Sconto del 30% sulle multe se pagate subito

 Nei giorni scorsi la Camera ha approvato in via definitiva il testo del Decreto del Fare, all’ interno del quale sono state incluse una serie di norme di di provvedimenti di natura economica e fiscale volti a favorire un possibile rilancio dell’ economia italiana.

Sospesi i canoni per le concessioni demaniali delle spiagge

 Numerosi sono stati i provvedimenti che hanno trovato la loro approvazione definitiva all’ interno del cosiddetto Decreto del Fare, che la Camera ha licenziato per la sua trasformazione in legge solo qualche giorno fa. La maggior parte delle norme inserite all’ interno del testo del Decreto sono apportatrici di importanti novità in ambito economico, dal momento che lo stesso Governo Letta ha sempre inteso la pubblicazione del provvedimento legislativo come un primo passo in avanti verso il rilancio e la ripresa della crescita economica nazionale.

Come e quando si paga la ritenuta d’acconto?

 Se un’impresa o un’azienda decidono di assumere un professionista senza Partita Iva con un contratto di collaborazione, quindi per compensi non superiori ai 5.000 euro all’anno, deve prelevare dal compenso del lavoratore la ritenuta d’acconto, ossia una parte dell’Irpef che il lavoratore avrebbe dovuto versare in fase di dichiarazione dei redditi.

► Collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto, ecco come funziona

Pagamento e certificazione della ritenuta d’acconto

Il datore di lavoro che ha assunto un professionista senza Partita Iva con contratto di collaborazione, deve versare la ritenuta d’acconto entro e non oltre il 16 del mese successivo al pagamento mediante apposito Modello F24. Il codice tributo da inserire è il 1040.

► Guida alla compilazione della ricevuta di compenso con ricevuta d’acconto

Inoltre, la certificazione dell’avvenuto versamento della ritenuta d’acconto, deve essere conservato e consegnato entro il 28 febbraio dell’anno successivo a quello in cui sono stati effettuati versamenti dei compensi. La certificazione deve essere allegata al Modello 770 dei sostituti d’imposta, e deve indicare: – l’importo delle somme corrisposte; – l’importo delle ritenute e delle detrazioni di imposta effettuate, dei contributi previdenziali e assistenziali; – altre eventuali informazioni non obbligatorie (esempio l’IVA).

► Come si calcola la base imponibile per la ritenuta d’acconto?

Le aliquote della ritenuta d’acconto

La ritenuta d’acconto viene calcolata sull’importo del compenso corrisposto al collaboratore con due differenti aliquote: in percentuale del 20% se il compenso è corrisposto a lavoratore residente in Italia e del 30% se il lavoratore risiede all’estero, in questo caso, però, non sarà a titolo di acconto Irpef.

► I redditi soggetti a ritenuta d’acconto

I redditi soggetti a ritenuta d’acconto

 Ci sono alcuni casi in cui il lavoratore stringe con il datore di lavoro un contratto che prevede una collaborazione non continuativa e non subordinata. In questi casi, all’atto del pagamento del compenso del lavoratore, il sostituto d’imposta deve trattenere dall’importo lordo una percentuale a titolo di anticipo Irpef del lavoratore.

► Collaborazione occasionale con ritenuta d’acconto, ecco come funziona

Il datore di lavoro deve farlo entro i termini stabiliti per legge e conservare la documentazione dell’avvenuto pagamento dell’imposta, in modo da poter produrre la certificazione all’atto della dichiarazione dei redditi.

► Guida alla compilazione della ricevuta di compenso con ricevuta d’acconto

I redditi sottoposti alla ritenuta d’acconto

Non tutti i compensi da lavoro autonomo sono sottoposti a ritenuta d’acconto. Oltre al fatto che non si paga in caso di professionista fornito di Partita Iva, la ritenuta di acconto deve essere pagata dal datore di lavoro nei seguenti casi:

– prestazioni di lavoro autonomo e occasionale, anche sotto forma di partecipazione agli utili;

– prestazioni rese a terzi o nel loro interesse;

► Come e quando si paga la ritenuta d’acconto?

– assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere;

– compensi derivanti da utili di associazione in partecipazione, quando l’apporto dell’associato è solo  prestazione lavorativa;

– compensi derivanti da utili per promotori e soci fondatori di S.p.a., in accomandita per azioni e a responsabilità limitata;

– redditi relativi alla cessione di diritti d’autore da parte dello stesso autore;

– diritti per opere d’ingegno, ceduti da persone fisiche non imprenditori o professionisti che le hanno acquistate.

La ritenuta d’acconto non deve essere versata in caso di compensi inferiore ai  25,82 euro corrisposti da enti pubblici o privati.

► Come si calcola la base imponibile per la ritenuta d’acconto?

Come richiedere il rimborso dei crediti d’imposta dell’UNICO

 Fino a poco tempo fa per i lavoratori che non presentavano il modello 730 per la dichiarazione dei redditi non era possibile richiedere in tempi rapidi il rimborso dei crediti di imposta maturati. Solo i contribuenti che erano tenuti alla presentazione del 730, infatti, potevano ottenere il rimborso del credito di imposta già nelle busta paga di luglio. 

Rimborso veloce per i crediti d’imposta da settembre

 A partire dal prossimo mese di settembre sarà più facile e veloce per i contribuenti italiani ritornare in possesso dei propri crediti di imposta. All’ interno del Decreto del Fare, infatti, che ha ricevuto nei giorni scorsi il sì definitivo da parte della Camera per la conversione in legge, è stato inserito un provvedimento che riguarda coloro che hanno maturato dei crediti di imposta ma, avendo solo redditi da lavoro, non hanno potuto presentare a tempo debito il 730.

L’omissione dei versamenti e la confisca

La confisca dei beni è una misura punitiva disposta nel caso in cui sia stato tratto un vantaggio reale tramite l’evasione fiscale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione spiega che attraverso la confisca si può sia andare a colpire il patrimonio di una società che ha evaso le tasse, sia il patrimonio della persona fisica che realmente ha commesso il reato.

Vale la confisca anche sui beni del figlio

Ancora una volta è intervenuta a precisare la questione la Corte di Cassazione con la sentenza numero 32944 del 30 luglio 2013. In questa sentenza è stato specificato che l’azione illecita messa in campo dal rappresentante legate di una società a responsabilità limitata, che abbia portato vantaggio alla società, deve essere attribuita alla persona fisica che ha commesso il reato nonostante personalmente non ne abbia ottenuto alcun vantaggio economico specifico.

Per i sequestri basta la disponibilità della casa

In questo caso il riferimento è ad un fatto accaduto presso il Tribunale di Pescare il 13 luglio dell’anno scorso. Una contribuente, indagata per evasione, aveva subito la confisca di beni mobili e immobili, per il valore complessivo delle tasse evase, in merito ad un reato attribuito alle società di cui questa contribuente era stata rappresentante legale.

Niente sconto IRPEG per le casse professionali

 Se anche sembra che per lo stesso reddito si duplichino le imposte, bisogna sempre considerare che il prelievo fiscale fa differenze tra i soggetti interessati e nel tributo applicato. Non si può per questo parlare di doppia imposizione. Questo chiarimento, adesso espresso in forma sintetica, è stato messo nero su bianco dalla Corte di Cassazione.

I compensi esosi dell’amministratore

I porporati di Piazza Cavour, nello specifico, hanno detto che la Cassa nazionale del notariato è un ente preposto al soddisfacimento di interessi particolari e per questo motivo non può avere esenzioni o agevolazioni per quanto riguarda l’IRPEG.

Questo vuol dire che i redditi della Cassa nazionale del notariato, devono pagare tale imposta e non si può alludere ad un conflitto nel prelievo tributario sul reddito pensionistico dei notai in pensione.

Nelle liti fiscali non vale l’autocertificazione

La sentenza che ha chiarito questa posizione è stata la numero 17691 del 24 luglio scorso. Tutto nasce, come sempre, da un episodio di “cronaca”: la Cassa nazionale del notariato, infatti, aveva effettuato una domanda di rimborso dei tributi IRPEG che erano stati versati dal 1997 al 2001. In merito a questa domanda c’era stato un rifiuto silenzioso. Il ricorso presentato è stato poi rigettato dal Ctp di Roma e dalla Ctr del Lazio.

In campo energetico vince il mercato tutelato

 I prezzi della luce e del gas, in questo momento, non sono certo alle stelle ma sono cresciute nel corso degli anni, le tasse applicate all’erogazione dei servizi. E’ questo il grosso problema dell’Italia, il paese in cui il 60 per cento delle risorse serve ai cittadini per pagare le utenze e i servizi di prima necessità.

Come si polverizza lo stipendio degli italiani

Una recente indagine dell’Autorità per l’energia sui prezzi 2011 ha cercato di capire cosa conviene agli italiani per risparmiare. In campo energetico la risposta non è facile e si tratta di fare un’analisi dei costi del mercato tutelato o a maggior tutela che dir si voglia, e del mercato libero.

Secondo l’indagine dell’Autorità, in questo momento, per avere la luce in casa si spende meno con il mercato di maggior tutela. Rispetto al mercato libero, per la fornitura di energia elettrica il mercato tutelato offre un risparmio del 12,8 per cento e il mercato del gas offre un risparmio del 2 per cento.

La ripresa nel consumo di energia

L’analisi ha preso spunto dalle offerte delle aziende energetiche che operano sul mercato libero. Molti cittadini, infatti, in questi anni, hanno cercato di fare chiarezza sulle condizioni del mercato ma scegliendo una proposta piuttosto che un’altra, non si sono sempre dimostrati consapevoli dei costi sostenuti.

L’autorità, quindi, oltre a rilevare la soluzione più conveniente, ha anche valutato l’opportunità di rendere il mercato sempre più limpido.

Il roaming sarà abolito e c’è un accordo

 Il roaming international è la tariffa maggiorata che si paga oggi per effettuare e ricevere chiamate dall’estero. Chi abita in Italia, per esempio, e desidera chiamare oltre i confini nazionali, deve pagare una tariffa maggiore rispetto a quella applicata per le chiamate nazionali.

In Europa, fino a pochi mesi fa, c’era una giungla di tariffe che impediva anche al cittadino, di conoscere con chiarezza l’operatore più conveniente. Adesso tutto sembra risolto con l’applicazione di tariffe uniformi per il roaming international. Non basta però, perché di recente si è tornato a parlare addirittura dell’abolizione dei confini nazionali per la telefonia. Che significa?

I nuovi costi della telefonia in Europa

Gli operatori telefonici sono finalmente arrivati ad un accordo con il commissario europeo Kroes. Hanno trovato un compromesso che è stato messo nero su bianco da un articolo dell’Herald Tribune.

Il roaming non sarà più a pagamento

Il commissario europeo che si occupa dell’agenda digitale del Vecchio Continente, infatti, cerca di promuovere la soluzione netta: l’abolizione delle tariffe del roaming per tutti coloro che chiamano all’estero. Oggi il roaming vale quando si parla con qualcuno che non è nel Vecchio Continente.

Il compromesso, che forse potrebbe garantire un minimo di concorrenza, è la non abolizione del roaming ma un ritocco al ribasso delle tariffe degli operatori europei.