Chi può calcolare la mini Imu

 La mini Imu che va pagata entro il prossimo 24 gennaio continua a creare problemi per il suo calcolo, tanto che sono stati presi d’assalto Caf e commercialisti che dovranno occuparsi di calcolare quanto i contribuenti dovranno versare su prime case e terreni agricoli nei prossimi giorni.

Tares, come fare il saldo se non arriva i bollettino

 Nelle città di Roma, Milano, Venezia, Ferrara, Bari, Ivrea, Salerno, Cagliari, Napoli, Pescara, Trapani il pagamento della terza rata Tares è stato posticipato al 24 gennaio. Il pagamento per chi ha ricevuto il bollettino postale può essere effettuato tramite versamento al Comune o alla società che gestisce i rifiuti (bollettino pre-intestato); per la maggiorazione allo Stato, invece, si usa l’F24 allegato.

Tares, controllare i bollettini di pagamento

 Venerdì 24 gennaio scade il pagamento per la maggiorazione della Tares, la tassa sui rifiuti che può essere pagata con bollettino postale e modelli F24. Ma, sia, bollettini che i modelli F24 hanno errori nella precompilazione.

Precisazioni sulla mini Imu

 Il 24 gennaio bisogna fare  il pagamento della mini Imu, tassa che è dovuta dai proprietari di prime case e terreni agricoli, appartenenti ai Comuni che hanno approvato l’aliquota Imu dal 4 al 5 o 6 per mille. La mini Imu va saldata anche sulle pertinenze delle prime case, come box e cantina.

Cgia Mestre, Tasi costerà più dell’Imu

 Il governo ha stabilito che aliquote e applicazione della Tasi, nuova imposta sui servizi locali alla prima casa spetteranno ai Comuni che potranno decidere un aumento dell’aliquota massima delle imposte sulla casa, compreso tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille, ma saranno obbligati a utilizzare quanto incassato per dare detrazioni all’imposta, che potranno gestire come vogliono.

La Tasi potrebbe arrivare a 326 euro a famiglia

 Secondo i dati che emergono da un rapporto dell’Osservatorio Nazionale della Federconsumatori e di Adusbef, il previsto arrivo sulla prima casa della TASI, la tassa sui servizi indivisibili dei Comuni, potrebbe comportare in media, per ogni famiglia italiana, un onere economico che, senza considerare le detrazioni, varierà da un minimo di 247, nel caso di un’ aliquota al 2,5 per mille, ad un massimo di 326 euro nel caso l’aliquota fosse stabilita al 3,3 per mille.

 

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Tra pochi giorni, inoltre, i proprietari saranno chiamati a pagare anche la cosiddetta Mini-Imu, ossia il residuo della addizionale sull’Imu della prima casa, per un ulteriore importo che si aggira sui  41 euro in media.

 

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Una somma di esborsi che risulterà pesante per molte fasce di contribuenti, a meno che, come richiedono Federconsumatori e Adusbef , i Comuni non provvedano a definire le detrazioni ”con chiarezza ed urgenza, ed in misura adeguata”, in base a criteri rigidi che salvaguardino famiglie e proprietari di prima casa a reddito fisso.

I due organismi di difesa dei consumatori ritengono inoltre che nelle grandi città l’esborso della Tasi (particolarmente quella riferita alle seconde case) risulterà ancora più oneroso rispetto a quella che è la media nazionale.

Se l’aliquota si attesta al 2,5 per mille la TASI costerà 307 euro a Firenze, 334 euro a Milano, 371 a Roma, 386 a Torino. Se invece l’aliquota sarà portata al 3,3 per mille l’esborso salirà conseguentemente: 331 euro a Napoli, 405 a Firenze, 441 a Milano, 489 a Roma ,509 a Torino. Sempre al netto delle detrazioni non ancora definite.

Equitalia ha recuperato 7,1 miliardi, il 5% meno del 2012

 Dal 2006, anno della sua costituzione, ad oggi Equitalia ha riscosso dai contribuenti la somma complessiva di 55 miliardi di euro di imposte dovute a enti ed istituzioni creditrici.

Nel solo 2013 l’ente ha recuperato una cifra superiore a 7,1 miliardi di euro, con una flessione del 5% rispetto al 2012. Il decremento, spiega Equitalia in una sua nota,  è dovuto alla crisi economica generalizzata ma è stato indotto anche dai numerosi interventi normativi “che hanno inciso profondamente sull’efficacia degli strumenti” a disposizione dell’agenzia.

Dal 2006 ad oggi la gestione Equitalia ha fatto registrare un progressivo aumento delle riscossioni rispetto alle gestioni precedenti, per lo più affidate ad enti e società private.

 

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Infatti da una media di 3,2 miliardi all’anno, incassati nell’anno precedente alla nascita dell’agenzia, si è saliti ad una media di circa 8 miliardi di euro l’anno, per un totale appunto di 55 miliardi in 7 anni.

Gli oltre 7,1 miliardi recuperati nel 2013, sono stati imputati per 3,8 miliardi all’Agenzia delle Entrate, per 1,7 miliardi all’Inps e per 1,6 miliardi ad altri enti creditori.

 

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Sul fronte gestionale interno, la nota di Equitalia precisa che è proseguita anche nel 2013 la riduzione dei costi di produzione, amministrativi e del personale già avviata in precedenza. Questa riduzione per il triennio 2010-2012 vale 107 milioni di euro, al netto degli ulteriori risparmi conseguiti nel 2013, in corso di valutazione.

Nel confronto con i dati di bilancio delle precedenti concessionarie private, e considerato anche l’ aumento dei volumi di riscossione, dal 2006 a oggi il costo per euro recuperato è diminuito del 60%.

Per la Mini Imu costa più la consulenza fiscale che l’imposta

 Tra pochi giorni un certo (gran) numero di italiani si troverà probabilmente a versare ai CAF più soldi di quanti ne dovrà versare allo Stato sotto forma di mini IMU.

 

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È questo il paradosso col quale si troveranno a fare i conti molti proprietari di prima casa che in questi giorni affollano i Centri di Assistenza Fiscale in vista della scadenza del prossimo 24 gennaio, che è stata confermata dal Ministero dell’Economia come scadenza non prorogabile, nonostante le insistenti richieste avanzate dai Caf stessi e dal Codacons per il rinvio di almeno un mese della data di pagamento.

Il paradosso nasce dal  “contrasto” tra le tariffe richieste dai fiscalisti per calcolare il residuo di imposta e l’esiguità dell’imposta stessa.

Per regolare la pratica Mini mu, la generalità dei Caf  e dei commercialisti chiedono una cifra che mediamente spazia dai 2 ai 30 euro: ciò comporta che la stragrande maggioranza dei cittadini spenderà più soldi per la consulenza che per la tassa in sé.

Il gettito complessivo derivante dall’imposta è calcolato in 440 milioni di euro.

La città in cui l’imposta peserà in media di più è Milano (59 euro), seguita da Torino con 58 euro, Napoli con 51 e Roma con 43.

Si versa il 40% della differenza dell’imposta dovuta in base all’aliquota nazionale (lo 0,4%), rispetto all’aliquota addizionale imposta dal comune, al netto della detrazione fissa di 200 euro e di 50 euro per figlio.

 

 Cancellare la Mini Imu? La storia continua e regna la confusione

 

Ammontano a 10 milioni i proprietari di prima casa che sono tenuti a versare l’imposta nei 2.377 Comuni che hanno alzato l’aliquota IMU nel 2013.

Mini Imu su box, prima casa e pertinenze

 Chi è proprietario della prima casa ed è residente nei Comuni dove i sindaci hanno stabilito  di accrescere le aliquote base fissate dal esecutivo al 4 per mille, fino al 5 e addirittura al 6 per mille, alla data del 24 gennaio dovranno versare la mini Imu.