privilegiando le scadenze di luglio e dicembre o, al massimo, posticipando la prima rata a settembre, fermo restando il saldo natalizio.

► La Tares sarà più alta della Tarsu secondo la Cgia

Il calendario della Tares evidenzia come le rate dell’imposta siano state fissate nei periodi fiscalmente più carichi di appuntamenti per i contribuenti. La prima rata della nuova tassa sui rifiuti, infatti, arriverà in corrispondenza dell’acconto IMU che quest’anno sarà più salato che nel 2012. A dicembre, in genere, prima di Natale si pagano gli acconti IRPEF.

Il nuovo ISEE sarà più efficace

 Il riccometro è uno strumento senz’altro efficace per stanare chi dichiara meno di quanto guadagna e, in virtù delle dichiarazioni mendaci, ottiene poi delle corsie preferenziali per l’accesso ai servizi sociali. Lo strumento in questione, adesso, si fa più completo ed efficace, grazie alla collaborazione tra INPS ed Agenzia delle Entrate.

Il conto base per le operazioni “limitate”

L’Istituto nazionale di previdenza sociale, infatti, gestisce il database degli ISEE dei cittadini italiani e quindi potrà tenere sotto controllo il reddito e il patrimonio dei contribuenti, in relazione alla composizione del nucleo famigliare. Sono questi, infatti, i tre elementi alla base dell’Indice della situazione economica equivalente (ISEE).

Si parla di nuovo ISEE ma in realtà è atteso per oggi il via libera del Consiglio di Stato che deve autorizzare anche il recepimento di una sentenza della Consulta che ha come obiettivo quello di arricchire le informazioni a disposizione dell’INPS.

Il fisco contro l’evasione spudorata

Il sistema informativo, che attualmente prevede soltanto la consultazione delle dichiarazioni ISEE presentate tramite l’INPS, sarà completato dall’integrazione con le altre banche dati che a livello nazionale contengono i dati ISEE delle famiglie italiane.

A livello operativo è disposto che i Comuni, i CAF, le amministrazioni centrali inviano telematicamente, entro 4 giorni dalla richiesta, le dichiarazioni sostitutive uniche che sono fondamentali per il rilascio dell’ISEE. L’indicatore, allora metterà insieme le autodichiarazioni dei cittadini, gli elementi messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate e le informazioni presenti negli archivi INPS.

Online il 730/2013 in versione definitiva

 Il 730/2013 è un modello di dichiarazione dei redditi valido soprattutto per chi ha dei redditi da lavoro dipendente o la cui fonte di reddito è un assegno pensionistico. Il modello 730 deve essere presentato entro il 30 aprile 2013 se si decise di avvalersi dell’aiuto di un sostituto d’imposta, oppure deve essere presentato entro il 31 maggio nel caso in cui si faccia affidamento su un CAF o su un professionista abilitato.

La prima scadenza sul 730 è oggi

Le due novità più importanti riguardano l’IMU: l’IRPEF e gli addizionali sul reddito dominicale dei terreni non affittati e sul reddito dei fabbricati non locati non deve essere più pagata perché sostituita dall’IMU e devono essere pagati gli addizionali se l’immobile è esente da IMU.

L’imposta municipale è trattata nel Quadro I del modello di dichiarazione.

Altre novità, non le elencheremo tutte, riguardano le spese sostenute per il recupero del patrimonio edilizio e per gli interventi finalizzati al risparmio energetico. Nel primo caso, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013 è prevista una detrazione d’imposta del 50% per una spesa massima complessiva di 96.000 euro. In più è stata prorogata fino al 30 giugno 2013 anche la deduzione del 55% per gli interventi di risparmio energetico, compresa la sostituzione degli scaldabagni vecchio stampo con quelli a pompa di calore.

Bozza del 730/2013 online

La paghetta dal marito diventa reddito

 Speriamo che non vi siate mai trovati nelle condizioni di dover chiedere un prestito al vostro consorte per il pagamento delle imposte fiscali. Nel caso in cui vi sia capitato, invece, e’ molto probabile che abbiate chiesto al partner di farvi un piccolo bonifico.

Ora, questa specie di paghetta deve essere considerata a tutti gli effetti un reddito. Un po’ come dovrebbe accadere per gli assegni versati dal marito alla moglie che non ama piu’ e dalla quale ha chiesto separazione e divorzio.

La questione e il pronunciamento della Corte di Cassazione chiariscono ogni dubbio. Il presupposto e’ che il titolare del conto corrente debba pagare l’IRPEF sulle somme depositate sul conto anche se le somme appartengono ad una terza persona. La sentenza e’ la numero 433 del 10 gennaio 2013. 

Il fatto si lega agli avvisi di accertamento che l’autorita’ tributaria ha inviato ad un contribuente dopo che erano stati notati dei versamenti regolari sul conto corrente dell’interessata da parte del coniuge. La richiesta e’ stata

Se sia responsabile per il pagamento delle imposte sul reddito il possessore di un reddito non dichiarato, indipendentemente dal fatto che egli non sia l’effettivo titolare delle somme accertate.

Secondo l’autorita’ tributaria la risposta e’ affermativa.

 

Come funziona l’Iva per cassa e come sceglierla

 E’ entrata in vigore dall’inizio di gennaio la nuova IVA per cassa e l’Agenzia delle Entrate, tramite il suo organo di comunicazione ufficiale, ci tiene a ricordare come funziona questo nuovo regime e come si puo’ scegliere.

Se la fattura è falsa non c’è alcuno sconto di pena

Il principio sul quale si fonda l’Iva per cassa e’ abbastanza semplice e deriva dalla sottrazione tra l’IVA incassata e l’IVA pagata. La spiegazione nei minimi dettagli e’ fornita dal DL 83 del 2012. Chi sceglie di optare per l’IVA per cassa, quindi, puo’ rinviare il pagamento dell’imposta, quella dovuta per le cessioni dei beni e per le prestazioni professionali, al momento dell’incasso effettivo dei corrispettivi.

Tenete a mente le scadenze IVA

Il che vuol dire che invece di versare l’IVA al momento dell’emissione della fattura, c’e’ piu’ tempo e questo agevola moltissimo i professionisti che subiscono ritardi nei pagamenti. L’IVA inserita nella fattura, pero’ potra’ essere portata in detrazione riguardo i beni e i servizi acquistai, a patto che si esegua il pagamento ai fornitori.

Le liquidazioni periodiche, quindi, terranno conto soltanto dei movimenti di denaro effettivi ma avranno un tempo nel senso che la posticipazione non potra’ essere illimitata. Per optare per questo nuovo regime non e’ necessario inviare alcuna dichiarazione ufficiale ma fara’ fede l’atteggiamento concludente del contribuente e dovra’ soltanto essere riportato nella dichiarazione annuale IVA.

Acconto IVA: le eccezioni

In arrivo il superbollo

 Non è una scadenza che riguarda la totalità dei contribuenti italiani ma certamente ha un suo peso ed è inserita nel calendario dell’Agenzia delle Entrate. Alla fine del mese si dovrà pagare il superbollo, vale a dire l’addizionale erariale alla tassa automobilistica tradizionale, il bollo.

Si tratta di un’imposta fiscale voluta dal governo Berlusconi che aveva pensato di battere cassa a tutti i possessori di macchine di grossa cilindrata desumendo che un possedimento del genere è indice anche di un certo benessere economico.

Più di 100 spese per il redditest

Il gabinetto Berlusconi ha quindi definito il superbollo per tutte le auto che superano i 225 Kw di potenza, una soglia che poi è stata abbassata dal governo Monti e portata fino a 185 KW, con un conseguente inasprimento delle quote richieste agli automobilisti facoltosi.

Per ogni Kw che si eccede il limite stabilito, il contribuente deve versare 20 euro in più rispetto al bollo tradizionale.

Bollo di transizioni procurerà al fisco tre miliardi di gettito

Devono pagare il superbollo gli acquirenti con patto di riservato dominio, ma anche gli utilizzatori a titolo di locazione finanziaria e gli usufruttuari. Il calcolo dell’importo da pagare può essere fatto direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate. Si ricorda che si ha uno sconto sulla base dell’anzianità del mezzo. Per esempio se la macchina ha piu’ di 10 anni si pagano 12 euro invece che 20 per i kw eccedenti.

Il fisco contro l’evasione spudorata

 Il redditometro è diventato uno strumento molto importante per la lotta all’evasione fiscale, per la misurazione del reddito degli italiani, per l’efficacia della campagna elettorale. Secondo l’Erario il redditometro colpisce al cuore gli evasori più spudorati e oltre che controllare massivamente le dichiarazioni fiscali fornite, contribuisce alla pianificazione delle indagini mirate.

Quel che sta a cuore all’amministrazione tributaria è scovare le persone che a fronte della dichiarazione di un reddito esiguo, possono “vantare” spese non conformi, senza tra l’altro perdere le agevolazioni e gli sconti previsti dallo Stato sociale. Tra i furbetti non ci sono gli anziani perché per gli anziani non c’è redditometro che tenga.

Lo ha chiarito una circolare dell’Agenzia delle Entrate ribadendo i punti chiave del Redditometro. Per prima cosa scandaglierà le spese effettivamente sostenute: quelle certe legate a utenze, mutui, assicurazioni e prodotti simili. In secondo luogo si occuperà delle spese relative al mantenimento dei beni quali auto, moto, barche e via dicendo e poi prenderà in esame le spese di tutti i giorni, per esempio quelle per la spesa, per un’uscita in pizzeria con gli amici, per qualche capo d’abbigliamento.

Per le spese correnti non è necessario conservare gli scontrini, mentre è fondamentale mantenere la documentazione per le spese importanti e per le donazioni ricevute da altri, ad esempio un regalo in denaro.

L’illecito nella cessione dei beni donati

 Una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 449 del 10 gennaio, è intervenuta sulla cessione a terzi dei terreni stabilendo che può essere considerata elusiva la cessione a terzi di un terreno che è stato ceduto poco prima da un famigliare ad un altro famigliare. L’illecito si può provare portando indizia e presunzioni che dimostrino la simulazione del contratto.

Siccome la materia in termini di cessioni e compravendite di terreni è molto complessa e siccome anche l’Erario affronta adesso la materia con maggiore dettaglio, dopo l’inglobamento dell’Agenzia del Territorio, entriamo nel merito del fatto che ha portato al pronunciamento.

Un accertamento IRPEF è stato inviato dall’ente tributario ad un cittadino, che si era trovato coinvolto in un circuito di donazioni e compravendite sospette. In pratica un terreno era stato ceduto a terzi, dopo che lo stesso terreno era stato oggetto di una donazione di un contribuente ai propri figli.

Il bonus IRPEF sulle ristrutturazioni “solari”

La donazione del terreno era avvenuta il 29 dicembre del 1999, poi il terreno era stato venduto il 12 maggio del 2000. Siccome non c’era stata la restituzione della caparra al promissario venditore-donante, e poiché gli attori dell’operazione erano imparentati, il Fisco ha presunto che ci fosse stata un interposizione fittizia, finalizzata all’evasione fiscale.

Il ricorso del contribuente è stato rigettato dalla Commissione tributaria provinciale.

173 milioni di euro dalle liti fiscali pendenti