Cartolarizzazione dei crediti, la soluzione della BCE al credit crunc

 Le banche dei paesi del Sud Europa non concedono più crediti alle piccole e medie imprese. Un grave danno che si aggiunge ad una situazione già di profonda sofferenza e che rischia di portare al collasso l’economia reale, ossia l’economia fatta dalle persone e dai loro consumi.

► Le imprese italiane non chiedono prestiti e il credito peggiora

La BCE ha concesso una bella iniezione di liquidità alle banche ma, dati alla mano, sembra che questi soldi non abbiano avuto, da parte delle banche, la destinazione voluta. Per risolvere questa problematica Mario Draghi, il numero uno dell’Euro Tower, propone la sua soluzione: la cartolarizzazione dei crediti.

In cosa consiste la cartolarizzazione del credito?

In gergo tecnico chiamata anche asset-back securities, la cartolarizzazione del credito prevede in caso di prestito di denaro da parte di un istituto di credito ad una impresa, che questo non verrebbe iscritto nel bilancio della banca perché sarebbe trasferito ad una società esterna –  a gestione pubblica o controllata dalla BCE – che emette delle obbligazioni pari al prestito concesso dalla banca.

► Calo vertiginoso dei prestiti alle imprese nel 2012

Le obbligazioni sarebbero pagate con le rate di restituzione dei debitori. In questo modo le banche potrebbero concedere prestiti a rischio zero, anche se tale rischio sarebbe trasferito sull’obbligazionista. Rischio che però si assottiglierebbe notevolmente se l’obbligazionista fosse un ente pubblico, come l’ESM, il Fondo salva-stati permanente, se non la BCE stessa.

Iniziare un’attività con il prestito d’onore

 Mettersi in proprio, di questi tempi, è difficile. Molti tentano di farlo, avviando un’attività e provando ad essere indipendenti. Per alcuni si tratta di un passo da ponderare a lungo, con cautela. Non si può improvvisare una professione dall’oggi al domani.

Il problema principale è quello di trovare fondi sufficienti per avviare un’azienda.

Una delle possibilità è quella di richiedere un prestito d’onore.

Tecnicamente si tratta di un’agevolazione al credito che viene attribuita a chi ha tra i 18 e i 35 anni ed ha voglia di intraprendere una nuova attività di natura imprenditoriale. Il finanziamento totale è suddiviso in due parti:

– per un 50% e’ concesso a fondo perduto;

– l’altra metà è stata erogata sotto forma di prestito a tasso agevolato.

Requisiti

Il finanziamento viene dato a seguito dell’approvazione dell’Agenzia Nazionale per l’Attrazione d’Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa (Invitalia), incaricata di verificare la rispondenza delle domande per il finanziamento ai requisiti necessari.

Non tutti possono aspirare al prestito d’onore. Ecco quali sono i requisiti: coloro che risiedono in Italia da almeno sei mesi:

– devono avere almeno 18 anni;

– devono essere cittadini extracomunitari;

– devono possedere carta o permesso di soggiorno valido almeno per l’anno successivo alla presentazione dell’istanza;

– devono essere in possesso dello status di disoccupato o inoccupato in cerca della prima occupazione;

– devono aprire un’attività in proprio in forma di ditta individuale e stabilirne la sede in Italia

– devono scegliere mantenere l’azienda viva per almeno un quinquennio dalla data di ammissione all’agevolazione, senza cederla e rinunciando a sottoscrivere un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Oltre a ciò il finanziamento deve essere richiesto al fine di avviare un’attività nei seguenti settori:

– servizi;

– commercio;

– produzione di beni;

Saranno rifiutate le domande inerenti ad aziende operanti nell’acquicultura, dell’agricoltura e nel settore ittico.

Vantaggi

Coloro ai quali verrà assegnato il prestito godranno:

– di un contributo a fondo perduto sugli investimenti, pari al 50% degli oneri sostenuti , riconosciuto fino al raggiungimento del limite massimo pari a 15.500 euro;

– di un finanziamento quinquennale a tasso agevolato (il 70% in meno in confronto al tasso ordinario al momento della stipula del contratto), per far fronte a tutti gli oneri finanziabili;

– di un contributo a fondo perduto pari a 5,165 euro previsto per la gestione aziendale.

Debiti delle Pubbliche Amministrazioni: il Decreto attuativo in 10 punti

 Le imprese italiane attendono con impazienza che il decreto per lo sblocco dei pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione arrivi al via libera definitivo.

Non c’è ancora molto da aspettare e, a meno di ulteriori stravolgimenti in corsa, l’approvazione alla Camera è prevista per il 7 giugno 2013.

Vediamo allora cosa prevede questo decreto e come influenzerà la vita delle imprese italiane.

► L’Ance avverte il Governo: il decreto non basta a frenare il debito delle Pa

1. I tempi di pagamento dei debiti

Comuni e province avranno 30 giorni di tempo, da quando il ministero dell’Economia eroga l’anticipo, per pagare i debiti che imprese e professionisti vantano, ovviamente dietro certificazione, nei confronti delle Amministrazioni.

2. Possibilità di inserimento dei crediti nella dichiarazione dei redditi

Come voluto dai deputati del Movimento 5 Stelle, le imprese e i professionisti che vantano dei crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione potranno indicarne il valore – per i crediti certi, liquidi e esigibili – nella dichiarazione dei redditi, attraverso un allegato dedicato che dovrà essere predisposto dal ministero delle Finanze.

3. Sospensione dei lavori degli appalti in caso di mancato pagamento

Le imprese che stanno eseguendo lavori per appalti pubblici possono sospendere i lavori per mancato pagamento dell’importo contrattuale di almeno il 15% e non oltre il 25%.

4. Predisposizione di una convenzione tra Governo e associazioni di categoria per il monitoraggio

Governo e associazioni di categoria dovranno collaborare per controllare che l’immissione di liquidità per le imprese derivante dal pagamento dei debiti sia realmente utilizzata a sostegno dell’economia reale.

► Arrivano ai Comuni i primi soldi dal decreto attuativo

5. Aggiornamento del Def

Il Governo ha l’obbligo di aggiornare il Def – Documento di Economia e Finanza – con l’introduzione di una relazione sul decreto per lo sblocco del pagamento dei debiti della PA e sugli eventuali altri provvedimenti per lo smaltimento dell’intero debito.

6. Obbligo di regolarità delle imprese 

Le imprese che vogliono vantare crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni dovranno dimostrare di essere in regola con la contribuzione: in caso contrario al valore del credito da restituire sarà tolto l’ammontare di quanto manca per la regolarizzazione delle posizioni Inps, Inail o Cassa edile.

7. Autenticazione gratuita degli atti di cessione

Le imprese possono rivolgersi all’ufficiale rogante dell’amministrazione debitrice per l’autenticazione  gratuita del credito vantato. Lo stesso può essere fatto tramite atto notarile ma previo pagamento da parte dell’impresa dell’onorario spettante, anche se dimezzato.

8. Nessun aumento delle tasse per le Regioni

Come proposto dal Movimento 5 Stelle le Regioni che devono pagare dei debiti nei confronti delle imprese e dei professionisti non potranno aumentare le tasse, come previsto nella prima versione del decreto per lo sblocco del pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni, per poter procedere a sanare i debiti del settore sanità.

Potranno solo intervenire sulla spesa corrente dell’amministrazione stessa.

9. Utilizzo obbligatori della poste certificata

Tutte le informazioni in merito all’importo e alla data di pagamento dei debiti che le amministrazioni devono far pervenire alle imprese e ai professionisti creditori – da inviare entro e non oltre il 30 giugno 2013 – dovranno essere fatte per via telematica ma con utilizzo obbligatorio di una casella di Posta Elettronica Certificata (PEC)

► I tagli all’editoria salveranno le sigarette elettroniche

10. Da dove arriveranno le risorse per il mantenimento degli obiettivi di stabilità?

Ciò che preoccupa di più le amministrazioni regionali e provinciali è sicuramente il rispetto degli obiettivi del patto di Stabilità previsto per il 2013 e il 2014.

Da un lato il decreto per lo sblocco del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione prevede che il governo ampli gli spazi finanziari previsti da tale patto. Inoltre sono state previste altre fonti di approvvigionamento che arriveranno dal taglio dei fondi per l’editoria, di quelli per il fondo Ispe e ulteriori tagli sono stati previsti per Ministero del Lavoro e Ministero degli Affari Esteri.

Salve le sigarette elettroniche.

Modello Irap 2013 definitivo – Le novità

 Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, come anche in rete, si trova già da un paio di mesi la versione definitiva del Modello Irap per il 2013, come pubblicato dal Provvedimento n. 2013/13138.

Rispetto al Modello dello scorso ci sono delle importanti novità. Una di queste è la predisposizione, da parte dell’Agenzia, di un software interattivo – disponibile sul sito – che permette al contribuente di compilare, controllare e inviare il Modello direttamente on line.

Grazie a questa nuova tecnologia, infatti, il contribuente soggetto alla dichiarazione e al versamento dell’Irap potrà compilare il relativo modello in totale autonomia. Il software predisposto, infatti, avverte, attraverso appositi messaggi, della presenza di errori e incongruenze che possono essere corretti e rivisti fino all’invio definitivo del modello.

► La nuova tecnologia per la compilazione e controllo del Modello Irap 2013

Ma le novità per quanto riguarda il pagamento dell’Irap – Imposta Regionale sulle Attività Produttive – non sono solo quelle tecnologiche, ma riguardano anche le modalità di compilazione. Vediamole nel dettaglio.

Deduzioni da cuneo fiscale per donne giovani lavoratori

Il Modello Irap predisposto per il 2013, e quindi riferito all’anno di imposta 2012, prevede che ci siano delle maggiori deduzioni da cuneo fiscale per le lavoratrici, per i lavoratori, di entrambi i sessi, con età inferiore ai 35 anni e per lavoratori di specifiche regioni d’Italia (regioni del Mezzogiorno).

Credito d’imposta

In base all’articolo 33 del D.L. n. 179/2012 (c.d. Decreto Sviluppo – bis) è stato predisposto un credito di imposta per l’incentivazione alla realizzazione di infrastrutture. Il credito di imposta così definito può essere usufruito solo nel caso in cui la realizzazione comporti una spesa superiore ai 500 mila euro.

I soggetti che intendono accedere al credito di imposta possono farlo solo se i progetti per i quali è richiesto il credito non beneficino già di altri crediti a fondo perduto.

Possono accedere al credito d’imposta tutti i soggetti, sia che abbiano come partner soggetti pubblici o soggetti privati, nella misura necessaria al raggiungimento dell’equilibrio del piano economico finanziario e sempre entro il limite massimo del 50% del costo totale dell’investimento.

► Irap – Istruzioni per la compilazione della dichiarazione 2013

Ripartizione regionale della base imponibile e dell’imposta

Si tratta del quadro IR, che per il 2013 prevede nuovi campi per la registrazione delle detrazioni Irap disposte da leggi regionali.

Nello specifico le novità introdotto con il Modello Irap 2013 per il quadro IR riguardano:

1. colonna 9, nella quale va inserito l’importo delle eventuali detrazioni istituite con apposite leggi regionali o provinciali;

2. colonna 10, nella quale inserire l’imposta al netto delle detrazioni (colonna 9) spettante a ciascuna regione o provincia autonoma.

Crediti Irap derivanti da operazioni straordinarie

Le novità riguardano il quadro IS, che si riferisce alla gestione dei crediti Irap ricevuti in seguito a operazioni straordinarie. Per operazioni straordinarie si intendono, ad esempio, i crediti maturati dalla società fusa o incorporata e trasferiti alla società risultante dall’operazione straordinaria.

Questa tipologia di crediti deve essere inserita nell’apposito spazio in evidenza del riquadro IS, per poi essere incorporati nel quadro IR per l’eccedenza Irap.

► Irap – Dichiarazione per il periodo d’imposta 2012

Le scadenze per la presentazione della dichiarazione Irap 2013

La dichiarazione IRAP 2013 deve essere presentata entro i termini previsti dal regolamento di cui al D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322. Nello specifico, le scadenze per la presentazione della dichiarazione sono così ripartite:

1. 30 settembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta

per Persone fisiche, Società semplici, Società in nome collettivo e in accomandita semplice, società ed associazioni a esse equiparate ai sensi dell’articolo 5 del Tuir.

2. Ultimo giorno del nono mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta

per soggetti all’imposta sul reddito delle società di cui all’articolo 73, comma 1, del Tuir e per le amministrazioni pubbliche di cui alla lettera e-bis) dell’articolo 3.

 

 

La nuova tecnologia per la compilazione e controllo del Modello Irap 2013

 Novità in vista per le imprese italiane. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono stati messi a disposizione delle imprese italiane nuovi programmi per la compilazione, la verifica e l’invio del Modello Irap 2013.

Irap è l’acronimo di Imposta Regionale sulle Attività Produttive, è un’imposta propria delle Regioni e si applica sul valore della produzione netta dell’impresa.

 

Sono programmi che utilizzano il linguaggio Java e consentono al contribuente di interfacciarsi in modo semplice e pratico al modello e alla procedure di compilazione e verifica.

Per poter accedere al programma è necessario avere installato il programma per la lettura dei file .pdf e la versione 1.6 di “Java Virtual Machine”, disponibile anche questa sul sito dell’Agenzia.

Dopo aver compilato attraverso l’apposito software il Modello Irap 2013, è possibile accedere alle procedure di controllo che, attraverso appositi messaggi, evidenzieranno i campi dove sono stati effettuati degli errori durante la compilazione.

Dopo il controllo e l’eventuale correzione degli errori e delle anomalie segnalate e possibile procedere all’invio del modello attraverso una delle due procedure indicate (diverse a seconda che il contribuente sia o meno abilitato al servizio telematico dell’Agenzia).

► Il software dell’Agenzia delle Entrate per la compilazione del Modello Irap 2013

► Procedure di controllo del Modello Irap 2013

 

Pronta la proroga per i bonus energia

 Il governo Letta, appena dopo aver giurato, aveva già le idee chiare su come convincere deputati e senatori a votare la fiducia. Sono state accolte dal premier una serie di proposte del centro destra e si è parlato soprattutto di tasse ed agevolazioni. La novità più interessante è stata quella legata all’IMU, a seguire la TARES ma è stata importante anche la scelta fatta sulle agevolazioni per le ristrutturazioni domestiche.

Riepiloghiamo brevemente i primi due interventi.

La lista dei nuovi Ministri presentata da Enrico Letta

Riguardo l’IMU Enrico Letta ha spiegato che il versamento dell’acconto dell’imposta municipale previsto per giugno del 2013 sarà sospeso. Poi i tecnici si interrogheranno sulle modifiche della tassa. Il centro destra spinge per l’abolizione dell’imposta ma il centro sinistra vorrebbe soltanto modificare il prelievo fiscale, dando una mano alle fasce deboli della popolazione.

Per la TARES, ormai, il discorso è chiaro: l’aumento dell’imposta scatterà soltanto da dicembre in poi e sarà equivalente a circa 0,30 euro per metro quadro. Entriamo quindi nel vivo delle agevolazioni per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica.

Il mercato approva il governo Letta

Sembra infatti che dopo l’aumento delle percentuali di spesa da portare in detrazione, sia prevista una dilazione dei termini d’accesso allo sconto del 50 per cento. Dal primo luglio, infatti, la detrazione dovrebbe essere soltanto del 36 per cento ma il governo Letta sta studiando un modo per estendere lo sconto del 50% per qualche altro mese.

Scatta dal 1° aprile la diminuzione delle bollette

 Se siete dei bravi contribuenti è probabile che abbiate sempre a cuore il pagamento delle bollette e per questo vogliamo insistere su un argomento molto importante dal punto di vista fiscale: la diminuzione del costo delle bollette del gas.

► Il crollo dei consumi elettrici mette in ginocchio le imprese

Sembra infatti che dal primo aprile 2013 ci sarà un calo delle tariffe che porterà ad uno sconto di 90 euro annui. Una notizia che rincuora gli italiani alle prese della crisi. Peccato che intervenga soltanto dopo la fine della stagione in cui il gas si usa maggiormente. Il calo delle bollette è stato scandito in più momenti, questo è il primo ribasso dei prossimi due anni e intervenendo in un momento di crisi, risulta ancora più importante.

► Le bollette italiane di luce e gas sono le più care d’Europa

Non è un positivo fulmine a ciel sereno visto che l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas aveva già spiegato le sue intenzioni. Piuttosto resta da capire il funzionamento del nuovo meccanismo di calcolo per la definizione del prezzo del gas. La normativa prevede almeno tre tappe. Nel periodo che va dal primo aprile al 30 settembre 2013, infatti, ci sarà una modifica al calcolo del costo della materia prima che dovrebbe ridurre le bollette del 41 per cento.

La decisione nasce dalla volontà di adeguare i prezzi della fornitura italiana all’ingrosso a quelli europei.